In un orfanotrofio del Kentucky negli anni ’50 una ragazza di nome Beth Harmon scopre di avere un talento incredibile per gli scacchi. Nel frattempo lotta con un problema di dipendenza.
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Ottimo prodotto Netflix (siamo ancora nella fase in cui occorre sottolinearlo, come se fosse una sorpresa, probabilmente di questo passo non lo sarà più).
Qui veramente è tutto molto azzeccato. Bella sceneggiatura basata sull'omonimo romanzo dell'americano Walter Tevis; bella ricostruzione delle atmosfere d'epoca, sia in termini di glamour, arredi, moda, che in termini di rievocazione storica della Guerra Fredda; azzeccata la scelta della protagonista Anya Taylor-Joy, volto non ancora inflazionato sula grande e piccolo schermo, che per questa parte risulta decisamente magnetica e bellissima.
La storia, come si evince facilmente dal titolo, tratta dell'ascesa della fittizia giocatrice di scacchi Elizabeth Harmon, tanto geniale e brillante negli scacchi, quanto instabile nella vita, tra drammi familiari, affettivi e problemi di dipendenza.
Lo schema sembra molto semplice, in effetti forse lo è, probabilmente quello che manca un po' al racconto è dell'imprevedibilità. Tuttavia la serie è allo stesso tempo dinamica, leggera, ma anche emotiva. Le partite di scacchi sono raccontate in maniera semplice ed accattivante. Il carattere della protagonista, col suo essere sempre tagliente e spiazzante, conquista il pubblico. Per quanto si parli di temi drammatici come suicidio, alcool e droghe, il racconto mantiene sempre una sua leggerezza e uno spirito ottimistico, un lento caricare verso un happy ending finale che si sa che ci sarà. Inoltre ce dell'intelligenza nella scrittura: un valorizzare la figura femminile senza ridondanze e scontatezze, una ironia attenta, un modo di vedere la Guerra Fredda in maniera critica anche verso l'America stessa (bello il finale in cui è la protagonista a far capire che non c'è questa grande differenza tra "noi e loro" come volevano farci pensare), gli elementi drammatici sono dosati nella giusta misura, senza scivolare in patetismi.
Per me, un piccolo gioiello (si chiude qui e spero non ne vogliano tirare fuori altro).