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ELISA (2025) regia di Leonardo Di Costanzo

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The Gaunt     7 / 10  15/09/2025 18:24:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Elisa in un certo senso è speculare al precedente Ariaferma. Nel film precedente l'atmosfera carceraria è metafisica ed irreali concentrandosi sul rapporto ravvicinato tra carcerati e polizia penitenziaria. In Elisa la dimensione carceraria è più reale da una ed atipica dall'altra. L'istituto carcerario Moncaldo è una struttura sperimentale per le donne. Non ci sono celle, ma baite di montagna dove alloggiano. E' altresì un polo universitario di scienze del comportamento. Elisa è stata condannata a vent'anni di carcere, di cui dieci già scontati. Può chiedere la semilibertà, ma deve affrontare l'analisi del suo crimine: ha ucciso e bruciato il corpo della sorella, ma ha completamente rimosso il fatto, se non per brevi flash. Elisa quindi si concentra sul reato della donna, recuperando ricordi dolorosi che riemergono gradualmente durante le sedute con un terapeuta. Riemerge il vissuto di difficili rapporti familiari di una donna investita da responsabilità molto più grandi di lei che hanno distorto il senso della realtà e del suo stato di salute mentale. Il film di Di Costanzo non si pone in un'ottica assolutori, perché il personaggio della Golino, sia pure in un ruolo marginale, serve a scrutare il punto di vista del familiare di una vittima (che non centra nulla con la protagonista), mostrando una Ronchi ben centrata nel suo ruolo, che gioca in sottrazione con le sue emozioni, rifuggendo dalla iconografia del malato di mente che vediamo al cinema. Ambiguità che rimarrà fino alla fine del film.