Dopo l'incontro con un UFO, una donna, tradita dal marito e maltrattata in famiglia, comincia a crescere fino a raggiungere proporzioni gigantesche. E si prende la rivincita. Rifacimento in chiave femminista di "Attack of the 50 Foot Woman" (1958) di Nath
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Giusto quel mattacchione di Christopher Guest (il chitarrista Nigel Tufnel della pseudo-band Spinal Tap) poteva dirigere il remake di un micro-cult della fantascienza americana come questo. La pellicola è nettamente superiore all'originale disponendo di una sceneggiatura più approfondita, in particolare nel finale, e soprattutto di una atmosfera decisamente ironica che rende la storia più appetibile. Vedere la supergnocca Daryl Hannah in versione gigante che va in giro poco vestita è sempre un piacere per gli occhi; le fintissime scenografie del deserto e la ridicolaggine degli agenti di polizia (che ancora usano una Studebaker) è un chiaro omaggio alla ingenuità delle pellicole di fantascienza di serie B anni '50 e '60...come a dire che Ed Wood ha fatto scuola. Gli effetti speciali sono semplici ma trattandosi di un film tv dei primi anni '90 vanno più che bene. Interessante anche la connotazione femminista della storia, con una donna che appunto "cresce" non solo fisicamente e si prende la sua rivincita sugli uomini che l'hanno sempre oppressa e le hanno impedito di...diventare grande (bella metafora). Uno spasso filmetto che mi ha divertito. Peccato per il poco felice titolo italiano.
Remake di un film del 1958. Noioso e di con poca sostanza per almeno tre quarti della sua durata, si anima un po' nell'ultima parte, proponendo però effetti speciali e scene senza grande valenza visiva che di certo non contribuiscono ad elevarne la qualità. Nasconde messaggi femministi e di critica nei confronti della famiglia e del rapporto matrimoniale, ma sono concetti stantii, perciò nulla che valga veramente la pena di sottolineare. Daryl Hannah in versione Gulliver non è affatto male da vedere ma neanche lei riesce a sorreggere questo pericolante film tv scialbo e stupido.