venere in pelliccia regia di Roman Polanski Francia 2013
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venere in pelliccia (2013)

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locandina del film VENERE IN PELLICCIA

Titolo Originale: LA VÉNUS À LA FOURRURE

RegiaRoman Polanski

InterpretiEmmanuelle Seigner, Mathieu Amalric

Durata: h 1.30
NazionalitàFrancia 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2013

•  Altri film di Roman Polanski

Trama del film Venere in pelliccia

Il drammaturgo Thomas ha intenzione di mettere in scena una rappresentazione ispirata a un testo di Sacher Masoch ma, dopo una lunga giornata di audizioni, non riesce a trovare l'attrice a cui affidare il ruolo della protagonista. Convinta di essere perfetta per la parte, Vanda,  una delle aspiranti protagoniste che con il suo essere volgare e cervellotica rappresenta tutto ciò che Thomas odia, gli si presenta a sorpresa e tenta di dimostrargli come nessun'altra sia adatta quanto lei. Durante il provino, Vanda dimostrerà di conoscere alla perfezione il testo dell'opera e l'attrazione che Thomas maturerà nei suoi confronti si tramuterà presto in ossessione.

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Voto Visitatori:   7,15 / 10 (56 voti)7,15Grafico
Miglior regista
VINCITORE DI 1 PREMIO CÉSAR:
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Voti e commenti su Venere in pelliccia, 56 opinioni inserite

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Boromir  @  11/04/2023 22:32:16
   8 / 10
Roman Polanski torna in zona Carnage, riduce a due il numero di protagonisti e costruisce un massacro meta-teatrale che ha al suo centro l'incontro-scontro tra sessi in odore sadomasochistico. Si tratta di un film dalla messinscena elegantissima e al contempo torbida, che gioca brillantemente con gli spazi del palcoscenico, le luci della ribalta, gli abiti di scena e le pettinature allo scopo di scombinare i rapporti di potere tra vittima e carnefice, tra uomo e donna, tra identità torbide e complementari. Non mancano le trovate d'astrazione sperimentale ad arricchire il tutto (l'utilizzo di suoni reali per accompagnare azioni simulate, una soluzione già adottata da von Trier in Dogville), così come la magistrale intesa regista-attori: Amalric è un sostanziale alter ego dello stesso Polanski (echi a L'inquilino del terzo piano compresi); Seigner coinvolge e irretisce con i suoi dialoghi al vetriolo e una sensualità da mozzare il fiato.

mauro84  @  24/11/2021 22:04:41
   7 / 10
Eccomi a recensire la visione di questo film. Si tratta di un opera cinematrografia girata interamente in teatro. Racconta questa opera drammatica che viene recitata e interpretata da questo duo in gran spolvero. Esalta nel suo complesso a parte la recitazione di tal opera anche quella "seduzione" mancante mettendo in gran spolvero luci e ombre della loro vita.
La scena finale è la chicca che chiude tutto. Riflettete !
Avrei approfondito un po' la trama, visto che la maggior parte di noi visionari di cinema non s'intende di opere teatrali.
Sceneggiatura "teatrale" buona. Piaciuta la fotografia.

Emmanuelle Seigner: diva, ha fascino e carisma.. una figura da must have
Mathieu Amalric: Buon attore comprimario, ricorda pure vagamente il regista,
(man mano che la vicenda prosegue, il "duo" e il loro lavoro, diventa un gioco di ruolo, e tutto decisamente sopra le aspettative!)

Polasky grazie a quest'opera drammaturga portata al cinema e girando interamente la scena.. in questo unica scena, ha svolto un lavoro di egregio lavoro e perfezione. Il suo premio Cesar è ampiamente meritato. Ha scelto anche un gran duo, non giovanissimi attori che hanno recitato in maniera superba il tutto.

Io non amo molto questo tipologia di film, ma questo mi ha colto e sinceramente mi ha convinto dal suo primo impatto.

Uno dei migliori film girati a teatro del cinema d'oggi. Da vedere !!

Mauro@Lanari  @  18/07/2021 01:09:26
   2½ / 10
"Polański, chiacchiere in teatro. Un malizioso gioco a due, in tempo reale, che [...] alla lunga provoca diversi sbadigli" (Massimo Bertarelli). "La Vénus à la fourrure" è soffocato tra una "mise en abyme" metateatrale e la confessione autobiografica dell'alter-ego del regista e di sua moglie; latita del tanto sbandierato scambio di ruoli ("E il Signore onnipotente lo colpì e lo mise nelle mani di una Donna" [Giuditta 13, 15: https://www.biblegateway.com/passage/?search=Giuditta+13%3A15&version=CEI;] è l'unico rapporto di forza inscenato e filmato); mostra un perverso e ossessivo gioco della seduzione come gioco al massacro però dello spettatore, chiamato a essere la vera vittima masochistica della pellicola. "L'autoreferenzialità e la circolarità dei ragionamenti non cert'originali o nuovi tirat'in ballo dal film finiscono col non coinvolgere del tutto chi guarda, il quale viene utilizzato com'una sorta di pedina nel gioco di rimandi" (cit.). Peggio: Polański risolve l'argomento sul piano dialogico, mental'e intellettualistico peculiare d'una narrazione tardottocentesca (Leopold von Sacher-Masoch, "Venus im Pelz", 1870). Non l'aggiorna estendendolo né alla carne né alla carnalità da Velvet Underground, né in chiave ironica ("La dea dell'amore", "Mighty Aphrodite", di Woody Allen, 1995), né in chiave drammatica ("Occhi di serpente", "Snake Eyes", d'Abel Ferrara, 1993, con la "dea" Madònna). "Quest'adattamento ci regala l'arroganza sessuale d'un uomo che sta invecchiando e, francamente, non siamo sicuri che ce ne freghi qualcosa" (cit.).

Mauro Lanari

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/09/2023 15.29.55
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  17/07/2021 23:47:19
   7½ / 10
Dopo "Carnage", Polanski porta al cinema un altro film di impianto teatrale (tratto da una pièce teatrale a sua volta tratta dal noto romanzo di Sacher-Masoch), questa volta ambientato interamente in un teatro e con appena due attori.
Continuo vortice in cui si dipana una dialettica servo-padrone con molteplici scambi di ruolo.
Non è semplice realizzare un film di questo tipo, ma il risultato è ottimo, merito di un grande regista e di un'ottima coppia di attori.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  07/01/2019 20:00:25
   7 / 10
Dopo "Carnage" Polanski ritorna a dirigere un'opera minimale nelle ambientazioni e nei protagonisti. Scontato dire che, regia a parte, la buona riuscita era legata essenzialmente all'interpretazione dei due protagonisti e in questo senso Amalric e la sempre conturbante Seigneur ne escono in maniera trionfale.
Non è facile realizzare film così minimali che siano allo stesso tempo di qualità, il cineasta c'è riuscito per la seconda volta, realizzando una pellicola che a mio avviso può essere apprezzata anche da un pubblico mediamente mainstream.

gemellino86  @  26/12/2018 10:03:45
   7 / 10
Bel film girato con solo due attori. Affronta temi particolari ma anche molto attuali. Bravissima Emmanuelle Seigner. Consigliato.

antoeboli  @  26/12/2016 14:23:08
   4 / 10
Film psicopatico , che ho avuto verso un certo punto difficoltà a comprendere il suo scopo finale.
Bella la fotografia , tra l altro con un unica location , che è quella di un teatro parigino , e molto bravi i due attori , che non sono dei fenomeni di Hollywood, perciò il merito va ancora di più...ma per il resto un bel bho.
dovrebbe essere un dramma personale , ma vuole anche essere un thriller di quelli pesante ,fatto sul contesto dello spettacolo Venere in pelliccia , quindi vi ritroverete immersi in una mole spaventosa di dialoghi da palcoscenico .

Cianopanza  @  22/08/2016 13:01:41
   8 / 10
Che mano ha Polanski! Due attori (Mathieu Amalric è letteralmente un suo sosia!) e il testo. Ritmo teatrale. Certo, aver letto il libro aiuterebbe a capire certe critiche, certe interpretazioni e certe allusioni, ma poco importa... Ottimo gioco delle parti tra i due, finale con la tipica impronta del regista.

KitaVerde  @  07/03/2016 10:16:55
   9 / 10
Tutti questi voti bassi per questo film? Poi devo vedere medie alte per film come l'attimo fuggente o la vita è bella? Maa..comunque, Polanski dimostra ancora oggi dopo una vita piena di problemi, che sa fare cinema in modo perfetto. Ancora una volta il regista scava nell'animo umano, cucire e scucire il pensiero di una persona, il dialogo che passa da finzione a momento di verità assoluta. "Spogliare" così i 2 protagonisti da renderli reali. Un film magistrale nella messa in scena e ovviamente tutto il resto è oro. Un teatro, 2 attori e il film è fatto. Basta poco ragazzi per fare una pellicola di spessore. Preciso.

topsecret  @  05/09/2015 14:14:37
   6 / 10
Nonostante l'alchimia che si instaura tra i protagonisti la storia si dimostra essere poco coinvolgente e a tratti confusa, culminando in un finale dal sapore beffardo ma, a parere mio, un po' criptico.
Buona la regia di Polanski ma storia piuttosto lenta, di non facile digeribilità, sufficiente però per l'impegno dei due interpreti.

marcogiannelli  @  21/06/2015 20:38:55
   7½ / 10
Una buona prova di Polanski in un film raffinato e atipico, ma sempre interessante e facile da seguire...i temi sono i soliti di Polanski e lo stesso attore credo che sia stato preso per la somiglianza con il Roman giovane

BrundleFly  @  19/06/2015 19:46:59
   6 / 10
Uno dei film di Polanski che meno ho apprezzato.
Se l'esperimento di "Carnage" era ben riuscito, qui ci troviamo di fronte a un film che perde di interesse abbastanza in fretta. Apprezzabile l'idea di sperimentare un cinema meta-cinematografico-teatrale, ma in questo caso la storia è davvero poco coinvolgente.
Buona la sinergia tra i due protagonisti.

Federico  @  01/03/2015 11:10:39
   7 / 10
film brillante con due ottimi protagonisti, soprattutto la seigner. Ad ogni modo ad alcuni può risultare un po' pesantuccio come sempre quando un'opera si basa sui dialoghi e poco altro.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  13/02/2015 19:18:35
   4 / 10
Purtoppo Polanski continua sulla falsa riga di quanto fatto per "Carnage", girare tutto un film in un unico ambiente. Non è questo il reale problema, ma la pochezza dei contenuti e il poco coinvolgimento alla vicenda.

impanicato  @  03/02/2015 23:55:42
   7 / 10
Polanski continua nel suo "restringimento" e questa volta realizza un film di qualitá con soli due attori ed una location. Tecnica, se cosí si puó chiamare, giá utilizzata in altri film precedenti come il suo primo lungometraggio "Il coltello nell'acqua", con soli tre attori, e l'ultimo "Carnage", con quattro.
Come per queste pellicole, anche questa gli riesce particolarmente bene, utilizzando la maestria che possiede per attrarre lo spettatore allo schermo, e ci riesce bene. Aiutato anche dalla base, un libro autobiografico dell'800, crea un crescendo di emozioni per chi guarda e chi recita difficile da non percepire.
C'é da dire che senza le performance magistrali dei due attori, Mathieu Almaric e soprattutto la bellissima e sensuale Emmanuelle Seigner, che il film non risulta troppo pesante e ridondante. Anche se verso la fine sono stato colpito da un po' di stanchezza.
Consigliato a tutti, in particolare agli amanti del regista.

lupin 3  @  28/01/2015 13:06:30
   8½ / 10
Una vera sorpresa, non perdetelo!

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  18/01/2015 00:23:58
   7 / 10
Un teatro e due immensi protagonisti che riempiono la scena per un'ora e mezza. Si recita un copione, si interseca la realtà si torna ancora al copione recitato in un vortice di emozioni, di passioni, di sottomissioni all'universo femminile: fino al sospirato finale che della sottomissione all'altrui volere e del masochismo è la raffigurazione più emblematica...

Goldust  @  13/01/2015 11:12:04
   6½ / 10
Un ambiente spoglio, solo due attori in scena, un gran gusto nei dettagli e la solita, spiccata volontà tipica del regista di scandagliare l'ambiguità umana in ogni sua forma. Come e meglio che in Carnage, il suo film precedente, la dimensione teatrale ne è il fulcro, e se il gioco della seduzione tra i protagonisti funziona gran parte del merito va ad essa riconosciuto. Certo, sostenere 90 minuti così non è impresa facile e dopo un inizio incantevole in cui spicca un meraviglioso piano sequenza che ci accompagna all'interno del teatro in cui la storia si sviluppa il canovaccio fatto di continui capovolgimenti di fronte tra "vittima" e "carnefice" diventa anche ripetitivo, e la noia ogni tanto affiora.
Onore però agli interpreti, bravissimi.

Oskarsson88  @  10/01/2015 01:00:45
   7½ / 10
Bello, sensuale e un po' disturbato. Difficile fare film con due attori soltanto che reggano la baracca.

william sczrbia  @  09/01/2015 23:17:39
   6½ / 10
Meglio di carnage, ma non un gran che,come gli ultimi di pol...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  10/12/2014 10:25:19
   7 / 10
Dopo l'esperimento teatrale di "Carnage" Polanski si spinge oltre passando da quattro protagonisti in un appartamento a due protagonisti sopra un palcoscenico. Stavolta offre una rilettura del romanzo da cui nasci il sadomasochismo.
Se mi avessero presentato il film in questo modo sinceramente l'avrei evitato, ma visto che si tratta del buon vecchio Roman un'occhiata gliela do'.
E non me ne sono pentito... è un viaggio sull'universo femminile e su quanto sia difficile capirci qualcosa. Essere schiavo e padrone al tempo stesso di una cosa che non ci appartiene. Il gioco di seduzione tra i due bravissimi protagonisti è avvincente e riesce a non annoiare il pubblico (anche se la sala è vuota).
E il prossimo film? Il monologo di un poeta chiuso in bagno?

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  02/12/2014 12:29:16
   7 / 10
Il cinema d'autore spesso tende a trasformarsi in qualcosa di autoreferenziale, è un rischio comune e normale e non ne facciamo una colpa a Roman Polanski. Ogni grande autore ritiene spesso di avere idee brillanti, quando in realtà non so né più né meno che normale respirazione dell'intelligenza e della creatività di chi si occupa costantemente di cinema, un "mestiere" a volte certo discutibile.

Ciò detto, pur non ritendendolo il capolavoro che è parso a molti, VIP è un film a suo modo delizioso, frutto di un'esperienza condensata nei minimi termini di un plot classico a due attori, in cui chiaramente il protagonista è ciò che non c'è, è sempre alluso, fino alla (bella) scena finale. Un film sulla possibilità del cinema (e del teatro ovviamente) di creare atmosfera, di utilizzare ogni risorsa per trasformare qualcosa in qualcosa d'altro, prerogativa dell'umano. Dai rumori extradiegetici (che strizzano l'occhio al fantastico di Lubitsch e soprattutto Vigo) allo stile recitativo della Seigner, il film sa giocare su questa tematica continua del provare dolore e piacere allo stesso tempo, sull'esporsi al graffiante tocco del cinema per suggerne quella passione misteriosa con cui ci incantiamo per non pensare alla vita reale (costituita ancora una volta dai telefonini, come in Carnage). Splendido il ritratto del francese colto medio, splendida qualche battuta, in un film che alla lunga può sviare l'attenzione, colpa una certa artificiosità. Esperimento riuscito, ma non oltre il "buon film vala la pena subirlo".

Niko.g  @  01/09/2014 10:56:40
   7½ / 10
Masochismo.
Il termine fu coniato dallo psichiatra Richard von Krafft-Ebing durante l'osservazione dello squilibrato Leopold von Sacher-Masoch che, proprio come De Sade, era affetto da una patologia finita dritta dritta nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Polanski, scherzando e facendo sul serio, racconta con beffarda e pungente ironia le dinamiche innescate dal masochismo, giocando tra realtà e finzione con quello che è sì un dramma teatrale, ma allo stesso tempo una formidabile e grottesca commedia.
La sua regia non è mai statica, si muove dal palcoscenico al dietro le quinte, senza annoiare mai.
Ben lontano dalla volgarità e dalle perversioni oggi dilaganti nella subcultura malata del web, il film è tuttavia consigliabile solo a un pubblico maturo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 03/09/2014 11.50.14
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  06/05/2014 20:21:41
   8½ / 10
Sublime opera che con arguta intelligenza mette in scena il rapporto uomo-donna, attraverso le battute di uno spettacolo teatrale. Come da abitudine per Polanski, la scenografia è estremamente limitata, e gli attori pochi, in questo caso solo due.
Ad un occhio attento non può sfuggire la cura dei particolari, dalle riprese per finire ai dialoghi. Tutto in questo film richiama l'arte. Straordinari i protagonisti, al pari dei doppiatori.
Se stufi delle solite proposte, visione obbligata.

dagon  @  04/05/2014 20:09:06
   6 / 10
Esercizio metateatrale di Polanski. Il continuo gioco di rimandi, con vago sentore di narcisismo, è accentuato dal fatto che la protagonista femminile è la Seigner e il protagonista maschile, Almaric, è il sosia del regista da giovane. Tema interessante e teoricamente appassionate. ...ma, in tutta sincerità, mi sono annoiato a morte.

GianniArshavin  @  03/05/2014 23:30:02
   8 / 10
Nonostante gli 80 anni e i pochi soldi a disposizione Polanski riesce a tirar su un film spettacolare ,pregno di significati ,nettamente superiore a tante produzioni più pubblicizzate e considerate.
Una sola location , due attori e tante citazioni e simbolismi sono la base di un'opera culturalmente elevata ma mai astrusa e compiaciuta. Polanski tramite dialoghi calibrati e accattivanti immerge lo spettatore in questa sfida fra intelligenze,in questo confronto fra sessi.
I tanto decantati temi del masochismo e dell'erotismo ci sono e vengono qui trattati con cognizione di causa senza mai scadere nel volgare; Polanski analizza aspetto come il rapporto fra padrone e posseduto o fra dominatore e dominante , complessi e spigolosi argomenti affrontati dal regista con competenza tramite l'utilizzo del mondo teatrale e della messa in scena del romanzo che da il nome all'opera.
Venere in pelliccia è inoltre un film fortemente surreale e questa componente emergerà, prepotentemente, durante il passare dei minuti soprattutto grazie alla trasformazione dei personaggi. Gli attori infatti sono solamente due ma i personaggi a cui daranno vita saranno due, tre o quattro a seconda anche dell'interpretazione personale.
La perdita dell'identità , il dissolversi delle certezze, il ruolo della donna e la caduta nella paranoia sono tematiche care al regista e qui riproposte in maniera più sottile ma sempre efficace. Il finale è indicativo sotto questo aspetto e a molti non sfuggiranno i rimandi a vecchi successi del cinema polanskiano.
Il titolo come detto è colmo di citazioni intellettuali (da Freud alle baccanti) o ad alcuni film del regista ("L'Inquilino..." e "Luna di fiele") e non è casuale la spaventosa somiglianza dell'attore maschile con il Polanski di 40 anni fa.
Proprio gli attori sono un'altra lieta nota del prodotto , con il desolato e tronfio Almaric e la stupenda ed enigmatica Seigner bravissimi nel sorreggere da soli la storia.
Anche il lavoro sulla caratterizzazione dei protagonisti è di grande caratura: Malgrado la breve durata ci sembrerà di conoscere da una vita i due attori , nonostante il continuo scambiarsi dei ruoli e la natura misteriosa di Wanda.
Mi fermo qui con questo sproloquio , anche se ho trattato solo alcuni degli elementi proposti, e vi consiglio caldamente di recuperare questo titolo , ingiustamente snobbato sebbene sia l'ennesima perla di questo grande autore.

Alex22g  @  30/04/2014 13:47:26
   10 / 10
Polanski è un grandissimo regista e lo dimostra ancora una volta con questa commedia divertente ed intelligente come poche. Superbi anche i due attori e...non serve altro . Splendido

david briar  @  01/04/2014 23:49:57
   7½ / 10
Dopo Carnage,Polanski continua ad ambientare i suoi film in un unico luogo,stavolta con soli due attori,in un teatro.

"Venere in pelliccia" dimostra che Polanski nonostante l'età e i suoi guai con la legge,è ancora quello di sempre,geniale regista di capolavori di genere diverso(Chinatown,Rosemary's baby,L'inquilino del terzo piano ma anche il più recente "Il pianista" con cui ha finalmente vinto l'Oscar,forse è il miglior lavoro sull'olocausto di sempre),capace di trasmettere messaggi stratificati partendo da situazioni e storie piuttosto semplici,e di inquietare lo spettatore riflettendo sui lati oscuri dell'animo umano.E sebbene dopo 50 anni di carriera le idee non possano essere infinite e se lo si conosce un po si capisce dove vuole andare a parare,la straordinaria caratteristica di sconvolgere con poco e identificare se stesso e chi guarda con ciò che avviene sullo schermo è rimasta invariata,e invidiabile per qualsiasi regista attuale.

Il film appassiona in modo particolare nel suo continuo crescendo,in un divertente continuo scambio fra dominatore/dominato,schiavo/padrone e addirittura uomo/donna.Il ritmo rimane sempre alto e ben costruito,con un'ottima regia con le inquadrature tipiche di Polanski e una sottile colonna sonora.
La recitazione è di altissimo livello:Almaric ricorda tantissimo Polanski,ed è evidente sia stato scelto per questo,è molto bravo ed esilarante quando deve recitare male,o nel ruolo di donna;Emanuelle Seigner è perfetta per il ruolo,sexy e intelligente al punto giusto,capace di ammaliare con un semplice sguardo.Per quanto ho visto io,è la miglior performance dell'anno.

Si poteva mostrare di più andando più a fondo,il finale funziona seppur con una lieve punta di insoddisfazione,avrei preferito se avesse mostrato un degrado maggiore,e ho pensato accadesse visto le evidenti citazioni a "L'inquilino del terzo piano",purtroppo mi ha un po' deluso in quel frangente.
Anche così,rimane una pellicola capace di perturbare e inquietare su quelle che potrebbero essere le nostre perversioni,e di colpire grazie al riuscito alternarsi di finzione e realtà.
Qualcuno ha detto che ormai dirige con il pilota automatico e in parte è vero,ma anche così "Venere in pelliccia" è un film molto polanskiano e affascinante,senza dubbio fra i migliori dell'anno..

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  25/03/2014 17:07:05
   7 / 10
L'ultima fatica di Polanski è un film dall'ambientazione essenziale con due soli protagonisti che però riempiono la scena totalmente.
Una storia che tratta dei rapporti tra uomo e donna sia nella vita sia nella finzione.
Non il miglior film di questo regista ma certamente merita una visione.

TheLory  @  21/03/2014 19:42:17
   6 / 10
Ma che ne so se mi è piaciuto!!! il film è strambo forte, tipo una piece teatrale dentro al film o viceversa, come le bambole dentro alle bambole russe, come si chiamano, le taraskosky mi pare. c
comunque, bando alle matasse, il film non è mica tanto male, un pò soporifero se non mangi pane e teatro (io modestamente sono attrice e sceneggiatrice di opere teatrali), ma ha il suo fascino. da guardare per allargare i vostri orizzonti

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  18/03/2014 21:29:23
   7½ / 10
Ambientazione scarna, quasi spoglia, un set con due soli attori che gradualmente diventa qualcosa di irreale. Malgrado l'apparente semplicità del contesto scenico, l'adattamento teatrale di un testo letterario rappresentato in forma cinematografica dimostra una certa complessità di base. Se poi aggiungiamo un ribaltamento continuo dei ruoli, vittima/carnefice, schiavo/padrone, dominatore/dominato con evidenti contaminazione della realtà biografica stessa di Polanski (non si può far certo finta di un Amalric alter ego del regista stesso, la Seigner sua musa e compagna nella vita), ecco che il gioco di si fa complesso e stratificato al pari se non forse in misura maggiore all'Inquilino del terzo piano, pellicola che ha più di un qualcosa in comune con quest'ultimo lavoro insieme forse a Luna di Fiele. Altra ottima pellicola per un regista che ha raggiunto una maturità tale da non sbagliare quasi più un colpo.

TheLegend  @  17/03/2014 22:09:49
   6½ / 10
Adattamento cinematografico di un'opera teatrale abbastanza riuscito ma forse un pò piatterello in alcune parti.

Lory_noir  @  16/03/2014 15:49:10
   7½ / 10
Mi piace questa svolta minimalista di Polanski, che riesce ad essere qui più convincente che in Carnage, ma forse meno incisivo. Decisamente un buon film.

barone_rosso  @  10/03/2014 20:58:12
   4 / 10
Polanski ha fatto dei gran bei film, ma probabilmente quell'epoca è finita. Ora, pieno di sè all'inverosimile, si lancia in puri esercizi di stile, mescolando teatro e cinema (in malo modo fra l'altro) provocando solo una gran dormita. Vai in pensione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  24/01/2014 14:57:16
   9 / 10
Grazie alla bravura della moglie, e di un Amalric che è l'inquietante sosia di Polanski stesso com'era 30 anni fa (all'epoca dell'inquilino del terzo piano), Polanski arriva a ottant'anni a girare, tutto raccolto dentro un'unica location, una pellicola che è la summa del suo cinema, e può intendersi, in questo senso, il suo testamento definitivo, o il suo capolavoro.
Mettendosi in gioco personalmente come uomo, entro i limiti distanzianti del grottesco, è a rischio di essere tacciato di misoginia, per il modo in cui umilia il maschio (Ferreri docet) e al contempo eleva la donna a sovrumana portatrice di sciagura (Vanda è una biblica Lilith).
In realtà è sopraffino assistere a come i piani scivolino fluidamente uno nell'altro, tesi e antitesi, realtà e finzione, persona e personaggio, accusa e apologia, in un trionfo di ambiguità che è di per sé claustrofobico.
E' questa l'essenza del miglior Polanski: che con i suoi claustrofobici film prova a esorcizzare una profonda paura di ciò che è polimorfo, cangiante e inafferrabile, come la natura femminile è, e sempre sarà, agli occhi dell'uomo.

paride_86  @  09/01/2014 03:55:49
   8½ / 10
Polanski confeziona con due soldi un film intenso ed eccezionale, nel senso vero nel termine, puntando i riflettori sulla lotta dei sessi. L'impressione è che il personaggio femminile sia più divino che umano e i debiti con la tragedia greca sono molti.
Recitato benissimo, almeno stando al doppiaggio italiano.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  30/12/2013 12:43:02
   7½ / 10
Un'alta grande riuscita per il maestro Polanski. Cinema da camera, tutto recitazione e dialoghi, corpi e desideri che si dipanano su un palcoscenico tra realtà e fantasia. Una lotta uomo donna il cui vincitore non può che essere...

Da rivedere in lingua originale.

il.razziatore  @  15/12/2013 15:44:26
   7½ / 10
Visto in lingua originale da quel tocco in più che rende giustizia a degli attori bravissimi che danno carisma alla storia. Resti incollato tutto il tempo allo schermo.

Sicuramente da rivedere per capire meglio dei passaggi un po strani.
Il finale mi ha un po deluso, speravo continuasse e invece... titoli di coda!
mah, non sono certo un esperto quindi immagino di essere io a non aver capito :)

Sicuramente consiglio di vederlo.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR alexava  @  10/12/2013 12:03:29
   9 / 10
Ancora non riesco a capacitarmi come con poco più di un quarto di dollaro, si possa tirare fuori un film di questo livello.

Il film è ancora più squisitamente delirante di Carnage, ma ha la metà dei personaggi (da quattro a due) e la metà delle location (da due a una, in Carnage si era preso addirittura il disturbo di girare un esterno).

Si gioca tutto su dei confini che si stabiliscono tra degli artisti e i personaggi che manovrano. In un turbine di delirio erotico, questi confini mano a mano sfumano, regalandoci un finale a sorpresa e assolutamente esplosivo.

Una fotografia molto curata (te credo, 'na location sola!) e una regia che volutamente non si lancia in virtuosismi per servire due interpretazioni magistrali, il che sottolinea lo stampo teatrale dell'ultimo periodo di Polanski. Molto buono il doppiaggio italiano, soprattutto la performance di Emanuela Rossi.

il risultato è un film ironico, a tratti spassoso, e audace. Uno dei più brillanti degli ultimi tempi.

Non vedo l'ora di vedere il prossimo che secondo un'ANSA sarà un monologo girato tutto in primissimo piano.

sydd  @  09/12/2013 15:06:27
   8 / 10
Eccellente rappresentazione dei turbamenti inconsci di un uomo, che vengono fatti emergere con violenza proprio dalla protagonista di questi turbamenti, la donna. Il tutto con grande maestria registica e un crescendo di emozioni, culminanti nei minuti finali.

jiko  @  01/12/2013 11:43:35
   8½ / 10
Un esercizio di intelligenza e ironia, Polanski confeziona una sofisticata e raffinata versione cinematografica di una commedia teatrale, tutta giocata sui dialoghi, l'ironia e il gioco erotico, l'ambiguità dei ruoli e l'ossessione del protagonista. Davvero intrigante e affascinante il modo in cui le posizioni dei protagonisti si ribaltano di continuo, sempre in bilico tra realtà e finzione teatrale. Emmanuelle Seigner davvero bravissima nella sua interpretazione, forse la migliore interpretazione femminile di questo 2013, a mio parere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gardner  @  30/11/2013 22:58:08
   9 / 10
Film sontuoso che gioca con le citazioni (letterarie e cinematografiche) per sottoporci una versione ancora più cruda e spoglia del sempiterno pathos polanskiano: l'inferiorità maschile di fronte alla complessità e al magnetismo femminile (da luna di fiele in giù). Amai lerci e Seigneur perfetti ma comandati dal filo inflessibile del regista. Il tempo stringe e Roman corre subito all'essenziale. Tanti commenti ignorantelli si fermano alla superficie e ci vedono solo un apologo erotico del masochismo

marcodinamo  @  26/11/2013 18:55:31
   7½ / 10
Polansky prosegue con successo il filone del teatro al cinema. La Seigneur divina!

flackie76  @  26/11/2013 00:46:02
   8½ / 10
inserisco un commento tratto da una recensione che meglio rappresenta secondo me il film di Polansky...

"Il teatro diventa vita e la vita diventa teatro in una spietata metamorfosi che, passando da uno all'altra, si nutre di puro Cinema."

Film molto particolare ma a mio avviso veramente bello!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  22/11/2013 21:40:16
   8½ / 10
Il primo suggerimento è il suono delle porcellane traballanti, del cucchiaino che gira nella tazzina. Non c'è nessun caffè, ma è come se ci fosse: Lui e Lei fingono ma è come se vivessero.

"Come se" è un po' l' espressione verbale della suggestione. La suggestione che ustiona; non meno ardente del puro tattile, né del puro visibile, per i nostri sensi fragili.
Il silente dispotismo femminile vive tutto di suggestioni, degli interstizi fra il carnale e l' immaginabile, fra il corporeo e l' inavvertibile.

Polanski non è più madre, è ostetrica. Maneggia il cinema con carezzevole rassicurante brutalità, senza affanni, senza euforie.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/11/2013 01:31:04
   6½ / 10
La prima cosa che sorprende è la somiglianza fisica di Almaric con il Polansky di venti anni fa, ma questo lo sapevamo già... strapiace questo saccheggiare a mò di libero adattamento il testo di Von Masoch, la cui modernità è inversamente proporzionale alla sua riuscita. Il film nella prima parte è perfetto perché si crea quella tensione erotica perversa e letteraria per cui giustamente riversiamo onde di nostalgia verso quei tempi in cui l'eros era ampiamente suggerito dai dialoghi e non dalle degenerate vesti di un film hardcore. Gli attori sono davvero bravi, la Seigner in particolare ha ancora eros da vendere, e la fotografia illumina un proscenio vuoto dove sotto sotto si celano insospettabili tributi al cinema di Ophuls, di Micheal Powell, magari perfino Marcel Carnè (v. epilogo).
Il problema è che il cinema che funge da accomodamento per il restyling teatrale di un'opera letteraria finisce per diventare un pretesto piuttosto narcisista, e alla lunga poco affidabile. Qui si racconta oltretutto l'empatia repressa, diciamo Schnitzleriana, verso quel Doppio (sogno, incubo) che diventa l'estatica dimensione della razza umana.
Va tutto bene, perché il film è impeccabile, ma si giostra su schemi troppo risaputi e, verso la fine, monoliticamente teatrali. Sicuramente meglio allora una riflessione sul cinema come quella fatta da Leo Carax, rispetto agli standard cerebrali e ammiccanti del sadomasochismo di Polanski

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  21/11/2013 23:19:32
   6 / 10
Essere tra i più grandi registi viventi spinge questi ultimi a fine carriera a lanciarsi in sfide apparentemente impossibili.
Come Francis Ford Coppola ha trovato di stimolo il nuovo cinema indipendente, Polanski si è lanciato della più grande sfida per un regista di cinema: gli adattamenti teatrali.
Se ne "La morte e la fanciulla" riusciva a costruire un vero film riuscendo a far dimenticare l'origine teatrale della sceneggiatura, in "Carnage" e soprattutto in "Venere in pelliccia" questa impronta resta molto forte.
E' inutile girarci intorno il teatro in tv non funziona, così come non funziona qualsiasi tenativo di riproposizione in ambito cinematografico a meno che non ci sia un vero fuoriclasse dietro la macchina da presa come Polanski.
La sfida è stata vinta del tutto con Carnage, qui però si osa troppo, i personaggi passano da 4 a 2 e addirittura l'ambientazione è una sala teatrale quasi a volerci ricordare ogni secondo che il tutto è tratto da una pieace.

Si potrebbe parlare per ore sulla profondità del soggetto di questo film, sulle mille sfumature dei personaggi o sulle varie interpretazioni ma faremmo mere costatazioni.
Polanski come con Carnage, lavora su testi molto forti, di sicuro vicini alle sue tematiche ma di grande impatto e già abbondantemente collaudati a teatro appunto.
Il suo tentativo è divulgarli tramite lo strumento cinematografico, va detto che questa volta il gioco non riesce.

Il film è verboso ed eccessivamente lungo, in Carnage si limitava tutto a 75 minuti, qui si osa e si supera l'ora e mezza, inoltre si entra troppo nel simbolico e i personaggi restano distaccati sebbene divinamente interpretati.
C'è poco gioco di regia, in Carnage Polanski giocava molto con gli stacchi di camera provando e riuscendo a dare ritmo alla narrazione, qui si limita alla ripresa e ben pochi sono i guizzi.
Insomma "Venere in pelliccia" annoia, stanca ed è di difficile visione.

Emerge un Polanski che vuole battere se stesso e gioca sempre sul più difficile ma sembra anche che in questo adattamente non abbia messo la stessa attenzione e preoccupazione che aveva riposto in Carnage e i risultati sono evidenti.

FILM MOLTO DIFFICILE.

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/11/2013 01.18.45
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  19/11/2013 12:55:30
   8 / 10
Dimostrazione di bravura (se mai ce ne fosse stato bisogno) di Polanski, che con soli due interpreti (ma un solo protagonista) riesce a scarnificare la mente di Thomas, mettendo in dubbio i suoi precetti morali e le sue certezze artistiche. In bilico fra Masoch e Shakespeare tutto ciò che poi ne emerge - alla grande - è il sempreverde inquilino del cinema psicanalitico. Chapeau.

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Ultima risposta 10/12/2013 12.50.24
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ianez  @  19/11/2013 12:08:59
   7 / 10
Film difficile, di certo non consigliabile se si è in vena di commedia brillante, però costruito e girato con sapienza e con una sceneggiatura davvero tosta e conturbante. Ottima la scelta deglia attori, perchè senza la loro qualità recitativa il film avrebbe perso 3/4 del valore e non sarebbe stato così godibile il continuo gioco di ruoli. Bravo Polansky anche perchè sa far finire il film giusto quando inizia a diventare stopposo.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Febrisio  @  18/11/2013 21:47:48
   6 / 10
Il dialogo è convincente, spesso fuorviante tra copione e realtà, o solo tanta .. :-) ... Ciò che lo rende meno appetibile non è il suo senso, ma è la velocità dell'interloquire dei due protagonisti. E tra il non capire, te ne prego ripetimi l'ultima frase, ups ne me son persa un altra, il film scorre lasciando tanti dubbi da sgrovigliare alla prima visione. Sebbene il giorno seguente ti svegli, e qualcuno che ti aggrada ti svela: e se fosse solo

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER il tutto sembra cogliere sempre più una forma, ma la fatica è parecchia, e il mio compenso avaro.

Polanski sei proprio bravo, ma non ti ho digerito, e sotto quella pellicia in verità ho voglia di sbirciare per vedere che hai visto e godere quanto te, perchè per ora mi son solo perso nel suo pelo.

Larry Filmaiolo  @  18/11/2013 19:12:36
   7½ / 10
sono di parte. Polanski è il mio regista preferito.
Questo è soggettivo.
Ma Polanski è anche l'ultimo grande araldo del cinema Sensato Europeo. questo è comunque soggettivo, anche se mooooolto meno.
La Seigner è una gn.occa spaziale eccitante oltre ogni immaginazione, questo è più che oggettivo.
Questo film mi è piaciuto, non mi ha per nulla annoiato, mi ha stimolato sotto più punti di vista ma soprattutto ha favorito in me un dibattito interior/riflessivo sul sempiterno simbolismo dei sessi, il loro rapporto nella più atavica struttura e sulle relative morbosità. Finale con citazione euripidea, orgasmo bacchico, sfiora l'8.

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Ultima risposta 07/11/2015 13.20.19
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gringo80pt  @  18/11/2013 09:33:38
   2 / 10
A 2 giorni dalla visione ho ancora la nausea di un film che nei primi 10 minuti affascina per la grande recitazione teatrale, ma che immediatamente dopo appesantisce la visione fino allo sfinimento, che sfocia in una bella dormita: un film, 2 attori, 1 sola location non possono trasferire energia e godimento cinematografico.

In sala presenti 5 persone: 4/5 si sono arresi dopo 20-25 minuti, dormendo a più riprese in modo convinto. Io ho resistito per giustificare il prezzo del biglietto e per orientare al meglio lo spettatore, che leggerà questo commento: non fatevi fregare dalla media alta!

Andate a vedere "Questione di tempo".

COLLASSANTE

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Ultima risposta 18/11/2013 12.30.09
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suzuki71  @  17/11/2013 22:38:17
   9 / 10
Un film ancora più unico e particolare rispetto a Carnage, in un intreccio inestricabile di letteratura, teatro e cinema, recitato benissimo e con una sceneggiatura incredibile, se aggiungiamo un omaggio finale al genio di Fellini: bellissimo!

marimito  @  17/11/2013 21:03:04
   7½ / 10
Pochi attori, anzi solo due.. un teatro quale unico ambiente di scena.. teatro e cinema che si sovrappongono e spesso si confondono.. realtà e finzione quale dinamica fondamentale dell'esistenza umana.. una indagine sull'intimo sentire umano cui spesso Polanski ci ha abituati.. passaggi di ruoli come passaggi di stile.. al solito chapeau a lui..

Sestri Potente  @  17/11/2013 20:22:36
   8 / 10
Cinema di classe quello di Polanski, che dopo il bellissimo "Carnage" torna a dirigere una storia ambientata in una stanza (più precisamente un teatro) con un numero di attori che si conta sulle dita di una mano (addirittura due!).
Eccezionali i due protagonisti, che recitano a grande intensità una storia sull'amore e sull'ossessione.
Insomma, un film che solo Polanski poteva dirigere...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/11/2013 22:56:18
   8 / 10
Polanski è arrivato ad una maturità tale anagraficamente e artisticamente che dirige col pilota automatico, un pò come Scorsese (ma i risultati sono a livelli in media più alti del sempre grande zio Martin).
Ora, quest'ultima pellicola è per me al livello di Carnage anche se sempre un gradino sotto l'eccellente "The Ghostwriter": Venere in pelliccia è una rilettura del romanzo omonimo con ambientazione teatrale, solo due attori in scena (entrambi formidabili, la Seigner è migliorata davvero tanto e Amalric è una sorpresa essendomi sconosciuto) e contiene dosi di crudeltà degne del miglior Polanski, con una sceneggiatura tratta da piece teatrale a prova di bomba che scivola in un climax finale di grande impatto.
Sicuramente uno dei film più interessanti sul tema del masochismo, ma anche sull'artista e la sua opera e sulla vita di coppia. E Polanski è il solito mago, pur trattando con ironia e serietà un tema cosi scabroso anche al giorno d'oggi non cede neanche per un attimo alla volgarità ma ammanta il tutto di un erotismo frustrante e appunto masochistico, con una regia perfetta e che non fa sentire il peso dell'unità di luogo e azione o la durata. Il film è verboso ma non sembra parlarsi addosso, come dire... c'è tanta azione nel conflitto tra i due protagonisti che la parola è il veicolo dell'umiliazione, del desiderio e del desiderio di essere umiliati.
Cinema d'alta scuola.

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