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ROCKY BALBOA regia di Sylvester Stallone

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Invia una mail all'autore del commento sb6r     5 / 10  08/02/2007 12:30:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' Rocky, nel bene e nel male. Fin dall'inizio della visione si sa di poter cominciare a scalare i minuti che ci separano dallo scontro epico. Stallone non è un attore a tutto tondo, anzi ha difficoltà nell'adattarsi al ruolo di persona socievole nonostane gli si possa riconoscere l'impegno con cui ci prova e assieme alla sceneggiatura debole sotto molteplici aspetti, contribuisce a declassare l'ultimpo capitolo ad un mero omaggio di una saga ormai indimenticabile. Si ha la sensazione che il regista (sempre Sylvester) voglia ad ogni costo cincischiare nell'attesa dello scontato epilogo, distraendoci o, peggio ancora, facendoci crede che il film tratti la vita di Balboa nella sua interezza. Tutto ciò sarebbe magnifico se non fosse che il tentativo di caratterizzazione sia un totale fallimento, poichè del tutto estraneo alla seconda parte e privo di un sostegno narrante. Di contro gli si può riconoscere le emozioni scaturite durante l'allenamento a Philadelphia; prefazione, s'intuisce invano, del ritorno al combattente leggendario, incipit di quello che sarebbe dovuto essere ma che, più commercialmente parlando, si rivela una bieca operazione di marketing al botteghino. Il film strizza l'occhio agli amanti della saga ma non concede granchè, circumnaviga i temi che hanno reso celebre il nostro Balboa e, non contento, ce li fa vedere con la coda dell'occhio tra la noia e il desiderio, meglio speranza, di un ultimo colpo di reni che ridia il colpo necessario per riportare a galla un film sterile, senza passione con troppe pretese.
Ritornando all'inizio è comprensibile affermare che questo sia Rocky: ne ha le caratteristiche ma non è il Rocky che avremmo voluto o sperato. E' la controfigura di un eroe che si nutre della sua giovinezza, della sua forza e del suo carisma che ormai ha perso col passare del tempo. Il solo richiamo nostalgico non è sufficiente a riabilitare un personaggio che ha fatto il suo tempo.
Come disse a suo tempo un lungimirante replicante: "è tempo di morire".