white god regia di Kornél Mundruczó Germania, Ungheria, Svezia 2014
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white god (2014)

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locandina del film WHITE GOD

Titolo Originale: LILI & HAGEN

RegiaKornél Mundruczó

InterpretiZsófia Psotta, Sándor Zsótér, Lili Horváth, Szabolcs Thuroczy, Lili Monori

Durata: h 1.59
NazionalitàGermania, Ungheria, Svezia 2014
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2015

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Trama del film White god

Favorendo i cani di razza, la nuova legge prevede una tassa gravosa sui cani meticci. I proprietari degli animali cominciano ad abbandonare i loro bastardini e i canili diventano rapidamente sovraffollati. La tredicenne Lili combatte disperatamente per proteggere il suo cane Hagen. Il provvedimento le sembra crudele e senza senso. Non puň accettare nemmeno le argomentazioni del padre ed č devastata quando lui alla fine abbandona Hagen per strada. Con il cuore spezzato, Lili detesta il padre per averle fatto tradire il suo peloso amico. Credendo ingenuamente che l'amore possa vincere ogni difficoltŕ, Lili si prefigge di ritrovare il suo cane e salvarlo. Anche Hagen cerca disperatamente di ritornare a casa da Lili. Sforzandosi di sopravvivere, Hagen si rende presto conto che non tutte le persone sono i migliori amici dei cani. Vagando per le strade, l'ex animale domestico cade in una serie di situazioni estremamente pericolose...

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Voto Visitatori:   6,58 / 10 (6 voti)6,58Grafico
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Voti e commenti su White god, 6 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  23/12/2015 19:13:06
   6½ / 10
Progetto interessante questo white dog.
Nella prima parte si fa leva sull'empatia scaturita dal rapporto d'affetto uomo/animale,nella seconda causa degli eventi si scatena la rabbia di chi deve lottare per sopravvivere.
Si può quindi dividere in un primo tempo più commedia e in un secondo decisamente più tra il thriller e l'horror con alcuni momenti di tensione.
Il messaggio del regista la ribellione verso l'ipocrisia di un ristretto gruppo di persone che comanda e istiga,non è molto chiaro e bisogna ragionarci anche un pò ... ma il risultato non è malvagio.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  07/11/2015 21:03:08
   4½ / 10
Parte bene, per un certo tempo si sviluppa adeguatamente, la vicenda sembra interessante. Molto forti e significative alcune sequenze, la triste vicenda del cane Hagen appassiona. Ad un certo punto, però, c'è una svolta horror/demenziale, sembra di essere finiti in un ridicolo horror di serie c. Il finale poetico non basta a risollevare il tutto.
Migliore negli intenti che nella realizzazione. Peccato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/10/2015 23:33:28
   7 / 10
Ecco, questo era un film potenzialmente pericoloso. La facila empatia verso il migliore amico dll'uomo poteva indurre a derive tipo Torna a casa Lassie, mentre invece White god pur con qualche difetto dovuto a qualche eccesso di digressioni, si dimostra un film per nulla consolatorio. Il Dio bianco è il traditore di un amore incondizionato del cane verso l'uomo. Il dominatore dapprima coccola poi vessa l'animale. Il laccio degli accalappiacani è perfetta nella sua simbologia nel rappresentare il momento del tradimento. Lacci che parallelamente vengono imposti a sua volta alla sua ex padroncina e che controvoglia accetta per non subire l'emarginazione. Il cane conosce fino in fondo la bruttura umana, lo sfruttamento spietato che ne determinerà l'incattivimento e la sua voglia di rivalsa verso chi lo ha rifiutato. Senza dubbio spettacolari le sequenze con i cani, estremamente suggestive in mezzo ad una Budapest spettrale dove il gigantesco branco di cani semna il panico.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  16/10/2015 14:00:10
   7½ / 10
La storia di un'amicizia fra cane e padroncino non è cosa nuova nel panorama cinematografico, ma se all'inizio sembra apparire così, in realtà White God (O White Dog?!) ci offre ben altro. Già le prime inquadrature ci trasportano in uno scenario al limite del surreale. Perché ci preparano alla bomba della narrazione.
Il cucciolo formato da due incroci è interpretato da due cani. E' lui il vero protagonista: deve passare sconvolgenti sofferenze tra quali l'abbandono, combattimenti, canile, e una realtà traditrice. Fino a che la rabbia lo porterà a una terribile vendetta, a capo di una squadriglia di cani, qui descritti come dei veri e propri "reietti". Una guerra sanguinosa tra cani e umani nel cuore di Budapest, una città che prevede tasse e sanzioni per la detenzioni di cani meticci.
Le denunce che ci pone il film ungherese non sono velate, ci mostra come una banda di "reietti" possa reagire a certe ingiustizie, il tutto filmato quasi come un film d'azione (ahimé, con i conseguenti difetti del caso: scene irrealistiche che stonano con gli insegnamenti del film), ma con una buona dose di sentimenti.
Un mondo che divide le persone dall'animo buono e gli animi corrotti. Un mondo che non perdona chi è nato diverso, che costringe alla lotta per la sopravvivenza e che dà poco posto all'amore.
E chi decide di stare dalla parte dei deboli, rischia la stessa sorte.

Ciaby  @  17/05/2015 14:26:35
   7 / 10
Per essere ungherese, è un film molto leggero.
A me è piaciuto: parla di temi importanti e già dibattuti senza però buttarla sulla retorica o su altri rischi in cui si correrebbe, sfruttando la strada della parabola familiare. Poi è anche un film interessante perché non appartiene a nessun genere in particolare: crea un mix perfetto tra i film americani con i cani, il cinema d'autore dell'est e persino l'horror. Il risultato è molto ibrido, ma non scombinato. E il cane è un attore meraviglioso.

-Uskebasi-  @  17/04/2015 14:52:45
   7 / 10
COMMENTO SPOILEROSO

Anche il cinema d'autore purtroppo cade nelle sciocchezze, e "White God" ne è la prova.
Parte alla grande con una scena fantastica, talmente bella che non vedi l'ora che si ripresenti visto che si tratta di un flashforward, e invece è proprio quando accade che inizieranno i veri problemi del film. Da quel momento si assiste a una ridicola vendetta a tinte horror, piena di cliché, veramente deleteria e ingiustificabile, che distrugge parte del castello costruito in precedenza. Ahimé, risente di questo anche lo splendido finale che, fosse arrivato con un percorso diverso, avrebbe coronato il film come piccolo gioiello, e l'ultima (magnifica) inquadratura sarebbe diventata l'icona della stagione cinematografia corrente.
Ma non è così. Per colpa di quei minuti i significati metaforici, le critiche sociali, il Dio bianco, le denuce animaliste all'uomo dominatore, la rabbia che genera rabbia, la musica come linguaggio universale, tutto si ridimensiona perché macchiato, non più puro.
Ciò che rimane sempre immenso è l'impressionante lavoro dell'addestramento dei cani, capeggiati da Hagen e dalla sua espressività che sfida le leggi della comprensione.

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