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POETRY regia di Chang-Dong Lee

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pier91     8 / 10  29/04/2011 16:44:16 » Rispondi
"Poesia" non nell'accezione aulica ma in quella più condivisibile. Poesia democratica e generosa, che sopravvive agli insegnamenti spocchiosi dei corsi a tema, alla televisione, alle barbarie, alla morte persino, ma non alla malattia (perché non c'è dolore più schifoso e sterile di quello del malato). Poesia che ritrovi in chi non ti saresti aspettato. Vedi l'ex operaio volgarotto con un buon senso assai più lungimirante di quei cretini dei genitori e con una vena di sincerità che fa arrossire il professoretto di scrittura.
Poetry però è soprattutto l'anziana protagonista (magnifica l'attrice), una creatura disadattata, ormai anacronistica, uno dei pochi residui della migliore umanità. Sconcertante la sordità inconsapevole e per questo ancor più becera degli "altri", la loro saccenteria mascherata da accondiscendenza (quella che si da' agli idioti e ai vecchi, per l'appunto). Visione nichilista dunque ma non del tutto.
Criticabile (ed è un peccato) la regia, tanto sensibile sul piano narrativo, quanto estenuante su quello rappresentativo. Vista la quantità delle tematiche trattate, Chang-Dong Lee ha pensato bene di gonfiare lo stile lento e "sfumato" del cinema coreano, rendendolo a tratti davvero seccante. Un approccio della cinepresa che va a cozzare con il senso della poesia stessa. Ma questo è soggettivo.