williamdollace 9 / 10 12/01/2025 12:56:18 » Rispondi Opera-mondo che brulica di meravigliose contrapposizioni tra bene e male e anche nella loro rappresentazione, mai così fusa insieme, così "plastica", con l'amore e il desiderio e la rivalsa che si innestano in un sacrario di ruggine e ossa. Opera-mondo che mescola brillantemente musical, thriller, commedia, melò, dramma dalla forte e molteplice denuncia politica (meraviglioso il coro di "Para") e, Città del Messico, non l'avete mai vista come la riprende Audiard. Palco di sangue e corpi smarriti e scomparsi eppure le sue inquadrature spezzano il racconto facendo scegliere grandine dagli occhi. Dicevo, corpi smarriti e scomparsi così come paiono essere le protagoniste vive di questa pellicola innestata sulla perdita di se stessi e sul ritrovar/si, ritrovar se stesse. Eppure Audiard non fa nessuno sconto, ritroviamo il suo cinema brutale e insieme così magico e realista (un Prophéte), attraversando ogni tipo di genere e rappresentazione in cui mette in scena un'opera moderna, complessa e magnifica, consacrata dalla sacralità e dall'impossibilità delle anime indipendentemente dai corpi di non poter che emanare se stesse, le stesse vibrazioni, lo stesso odore. Il finale è come quando il cuore, in coro, salta quel battito, "de battre mon coeur s'est arréte" appunto.