un ragazzo d'oro regia di Pupi Avati Italia 2014
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un ragazzo d'oro (2014)

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locandina del film UN RAGAZZO D'ORO

Titolo Originale: UN RAGAZZO D'ORO

RegiaPupi Avati

InterpretiSharon Stone, Riccardo Scamarcio, Cristiana Capotondi, Giovanna Ralli, Guia Zapponi, Viola Graziosi, Tiziana Buldini, Christian Stelluti

Durata: h 1.42
NazionalitàItalia 2014
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2014

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Trama del film Un ragazzo d'oro

La storia è quella di Davide Bias (Riccardo Scamarcio) un creativo pubblicitario col sogno di scrivere qualcosa di bello, di vero. Convive quotidianamente con ansia e insoddisfazione: per tenerle a bada, solo le pillole. Neanche la fidanzata Silvia (Cristiana Capotondi) sa come sollevarlo dalle sue insicurezze. Quando il padre, uno sceneggiatore di film di serie B, improvvisamente muore, da Milano il giovane si trasferisce a Roma dove incontra la bellissima Ludovica (Sharon Stone), un'editrice interessata a pubblicare un libro autobiografico che il papà di Davide aveva intenzione di scrivere....

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Voto Visitatori:   5,23 / 10 (13 voti)5,23Grafico
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Voti e commenti su Un ragazzo d'oro, 13 opinioni inserite

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Commenti negativiStai visualizzando solo i commenti negativi

Sbrillo  @  25/05/2018 17:39:07
   4½ / 10
gran bel film inutile, con una Stone sprecata (ed ancora mi chiedo perchè abbia accettato di partecipare a questo film) ed uno Scamarcio al limite del ridicolo in alcune scene.... storia e trama senza pathos... noioso e bocciato

DarkRareMirko  @  16/01/2017 17:07:56
   5½ / 10
Effettivamente il peggior film di Avati, banale, poco assemblato e poco pensato.

Vale solo l'elemento del conflitto col padre (che torna spesso nella filmografia del maestro emiliano), ben emblematizzato dai coraggiosi discorsi di Scamarcio ("...i genitori a volte rompono perchè hanno paura che i figli possano essere migliori di loro"), e proprio per la verve di quest'ultimo, sempre più maturo e completo come attore (notevoli le sue crisi violente).

Mediocre; la Stone è bella ma la sua presenza conta poco.

Rollo Tommasi  @  08/11/2016 09:37:09
   5 / 10
Film lento e sconnesso che rinuncia a sviluppare le premesse ambiziose e finisce ironicamente per auto-avverare il fallimento esistenziale del suo insulso protagonista.
La trama interessante da msitery-movie è completamente soffocata da uno script di improbabile fattura, stilizzato e drenato di ogni emozione, una recitazione sciatta in linea con la caratterizzazione incompiuta dei personaggi (Sharon Stone è una comparsa disorientata che non ci crede, a cominciare dal casto e malinconico accavallamento di gambe che rimane strozzato in gola a molti spettatori; Cristiana Capotondi è esilissima, quasi invisibile; Scamarcio, stordito e sgrammaticato - poco credibile come talentuoso scrittore - è stato capace di indossare unicamente lo sguardo a mezz'asta delle afrodisiache occasioni di "Tre Metri sopra il Cielo") e perfino la colonna sonora di Raphael Gualazzi, con il suo gradevole motivetto, irrompe sulla scene sempre fuori tempo.
Le verità indispensabili che voleva comunicare il film (il suicidio,la malattia mentale, la depressione, il rapporto tumultuoso padre figlio che si scioglie nel perdono) sono brutalizzate, scaraventate e copia-incollate nei paragrafi sbagliati di una pessima sceneggiatura, degna del meno ispirato Achille Bias.
Lancio una proposta come fosse un messaggio stinto infilato in una bottiglia: Pupi Avati riscriva l'opera con altri autori ed attori in un onesto auto-remake...
Bocciato

Goldust  @  30/12/2015 17:41:02
   4½ / 10
L'ultima fatica di Avati è un filmetto poco più che inutile, mal recitato e privo di un vero e proprio filo conduttore. Sull'incomunicabilità genitori - figli non dice nulla di nuovo mentre le nevrosi ed i fantasmi personali del suo protagonista, un aspirante scrittore senza autostima, sono affrontati con poca cura e parecchio sprezzo del ridicolo. Chiude il cerchio la presenza della Diva Stone, un bel colpo commerciale e poco altro; ovviamente viene abbordata da Scamarcio, in una scena che definire imbarazzante è poco. Per non parlare della Capotondi: oltre ad essere di una sciattezza infinita non sembra proprio in grado di esprimersi in un registro diverso da quello comico-adolescenziale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  06/10/2015 16:10:59
   5½ / 10
Un semplice messaggio lasciato in eredita' dal Padre diventa motivo di ossessione per un giovane scrittore abituato ai fallimenti. Inizia un gioco d'amore/odio con il Padre che lo portera' alla follia.
Inizialmente il film appare avvincente e misterioso ma nel suo procedere lento mostra segni di involuzione.
Forse la causa è nella scelta del cast poco in forma? Sicuramente la piu' inappropriata è la Capotondi.
Cosi' cosi...

fabri70  @  24/09/2015 12:40:07
   5 / 10
Molto lento...ma grazie all ottimo regista si lascia guardare....se lo vedi dopo le 22 l abbiocco e' assicurato

lester66  @  21/09/2015 22:57:01
   3 / 10
Film inutile recitato svogliatamente da tutti compreso Scamarcio... non si salva, a mio modesto parere, nemmeno la fotografia in genere punto forte di Avati. Che dire può darsi non abbia compreso il messaggio ma sinceramente credo di aver perso due ore della mia vita... Totalmente sconsigliato

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eruyomè  @  09/07/2015 00:11:33
   5½ / 10
Non così male come avevo letto in giro.
E' più che altro l'idea alla base che è interessante, e potenzialmente ricca di spunti.
La realizzazione lascia un po' a desederare però. Ritmo lentissimo e veramente troppo pesante. Recitazione troppo didascalica, azioni e rapporti tra i personaggi scollati dalla realtà, senza senso. Evoluzioni degli stessi troppo repentine e non verosimili. (l'abisso della malattia non funziona per nulla purtroppo, manca decisamente un approfondimento a monte, essenziale alla credibilità della cosa).
Rimane il nocciolo vero, questo rapporto mancato padre/figlio che, pur reso in modo incompiuto, commuove a tratti. Come traspare forte e colpisce il sacrificio finale del figlio, un consapevole annullamento di sè, come espiazione per una ricerca e un perdono tardivi, ma forse anche come ricerca di una ambita pace interiore, da sempre irraggiungibile per un animo irrimediabilmente e cronicamente infelice.

Piccola nota negativa sulla colonna sonora, che ho trovato completamente inadatta, e che ha contribuito alla pesantezza insostenibile di certe scene, già non esaltanti.

Quasi sufficienza per l'intenzione.

Trixter  @  03/03/2015 12:54:39
   5½ / 10
Da Pupi Avati è lecito aspettarsi qualcosa di più. Scamarcio parte bene ma, pian piano, il suo personaggio assume tratti quasi grotteschi, fino ad una malattia mentale del tutto dissonante e buttata in modo maldestro in faccia allo spettatore. Le risse casuali per strada, l'aggressione estemporanea nel parco, scene maldestre, poco fluide e non utili all'economia del film. Insomma, l'isolamento, la discesa negli inferi del protagonista appaiono artefatti e sbrigativi, troppo forzati. Il ritmo della pellicola, poi, non aiuta affatto. Intrigante all'inizio, diviene via via soporifera, con troppe scene sussurrate e al contempo poco intriganti. Insomma, un film volenteroso e dalle buone prospettive ma sviluppato in modo poco attraente.

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