Elly=) 9 / 10 17/01/2011 16:57:58 » Rispondi "L'esorcista", il primo grande successo commerciale nella storia del cinea del terrore, ha esercitato un'enorme influenza sullo sviluppo del filone. Mai prima di allora un film horror é stato oggetto di una simile aspettativa, con miriadi di indiscrezioni sulla lunga fase di post-produzione. Prima della sua uscita, già ci si interrogava sulla liceità di fare la fila per assistere ad uno spettacolo che provocava conati di vomito, svenimenti e addirittura alterazioni temporanee della psiche. L'impatto culturale del film fu dunque cruciale. L'orrore espresso dalle sue immagini era impensabile per l'epoca, tanto che negli U.S.A. i giornali gli dedicarono più spazio che allo scandalo Watergate; i casi di "possessione demoniaca" denunciati aumentarono sensibilmente e, come scrisse un critico, "si affermò il disgusto come forma di intrattenimento di massa". Basandosi su articoli che raccontavano di un tredicenne del Maryland posseduto da forze diaboliche, il romanziere William Peter Blatty trasformò la vittima in una ragazza, arricchì la storia di dettagli sensazionali, aggiunse pesanti dosi di speculazione filosofico-teologica sulla natura del male e pubblico, nel 1971,l'omonimo romanzo. La Warner Brothers, fiutato l'affare, acquistò i diritti cinematografici. Dopo numerose stesura, Bletty riuscì a elaborare una sceneggiatura che ricevette il consenso del regista. Nell'era della protesta studentesca e delle droghe, in un clima generale di sfiducia nelle autorità, "L'esorcista" ha un atteggiamento ambivalente nei confronti della protagonista, che viene punita in ospedale, ma che alla fine trionfa come una ribelle completamente disinibita. Oltre ad un mediocre marea di seguiti, imitazioni e variazioni sul tema, la pellicola diede origine al cliché del minorenne indemoniato nei film dell'orrore.