kowalsky 8 / 10 10/10/2006 01:22:02 » Rispondi Beh, Ivory a volte è proprio insopportabile, ma in questo caso sfiora il sublime. L'ennesimo addattamento Forsteriano è il passaggio inevitabile per il suo film piu' compiuto e affascinante, intessuto di tematiche sociali e molto meno statico e oleografico del solito. Il film è un vero e proprio capolavoro nel suo genere, anche se lo stile ridondante e l'eccesso di bon-ton del regista si nota qua e là (e resta irritante quando la Carter scambia la sua ombrella con quella di uno sconosciuto). Fortunatamente pero' l'eccesso di grazia è frenato dalla storia, certamente uno dei romanzi migliori dello scrittore inglese, e soprattutto dalla superba prova di tutti gli interpreti, in particolare di Emma Thompson. Un tema molto caro alla letteratura inglese, quello della dimora che resiste al crollo inesorabile della borghesia o dei suoi apparati vitali (la famiglia, con tutte le sue impellenti crisi affettive e generazionali) e che si avvale di un'autore insolitamente vitale, in questa prova, capace di dare profondità psicologica a tutti i personaggi e di trovare finalmente un giusto equilibrio tra la bellezza dell'immagine e cio' che invece puo' essere affidato alla sfumatura soggettiva dei personaggi. E' qualcosa che gli è riuscito molto di rado, anche nei suoi film migliori (cito "calore e polvere" e "Maurice"). La rievocazione della crisi economica inglese, con la figura di un personaggio come Leonard e della "volgarità" della sua compagna, è ambivalente e ambigua: da una parte Forster ci introduce nella frustante condizione di un uomo che meriterebbe altre possibilità, dall'altra lo dipinge come reo delle sue stesse colpe, e di aver creduto ciecamente e invano nell'aiuto altrui. Ad ogni modo, un film, per certi versi, indimenticabile
fidelio.78 02/01/2007 12:00:40 » Rispondi Meno male che a volte siamo d'accordo.... :)