Una giovane coppia, per ragioni di lavoro, deve trascorrere a Manhattan un piovoso fine settimana, ma il loro legame sarà messo alla prova. Lei inizia infatti una relazione con un celebre regista che deve intervistare, mentre lui con una ragazza con cui recita in un film.
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Non nascondo il disappunto per un cinema retrò che costringe un alter-ego trentenne ad ascoltare Irvin Berlin anziché che so Dylan i Led Zeppelin o al massimo Elton John. I rimandi a Fitzgerald e Steinbeck sono evidenti, come quelli a Minnelli (il bellissimo "The clock") e Orson Welles, ma questo Gatsby (?!) spocchiosetto e borghese del protagonista non si regge proprio. Pollice verso per gli interpreti principali, dai comprimari arrivano gradite sorprese. E la confessione della madre di Gatsby vale tutto il film. Per il resto un gradevolissimo e compassato film Newyorkese che non aggiunge molto alla carriera di Allen. Non è "Manhattan" e non si ricorderà nei prossimi decenni, ma mette di buon umore e forse è questo quel che aspettiamo di trovarci in un suo film. Quando imparerà (mai troppo tardi) che i suoi personaggi devono avere la loro identità e non vestire i suoi panni a qualsiasi età anagrafica, torneranno i capolavori di un tempo, forse