cinemaincompagn 9 / 10 12/12/2025 11:51:32 » Rispondi A tema c'è il body shaming come argomento.
È una fiaba moderna. Tutto il film è accompagnato dalle musiche per fa capire la trama.
A me è piaciuto molto. Dico che è un film difficile perché non ti dà un messaggio che recepisci immediatamente. Hai un personaggio brutto di aspetto che non ha mai conosciuto l'amore e lo scopre attraverso l'arte. E lo scopre al punto che il pezzo che lui suonava, che ama di più e non esibiva perché doveva sottostare, a un certo punto ha il coraggio di esibirsi invogliato dalla propria musica. Scopre l'amore, ma al tempo stesso si scotta da questa scoperta. Rimane fortemente deluso: è molto, molto amara come storia.
Trovo che lui ha la forza anche di reagire, allontanandosi dalla mamma per tagliare questo cordone ombelicale che lo soggiogava come anche la postina. Mentre non solo ha il coraggio di uscire di casa, ma soprattutto di ritrovare sé stesso: alla fine è un'altra persona, barba occhio e fuma; e diventa quasi il padrone di questa bellissima casa.
Location bellissima.
Stavo pensando che la donna è riuscita a far emergere il desiderio di felicità da lui totalmente messo da parte, preso dal lavoro, dal fatto che era brutto. Quella donna lì ha questo straordinario potere che si è trasformato in possibilità.
Si deve tener conto che lei si è sentita salvata. Si sono salvati. Lui ha avuto il coraggio di suonare da solo, perché si è sentito valorizzato, quantomeno guardato, ascoltato, e questo poi gli ha dato la forza.
C'è analogia con Elephant Man. Ma trovo che lei fosse innamorata della sua opera d'arte e alla fine lo ha ridotto; non era innamorata di lui come persona, era innamorata della sua stessa opera d'arte. Tant'è che lui, per essere amatosi trasforma nell'opera. Si identifica nell'opera.
È molto amara.
Però alla fine emerge la sua felicità.
Soddisfazione.
Rispetto alla precedente quotidianità lei riesce comunque a farlo emergere e a farsi desiderare da lui che era rassegnato. Invece comincia a migliorare il suo aspetto, comincia a venire fuori …
a guardarsi …
… considerando desideri coltivati, ma taciuti.
Per riuscire a curare sé stessi ci vuole qualcuno che ti guardi. Anche se questo qualcuno è un cinico, non è l'amore della vita…
… alla fine è stato usato …
… parlavo di potere perchè lo usa come vuole alla fine lei.
… lo chiama il sognatore titolo della statua …
I riferimenti del film sono assolutamente contemporanei però mi dato l'impressione di un film antico, ancestrale che fa riferimento a contenuti antichi del problema umano.
La stessa location, villa antica, mobili antichi, quadri.
La frase della mostra «Tutto è vita, tutto è arte» è un messaggio positivo?
Alla fine lui diventa un pezzo d'arte. In questo c'è un messaggio, non dico negativo, però ambivalente. Lui rimane un uomo d'argilla, non c'è. Lei è come se fermasse l'immagine nella scultura. Però poi l'uomo dov'è? Anche nell'incontro con i critici e gli esperti nessuno gli fa domande? Nessuno lo incontra veramente.
In fondo è un fenomeno da baraccone come Elephant Man nel circo.
La funzione dell'arte probabilmente è l'introduzione a una domanda, non è la risposta al problema umano.
Lei viveva il suo problema ancestrale sentendosi colpevole della morte della mamma, con le lacrime raccolte, non era proprio ... normale, insomma un'artista.