winter vacation (2010)

Un cinema totalmente alieno quello di Li Honqi, tanto alieno che, se si dovessero fare dei paragoni (cosa che alla critica di oggi piace tanto), l'unico nome che verrebbe in mente è quello di Roy Andersson, ma saremmo ancora lontani.
Indecifrabile, ostico e allo stesso tempo terribilmente umano. Figure atone e svuotate di senso ad "agire" in aridi scenari minimalistici. In quest'ennesima (bellissima) pièce beckettiana, ancora la satira feroce eppure sommessa, dominata dalla disperazione.

Dialoghi talmente caustici che sembrano uscire da "South Park", sebbene prosciugati da ogni volgarità. Una lentezza atta a trasformarti in uno di loro, quegli esseri umani tanto strani e privi di scopo, rendendoci conto che siamo già uno di loro.

E la colonna sonora è bellissima.

Welcome back.