Ciumi 8 / 10 07/05/2010 19:50:04 » Rispondi Cos’è il diavolo se non il terrore, e l’inferno se non il rovesciarsi nell’universo di una condizione umana sofferente? S’avverte dietro ad ogni sana apparenza il malore, in agguato, il pericolo, il grido e il sangue; e si rivela nella reazione nervosa, violenta, irosa, intollerante che, specie se trovata in una bambina - tra l’altro qui di ‘buona’ famiglia, seppure la mancanza della figura paterna suggerisca in merito qualche dubbio - nella sua inspiegabile aggressività spaventa. E dove altro si può scoprire più disperata, questa paura, se non nella mente di una madre che, per quanto possa lottare, assiste impotente al progredire della malattia nella propria figlia?
Durante la prima metà, ove la possessione satanica è confusa all’instabilità psicologica subita dalla bambina (che si proietta anche nella vecchia madre del prete), e finché si va manifestando in segni o indizi sovrannaturali (quali conseguenze di una situazione non diagnosticabile dai dottori) e nell’aggravarsi rapido dei sintomi e inarrestabile; credo che ‘L’esorcista’ rimanga uno dei migliori Horror mai usciti.
Quando però si rinchiude nella camera ultima, a mio parere la vicenda prende a tingersi troppo delle tinte religiose: più il volto di Regan si trasforma, e più si perde quel senso di turbamento e si crolla nell’irreale: Satana, quel che all’inizio rimaneva un allucinante e incognito sospetto, si dimostra in ultimo un male estraneo, estremamente remoto, un ospite passeggero; mentre con il miracolo e la salvezza si vanifica tutta l’inquietudine che nella prima parte si era accumulata.