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PAURA NELLA CITTA' DEI MORTI VIVENTI regia di Lucio Fulci

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CyberWYX     6½ / 10  21/12/2025 15:18:13 » Rispondi
Come altri film del regista, ho recuperato "Paura nella città dei morti viventi" molto tardi e non a caso: li ho sempre evitati per il timore di una tensione troppo legata a pensieri malefici e carnali, quasi fisicamente fastidiosa.
Paradossalmente, questa tensione è proprio ciò che ho avvertito meno.

Il film mi ha colpito soprattutto per singole trovate visive, alcune davvero potenti. Ci sono scene che funzionano per intensità pura, come lo sguardo del prete in certi momenti, tanto da farmi sentire che certe soluzioni sceniche rasentano il geniale e sono molto efficaci.
In generale, la regia non è affatto banale e alcune scenografie sono sorprendentemente curate ed intriganti.

Il problema, per me, è altrove. Non ho mai sentito costruirsi una vera tensione narrativa. La storia è comprensibile, anche semplice, ma la sceneggiatura appare frammentata, come se Fulci fosse più interessato a giustificare una serie di episodi ad alto impatto visivo che a condurre un racconto capace di catturare dall'inizio alla fine.
Più che essere trascinato dalla narrazione mi sono ritrovato a osservare e ricostruire la trama.

Un altro aspetto che rovina l'esperienza è stato anche l'esagerazione ed esasperazione di alcune scene: si insiste troppo su alcuni momenti tanto da farli risultare stucchevoli e finti.
Anche il finale segue questa traiettoria: suggestivo in principio poi progressivamente troppo artificiale, tanto da risultare pacchiano. Un leitmotiv registico presente in tutto il film, soprattutto nelle scene chiave: inizialmente si rimane affascinati per concetto e audacia ma poi si sente l'effetto perdere forza perché protratto oltre il necessario.

Per chiudere, ho avuto la strana impressione di guardarlo più per analisi tecnica e storica degli effetti e delle ossessioni del regista, che per un reale coinvolgimento emotivo. Un film dove la curiosità ha prevalso sulla paura e l'interesse critico sulla tensione.

Resta comunque un'opera importante per il cinema italiano di quegli anni, con momenti memorabili e un'identità forte, ma anche un film che, almeno per me, non riesce a trasformare le sue idee migliori in un'esperienza davvero coesa e inquietante fino in fondo.

Peccato!