Boromir 6½ / 10 19/02/2024 19:00:57 » Rispondi L'esordio di Celine Song, regista-sceneggiatrice coreana naturalizzata canadese, mette in scena una storia d'amore idealizzato e incompiuto dagli echi stilnovisti, non privo di quei sensibili tocchi autobiografici che ci si aspetta da chi deve scendere a patti con le radici perdute . Ci sono anche i riflessi di Proust e Wong Kar-wai per quanto riguarda la memoria del tempo perduto e le difficoltà comunicative, che Song propone attraverso una regia di delicata compostezza. Le concessioni a certa estetica sundanciana e un paio di vistose (pure troppo) ellissi temporali sono difetti perdonabili a un'opera sicuramente non originalissima, ma che riesce a veicolare con la giusta potenza emotiva il dialogo spesso conflittuale tra passato e presente, tra oriente e occidente.