Manticora 9 / 10 20/06/2025 09:40:14 » Rispondi Contraddicendo la stupida rece sotto posso affermare che 28 anni dopo mi ha sorpreso! Lo dico con convinzione, avevo in mente dove andasse a parare il film di Boyle, direzioni semplici e scontate, invece il regista inglese prende DIREZIONI totalmente al di fuori degli schemi dell'horror post-apocalittico. Senza la sceneggiatura dura, implacabile ed imprevedibile di Alex Garland ciò non sarebbe stato possibile, perchè dopo aver rivisto 28 GIORNI DOPO ho capito che Boyle ha scelto assieme allo sceneggiatore di cambiare TOTALMENTE la prospettiva della narrazione del film. Senza spoilerare niente di già visto al di là dell'antefatto sull'inizio della pandemia di rabbia con un gruppo di bambini tenuto al sicuro assieme a Jimmy, il figlio di un prete Boyle narra con soluzione di continuità quello che è successo DOPO i 28 giorni, ma anche DOPO le 28 settimane, arrivando al quarto di secolo
con la Gran Bretagna che di fatto è rimasta l'unica nazione che per la sua conformazione serve a contenere il virus, di fatto isolata con un blocco navale e pattugliamenti aerei, nel resto dell'europa il virus è stato contenuto.punto. Ovviamente la popolazione inglese dopo 28 anni si è ridotta a malapena al 10% dell'originale, circa tre milioni di persone, che vivono in posti isolati, quali isole, montagne, castelli, rifugi eccetera
La narrazione ci mosta una di queste comunità, rifugiatasi sull'isola di Linsdfarne, separata dalla terraferma ai confini con la Scozia e la regione della Nortumbria . La famiglia che conosciamo è formata da tre persone, senza svelare troppo mi ha colpito il fatto che Boyle metta in discussione TUTTO lo stile di vita improntato alla sopravvivenza, l'indottrinamento militare dei bambini, costretti a imparare a tirare con l'arco, la società autarchica in perenne crisi che ovviamente visto che a parte il pesce, e le limitate coltivazioni presenti sull'isola oltre agli animali allevati il resto delle risorse si trova sulla terraferma, legna compresa. La piccola società isolana è sprofondata in un medioevo duro e implacabile, che porta a razionare e soppesare tutto. Niente acqua calda, niente elettricità, armi, utensili e oggetti costruiti a mano o recuperati sulla terraferma, se possibile. Un film perfetto sia nella forma che nella sostanza, dove gli infetti sono oramai padroni della terraferma, così come gli animali.
ovviamente la mutazione dell'ambiente e del virus ha portato ad alcune differenze nei contagiati, oltre ai lenti, ci sono i normali,la maggioranza, i vecchi, oramai quasi non più in grado di muoversi e infine gli ALFA che sono capibranco, pochi ma estremamente pericolosi, oltretutto possono RIPRODURSI con le infette normali, anche se i neonati sono immuni dal virus, vengono CREDO divorati appena nati.
Lo splatter e il gore non mancano, ottime location e fotografia, dal punto di vista visivo è una sorpresa, immagini di film ,trovate lisergiche e ricordi insomma Boyle è imprevedibile. Infine un finale apertissimo che rimescola ancora le carte è ci prepara al secondo capitolo il Cimitero delle ossa, che sta essendo girato da Nia da Costa.
DEX DEXAGLIA 22/06/2025 17:13:49 » Rispondi Guarda che non e che se le persone non sono d'accordo con il tuo punto di vista allora devi dare dello stupido alla gente! Se per te questo film e bello sono felice per te guarda Io sono un grande fan di Danny Boyle e bene o male ho sempre amato i suoi anche lo stesso in trance l'ho reputato un buon film Ma qui proprio zero
Manticora 24/06/2025 09:24:26 » Rispondi Si vede che non è che capisci molto di cinema horror... ci sono delle idee, c'è un canovaccio, ma soprattutto la STORIA funziona, Boyle e Garland non si limitano a fare il compitino ma prendono direzioni completamente diverse nella seconda parte, e sinceramente se le persone stupidamente non accettano qualcosa di un pò diverso vuol dire semplicemente che ogni cosa per loro è solo INTRATTENIMENTO e invece non è SEMPRE così.
Weamar 25/06/2025 17:33:48 » Rispondi Capisco perfettamente che un film possa non piacere e che ci si senta delusi, soprattutto se si ha grande stima per il regista. Tuttavia, assegnare un 1/10 a "28 anni dopo" significa, nei fatti, equipararlo a un film amatoriale, tecnicamente disastroso, recitato da dilettanti e diretto senza alcuna competenza. E questo, oggettivamente, non è il caso.
Che il film possa non aver incontrato il tuo gusto è del tutto legittimo, ma un giudizio così estremo smette di essere una valutazione critica e diventa una reazione emotiva. Danny Boyle, anche quando non convince del tutto, rimane un regista di altissimo livello, con una direzione solida e una visione estetica riconoscibile. Il film ha ritmo, ha una costruzione tecnica curata, e al netto di opinioni personali sulla trama o sull'evoluzione del franchise, rimane un prodotto cinematografico ben al di sopra della soglia del disastro.
Dare 1/10 significa dire che non esiste nulla di salvabile – né fotografia, né regia, né montaggio, né interpretazione, né colonna sonora – e questo semplicemente non è vero. Un voto del genere azzera ogni prospettiva critica e, purtroppo, riduce anche la credibilità di chi lo esprime. Una stroncatura può essere argomentata con rigore e rispetto, ma quando si parte da un'estremizzazione ingiustificata, si finisce per rafforzare l'impressione di un commento dettato più dalla rabbia che dalla riflessione.
In breve: non serve amare un film per valutarlo con lucidità. E il fatto che tu riconosca la qualità anche di opere minori di Boyle dimostra che ne hai gli strumenti. Proprio per questo, da te ci si aspetterebbe una critica severa, ma solida. Non una bocciatura cieca.