EddieVedder70 8½ / 10 21/07/2024 23:35:48 » Rispondi Ogni tanto ... il cinema riesce ancora a sorprendermi ed ecco che mi ritrovo un film da "Guardaroba del Buio" (il riferimento al famoso blog è voluto). Un film poco conosciuto e poco reclamizzato, ancor meno distribuito, nonostante la sua vittoria al Tohorror 2023, ma capace di intrigare, di turbare, di portarti a "godere" della situazione. Si parte con un processo, con la "presentazione" del caso da parte della pubblica accusa e il regista in pochi minuti ha la piena attenzione dello spettatore. Ancor più si entra nel film, grazie alla protagonista di cui non si sa quasi nulla e di cui ti immagini tutto. Eppure Lei, la bella e bravissima Juliette Gariépy, non fa nulla per far empatizzare lo spettatore con il suo personaggio. I riferimenti dell'esordiente P.Plante sono sicuramente Fincher, ma anche il Refn di "The Neon Demon" (film da me non apprezzato, tra l'altro), ma c'è autonomia, c'è coraggio e scelte personali. Così il film è un viaggio perfettamente colorato (il rosso non è solo nel titolo), fotografato e scandito nei tempi grazie ad una regia virtuosa ma non invadente (c'è la denuncia, ma il film rimane sempre focolazzato sulla trama). E' un viaggio nell'apparire (in questo mi ha ricordato anche il bellissimo, ma altrettanto poco conosciuto "Sick of Myself"), nella ricerca di un senso nell'esistenza, un viaggio nel torbido (che sia tv, web o riflesso della società). Quasi un trattato critico della società, dove "Sei" solo se qualcuno ti "Vede". Ecco, ... in una delle scene più importanti c'è quel contatto visivo e difficilmente lo si può scordare. Sceneggiatura da thriller psicologico, tema da horror vero (snuff movie con ragazzine giovani bionde e belle come vittime) e regia estrosa ma sempre controllata e mai oltre misura. Protagonisti credibili e a fuoco, colonna sonora efficace e presente. Wow che bel film. Consigliatissimo. Che Plante sia il nuovo Cronemberg (anch'esso canadese)?.