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HARRY POTTER E L'ORDINE DELLA FENICE regia di David Yates

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wallace'89     7½ / 10  13/07/2007 18:45:36 » Rispondi
L'ultimo film di Harry Potter risulta a mio avviso convincente in quanto adattamento del libro, e più armonioso nello sviluppo della trama che non il quarto episodio che, benchè sia tra i più apprezzati dal grande pubblico, presentava in realtà qualche affanno in sede di sceneggiatura ma era anche viceversa più generoso in termini spettacolari ma soprattutto ben più interessante sul fronte degli sviluppi narrativi.
Il grosso limite di questo quinto film è l'essere puramente un episodio di transizione non dotato di quella brillantezza narrativa che aveva caratterizzato i precedenti episodi(il terzo soprattutto a cui ha poi corrisposto un ottima trasposizione grazie però anche a una coraggiosa regia giustamente responsabile di "dovuti tradimenti" al testo originario per conferirle una maggore compiutezza cinematografica), questo è un limite che però riscontro prima e soprattutto nel testo della Rowling.
Questo non signfica che sia un episodio "inutile", anzi, però proprio perchè è un tassello descrittivo "utile" all'evolversi della saga, quindi utile in funzione di qualcos'altro, che perde una possibile propria compiutezza e una propria identità che possa legittimare una soddisfazione maggiore.
L'insoddisfazione comunque non è creata dalla visione di questi 138 minuti, di maggiore efficacia cinematografica del 4°, quanto da considerazioni personali postume.
David Yates infatti a sorpresa riesce a creare un affresco e un mondo vivo, pieno di sfumature in cui riesce a farci perdere con piacere, senza particolari guizzi o scene realmente memorabili ma anche senza stonare o contrariarci in modo irreversibilmente comprimettibile al coinvolgimento che in modo sufficientemente abile è riuscito a creare.
Merito soprattutto di una buona sceneggiatura come si accennava all'inizio, ma anche di un buon cast in quanto la maggior parte del coinvolgimento di questo episodio è offerto dalle dinamiche interpersonali tra personaggi.
Altro punto accennato è la "funzionalità" dell'episodio, infatti sicuramente alza in modo sensibile il senso di urgenza del pericolo che ora in poi caratterizzerà maggiormente la saga, così come il livello d'imminenza dello scontro finale, e più in generale la maturità del prodotto.
Ci sarebbe poi un discorso che volendo darebbe un senso compiuto al film a dispetto quello che scritto all'inizio e cioè : la continua crescita del protagonista, la presa di coscienza di se e del mondo, che in questo episodio prova mai come prima sensazioni e frustazioni tipiche di questa fase.
Il legame tra lui e Voldemort riflette metaforicamente( oltre che a essere un funzionale elemento narrativo ovvio) le paure di un ragazzo che non sa chi diventerà o cosa può diventare.
Ma il risvolto più brillante e maturo è dovuto all'elemento politico della storia in cui Imelda Staunton è il centro, forse anche del film stesso.
Il suo personaggio è ottimamente riuscito a tratti quasi ruba la scena come personaggio malvagio ai più ovvi Voldemort e mangiamorte.
Il senso di ribellione e la forza di sostenere le proprie idee e l'affermazione della propria individualità sono il vero centro d'interesse di quest'ultimo film in quanto temi, va peggio sul versante fantastico o puramente narrativo in cui abbiamo una profezia che non fa certo saltare dalla propria sedia per importanza rivelativa. ( bello però lo scontro Silente vs Voldemort)
Belle scenografie,musiche ed effetti speciali.
Comunque nel complesso ben orchestrato e coinvolgente e sicuramente non fa perdere la fiducia nei prossimi episodi, anzi come sempre si fanno attendere piacevolmente e quello di Harry Potter è un franchise che mi piace e anche se solitamente non amo troppo i fenomeni di massa Harry sta diventando qualcosa di più che una moda passeggera ma un icona ormai radicata nella cultura popolare e la fremente attesa del settimo libro da parte di un pò tutto il mondo lo dimostra e non c'è motivo per mostrarsi sempre snob e di non poter godere anche di questi piaceri.