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ESTRANEI regia di Andrew Haigh

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     10 / 10  10/03/2024 23:36:31 » Rispondi
È tutto vero. È la stessa villetta di più di vent'anni fa, quella dove sei vissuto, dove la vita si è interrotta. Eppure, nulla muore, in questa a ghost story. O perché è già morente, o perché esiste un solo modo per sopra/vvivere. Nella solitudine. In quel groviglio di sentimenti inespressi, di puntine in faccia, di sirene dell'ambulanza, di gridi d'aiuto, di pianti dietro la porta (non lo so cosa vuol dire amare). E poi c'è lui, terrorizzato, anima gemell(are), piegato dalla vita, sono sempre stato ai margini / so quanto è facile smettere di prendersi cura di sé.

Come fai a sopportarlo? Questo. (Il silenzio).

E poi ci sei tu con loro che si complimentano, si palesano, si legano, ma non sono gli altri, perché l'inferno non sono gli altri, è invece questa solitudine vorace a cui cercare antidoto, questi occhi che portano i segni così come li porta lui, in un corpo, in un anima a cui aggrovigliare la propria, cielo nei cieli, stella fra le stelle. Mancar(si) perché manca chiunque. Ritrovar(si), perché una storia di amore, è sempre di fantasmi, di antidoti, alla solitudine.

I'll protect you from the hooded claw
Keep the vampires from your door