The Gaunt 8 / 10 22/11/2024 14:07:17 » Rispondi In Giurato n.2 noi sappiamo già chi è il colpevole, solo che non è sul banco degli accusati. Un colpevole totalmente inconsapevole del proprio reato, che ha scoperto il proprio reato nel giorno in cui ha presenziato come giurato nel processo. Si potrebbe ricondurre a La parola ai giurati di Lumet, ma ad Eastwood non importa più di tanto le dinamiche. Importano i personaggi, che come mostra bene l'immagine inizia della dea bendata, simbolo della giustizia, sono anch'essi ciechi a fronte dei proprio ideali, dei loro pregiudizi, delle loro carriere. Semplicemente non vedono. Justin Kemp non è l'Herny Fonda di lumetiana memoria. E' un personaggio che precipita nell'abisso della propria coscienza e nel dilemma tra verità e giustizia. Ed il film di Eastwood scava in profondità, tanto che il giurato aggiunto, cioè noi spettatori siamo messi sotto scacco. In tutti i sensi perché dato che sappiamo che l'accusato è innocente, Justin Kemp è veramente colpevole, oggettivamente sulla base di ciò che abbiamo visto? Il ragionevole dubbio da spettatori esterni e terzi alla vicenda raccontata è lecita. Però Justin Kemp crede di essere colpevole. Quando si vedono veramente le cose, o almeno più cose di quanto credessi di sapere, anche un personaggio come il procuratore interpretato dalla brava Colette, bussola morale del film, è pervasa dal dubbio. Clint Eastwood ha 94 anni, non dico altro. Se altri registi, arrivando a quella veneranda età, riescono ancora a fare film di ottimo livello come questo, tanto di cappello.