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GRAN TORINO regia di Clint Eastwood

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playmistyforme     9½ / 10  30/03/2009 09:44:29 » Rispondi
L'Americano dovrebbe avere le palle, dice Kowalsky a Thao, esibirle, come il suo barbiere, come il futuro datore di lavoro che Thao asseconda con la risposta giusta, data con quella sua faccia rassegnata che ti dice tutto su quell'infantile gioco macho degli americani bianchi.

La vera confessione Kowalski non la fa al prete, ma la regala a Thao, attraverso la grata della sua cantina, e quando appuntandogli sul petto la medaglia, gli dice che il vero eroe è lui, non violento, le sfuriate di Clint invece hanno solo sfigurato il viso di sua sorella. Se vale ancora la pena di sputare sangue per qualcuno, è per "questi" musi gialli.

Finale meraviglioso, la cosa più bella viene regalata a Thao, e quel suo scivolare verso il mare, solo, con il cane vicino, e accarezzato da quella ballata struggente, che solo gli occhi più malinconici del film, quelli di Thao/Clint può sentire dentro tutta.

Come la malinconia di un finale recitato da Clint, in una "Una calibro 20 per lo specialista".