Dom Cobb 8½ / 10 26/11/2025 14:38:33 » Rispondi Un cercoletto di nome Vivo passa le giornate ad accompagnare il vecchio musicista di l'Avana Andrés nei suoi spettacoli; ma a seguito di un'inaspettata tragedia, decide di partire per Miami, in modo da consegnare un'ultima canzone all'amore perduto di Andrés, la famosa cantante Marta... Ci sono film che fanno della propria semplicità un punto di forza: non sono dei capolavori che vogliono ridefinire il genere a cui appartengono, non si danno arie, le storie che raccontano sono familiari ai limiti della prevedibilità; eppure sono intrisi di una tale, genuina sincerità e passione che, quando non ne sei commosso, lo stai a guardare con un perenne sorriso idiota stampato in faccia. "Vivo" è uno di quei film. Come già accennato, la trama in senso stretto si affida a convenzioni ben consolidate del cinema animato per famiglie, tra rapporti famigliari, avventura on the road e amicizie improbabili; ma fin dall'inizio, si impone con un'atmosfera tutta sua, pregna dei colori e dei ritmi della musica cubana, in cui spiccano le meravigliose canzoni di uno scatenato Lin-Manuel Miranda, rese benissimo anche nella versione italiana; l'animazione, dal canto suo, si adegua in un tripudio di virtuosismi.
Memorabile l'impiego dello stile 2D, così come le stilizzazioni durante il numero "My Own Drum", in cui ogni riga di testo viene visualizzata quasi alla lettera.
Ma a differenza di uno "Spider-Verse", in cui detti virtuosismi si susseguivano a rotta di collo senza spazio per respirare e in certi punti quasi fini a sé stessi, qui si ha la sensazione che siano al servizio della storia, uno strumento per enfatizzare l'aspetto emotivo della vicenda. Infatti, l'aspetto vincente del film è proprio quello di non essere soltanto una commedia avventurosa; invece, dalle prime scene è tinta di una malinconia che, specie all'avvio della storia, spinge quest'ultima in direzioni inaspettate e tematicamente più impegnate.
Contrariamente a quanto uno si aspetterebbe, quando Andrés riceve l'invito di Marta di raggiungerlo a Miami, Vivo è assolutamente contrario all'idea (e quasi geloso che il suo amico di una vita abbia un'altra persona importante a cui tiene). Poi, proprio quando sembra che il film sarà incentrato sul viaggio a Miami di Vivo e Andrés, il vecchio cantante muore all'improvviso (in una scena davvero ben orchestrata, quieta e struggente), spingendo Vivo a onorarne la memoria compiendo il fatidico viaggio.
In questo modo, pur mantenendo un'impostazione generalmente leggera, il film diviene più di un semplice road trip, ma una storia di rimpianti, separazioni e ritrovamenti, legami che giungono a una fine lasciando spazio ad altri ancora più ricchi e significativi, senza calcare la mano e lasciando che la storia si sviluppi priva di ingombranti sermoni: la musica e le emozioni parlano da sole e lo fanno egregiamente. Qua e là ci sono delle concessioni all'avventura in stile classico, che però durano abbastanza brevemente da non risultare fuori posto o d'intralcio all'andamento generale della trama (merito di un ritmo perfetto),
La parentesi nelle Everglades, con tanto di interazione con la fauna locale, risulta simpatica nonostante tutto e permette ad alcune figure secondarie -come le adorabili ragazze-scout- di essere più di semplici cameo e dare un attivo contributo.
e i personaggi risultano tutti deliziosi, dal primo all'ultimo. Lo stesso Vivo beneficia enormemente dell'escamotage di farlo parlare con una voce "normale" risultando però inintelligibile agli esseri umani, e la scatenata ragazzina Gabi gli fa da ottimo contraltare: insieme creano un duo sorprendentemente affiatato, il cui legame risulta credibile a dispetto della (o forse proprio grazie alla) loro differenza linguistica, tanto che da soli basterebbero a tenere in piedi tutta la baracca. Canzoni trascinanti, animazioni spettacolose, personaggi adorabili, atmosfere toccanti e zero manie di grandezza: cosa chiedere di più a un film d'animazione per famiglie?