Il racconto delle storie di diverse persone, la cui vita è stata ispirata o modificata da un particolare bassotto in grado di diffondere conforto e gioia.
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L'ultimo film di Solondz non è il suo lavoro migliore, ma è una pellicola ben fatta, una commedia nera che lascia l'amaro in bocca. Quattro storie slegate tra loro a cui una bassottina fa da filo conduttore. Lo sguardo comico del regista è impietoso nello svelare le miserie umane, nel mostrare la banale meschinità che circonda le persone di animo buono. Bravo Solondz, che si conferma uno degli autori indipendenti più interessanti d'America.
Per qualità e sguardo verso la società americana Solondz è il miglior autore indipendente oltreoceano. Quattro storie in un crescendo di età ed in un crescendo di disillusione e solitudine. La sensibilità dei quattro padroni del cane viene sempre messa a tacere dai suoi interlocutori. Antagonisti troppo crudeli che soffocano in maniera castrante ogni velleità di far sentire la propria voce. Tra un processo di indottrinamento, una fuga verso il nulla (la redidiva Dawn di Fuga dalla scuola media), un professore disulluso da nnove generazioni cinefile supponenti nella loro ignoranza ed una vecchia signora che fa conti con il proprio passato di scelte sbagliate, il film di Solondz è pienamente coerente con il suo cinema, costellato da uno humor nerissimo perfettamente in sintonia con il pessimismo del suo autore.