Terry Malloy 8 / 10 12/10/2019 20:39:18 » Rispondi Su Fleabag si è detto di tutto, le femministe l'hanno eletta la serie che meglio rappresenta il talento femminile nello screenwriting contemporaneo (io preferisco The Marvelous Mrs. Maisel), alcuni la reputano sopravvalutata, sicuramente c'è del vero in entrambi gli estremi. La prima stagione faceva ben sperare, la seconda mette (un po' frettolosamente) una chiusura al cerchio, regalando a questa serie un posto d'onore tra le commedie che forse verranno ricordate come simboliche di questi anni. Phoebe Waller-Bridge è magistrale nel tratteggiare sia l'ego femminile che l'inesausto bisogno che abbiamo di una famiglia che ci avvolga e ci circondi. Memorabili due scene: il confronto nel confessionale con la straordinaria figura del prete (interpretato dal magnifico Andrew Scott, che con Black Mirror quest'anno ha segnato due goal formidabili e il confronto con la donna d'affari con cui Fleabag cerca di andare a letto.
Cosa ci dice di noi? E' curioso effettivamente che molte donne si siano identificate con questa figura, che pur nella sua travolgente e bizzarra sensualità ci mostra alla fin fine un carattere debole e fragile, perennemente in affabulazione con se stessa e con una confusione tremenda in testa ("io voglio qualcuno che mi dica che vestiti mettere alla mattina"), ma alla fine mi ci sono identificato anche io.
Rimane una grande occasione un po' sprecata di affrescare l'ego femminile in tutti i suoi risvolti, ma è evidente che la serie sia stata un po' penalizzata dal grande successo che ha coinvolto la figura della creatrice, ormai chiamata a firmare un contratto multi-milionario con Amazon. Non sapremo dunque nulla di come Fleabag ha risolto il suo lutto, ma forse questa è la vita. Come diceva Stendhal, "possiamo conoscere tutto tranne che noi stessi".