The bitter end 8 / 10 25/06/2025 17:05:45 » Rispondi Film ingiustamente sottovalutato e stigmatizzato da gran parte della critica e parte del pubblico a mio avviso.
Nonostante Martyrs venga spesso dipinto come un torture porn senza spessore e pieno di violenza gratuita (come ad es. Hostel, Guinea Pig), in realtà per i primi 50 minuti è cinema di alto livello a mio avviso. Laugier ci insegna quanto i violenti traumi vissuti da bambini o quanto i forti sensi di colpa per errori commessi in passato possano condizionare la vita delle persone tanto da far loro compiere le peggiori azioni pur di scacciare quel demone che continua ad alloggiare nella mente. L'incapacità di andare avanti e di lasciare alle spalle tutto il dolore vissuto è ciò che caratterizza il film fino al grosso colpo di scena a metà film
Paradossalmente la seconda parte in cui si introducono proprio i "Martyrs" invece è decisamente più debole e tutto il crescendo di violenza fino al climax estremo è molto ripetitivo ed era sicuramente da abbreviare ed alleggerire. Tutta la brutalità ivi presente però ci conduce ad un finale ambiguo, aperto e che fa riflettere.
Perchè la signora anziana decide di suicidarsi? - Se la martire comunica che il paradiso effettivamente esiste non ha senso sfidare la crudeltà della terra prima di arrivarci? E quindi meglio andarci il prima possibile. Oppure - Se non c'è nulla dopo la vita, se la signora cosi ossessionata nel dimostrare l'esistenza di Dio da essere disposta a sacrificare umani scopre che tutte le torture non sono servite a niente allora come riuscirebbe a vivere con una verità così orribile da sopportare? E cosa le resterebbe per cui valga la pena continuare?
In entrambi i casi il risultato della scoperta può portare al suicidio