visitor q (2001)

Nell'impeccabile logica del grottesco di Miike, una famiglia allo sbando viene ricompattata grazie ad una serie di interventi risolutori di dubbia moralità ma di assoluta efficacia. Una macchina affascinante, con delle trovate tanto estremizzate da essere estremamente godibili, ma alla fine non si ha quella sensazione di pienezza che ci si sarebbe potuti aspettare. Splendide, ad ogni modo, le scene

SPOILER

Prima di vedere questo film mi ero un po' informato in giro anche perchè di solito da registi come Miike ci si può aspettare film di tutti i tipi..beh questo "è" un film di tutti i tipi, e sicuramente "NON" è un horror, e quindi nn capisco che ci faccia qui! Penso che la visione nn nn sia propriamente consigliata x quei ragazzi come dire "pizza e fichi" amanti di scream ecc. A me, al contrario, questo film paradossalmente in una scena in particolare mi ha tolto più di un sorriso

SPOILER. Abbastanza fastidiose altre scene ma apparte questo il film va visto e consiglio a chi sia in dubbio di darglielo uno sguardo, perchè il film è uno di quelli che si ricorda, e anche abbastanza a lungo. La media secondo me che gli viene data è un po' troppo alta ritengo, e il mio sette è solo per la seconda parte del film,

SPOILER
perchè nella prima non ci sono grandi scene da ricordare e il voto più giusto sarebbe stato forse un sei.

il film è talmente anomalo,disturbante,"diverso" che durante la visione si potrebbe pensare che il regista abbia provato a spingersi oltre solo per il gusto di stupire.
E invece mano a mano che il puzzle si ricompone, ci si accorge di essere difronte a un miracolo : attraverso le azioni piu immorali,scempie e delittuose
questa grottesca famiglia giapponese ritrova l'unità e la purezza perduta.
il fine giustifica i mezzi?

miike ci mostra come,in una famiglia totalmente allo sbaraglio,un elemento esterno per mezzo di comportamenti depravati e immorali,riesca a ricucire i rapporti e a riportare l'idillio in questo nucleo.
davvero molto belli il ritorno all'infanzia nel finale,e la purificazione del figlio nel pavimento ricoperto di latte.

La storia di una famiglia allo sbando che, grazie all'intervento del "Visitore", riesce a ritrovare la propria unità, passando attraverso a tutto ciò che più può disturbare la nostra mente e la nostra morale : la figlia che si prostistuisce col padre, il figlio che picchia la madre, la madre che si fa di eroina e si prostistuice per pagarsela, il padre che specula sulle disgrazie del figlio anzichè difenderlo, episodi di necrofilia, assassinii e chi più ne ha più ne metta. Un altro capolavoro targato Takashi Miike, un film interessantissimo e che, a dispetto di tutto ciò che mostra, lascia dopo la visione una sensazione di ottimismo e serenità.

Uno dei migliori di Miike, a mio avviso, a cui però tolgo mezzo punticino per la quasi totale mancanza di ritmo (che però incide meno che in altri suoi film, data la sua durata limitata). Miike è indubbiamente un grande regista, con grandi doti, ma cade spesso, purtroppo, in questo errore. Non voglio dire che il ritmo debba essere sempre e comunque un'esigenza, ma va dosato, se non altro. Peccato, perché il film merita, eccome. Tutta la parte finale, non solo la conclusione, appartiene al meglio del repertorio di Miike. La riflessione sulla famiglia è lodevole. Insomma, alla fin fine, non si rimane delusi... a patto che si sia riusciti ad arrivarci, alla fine. E sarebbe, ripeto, un peccato non arrivarci, perché il film merita. Anche il grottesco è ben calibrato. Da vedere (possibilmente non da assonnati).

Film malatissimo ma allo stesso tempo uno dei film più ottimisti che abbia mai visto. Stravolge il nostro concetto di normalità. Capolavoro anche perchè non era proprio quello che mi aspettavo,

E' un film che non può lasciare indifferenti, che sia piaciuto o meno.

Indubbiamente la storia del visitatore che ricompone un nucleo familiare completamente dissociato fa riflettere, ma quello che colpisce, come avete già detto, è l'estremità del linguaggio del regista giapponese, che mette dentro qualsiasi forma di violenza, stupri , incesti, pestaggi, umiliazioni varie, mostrando il superamento sempre di ogni limite.
Miike tra l'altro gira in video, con pezzi amatoriali, girati dagli stessi protagonisti, il che conferisce ancora maggior forza alla violenza in scena (anche se l'idea di dare un impronta documentaristica, dai tempi di Tobe Hooper, è vecchissima).
Ma Miike, comprendendo di avere materia scottante tra le mani, esagera volutamente e si butta- a ragione - dritto dritto nel grottesco, e nel macabro.

La scena dei seni sarà ripresa in "Gozu" , ma se quest'ultimo è una perfetto mix di non - sense, condito con tutte le caratteristiche e gli elementi principali del cinema di Miike, "Visitor Q" è certamente più ambizioso, ma non saprei dire se anche + riuscito.

Io in ogni caso preferisco il Miike estremamente ironico e spensierato di "Ichi the Killer", e quello inquietante del suo capolavoro (tra i pochi che ho visto fra i suoi 75), "Audition", per me il migliore.

non l'ho capito.. l'ho rivisto una seconda volta ma non riesco ad analizzarlo.. e non mi piace vederci per forza metafore.. forse è proprio per questo che non mi è piaciuto.. forse non mi sono piaciuti i messaggi che dà il film?! non saprei di preciso.. ad ogni modo il mio voto è 5

- So you want to know about today's teenagers?
- They tell you the future of Japan. That hopeless future.

ci sono 80 minuti di follia fra questa affermazione tremendamente pessimistica e la finale soluzione delle tensioni ed il ritorno al sorriso.
80 minuti di lucida follia dovremmo dire però, perchè nulla avviene per caso, ogni evento segue una logica quasi inevitabile, pur nella sua impossibile realtà.

per quanto insano questo film possa sembrare le relazioni fra i personaggi sono ben più di un'allegoria degli attuali ruoli parentali all'interno della famiglia. Il comportamento dei protagonisti e le dinamiche delle loro relazioni sono estremizzate ed eccessive, a volte crudelmente ridolizzate, ma il nucleo è sorprendentemente vicino alla verità delle dinamiche familiari.

per quanto il film possa sembrare una carrellata di depravazione e cattivo gusto, personalmente mi sono davvero goduta questa grottesca trasposizione della "famiglia che ritrova la felicità"... ma lo sconsiglio vivamente a chi ama le pubblicità del mulino bianco!

Film coraggioso sotto ogni aspetto...

Incredibilmente psicologico e ben fatto
per quello che Mike aveva intenzione
di far capire...

Tutto ha un significato:

- Sia le inquadrature a volte amatoriali,
- Sia la poesia "grigia" dei discorsi,
- Sia le perversioni che hanno un
"chiaro" significato nel contesto del
film...

Originale si, anche se mi ricorda
la storia inversa del mitico film
di Pasolini Teorema che è
uscito ben 33 anni prima...

Solo uno come Takashi Miike poteva fare un film del genere!
Dire che è originale è poco!
Da restare a bocca aperta in ogni scena!

E se Miike avesse visto "Teorema" di Pasolini? In entrambi i film si annienta il nucleo familiare/società per ricostruirlo fuori dall'ipocrisia.
Necessariamente disturbante.
F.

IL geniale Miike Takashi in questo capolavoro riesce a farci capire di cosa è fatto il nostro mondo proiettandoci con un continuo martellamento immagini shock, violenze, incesti, stupri, necrofilia, insomma cose ke possono sembrare assurde, ma riesce anche a sdrammatizzare in modo sconvolgente, sicuramente uno dei film più forti di Miike, inevitabile ma positivo il turbamento che riesce a trasmettere..... insomma Miike riesce a produrre soltanto capolavori!

Un film senza vincoli,Takashi esce fuori dagli schemi creando un'atmosfera a dir poco sconcertante...Inevitabile il turbamento,ma positivo almeno per me che ho colto il messaggio. Insomma..GENIALE!

Nessun regista riesce a descrivere cosi bene la società giapponese come Miike... il suo sarà pure un linguaggio estremo, ma riesce a far capire le frustrazioni di una società ingabbiata in ferree regole... in cui l'individuo è costretto e tenere dentro ogni umiliazione...
Questo film è estremo e paradossale... e bisogna vederlo liberi da ogni ipocrisia e preconcetto...

Film che sa essere veramente disturbante, questo di Miike, che fugge nel grottesco per evitare che sia lo spettatore a fuggire dallo schermo per andare a vomitare. La grande capacità di sdrammatizzazione del visionario artista giapponese viene anche in questo caso a mettersi in mostra in tutta la sua grandezza. Per non parlare dei giochi di regia e dei cambi repentini cui il regista c'ha abituato: sono il suo marchio di fabbrica, e se li tiene ben stretti. Storia devastante, ironicamente macabra, coerente nella sua assurdità... alla fine il buon Takashi la pagnotta se la porta più che onestamente a casa.

A dir poco fantastico! miike si riconferma la mente più malata del cinema nipponico, mondiale, perdon.
ad essere sincero i primi 10 minuti di film pensavo di aver scaricato erroneamente un film porno, dopo un altro po di tempo ho avuto PAURA di vedere uno schifo alla cannibal holocaust (si ae hai capito benissimo :-P), invece il genio dentro la testolina di miike è balzato fuori regalando(MI) un divertentissimo film mooooolto grottesco con personaggi esilaranti (la mamma mucca su tutti) e una storia (nel suo complesso) strabiliante.

ps. scene che spiazzano come la mamma che si gira di scatto e taglia un cetriolo e lancia il coltello verso il filglio in un nano secondo, oppure il padre che si fa il cadavere ma...non procedo oltre vi dico solo di vedervelo!

Altro film malatissimo di Miike... se non fosse profondamente ironico sarebbe praticamente impossibile da digerire. Però l'ironia, per fortuna, c'è.

grottesca parodia di una famiglia giapponese, in cui la follia claustrofobica del nucleo casalingo è portata all'eccesso. In questo film accade davvero di tutto, esattamente come ci si potrebbe aspettare da miike. tecnicamente sottoforma ma ideologicamente da sballo, dove (per fortuna) l'ironia stempra, e di brutto, le violenze fisiche e psicologiche presenti. bellissima la simbologia della madre che secerne latte in continuazione riappropriandosi della maternità perduta e soprattutto ambigua la figura del visitatore q, il deus ex machina del film. Occhio però; nel film ci sono incesti, stupri e necrofilia. Non ci crederete, ma è un film ampiamente ottimistico!