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GLI AMORI IMMAGINARI regia di Xavier Dolan

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     5½ / 10  04/06/2025 16:06:27 » Rispondi
Pattern di amori immaginati da contraltare alla passione dell'umano sentire basico, antropologico, eppur colmo di stratificazioni di facciata - voglio una persona accanto, voglio mettermi a cucchiaio - le sigarette per dimenticare "la *****", un'acconciatura ogni giorno per non sfasciarsi e slegarsi completamente al suolo, amori inappagati e quindi eterni, rognosi come l'indifferenza, che Dolan vira per step di colore e ralenti come un Noé controllato, scandendo un montaggio di feste e ammirazione, divinità e banalità, silenzi e segni sul muro, quelli che non vuoi più fare, tacchette amorose destinate a chiudersi come cerchi chiusi, senza intreccio, senza tangenza, senza secanti. Solo gli amori immaginari sono veri amori, perché non devono far quadrare i conti, ricordarsi le cose, o smettere di fare regali mandando poesie indirizzate a nessuno, quel nessuno colluso con bersaglio e destinatario, statuario, spesso ignaro, sempre inerme, l'amore è una sedia dal bauhaus che non puoi comprare, ma che puoi far vedere agli amici sui cataloghi, guarda questa, guarda che bella, guarda Nicolas, fulcro di un duplice amore sragionato che culmina nel ridicolo della dimenticanza, il ragazzo senza qualità intriso di erotico magnetismo. E allora ecco i sapori e gli odori, fonti di autoerotismo così come la macchina da presa di dolan, a tratti irrequieta a tratti frustrata e frustrante, come un'erezione rubata in una maglietta usata. Un chi va là senza esito e senza cadavere, cinema che sorvola e leggero si mostra capace di combinare più registri senza mai prendersi troppo sul serio, sfiduciandosi da solo in passaggi di consegne, d'amore in amore, di lotta in lotta, di chiusure a doppia mandata, di tentazione e nuovo ritentare