Rotkäppchen 8½ / 10 28/01/2010 03:45:41 » Rispondi Non so se sono lucido per poter commentare. Dal primo all'ultimo secondo, da quando Jake Sully apre le palpebre a quando appare sullo schermo il titolo, AVATAR, mastodontico, alla fine: in quei 162 minuti la tua mente non è più nella deprimente routine quotidiana, è catapultata nel sublime pianeta di Pandora e non pensi ad altro. Una gioia per gli occhi, che difficilmente scorderò. Dicono che ci sia stato un plagio nei confronti di Roger Dean, che disegnò (per gli Yes) con le sue mani paesaggi effettivamente uguali a quelli del film, stessa cosa le creature. Cameron, almeno da quel poco che si legge, ha detto che è tutta idea sua. Davanti a queste prove schiaccianti, però, dovrebbe ammetterlo. Una dedica, un qualcosa, poteva metterla. Alla fine è lui che sicuramente lo ha ispirato. Comunque, tornando al film, si vede chiaramente che c'è uno studio dietro ad ogni singola cosa sullo schermo. La foresta e tutto ciò che ne fa parte è studiata nei minimi dettagli. Non ci sono piante o creature buttate lì, fuoriluogo. No, ogni creatura, che sia un Ikran, un Pa'li, un Hammerhead, un Thanator o quei simpatici Prolemuri, sono tutti studiati e inseriti perfettamente. Stessa cosa vale per le montagne fluttuanti Hallelujah, la flora, l'albero casa, l'albero delle anime di Eywa. A fine spettacolo ti alzi e, aperta la porta della sala, senti già la nostalgia. E' un po' come il famoso "Mal d'Africa". Una volta che quella porta ti si chiude alle spalle, disconnetti tutto, purtroppo, e ritorni alla vita di tutti i giorni. Seriamente, non capisco cosa si può voler di più da questo film. Ho sentito criticare i personaggi:
dal tranquillo a improvvisamente legato alla vera realtà, Norm, all'avido Parker che ha un solo scopo, prendere l'unobtanium, fino a Trudy alias Mache*****stoafà? e al colonnello tutto muscoli Quaritch, sempre pronto a combattere, senza un po' di cuore, che davanti al popolo indigeno dice "bombardateli", senza scrupoli, che non sente affatto la battaglia quando è nella postazione aerea, dicendo ai suoi uomini "daje che stasera se festeggia, ve porto tutti a magnà e beve".
Sì, è la sagra dello stereotipo. E' un difetto? In parte sì e in parte no. All'occhio dello spettatore occasionale questi personaggi appaiono come gli altri, anzi, danno più emozioni, mentre chi ama il cinema nota quanto siano macchiette, portati all'estremo. Ma, d'altra parte, era l'unico modo per riuscire a far provare questa totale empatia nei confronti di Pandora, dei Na'Vi. Serviva assolutamente un colonnello così, che già a primo impatto sta sul *****. Serviva anche per i soldati, chi appare più di una volta, come il tipo che si vede quando sbarca Jake sulla sedia a rotelle (che poi si rivede pure quando carica l'arma sul velivolo di Trudy) e chi fa solo la comparsa. Questa pellicola, alla faccia di chi lo nega, rappresenta l'amore per il cinema. Il copione era stato scritto già nel '94. Gli anni a venire, aspettando le tecnologie necessarie, sono stati importanti per gli innumerevoli studi zoologici e botanici, atti a creare questo fantastico pianeta. Ma anche la stessa lingua dei Na'Vi. Dietro c'è tutto un mondo. Sul dvd, per esempio, verrà spiegato come si riproducono gli indigeni. Cosa si vuole criticare? La sceneggiatura? Nella prima parte è leggermente didascalica, ma serve e non pesa affatto. La trama? E' già stato detto un milione di volte ovunque. E' un po' la storia di Pocahontas, un po' quella di Balla coi lupi e L'ultimo dei Mohicani, solo è fantascientifico. E quindi? Nessuno dei tre, fino a prova contraria, riesce ad emozionare come Avatar. Dal '94 a oggi c'è stato un continuo da farsi da parte di Cameron e il suo staff. Tanto tempo, tanti studi, tanta voglia di far vivere questo fantastico spettacolo visivo, tante pressioni con la paura di non poter mantenere le promesse, ma alla fine ce l'hanno fatta. Cameron ha colpito di nuovo. Questo film è stato creato per emozionare, estasiare, intrattenere. E c'è riuscito, pienamente.