under the skin (2013) regia di Jonathan Glazer Gran Bretagna 2013
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under the skin (2013)

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locandina del film UNDER THE SKIN (2013)

Titolo Originale: UNDER THE SKIN

RegiaJonathan Glazer

InterpretiScarlett Johansson, Krystof Hádek, Robert J. Goodwin, Paul Brannigan, Michael Moreland, Scott Dymond, Jeremy McWilliams

Durata: h 1.44
NazionalitàGran Bretagna 2013
Generefantascienza
Tratto dal libro "Sotto la pelle" di Michel Faber
Al cinema nell'Agosto 2014

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Trama del film Under the skin (2013)

Salvata in extremis dalla morte da un enigmatico Bad Man, una giovane aliena viene mandata sulla Terra con il compito di annientare l'umanitŕ. Assunte sembianze da donna e il nome di Laura Flynn, comincia a seminare vittime per le colline scozzesi ricorrendo al sesso, unica arma a sua disposizione. Con il passare del tempo, perň, Laura comincia ad assaporare i benefici apportati dall'essere umano e inaspettatamente mostra i primi segni di un tenero sentimento quando č attratta  da un uomo di mezza etŕ, andando contro agli scopi per cui era stata mandata sulla Terra.

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Voto Visitatori:   5,54 / 10 (60 voti)5,54Grafico
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Voti e commenti su Under the skin (2013), 60 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Mauro@Lanari  @  19/09/2023 15:08:38
   7½ / 10
Nel '92 Gray pubblicò il bestseller "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere", il libro di terapia coniugale e di coppia più venduto nella storia (oltre 15 milioni di copie). Glazer ne riprende l'assunto, in gran parte vero, della guerra dei sessi alieni l'uno all'altro, e non lo fa in stile "black comedy" alla Danny DeVito ('89), bensì inscenando la metafora alla lettera com'una "Guerra dei mondi" fantascientifica. La forma espressiva da lui adottata è quella a noi già nota per la sua attività da filmmaker dei videoclip di Radiohead, UNKLE, Massive Attack: suggestioni impressionistiche ed evocative al posto di narrazione fluida e lineare, tempi rarefatti, approccio fra il cerebrale e il cervellotico. In "Under the Skin" la Johansson più si spoglia e più è inguardabile, però ha il pregio di Schwarzy nella saga di "Terminator": qui la sua inespressività è funzionale al ruolo. E il lungometraggio, come riporta RT, è "un'inquietante esperienza visiva [e sonora]", ipnotico per chi non cede all'ipnoinduzione. L'atmosfera allucinata, un po' primo Lynch e un po' primo Cronenberg, con cui Glazer materializza il proprio simbolismo è indimenticabile: la mantide religiosa che cattura le prede sprofondandole e segregandole nel liquame della seduzione carnale, il loro svuotament'organico con la pelle che alla fine implode, la vulnerabilità di lei all'emozioni umane, la sua prima stilla di sangue causata dalle spine d'una rosa donatale, la pietas per un giovane affetto da neurofibromatosi sino all'inevitabile ribaltamento dei rapporti di forza tra vittima e carnefice, e la purezza della neve che diventa chimerica. Misantropo, misogino e misandrico quant'il Vinterberg de "Il sospetto" (2012), ideologicamente un po' superficiale, filmicamente a sprazzi fascinoso.

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ferzbox  @  25/11/2016 19:47:36
   4 / 10
Partiamo subito dal fatto che quello che dovrebbe essere il colpo di scena finale non è un colpo di scena.....l'avevo capito tipo 5 minuti dall'inizio del film?...forse anche meno....
In secondis la cosa che caratterizza tale colpo di scena non è stata approfondita nemmeno un pochino, è stata buttata la senza alcun senso e senza alcun significato.....
Poi.....facciamo finta che la scena finale non è la cosa che valorizza davvero il film....allora perchè metterla come scena finale?.....poi, facciamo finta che la bellezza della pellicola stava nello stile visionario e nella regia.....orrendi entrambi; Lynch da questo punto di vista sa sorprendere; Tsukamoto anche......ma ci deve stare qualcosa che abbia un senso, che stimoli perlomeno visivamente, che susciti qualcosa.......ma questo lavoro cosa dovrebbe suscitare?....sinceramente me lo sto ancora chiedendo; l'unica cosa che mi ha "suscitato" sono state le tette di Scarlett Johansson( e pure il culò).....
Il cinema d'autore a me piace, ma quando è davvero vuoto e senza senso mi incavolo sul serio; una noia mortale per non arrivare a un cazzò.....ma come si fa a scrivere sulla locandina"CAPOLAVORO".....MA DE CHE?....nel vedere una donna che rapisce le persone e le fa entrare ogni volta in una stanza per immergerli in un liquido scuro e ....

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Vado a cena.....basta.....

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Ultima risposta 26/11/2016 14.34.19
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Scuderia2  @  19/01/2016 00:12:05
   1 / 10
Se l'Ente Turismo Scozzese non ha querelato regista e produttori,questi possono ritenersi fortunati.
Intanto il furgone e la TV sono anonimi:i brand in questione hanno chiesto in post-produzione l'eliminazione del loro nome perché non volevano avere nulla a che fare con questa m.erda di film.
Vengono rappresentate una Glasgow e una Scozia in preda a un'emarginazione hooligan tale che anche gli alieni si suicidano.

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wuwazz  @  04/11/2015 11:32:34
   4 / 10
Un film che sfrutta qualche buona idea visiva, riproponendola e allungandola nei tempi di ripresa.

Per il resto: meriterebbe 1 solo per la spocchia del regista nel gridare in ogni sequenza: "guarda, questa è arte, stron2o"

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Ultima risposta 04/11/2015 16.17.10
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mainoz  @  09/10/2015 09:58:12
   5 / 10
E' un film astratto, di lynchiana memoria, vuoto,sceneggiatura inesistente, immagini della Johansson e di uomini (le sue prede) nudi. Un'operazione commerciale che merita una visione solo per I ripetuti nudi integrali della Johansson che e' incredibilmente sexy. Se vi piacciono I film astratti meglio "Inland Empire" o "Strade perdute", almeno ci sono dialoghi intriganti, giochi di luce e atmosfere surreali.

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Ultima risposta 18/10/2015 16.36.29
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Danny85  @  06/03/2015 18:51:05
   6 / 10
Parte bene, incuriosisce.
Il ritmo è da subito lento e la maggior parte delle inquadrature dura parecchio senza che succeda nulla. Ma è un film intellettuale artistico, quindi va bene così.
Il problema nasce a circa un'ora, quando le azioni cominciano a ripetersi senza avere sviluppi.
La prima parte è interessante, perché passo passo spiega un pochino per volta le motivazioni, ma poi all'improvviso, nella seconda parte, si blocca tutto e l'unico scopo del regista è di farci capire quanto questo "alieno" si stia pentendo di quello che sta facendo, oltre ad altri elementi che non ho voglia di descrivere.
Comunque quella magia intellettuale-artistica, che era notevole nella prima parte, va a sparire completamente e infatti il film diventa ostico.
Peccato perché poteva essere molto più interessante e coinvolgente.
Ho preferito The Congress, che è tutto diverso e non c'entra niente con questo Under the Skin, però è uno di quei film intellettuali del 2014 che hanno avuto poco successo. A differenza di Under the Skin però, The Congress è a suo modo vincente e scioccante.
Under the Skin non mi ha lasciato nulla. Peccato.

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Ultima risposta 09/03/2015 12.18.03
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  28/02/2015 16:08:56
   7½ / 10
Io sottoscrivo pigramente il commento del collega qui sotto, abbassando però il voto di mezzo punto a causa della scarsa coesione della sceneggiatura: io non sono un amante degli spiegoni, però nel momento in cui accenni a cosa succede agli uomini rapiti ed ammaliati dalla Scarlettaliena, non puoi non aggiungere un minimo di dettagli in più sul perché di tali rapimenti. Bravissima Scarlett in un ruolo molto, molto complicato, basato tutto sulla potenza di sguardi e silenzi. Incredibile che un film così coraggioso sia stato addirittura fischiato a Venezia.

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Ultima risposta 06/05/2021 16.05.23
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nazgul  @  02/02/2015 16:59:43
   5½ / 10
se vi capita improvvisamente davanti Scarlett Johansson nuda che si vuole fare una sveltina con voi tranquilli non avete preso un acido ma state vedendo UNDER THE SKIN.

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Ultima risposta 02/02/2015 17.18.21
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Dompi  @  03/10/2014 17:06:52
   4 / 10
Nel trailer italiano viene detto: "Innovativo, sconvolgente, stupefacente, un capolavoro, visionario, straordinario."

Poi ad un certo punto appare 'sta frase: "Forse abbiamo trovato l'erede di Kubrick."

Meglio star calmi potrei trasalire di brutta maniera.
Partiamo con gli aspetti positivi del film: colonna sonora sontuosa, perfetta direi. Una colonna sonora incredibilmente sinistra, inquietante ed efficace nella sua semplicità. Colonna sonora fantastica, davvero magnifica. Poi c'è l'interpretazione della Scarlett. Interpretazione malinconica, spenta e persa. Ma tutto ciò giova al film. Giova come non mai. Per concludere c'è la parte visiva, spettacolare per certi versi, per altri sembra di assistere veramente ad uno spot televisivo ben orchestrato. La fotografia fa la parte da leone nel film, i colori e gli ambienti racchiudono ed esprimono al massimo gli stati d'animo convulsi e straniati della protagonista.

Poi abbiamo il resto. E qui è il peggio.
La narrazione è svolta su eventi sequenziali e ripetitivi che verso l'inizio del film catturano l'attenzione dello spettatore per poi rivelarsi fasulli e insensati. Non viene spiegato nulla per tre quarti del film, il tutto si risolve negli ultimi minuti con il dispiegamento della pelle srotolata dalla protagonista che si rivela allora essere di sembianze non umane. Sarà un alieno? Cos'è?

Non viene spiegato dal regista. Non viene spiegato nulla ripeto. E' tutto lasciato alle sensazioni dello spettatore. Ma un certo Kubrick, ormai citato di forza leggasi la prima parte dello scritto, diceva:
"Il modo più potente per far capire a una platea il tuo punto di vista è di prenderla per i sentimenti, non per la mente. Certo, è un modo molto più pericoloso di scrivere, perché se il pubblico non riesce a scoprire ciò che vuoi dire, rischia di restare perplesso e disturbato alla fine del racconto."
Qui succede la stessa cosa, Gazler affida alle sensazioni dello spettatore il giudizio finale del film, giudizio finale per forza di cose incompleto e non totale poiché gli elementi proposti non sono tali per poter giudicare effettivamente il risultato del tutto.


Gazler ci ha provato ma manca il resto. La Scarlett non si è mai spogliata in un film, lo ha fatto in questo. C'è da domandare alla bella attrice se ne sia valsa la pena, perché a me sembra un'occasione sprecata e solo una scelta insensata.

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Ultima risposta 05/07/2015 23.59.36
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Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  03/10/2014 09:30:58
   3 / 10
Pretenzioso, noioso, ripetitivo.
Glazer non è ancora pago della propria arroganza pseudoautorialcinematografica. A 9 anni dal flop di Birth (che recuperò in extremis un pareggio di budget grazie a una distribuzione capillare a livello mondiale, imposta da produttori e distributori che non accettavano l'idea di trovarsi fra capo e collo un debito di quasi 20 milioni di dollari) presenta un nuovo flop (e questa volta sembra improbabile il pareggio di budget in extremis) infinitamente più deludente del già mediocre Birth e trasudante un'arroganza autoriale che mal si concilia con il genere di prodotto concepito e realizzato. Discreta fotografia, bravina ma non entusiasmante la Johansson, pessima sceneggiatura (e non si confonda la quasi totale assenza di dialoghi con la definizione di pessima sceneggiatura - la sceneggiatura è pessima perché viola sistematicamente la maggior parte delle regole della grammatica cinematografica e il risultato purtroppo si vede).
La regia è imbarazzante, non perché Glazer non sappia come posizionare una macchina da presa, ma perché adotta un linguaggio filmico incongruente, in cui l'asetticismo (palesemente voluto) si trasforma in un distacco involontario che non regala nulla allo spettatore e che non coinvolge.
Ad alcuni grandi autori della storia della cinematografia, la violazione delle regole della grammatica cinematografica ha permesso di sfornare dei capolavori... il punto è che Glazer non è uno di questi grandi autori, malgrado il suo priapismo.

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Ultima risposta 13/10/2014 02.37.54
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  10/09/2014 15:07:51
   9 / 10
Glazer annienta le didascalie per mostrarci un (il) cinema dal linguaggio brutale senza il dito puntato a sottolineare o indicare facili scorciatoie allo spettatore.

Inizia con un HAL 9000 di piombo e una lacrima (vera) da un corpo sdraiato in una sala lattea che si ricollegherà a tutte le lacrime successive.

Assecondiamo costantemente un conturbante corpo (alieno) che obbedisce all'imperativo tecnologico elementare di una seduzione funzionale alla raccolta di corpi, imballaggi per funzioni sconosciute. Il sonoro imbutoide ci chiama ad auscultare la meccanica interna del corpo, come accompagnatori silenziosi investiti dalla resa della stessa prospettiva.

La messa in scena sequenziale della seduzione non risponde a canoni estetici o a deviazioni indicate dalla morale delle circostanze, nulla turba la funzione, gli accadimenti, nulla si cura dello scempio fra gli esseri umani barattoli involucri mortali sofferenti, nulla della loro morte, del loro vacuo divertimento, della loro crudeltà.

Il sesso (la promessa del) diventa un tramite illusorio senza compimento, un tranello, una rete da pesca seriale per racimolare corpi, cancellando il qui e ora attraverso un "per", in funzione di.

Si sussegue una catena di tensioni epidermiche dal possibile svolgimento carnale, come promesse mantenute da un epilogo diverso.

Poi il nodo focale, la rotta che piega, la curva che la moto non si aspetta: lo specchio che deforma la tecnologia, il proprio volto, le proprie sembianze non sono più un involucro per il metallo di un meccanismo alieno programmato per una sola specifica funzione, sono "altro", la possibile scoperta di un'evoluzione che a sua volta cambia tutto il (de)corso degli avvenimenti, l'acquisizione dei segni del linguaggio umano non sono più ripetitiva metodica bensì la possibilità di evasione dalla programmazione data dalla scoperta consapevolezza di sé, la seduzione che diventa empatia che diventa curiosità e poi voglia che diventa orrore di una scoperta di incompletezza e la Consapevolezza, infine e sublime*, che incanta attraverso lo specchio di un volto smontato in cui guardarsi faccia a faccia, l'attimo in cui tutto si compie e diventa squarciante, come un corpo finalmente acceso (e incendiato) che attraversa il gelo di una tempesta di neve.

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Ultima risposta 11/09/2014 20.12.40
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bullet  @  29/08/2014 12:11:30
   3 / 10
pessima trasposizione del romanzo di Michel Faber, rimane l'idea di base del libro ma solo pochi dettagli alla fine richiamano ad esso. Certo rimangono impresse l'ambientazione cupa e piovigginosa della Scozia, le musiche inquietanti ed una prolungata assenza di dialoghi ma niente di più. Onestamente poi la presenza della Johansson appare più una trovata commerciale, dichiarando un suo nudo integrale nella pellicola, al solo fine di attirare una fetta di pubblico che al 90 % sarà rimasto deluso ( non dal nudo, anzi) ma dal tipo di film, sicuramente non per tutti i palati. Rimane qualche riflessione sull'aliena che da carnefice diventa alla fine una vittima e sui bassi istinti umani (in questo caso maschili) dove alla fine il sesso rimane l'attrazione e la trappola più idonea per catturarli. Andate a vederlo solo se non avete letto il libro perchè altrimenti come me rimarreste delusi, ma preparatevi probabilmente ad annoiarvi. Non consigliato.

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Ultima risposta 30/08/2014 13.36.05
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