Mauro@Lanari 4½ / 10 04/02/2025 08:37:20 » Rispondi Truffaut e Loach senza la delicatezza del primo e il cinema d'impegno sociale del secondo. Kahn inscena tre storie che s'intrecciano e sovrappongono pretendendo d'alternare momenti di comicità a parentesi drammatiche. Tre parti che, attraverso il dietro le quinte d'un set cinematografico, raccontano le difficoltà della creazione artistica, le dinamiche d'un gruppo di lavoro e le fragilità dei singoli individui. Il continuo intreccio tra realtà e finzione è gestito in un modo che fa sì ch'entrambi i lati della narrazione appaiano disordinati e disorganizzati come ciò che sta accadendo al personaggio principale. A volte, sembra che sia fatto apposta per riflettere il caos, ma l'attenzione di Khan è troppo dispersiva per dare un senso a l'ininterrotto susseguirsi d'isterismi e pulsionalità fuori controllo.
Mauro@Lanari 11/02/2025 16:55:56 » Rispondi Edit: "all'ininterrotto". Già m'è difficile non avere colpi narcolettici durante 'sto cinema post-tutto, figuriamoci restar svegli per stroncarlo. Sbadiglio e torno a far altro.