rain 5 / 10 04/05/2025 13:53:07 » Rispondi "Run Sweetheart Run" è chiaramente un'allegoria, dall'inizio alla fine, sul modo in cui cerchi maschi "tossici" trattano le donne, dall'uomo bello e apparentemente amorevole che si rivela poi un mostro fino alle persone di contorno che credono a lui e non alla vittima di violenza, passando per il continuo inseguimento (lo stalking), il significato del sangue, ecc. Peccato però che al di là del messaggio ci sia ben poco altro di meritevole: la fotografia e l'ottima prova dei due attori principali. Per il resto ritroviamo i classici difetti del prodotto horror medio(cre) come i comportamenti insensati di gran parte dei personaggi, la sceneggiatura un po' così e un ritmo che con l'andare dei minuti va in calando a causa del ripetersi delle solite situazioni. La svolta sovrannaturale in sé non mi è neanche dispiaciuta, il problema è che coincide con la fase più monotona della pellicola (quella, sopracitata, dove comincia ad essere ripetitiva). A quel punto molto meglio la prima parte dove c'è un lento crescendo di tensione e curiosità.
Alla fine abbiamo un prodotto che vorrebbe essere di denuncia sociale e allo stesso tempo di intrattenimento, ma che fa un po' di pasticcio nel momento di mettere insieme dei suoi obbiettivi.