cinemaincompagn 8 / 10 12/12/2025 11:55:55 » Rispondi Non è detto che non c'è una trama perché la trama è quella di Margaret e di Richard: inizia con lui che sta vendendo la e casa finisce con loro che ritornano ed è il primo momento in cui la camera si muove per far vedere il contesto che ha contenuto la storia del mondo, la storia della Terra. C'è questa trama ma è una trama che attraversa l'umanità: non c'è distinzione; se dovessi usare una rappresentazione per l'enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco userei questo film. Per me è stato geniale nelle coincidenze dei particolari, nella combinazione delle cose. L'altro elemento è "le famiglie" cioè il valore affermato non è individuale ma è il rapporto in un gruppo, in una famiglia, in una tribù, chiamiamola come vogliamo.
I legami sono tantissimi: sono due famiglie quella di Margaret Richard ma anche dei genitori e ci sono attraverso le fasi della vita americana dall'indipendenza fino alla questione diciamo del "Black Lives Matter" quando il padre racconta al figlio come comportarsi con poliziotti. Ci sono tutta una serie di altri legami che passano: la collana, ma mi ha colpito all'ultimo il colibrì che si vede all'inizio e alla fine. Sono quelli che ti danno il legame fra le generazioni quindi la storia non è la storia di una famiglia o di un individuo ma la storia di un'intera generazione di persone.
Sembra che il vero protagonista di questo film sia proprio il luogo che vive, nel trascorrere del tempo, una serie di eventi legati in realtà alle famiglie che hanno vissuto quei luoghi, non solo le famiglie originarie di quella casa (si vedono delle persone che sovvertono completamente la casa per l'evoluzione del tempo). Quindi in realtà protagonista in questo film io vedo quel soggiorno.
Forse la cosa interessante rispetto a un altro film di Zemeckis, la trilogia "Ritorno al futuro" è vedere come lì c'era lo spostamento nel tempo di due personaggi che provano ad andare avanti e indietro nel tempo per poter riconciliare le diverse cose della vita. Invece qua è interessante, secondo me, vedere come il tempo stesso abbraccia tutto senza che ci sia uno spostamento: notavo come le generazioni invece di essere recuperate andando avanti e indietro nel tempo, sono già abbracciate nel tempo, qui nel tempo stesso e nello stesso luogo. Potrebbe essere che il luogo è quella dimensione della vita che abbraccia tutto il tempo, potrebbe essere che il regista abbia avuto un'evoluzione della sua poetica nel dire "non c'è più bisogno di spostarsi per recuperare il tempo, il tempo è già qui".
Gli eventi rappresentati sono banali, è la vita ordinaria; nello schermo del televisore si vedono Nixon, i Beatles, le cose eccezionali capitate in tutto il periodo. Poi invece quello che viene rappresentato è l'ordinarietà della vita che però rappresenta il vero valore: è quello che rimane, gli istanti della vita sembrano banali e sembrano passare (la scena in cui la madre dice che sembra che la figlia sia appena andata al college e invece è già al dottorato) come se gli istanti della vita passassero … puff. Mentre invece secondo me il film trasmette, anche con la tecnica, un'accensione dell'attenzione, grazie anche agli incroci, per cui uno è portato a dire cavolo che quello che ho vissuto prima, adesso, ha un valore; è rimasto il valore di quello che noi abbiamo visto scorrere. All'inizio del film ci si confonde per la follia del passaggio di quadri che attraversano il tempo; poi con il recupero dei riferimenti che si ripetono è come un puntare l'attenzione sulle cose che capitano a ciascuno; per Margaret alla fine la casa acquisisce un valore ed era ciò da cui lei voleva fuggire. Alla fine per lei ha un senso molto più importante perché solo in quella casa comincia a recuperare dei ricordi. Questa è un'osservazione interessante del regista: di fronte alla perdita della memoria e alla perdita del senso del tempo il luogo, che poi non è il luogo fisico, ma è quello che ti è successo, e che è racchiuso in un luogo fisico, ti restituisce te a te stesso. È il metodo con cui uno può recuperare il senso, come dice anche Hanks, del tempo e di quello che accade. Il messaggio probabilmente è non solo fare attenzione a ciò che ti capita, ma dove, come, quando, con chi e cosa ti è capitato perché è per te, è una cosa che tu puoi avere la possibilità di recuperare. Non è andato bene il matrimonio però la dimensione che ha unito, che ha il nome di amore, è quello che regge a tutte i condizionamenti della vita: può essere un messaggio di puntare sul fatto che l'amore vince e fa recuperare tutto quello che magari si è perduto.
A me il film non ha lasciato questo senso di ottimismo della vita; io me ne vado con un senso di angoscia profonda, mi ha messo molta ansia questo film. In effetti penso che il protagonista sia la casa ma sono più d'accordo che il protagonista di questo film è il tempo, il tempo che passa in un batter occhio e tu neanche te ne accorgi ed è finito tutto, tutte quelle che sono le tue preoccupazioni, le tue ansie, i tuoi timori, i tuoi problemi in un soffio sono passati e tu rimani lì, sei solo e ti senti veramente perso in questa vita che è finita. Non lo so, mi ha messo questo senso di angoscia profonda.
La casa coloniale che sta lì, la vedi sempre dalla finestra, secondo me rappresenta l'oggettivo nella variazione del tempo e nel passaggio del tempo; rimane sempre sullo sfondo, sempre tutto rimane sempre fisso sullo sfondo tranne che nel finale: è l'oggettività, il tempo, un riferimento oggettivo nel tempo che passa e che rimane invariato, fisso.
L'utilizzo di queste finestre che inquadrano tempi diversi nella stessa immagine in qualche maniera ti fanno dire che forse il riferimento alla storia si ripete: il tempo è sempre lo stesso però cambia le persone. Tranne che all'ultimo quando proprio Margaret dice che è la casa che aveva sempre amato, in quel momento stesso, cambia la prospettiva, la macchina gira e fa vedere il resto della casa. Io credo che quello sia l'altro elemento che crea la continuità dell'azione: i problemi delle varie famiglie che si sono viste. Non solo la nascita, ma anche la morte attraversa questo film in una maniera estremamente delicata. La gente soffre ma è la logica conseguenza della nascita; se ci sono le nascite ci devono essere per forza le morti: è il senso della fluidità della vita. Come diceva prima la signora forse uno rimane sconvolto perché si rende conto che preoccuparsi tanto del futuro, quando si è giovani ci si preoccupa del futuro; in realtà quando poi la vita arriva dall'altro lato quando sei più vicino alla morte tutto sommato sembra che questi sacrifici, queste cose che sono state fatte, se non ti hanno incattivito, alla fine fanno parte di quello che tu sei. Tu sei così perché hai fatto tutto, anche le rinunce, hai dovuto fare certe scelte della vita.
Mi viene da dire è che è come se sia cancellato il rammarico per quello che è stato: conta quello che è stato …
… indipendentemente da perché lo siamo stati …
… diciamo che nella vita ordinaria uno si preoccupa di come deve andare la vita, non siamo persone senza una domanda dentro; tutti abbiamo questa domanda. Interpretando il tuo intervento, dopo uno si rende conto che tutta quella preoccupazione è stata superata dal fatto che uno ha vissuto e che anche se si è disperato, si è perso, ha vissuto una contraddizione nella propria vita, poi si può accorgere che era quello il valore della vita. Perché invece di proiettare ad una vita ipotetica che possa andare bene come uno se la immagina, è invece provocato a valorizzare, a considerare il valore di quello che uno ha vissuto. Tant'è vero che si scambia anche con le altre persone e sono le altre persone che te lo fanno valorizzare e te lo fanno vedere in questo senso. Comunque rimane l'angoscia finale perché non è pacificante, è una provocazione questo film.