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DANZA MACABRA regia di Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti)

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adrmb     5½ / 10  31/12/2022 10:32:13 » Rispondi
Oddio, tra i dignitisossimi gotici italiani prodotti negli anni '60 da me visti, questo 'Danza macabra' è stato il meno convincente, ammetto che mi aspettavo un pochino di più.
Certo, c'è sempre la tipica cura nel ricreare un'affascinante atmosfera horrorifica sfruttando il solito ambiente del castello abbandonato con tanto di giardino/cimitero. Ci sono, messi in fila uno dopo l'altro, tutti gli stereotipi del genere che sono anche ben sfruttati (soprattutto perchè Margheriti prende i suoi tempi nel posizionare e inquadrare il protagonista che si muove con tanto di candelabro in mano che si spegne ogni 2x3 in questi corridoi oscuri/creepy). Buona anche la scelta di intervallare ai silenzi della casa una melodia musicale suonata al pianoforte senza quasi mai specificare se sia extra-diagetica o meno (e quindi, in un castello abbandonato, necessariamente suonata da dei fantasmi).
Però secondo me la storia dei fantasmi di nobiluomini e nobildonne ammazzati nel castello e quindi a lui legati indisolubilmente, di base molto carina e piacevole, secondo me fa una fatica boia a svelarsi, complice un sovraffollamento di personaggi che appaiono e scompaiono un po' goffamente. La loro gestione, da questo punto di vista, poteva essere migliore e rendere il film più fluido e dinamico.
Gli stessi flashback rivelatori, con protagonisti diversi personaggi, si susseguono nel film senza soluzione di continuità, e qualche volta la capacità di Margheriti di isolarli e "distinguerli" dalla narrazione al presente viene un po' a mancare, appesantendo un po' il risultato finale. Insomma, si poteva raccontarla in maniera più interessante questa storia, a mio avviso.

Ma il più grande difetto (nonché male che in generale affligge tutte queste produzioni, nessuna esclusa, no, neanche 'La maschera del demonio' di Bava, capostipite e gioiellino del genere) è la sottotrama romantica tra i due protagonisti, sempre finta ed estremamente leziosa. Essendo comunque uno stereotipo irrinunciabile del genere, sta all'abilità del singolo regista cercare di contenerla il più possibile di modo che passi quasi inosservata nella narrazione e non infici la godibilità complessiva del film. Il problema di questa 'Danza macabra' è che la storia d'amore tra i due protagonisti nasce e si sviluppa in modo ridicolo e si compone, purtroppo, di dialoghi ancora più brutti e irritanti della media (per quanto potesse contare sullo spunto tematico assai affascinante della ripresa del mito di Orfeo ed Euridice). Elemento di ritorno nel finale, è quellio che purtroppo dà la mazzata definitiva a un prodotto comunque già goffo e debole di suo.

Insomma per me film mediocre che sarebbe potuto essere migliore di com'pè stato.