Gilles 8 / 10 09/05/2009 16:04:28 » Rispondi Il protagonista sembra avere un vantaggio su tutti gli altri personaggi: sa che esiste una terra di mezzo dove le definizioni dualistiche non valgono più; se la burocrazia "poliziottesca" è intrappolata della dicotomia sbirro/rivoluzionario, colpevole/innocente, il capo della sez. politica ha adottato un punto di vista più complesso, sa di essere ad un tempo colpevole ed innocente: dipende da chi si vuole mettere alla sbarra, se l'uomo di legge o l'essere umano (ancora una dicotomia: il linguaggio kafkiano è provocatorio, però). Volontè porta all'estremo le due facce della personalità del suo personaggio, facendolo sprofondare alla fine in uno stato di coscienza ovattato, che ha la visione d'insieme, che ha visto i propri errori e sa come affrontarli, seguendo sempre la logica di chi dovrà giudicarlo; l'ambivalenza scoperta non vuole essere vista: per questo nel sogno viene perdonato (in onore del sistema!). E per questo, sono convinto, egli, al risveglio, sarà perdonato. Ad essere giudicato dalla legge sarà l'uomo di legge: il cerchio si chiude, la logica rimane tremendamente interna e, ahimè, reazionaria.