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SEVEN regia di David Fincher

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Filman     8 / 10  02/09/2024 09:16:16 » Rispondi
Non è tanto una questione sull'aver rilanciato o lanciato la moda dei serial killer nei film (e poi nelle serie tv): SEVEN ha un valore rappresentativo per i suoi tempi ed una serie di pregi e difetti che sono grossomodo oggettivabili.
Nel periodo in cui le sigle sostituivano i titoli di testa, il cinema americano stava affrontando una recessione artistica evidente. David Fincher riuscì, in questo contesto in cui l'arte della sceneggiatura era chiaramente in crisi, a vendere la sua estetica e il suo stile, persino esagerandoli.
Da questo contesto, si estrae un film dialogato come un buddy movie, forse troppo dialogato, con delle battute fuori posto e indelicate, alle volte forzate, alle volte mal riuscite o mal recitate, che rompono l'aura drammatica di fondo e banalizzano tutto quanto, al fine di far sembrare i personaggi come degli eroi o dei cattivi da fumetto.
Ma allo stesso tempo tutta questa stilizzazione porta dei vantaggi nella costruzione delle atmosfere noir, delle ambientazioni metropolitane e soprattutto porta ad estetizzare la violenza, la morte, lo sporco e il marcio. E spicca anche la regia dell'autore, che crea immagini molto ariose e spaziose (tanto da non scendere mai sotto al "piano americano" come inquadramento) dove però si vedono tutti i dettagli visibili ad occhio nudo, muovendo la mdp o mai o in maniera impercettibile.
Quello che ne esce è un crime thriller pesantissimo ma con l'anima di un film d'azione di quegli anni. Al netto dei difetti di scrittura, rimane un film importante per l'evoluzione, soprattutto estetica e rappresentativa, dei film con i serial killer.