Mauro@Lanari 5 / 10 24/07/2025 21:16:45 » Rispondi Sarebbe potuto e dovuto essere ciò che "Adolescence" ha avuto solo la pretesa di definirsi. Mikey Madison è la 1a GenZ a vincere un Oscar per la recitazione, però Baker è metacinematograficamente troppo impegnato a scrollare film, registi e generi per focalizzarsi sulla coppia di Tiktoker che, fra scopate, coca e videogiochi, trasuda la fragilità emozionale degl'odierni orfani educativi, deprivati d'un retroterra familiare adulto, coloro che per caregiver hanno il notifications center. Il factotum indie statunitense è affetto dalla stessa sindrome che ritrae: il padre-filmmaker (ruolo pedagogico del cineasta) si rifiuta d'educare mostrando solo sintomi; il pubblico-figlio applaude lo sgomento senza chiedere conto delle responsabilità. Effetti senz'una causa, ergo attenzione rivolta alle sex worker, alla comunità russo-americana di Brighton Beach e alla ricchezza che non è sinonimo di felicità. Baker sostiene d'aver attualizzato "Le notti di Cabiria" (Fellini '57), eppure la Maria Ceccarelli di Giulietta Masina non ha nulla da spartire con Ani/Anora. "Irma la dolce" non abita più qui, la sophisticated comedy di Wilder (1963) e il sogno non solo americano ma fiabesco e favolistico (Marshall 1990 e le altre romcom) sono stati spazzati via prima da "i sogni muoiono all'alba" e poi da "i sogni sono chimerici e decettivi mentre la realtà è di fatto un incubo". Una conclusione che s'è imposta anche con un tragitto audiovisivo: forse con "Bella di giorno" (Buñuel '67), di sicuro col disincanto della New Hollywood di Scorsese e Landis, ma comunque ogni volta con un'operazione di repackaging didattico per gl'ultimi arrivati, dalla Las Vegas di Todd Phillips al ritmo convulso dei Safdie. Fede e Mora selezionavano per Silvio escort d'alto livello ("Loro", Sorrentino 2018), la GenZ s'accontenta di molto meno coi genitori malati di neotenia psichica (la sindrome di Peter Pan). Sarà per un'altra occasione.