Thorondir 8 / 10 29/09/2025 12:23:02 » Rispondi C'è molta autobiografia nel secondo lungometraggio del grande Paul Schrader, uno che negli anni '70 aveva già scritto le sceneggiature per "Yakuza" di Pollack, "Taxi Driver" di Scorsese e "Obsession" di De Palma, oltre a girare il suo ottimo esordio "Blue Collar". La crescita in una famiglia rigidamente religiosa e poi il confronto con la guerra, le contraddizioni degli Usa, il crollo delle stesse convinzioni religiose: il personaggio di Jake è "l'eroe" che non si sente tale, che esce dal guscio conservativo e confortevole del midwest freddo e periferico e che scopre l'America bollente, il sesso, il porno, la violenza e lo sfruttamento di tali ambienti. Schrader sbatte il muso del suo protagonista nella realtà americana, sgretolando le certezze pseudo-religiose della piccola borghesia imprenditrice, dalle cui rigidità nascono poi molti dei problemi degli Usa (non è forse la figlia che fugge perché repressa in tutto da un ambiente familiare opprimente)? Un secondo lavoro solido, dentro il solco della New Hollywood ma con quello sguardo politicamente indagatore che rende Schrader uno dei registi più interessanti della sua generazione.