Filman 4½ / 10 06/02/2025 17:29:22 » Rispondi Giuseppe Tornatore è senza ombra di dubbio il regista italiano più hollywoodiano vivente. D'altro canto è un evento più unico che raro che un regista non americano diriga una storia così tanto di stampo USA, ovvero un'avventura epico-fantastica di uomo che nel suo realizzare dei sogni affronta la vita crescendo e imparando, come un Forrest Gump. E' la sublimazione allegorica del sogno americano ed una visione positiva della vita, intesa come esplorazione e avventura. Tra gli anni 90 e i 2000 ne sono usciti tantissimi di film di questo tipo (da Big Fish passando per il Curioso Caso di Benjamin Button fino a Hugo Cabret) e col trionfo di Titanic, LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO era un successo annunciato. Ma non si può essere soltanto benevoli con questo cult super acclamato e dalle grandi emozioni. Primo punto: questo film non ha affatto la stessa grandiosità dei suoi fratelli americani. Tornatore può muovere la macchina da presa quanto vuole, ma per quanto riguarda la gestione dei grandi set e delle grandi scenografie in questo film si sente tutta l'umiltà del caso. Lo stesso discorso vale per il montaggio e la musicalità delle immagini, assolutamente loffie. Secondo punto: la sfortuna di essere uscito tra Titanic, un kolossal ancora girato in pellicola e con l'estetica del cinema classico, e The Curious Case of Benjamin Button, dove David Fincher perfezionò l'estetica traslucida del digitale, è che qui si trova la fotografia tipica dei primi anni del digitale, molto brutta e con una colorazione oro-petrolio, quasi oleosa, che non rimanda assolutamente a periodi storici antichi e che oggi appare invecchiata malissimo. Constato che si tratti della versione tarocca dei blockbuster americani, bisogna fare i conti anche con il fatto che questo tipo di fiabe americane, essendo fantastiche, risultano essere molto farsesche, candide e tendenti all'infantilità. Tornatore casca anche in questa trappola hollywoodiana ed esaspera troppo la genuinità e la purezza del racconto. Per esempio ad una scena come quella del pianoforte non ci crede neanche un bambino. Altro esempio e la recitazione cartoonesca del protagonista, non ammissibile. Qua entriamo nel campo del cattivo gusto. Le cose che non hanno senso e non tornano, e sul quale ci si passerebbe sopra se questo film avesse una costruzione da manuale come i blockbuster americani sopra citati, sono un'infinità. Questo film ridicolizza il mestiere del pianista e il jazz: chiaramente non li conosce e farne un tema accademico ha le sue conseguenze. Purtroppo un bel film non ha tutti questi difetti. Solo il tempo potrà ridimensionarlo.