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Quanto coraggio ci vuole a filmare nel 1969 un film che sarebbe scandalo anche se filmato nel 2010? Tanto. E Koji Wakamatsu, oltre al coraggio, ha anche talento, molto talento e dirige nel 1969 "Violent Virgin", il suo film più cattivo, crudele, violento, disperato. Il tutto è rappresentato nella più desolata (e desolante) campagna, dove uno spunto poco originale, ma intrigante (la vendetta di un boss yakuza nei confronti di un suo compagno che gli ruba la donna) viene trasformato in un opprimente e sconvolgente campo di battaglia. Corpi, sono solo corpi. Uomini-animali, donne crocifisse. E' l'inferno di Wakamatsu, dove (per fortuna), alla fine è l'amore a vincere. Non un amore strappalacrime hollywoodiano, ma un romanticismo malsano ,che giunge come il colpo finale.
Diretto e recitato benissimo, "Violent Virgin" dimostra il coraggio e la vitalità del cinema di Wakamatsu, che visto anche oggi conserva quella straordinaria potenza del passato.
"Violent Virgin" (probabilmente la sua opera più onirica ed estrema) rientra certamente tra i suoi capolavori.