van gogh - sulla soglia dell'eternita' regia di Julian Schnabel Gran Bretagna, Francia, USA 2018
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van gogh - sulla soglia dell'eternita' (2018)

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locandina del film VAN GOGH - SULLA SOGLIA DELL'ETERNITA'

Titolo Originale: AT ETERNITY'S GATE

RegiaJulian Schnabel

InterpretiWillem Dafoe, Oscar Isaac, Mads Mikkelsen, Rupert Friend, Niels Arestrup, Stella Schnabel, Patrick Chesnais

Durata: h 1.50
NazionalitàGran Bretagna, Francia, USA 2018
Generebiografico
Al cinema nel Gennaio 2019

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Trama del film Van gogh - sulla soglia dell'eternita'

Dopo oltre vent'anni dall'uscita del film su Basquiat, il regista Julian Schnabel torna a raccontare la grande arte, questa volta portando sul grande schermo con Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità gli ultimi e tormentati anni di Vincent Van Gogh. Un ritratto dell'irrequieto pittore olandese - qui interpretato da un sorprendete Willem Dafoe - dal burrascoso rapporto con Gauguin (Oscar Isaac) nel 1988 fino al colpo di pistola che gli ha tolto la vita a soli 37 anni. Un frangente di vita frenetico quello preso in considerazione, che ha portato a momenti molto produttivi e alla conseguente creazione di capolavori che hanno fatto la storia dell’arte e che tutt'oggi continuano a incantare il mondo intero.

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Voto Visitatori:   6,41 / 10 (23 voti)6,41Grafico
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Voti e commenti su Van gogh - sulla soglia dell'eternita', 23 opinioni inserite

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DarkRareMirko  @  07/12/2021 23:51:10
   8 / 10
Momenti alla Malick abbastanza riusciti, pieni di natura e melodie, dialoghi interessanti, ottimo cast (in ruoli atipici peraltro, si veda Mikkelsen prete o Amalric baffuto che posa per il quadro) con un Dafoe perfettamente calato nel ruolo (il suo viso si presta del resto ai più vari ruoli, reali e/o immaginari, vedi Pasolini o il Goblin di Raimi) che risulta bravo e credibile.

Il ritratto filmico dedicato al grande talento Van Gogh, in questo caso pittorico, diretto da un altro pittore, Schnabel, che ha fatto anche il regista.

Perfetto visto in accoppiata con Loving Vincent.

Invia una mail all'autore del commento eddiguff  @  29/11/2020 18:22:55
   5½ / 10
Inquadrature tremolanti e qualche blackout avrebbero dovuto coinvolgere lo spettatore e farlo entrare nella mente del pitttore? Mah! A me questo film ha lasciato un senso di vuoto, di qualcosa di incompiuto.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  27/10/2020 21:47:11
   6½ / 10
Per quanto la storia di Van Gogh sia di per sè affascinante e carica di emozioni, ho trovato la regia di Schnabel davvero invadente ed a tratti irritante. Le inquadrature storte, fuori fuoco, traballanti, le frasi ripetute, insomma: mi hanno distratto invece che trascinarmi ulteriormente nella storia. Anche la teoria dell'omicidio e quella del presunto blocco di schizzi ritrovato (entrambe ipotesi improbabili) sono una sua scelta d'effetto discutibile. Grandissimo invece Da Foe, ottimo Mikkelsen, discutibile Isaac (dopo il suo personaggio nell'ultima trilogia di Guerre Stellari, non riesco a sopportarlo). Probabilmente Da Foe ha interpretato un ottimo Van Gogh: la storia l'avrei preferita diversa. Ma in effetti non si tratta di una biografia vera e propria.

marcogiannelli  @  07/03/2020 17:51:29
   7 / 10
Ho fatto fatica ad amare particolarmente questo At Eternity's Gate, che senza dubbio si discosta dal classico biopic, ma che nel provare a rappresentarci i demoni di uno dei pittori più celebri di sempre tenta un approccio ai limiti del poetico, ma un poetico troppo ridondante.
E lo fa in modo coraggioso, per carità, ma non per questo pienamente riuscito.
La descrizione che Schnabel (di cui vedo per la prima volta un film) fa di Van Gogh è quella di un uomo che provava ad amare la vita in tutta la sua essenza. Ad esempio vediamo un momento in cui il pittore dipinge delle radici in cui solo lui vede della bellezza. Tutto sommato una persona che non chiedeva nemmeno tutta questa approvazione, gli bastavano il fratello e poche persone a cui era affezionato. Ma il mondo vedeva in lui un uomo che provava a fare l'artista senza (a loro parere) esserlo veramente, oltre a vederci un mezzo pazzo. Ma in fin dei conti era un uomo semplice e anche abbastanza infantile, legato a cose su cui gli adulti han perso la magia.
E la magia traspare anche nei suoi dipinti, che ritraggono qualcosa di vero ma sempre visto attraverso un filtro che gli permetteva di metterci una magia al suo interno.
E tutto ciò che gli veniva spesso rimproverato, come la celerità nel dipingere, la grossolanità dei colori quasi argillosi o il ripassare più volte su uno stesso punto del dipinto sarà la base per il suo successo.
Schnabel non è d'accordo con la ricostruzione più accurata della morte del suo protagonista, prova a infittire il mistero attorno a quell'evento tragico che portò via il pittore olandese.
E' proprio l'analisi della persona ad essere la cosa più interessante attorno a questo film, il voler restituire un'immagine un pò diversa da quella che è consuetudine se si parla di Vincent Van Gogh.
Ovviamente il dolore è significativo, così come quella dose fortissima di follia.
Bravissimo in questo Willem Dafoe, vero fenomeno ed MVP, capacissimo di entrare in empatia con il suo personaggio e a restituirne un quadro incredibile.
Le campagne francesi fanno da sfondo, in un periodo in cui in sala abbiamo visto 1917 che le sfruttava a sua volta.
La regia di Schnabel è ambiziosa ed è piena di inquadrature a mano, sghembe, dei primissimi piani e di inquadrature sempre diverse, così come una fotografia continuamente cangiante, come l'animo del protagonista. Ecco, sarà anche qualcosa che in molti hanno visto come virtù del film, ma per quanto mi riguarda a volte i virtuosismi mi hanno scollegato dalla pellicola. Questo perché la tendenza a soffermarsi su alcune scene o alcune situazioni hanno fatto perdere ritmo ad una pellicola che poteva tranquillamente durare 20 minuti in meno.
Il sonoro è molto coerente con la scelta stilistica e questo tono acre.
Peccato, perché quando si parla di arte e quando vediamo Van Gogh intento a dipingere (mai i suoi dipinti migliori, sempre sullo sfondo, perché anche quelli meno famosi sono per lui importanti) il film regala emozioni.

AMERICANFREE  @  23/12/2019 19:09:37
   7 / 10
Onirico e poetico questo film , consigliato non a tutti , io adoro questi film particolari. Grandissimo Dafoe, interpretazione da oscar.

Mauro@Lanari  @  04/10/2019 18:16:51
   5 / 10
Schnabel prov'a tradurre tensioni, inquietudini, difficoltà di van Gogh mediante l'uso della cinepresa, che dovrebbe farci vedere la realtà con gl'occhi del pittore così come lui la vedeva. L'inquadrature in soggettiva e in controluce, traballanti, sghembe, sfocate vogliono proiettarci dentro la vita dell'uomo e dell'artista. Ma è questo il vero van Gogh? La persona ch'emerge dai suoi scritti (diari e lettere) oppure dai suoi lavori (quadri, schizzi, ritratti)? Non c'è traccia del furibondo, ossessivo, delirante, vorticoso mulinare pittorico ed esistenziale che l'ha consegnato alla storia. Esso viene qui rimpiazzato da una propensione per una (cristologica*) estaticità che fors'è presente nelle sue riflessioni ma non nella sua arte. Ad aggravar'il risultato, il film s'affida troppo alle parole, ricorrendo spesso a lunghi pedanti dialoghi esplicativi.

*L'aggiunta dell'aspetto cristologico s'esplicita iniziando dalla conversazione di Dafoe con Mads Mikkelsen: quest'ultimo aveva già interpretato il ruolo di prete ne "Le mele di Adamo" (Jensen 2005), mentre Dafoe aveva già recitato nei panni del Nazareno sia con Scorsese ("L'ultima tentazione di Cristo", 1988) sia con Ferrara (nel metaforico "New Rose Hotel" del 1998).

Mauro Lanari

becky8  @  23/09/2019 18:08:54
   7½ / 10
Film bello e poetico... come un quadro di Van Gogh

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/09/2019 23:33:35
   7½ / 10
Racconto poetico e onirico degli ultimi anni di vita di Van Gogh. Sicuramente quello rappresentato ottimamente da Willem Dafoe è uno dei piu' "normali" di quelli visti al cinema. Oltretutto si da' una luce diversa all'incidente che ha portato alla morte del pittore, per molto tempo passato come suicidio e ad oggi qualche mistero rimane.
Un film non per tutti sicuramente ma che rimarra' per molto tempo, il miglior ritratto dell'artista Olandese dopo "Brama di vivere" di Minnelli, che comunque ritengo superiore a questo.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  31/05/2019 00:36:42
   6½ / 10
Schnabel si concentra sul Van Gogh artista - anima inquieta che cerca di mettere su tela la sua visione del mondo - e non perde tempo su particolari biografici, alcuni non del tutto chiari, come la morte del pittore.
La regia però è a tratti fastidiosa, perché ricorre a una camera a spalla molto mossa anche in scene statiche, dando un effetto "ubriacatura" continuo, e non mirato ad alcune sequenze.
Nel complesso è un buon film, ben fotografato e con un bravo Willem Dafoe.

bongha  @  01/05/2019 22:11:21
   4 / 10
Peccato, non si può vedere sciupare un potenziale bel film dalla mano tremolante del regista, mi è venuta la nausea a vederlo, inaccettabile

TheLegend  @  01/05/2019 03:33:46
   6 / 10
Non è un brutto film ma la visione non è proprio leggera.

Vegetable man  @  03/04/2019 16:29:27
   6 / 10
Un critico ha detto che nei quadri di Van Gogh gli alberi hanno le convulsioni. La stessa cosa si potrebbe dire per la regia di questo film, che tenta di riprodurre con una certa audacia lo stato allucinatorio in cui Van Gogh presumibilmente visse negli ultimi anni. Il film ha i suoi momenti, ed una bella fotografia, ma in conclusione risulta troppo sfilacciato e privo di mordente.

Mezzo punto in meno per aver propagandato due storie relative a Van Gogh che sono state ampiamente screditate dagli esperti.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/02/2019 05:17:47
   7 / 10
Alla fine Schnabel, regista per cui provo a seconda dei suoi film odio e amore, è riuscito a convincermi, mettendo molto di suo e facendo del "suo" Van Gogh forse il ritratto più incisivo e profondo dai tempi di "Brama di vivere" di Minnelli. Il film mi ha ricordato quasi l'operazione Oscar Wilde da parte di Rupert Everett. Girare in stile "Dogma" (ma credo non si usi più questo termine) può irritare, alcuni dialoghi sullo sfondo dell'erotismo (v. Il dialogo col prete) fanno spazientire chiunque, eppure la bellezza di un'arte che diventa ragione di vita, e che la società di allora non capisce, è resa magnificamente. Non per nulla la fotografia tocca vertici molto alti. E Defoe? Bravo, a volte sembra sopraffatto dal suo personaggio, com'è che mi ricorda tanto il Gesù apocrifo di un vecchio film di Scorsese?

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/04/2019 22.55.45
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marimito  @  29/01/2019 20:49:47
   6½ / 10
Un film molto interessante ma anche molto molto lento.
L'essere di Van Gogh, o forse sarebbe meglio dire la sua stessa essenza stessa, il suo rapporto ossessivo con la luce, con la natura e con Gauguin sono rappresentati divinamente, anche se i frequenti e repentini movimenti della cinepresa fanno quasi venire il mal di mare.
Forse anche un pò troppo lungo; un film così lento, se anche lungo, induce alla sonnolenza.

ValeGo  @  19/01/2019 18:37:12
   6 / 10
Una bella interpretazione di Dafoe. Bellissimi i paesaggi e l'idea di far vedere allo spettatore con l'occhio del pittore. Quei colori vivaci, quei panorami selvaggi. Una vera e propria fusione con la natura. Peccato che a tratti il film risulti un pò lento e le scene sfocate a mio parere sono troppe.

LoPsichedelico  @  18/01/2019 01:02:43
   6 / 10
Film molto pretenzioso. il regista vorrebbe infonderci la "pazzia" di Van Gogh tramite immagini suggestive e/o sfocate. In parte ci riesce, ma non abbastanza. Purtroppo non coinvolge, rimane freddo e piatto. Bella la ricostruzione scenografica, molto realistica, ma non basta. Non mi ha preso, mi ha annoiato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Aliena  @  15/01/2019 17:26:24
   7 / 10
Questo film è pretenzioso (come Schnabel) a tratti convincente (come Dafoe) e decisamente disturbante (come Van Gogh)
L'idea del film è quella di ricreare la vita del complesso artista e di farla esperire allo spettatore (per quanto possibile) attraverso riprese che ne ricreano il disagio, il giallo, la bellezza, la malattia, il vento, l'incomprensione, la solitudine e il colore frustato con la tempera sulle tele come unico mezzo di sollievo reale.

E direi che riesce nel suo intento.
Ero un po' infastidita e mi sono abbioccata a più riprese.

Promemoria: non mangiare panino falafel, spritz, pacchetto di pop corn, barretta cioccolatino milka e sacchetto di M&m's prima di visioni impegnative)

Appunto: mi sono piaciuti assai i personaggi 'collaterali' nota di merito a Gauguin

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  14/01/2019 10:38:44
   6 / 10
Frammenti di vita in bilico tra genio e follia agglomerati in uno script privo del giusto afflato drammatico, in cui a spiccare per eccellenza è il volto sofferto di Willem Dafoe, e, per urticante autocompiacimento, la regia di Julian Schnabel. Camera a mano ed obiettivo sfocato per sottolineare il disagio del pittore olandese, un esercizio di stile fine a se stesso reso più digeribile da un contesto panoramico di grande effetto , da un incedere in cui il pensiero di Van Gogh viene estrapolato in modo convincente, anche se forse troppo slegato da una visione d'insieme meritevole di una composizione meno abbandonata al sapere dello spettatore.
Passano bene l' emarginazione, come l' insofferenza unita alla tragica consapevolezza, manca però qualcosa che riesca a dare un aspetto agiografico più umano e meno artisticamente distaccato.

mrmassori  @  09/01/2019 09:22:45
   7½ / 10
l'ho trovato veramente un buon adattamento biografico, e mi ha trasmessso ciò che il regista ha intenzionalmente ideato e costruito in modo tale che lo spettaore si calasse nella parte di un genio disatattato, angosciato dalla vita e dalle persone che gli stavano accanto e le quali non comprendevano la sua arte poichè ancora non erano pronte a guardare e capire le sue opere che erano fin troppo per il proprio tempo. La camera traballante, lo schermo diviso a metà con la visione di ciò che noi percepiamo della realtà e la realtà offuscata che arrivava dritta alla mente di van gogh per essere trasmutata e codificata ein qualcosa di sublime e che potesse rimanere in eterno. Bello davvero e grande Willem Dafoe.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  06/01/2019 12:55:58
   5½ / 10
Schnabel usa la camera da presa come un pennello scaturito direttamente fuoriuscito dagli occhi di Van Gogh. Le immagini mistiche, dalla fotografia sferoidale e sokuroviana si accavallano alle parole sconnesse di Vincent, tutt'uno con la luce e la natura, in un impatto malickiano dalle forme fluide della mente. Il colore si fa scultura materica, decisione impellente, bisogno fisico permanente, follia emostatica che a intervalli priva la mente di Vincent del sangue della consapevolezza e della realtà. L'estetica visionaria e lucente però non coinvolge, si sbarazza di orpelli narrativi per vagare o correre come Vincent incontro all'oggetto del desiderio. Colpisce solo come un cinema inanimato, senza coltello fra i denti, senza pugni in faccia.

Wilding  @  05/01/2019 11:48:03
   4 / 10
Sarebbe tutto estremamente interessante se la tremolante mano del regista non facesse venire il mal di mare a gran parte della sala. Non per tutti certo, l'andatura lentissima annoia molti, i lunghi silenzi, persino il video spento con la voce dell'immenso artista a far da protagonista assoluta, ma molti lo apprezzerebbero se non avessero la nausea!! Che bisogno c'è di sbatacchiare a destra e manca la telecamera?!!!

5 risposte al commento
Ultima risposta 01/05/2019 22.16.44
Visualizza / Rispondi al commento
Tuttounpo85  @  03/01/2019 17:40:15
   9 / 10
Non per tutti premetto,questo film ci catapulta con primi piani,inquadrature sbilenche molti silenzi,attraverso la triste vita del grande Vincent Van Gogh,artista non compreso ai tempi amico di gaugain;ci fa sentire nelle prime scene la sua povertà,il freddo che aleggiava nella sua abitazione,i calzini e le scarpe rotte e come sarebbe proseguita tristemente la sua vita fino al gesto che lo portò al manicomio.coppa volpi meritata all' attore William Defoe veramente da non perdere

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/09/2018 21:08:25
   6½ / 10
Non il solito biopic, anche se Schnabel scandisce gli avvenimenti senza che la cronologia influenzi il ruolo cardine di questo lavoro, cioé il rapporto tra Van Gogh e la sua arte. Lo smisurato di amore del pittore per la natura che ritraeva in maniera incessante per celebrarne la bellezza. La frustrazione di aver seguito fin dall'inizio una vocazione, ma non essere apprezzata praticamente da nessuno. Stati d'animo contrastanti che Schnabel mette in evidenza grazie all'apporto di un Willwm Defoe particolarmente ispirato e vero valore aggiunto della pellicola. Il rapporto tumultuoso con Gaugin e l'affetto del fratello, unici punti di riferimento aldifuori della pittura e che sono tra le presenze più importanti della sua vita. Da gustarsi fino in fondo anche il dialogo tra Van Gogh ed il prete interpretato da Mads Mikkelsen.

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