Prequel dell'omonimo film del 2015, la serie segue le vicende di alcuni personaggi tra politici, criminali e persone comuni, che rimangono coinvolti negli affari malavitosi della città di Roma.
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Si e concluso troppo frettolosamente questa serie,ad un certo punto pensavo mancassero altre puntate e invece era l'ultima,si lascia seguire ed e sufficientemente guardabile ,ma si poteva approfondire su qualche personaggio e tematiche della trama
Stagione più spiccia delle precedenti ma che porta a compimento tutte le storie e le sottotrame portate avanti nel corso degli episodi precedenti. Mettendo pure in scena un finale - sul quale il rischio delusione era potenzialmente alto - davvero convincente. Ed il personaggio complesso e sfaccettato di Aureliano Adami giunge finalmente a sublimazione.
Ho apprezzato molto questa terza stagione un pò come tutta la serie per intero, di questa mi è piaciuto soprattutto l'evolversi di alcuni personaggi e di come vengono raccontati, ottima sceneggiatura e interpretazioni convincenti. Il finale era abbastanza prevedibile anche se l'ho trovato un pizzico troppo "supereroistico", mentre ho apprezzato tantissimo il voler condensare tutto in soli 6 episodi se non erro. Dovrebbe essere di ispirazione per le altre serie, puntate corte in minor numero e fatti ben condensati.
Eccoci alla conclusione della serie di Suburra, arrivata con questa terza stagione, al termine, peccato non ci sia nessun collegamento con il film, ma da una parte me l'aspettavo, e staccandosi dal film di Sollima si mostra come un mondo a se stante. Tutto sommato, seppur ci sia una leggera discesa rispetto alle prime due stagioni, ritengo questa stagione sostanzialmente molto dignitosa, po' troppo frettolosa, ma che va dritta al punto. Questa stagione finale corre ad un altro ritmo, veloce, sicuro, adrenalinico ma capace anche di guardarsi dentro, di parlare con le viscere. C'è la lotta per accaparrarsi gli affari del Giubileo, che tradotto vuole dire danaro e potere, ma anche una bromance (Aureliano e Spadino sempre più uniti), sempre più affascinante e interessante, c'è il sangue che cola, ma anche l'amicizia solidale tra due donne. Questa terza stagione nonostante qualche fragilità (c'è troppa fretta di voler chiudere il sipario) è un buon finale, capace di costruire micro e macrocosmi, di far innamorare il pubblico di uomini e donne sotto le cui vesti sgargianti, rock, da belli e dannati, ci sono vite, esperienze, percorsi. Suburra 3 è una storia d'amore, d'amicizia, un racconto di formazione, una tragedia shakespeariana che parla anche del contemporaneo. L'interpretazione degli attori vede il sesso femminile sorprendere, se il sesso maschile con Alessandro Borghi (Aureliano) Giacomo Ferrara (Spadino) Filippo Nigro (Cinaglia) e il ritorno di Adamo Dionisi (Manfredi) continua con interpretazioni convincenti e personaggi al top, il gentil sesso grazie alle due protagoniste sorprende positivamente, il loro spazio cresce sempre di più e tra loro nasce una solida amicizia, una solidarietà femminile inaspettata e soprattutto molto convincente grazie ad una interpretazione di ottimo livello da parte di entrambe, si può dire che il rapporto tra le due ragazze è una delle cose più riuscite di questa terza stagione. Insomma, un finale davvero potente quello di Suburra, si chiude qui una delle più belle serie televisive italiane degli ultimi anni, una tragedia spietata ambientata nella parte più oscura di Roma.
Diciamo la verità, Suburra non ha mai mostrato picchi neanche con le stagioni precedenti, protraendosi come decisamente meno impegnata rispetto al film di provenienza. Di certo il lato personaggi in questa serie ha sempre vinto, mostrandoci caratterizzazioni decisamente approfondite di pg già apparsi nel film, ma che appunto non conoscevamo, facendolo anche in maniera piuttosto interessante e costruendone dei rapporti veri e propri, di cui pure lo spettatore più basilare potrebbe enfatizzarne. Non si potrebbe però dire lo stesso sul lato svolgimento, risultante solo che ripetitivo, irritante, spesso anche disturbante (Samurai è un cattivo decisamente riuscito, ma è esasperante e ridicolo il modo in cui ruba la scena nelle prime stagioni), per non parlare poi di alcuni dialoghi/situazioni che paiono messi in mezzo forzatamente, non si giunge mai ad un vero picco, ad un vero decollo. Questa terza stagione chiude l'arco narrativo mostrato nelle prime due, e risulta per me, la migliore. Questo appunto perchè chiude, in maniera seppur sbrigativa, molto pulita, netta e decisa, in cui tutto finalmente decolla e tutto giunge al punto, decisa e sveglia inoltre la scelta degli autori di distaccarsi dal film rendendo il tutto un prodotto a se stante senza intoppi o buchi.
Finale di serie (forse) che lascia in parte con l'amaro in bocca . nelle prime due puntate già si risolve molto e le altre servono solo per mettere i puntini sulle i a tutte le trame e non lasciar nulla di intentato . Poche novità ma il castello è sorretto dalle ottime prove dei protagonisti e musiche nuove e veramente all'altezza . Poteva essere migliore ma forse anche per la pandemia si è cercato di chiudere il prima e il più indolore possibile.
Allora partiamo col fatto che "Suburra" non è un prequel del film di Sollima, ma è una serie a se stante. Mi ha sorpreso da questo punto di vista perchè pensavo si ricollegasse alla pellicola, invece già dalla prima puntata cambia tutto con la morte di Samurai. Però sembra un po' tutto affrettato (6 puntate troppo poche), l'ascesa di Aureliano e Spadino è troppo repentina, non c'è quell'aurea di potere attorno a loro due, non sembrano due criminali temuti in grado di dominare una città gigantesca come Roma. Poi capisco l'assenza delle istituzioni ma la polizia non si vede mai. I difetti non mancano, ci sono situazioni un po' forzate e poco credibili, comunque rimane una serie coinvolgente che intrattiene molto e con ottime caratterizzazioni. Il rapporto che si è creato tra Aureliano e Spadino, l'importanza delle loro donne, l'evoluzione (in male) di Cinaglia, sono buone cose. Peccato manchi il salto di qualità da me tanto sperato e la mancanza di Sollima in regia si sente.