umberto d. regia di Vittorio De Sica Italia 1952
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umberto d. (1952)

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locandina del film UMBERTO D.

Titolo Originale: UMBERTO D.

RegiaVittorio De Sica

InterpretiCarlo Battisti, Maria Pia Casilio, Lina Gennari, Memmo Carotenuto, Elena Rea

Durata: h 1.31
NazionalitàItalia 1952
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1952

•  Altri film di Vittorio De Sica

Trama del film Umberto d.

Un anziano funzionario ministeriale in pensione non se la passa particolarmente bene dal punto di vista economico e da quello degli affetti. Vive infatti solo, con un cane e la domestica. Le scarse risorse economiche non gli consentono più quale decoro di vita consono alla sua cultura e al suo decoro. In un soprassalto di dignità decide allora di togliersi la vita per non essere più di peso agli altri, ma sarà il suo cane ad riconciliarlo involontariamente con il mondo.

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Voto Visitatori:   9,07 / 10 (96 voti)9,07Grafico
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Voti e commenti su Umberto d., 96 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  14/02/2007 13:54:37
   10 / 10
Il più alto risultato artistico di De Sica e una delle più profonde opere sulla vecchiaia insieme al Posto delle fragole. Se nel capolavoro di Bergman si mette in luce soprattutto quel desiderio di rimettere in discussione certe scelte della propria esistenza per morire più sereno dando cosi luogo a un flusso di ricordi, l'opera di De Sica parla invece con realismo crudo e non patetico della difficoltà di vivere con dignità di un professore in pensione che ha perso ogni stimolo di vivere e sembra ritrovarlo nell'amore per un povero cane (animale che si rivela quasi sempre più meritevole degli uomini del nostro affetto). Un'opera per una elite, senza sentimentalismi facili che in parte hanno afflitto molto neorealismo (tra cui anche Ladri di biciclette), ma soprattutto (e questo giustifica il mio 10) senza tempo, perchè le tematiche di Umberto D non riguardano solo il triste dopoguerra italiano o un contesto storico analogo, ma concernono tutte le società, ricche o povere che siano, visto che l'incomprensione, la solitudine e spesso il fastidio e la percezione dell'inutilità e del peso che attribuiamo alle persone anziane davvero non conosce barriere storiche o culturali. Uno dei primi 10 film italiani di sempre.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  12/02/2007 16:57:02
   10 / 10
Uno di quei capolavori senza tempo, immenso nella sua semplice storia.
Il film è qualcosa di estremamente struggente e commovente: mostrare la storia di questo povero disgraziato senza puntare al botteghino e parlare con tanta poesia della sua solitudine è indice di grande intelligenza artistica.
Al termine della visione si è un po' spazzati via, come Umberto, il quale viene scosso violentemente dall'aria mossa dal treno, entità debole, ma caparbia, appartenente a un'altra dimensione invisibile, legata indissolubilmente a questo mondo da un affettuoso cagnolino fautore di speranza.

The Monia 84  @  29/12/2006 16:46:20
   10 / 10
Capolavoro assoluto del cinema del dopoguerra, intriso di poesia drammaticità e sentimento

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  18/11/2006 19:07:11
   9 / 10
Un’altra grande opera del cinema italiano targato De Sica.
In quest’opera, la spietata e cruda rappresentazione della realtà, ci viene presentata attraverso gli occhi e la vita di un anziano pensionato, Umberto Domenico Ferrari, che dovrà fare i conti con la fredda e cinica indifferenza di una società, quella del dopoguerra, che sembra non voler guardare i propri limiti, chiusa in un freddo egoismo.
Con questo si sconta la dignità di un uomo, che pur nel suo stato di indigenza, conserva la propria onorabilità, il proprio decoro (indimenticabile il rifiuto morale di elemosinare delegando solo per un attimo al cane quel compito) e poi l’amore per il piccolo cagnolino che si pone come una luce nella sua vita, un ancora di salvezza, insieme alla serva Maria ..così si tratteggiano tutte le tematiche della solitudine, l’indifferenza che circonda chi non è più “produttivo” sottovalutandone l’immensità di esperienze e di valori.
Uno spaccato della realtà del dopoguerra dipinto attraverso le vicissitudini dell’anziano pensionato, a cui tutti sembrano ormai voltargli le spalle, che incontra una miseria di sentimenti così lontana dalla propria nobiltà d’animo ..una visione forte e drammatica, attraverso espressioni che lacerano per la loro profondità, che emozionano per la loro sensibilità, ed infine, quale crudele risvolto della medaglia, che ci mostrano tutto il cinismo, soprattutto attraverso gli sguardi dei ricchi borghesi, che si pongono con freddo distacco ed albagia, verso quell’uomo.
Superba l’interpretazione del protagonista Carlo Battisti (anch’egli non professionista, nella sua prima ed unica partecipazione), capace di infondere con la sua voce e la sua mimica tutta la desolazione che la solitudine e l’indifferenza portano con se ..magistrale la direzione del maestro Vittorio De Sica (ed il suo sodalizio con Zavattini), che con il suo taglio documentaristico, traspone in immagini tutta la drammaticità del racconto.
Capolavoro del neorealismo che rappresenta una delle pellicole più alte nell’affrontare il delicato tema della solitudine in età senile ..da cineteca!

francuccio  @  16/11/2006 20:37:39
   9½ / 10
Capolavoro del neoralismo, un'opera sulla solitudine dell'età senile incarnata nel protagonista, un anziano uomo in pensione, che nelle difficoltà mantiene sempre una dignità impressionante. Dopo anni di onorato servizio come impiegato statale, Umberto è costretto a lottare tra le difficoltà economiche e la profonda solitudine. La forza della disperazione porta il vecchio ad un momento di appannamento e di scarsa lucidità in cui vorrebbe chiudere con un mondo ormai ostile e del tutto indifferente.
La scena in cui prova a elemosinare ai passanti per strada è di una tristezza disarmante.
La regia del film è scarna e disadorna, l'ambientazione è desolante ma efficace ad esprimere la realtà sociale del tempo, Zavattini e De Sica fanno un lavoro eccezionale alla sceneggiatura e il protagonista, Cesare Battisti, attore non professionista, offre un'interpretazione straordinaria e intensa.
Film degno di tutti gli onori.

ds1hm  @  31/07/2006 16:07:04
   10 / 10
L' Umberto D. di De Sica è forse a parer mio ancor più bello di Ladri di biciclette. L'Umberto D. è la trasposizione perfetta su di una pellicola cinematografica della solitudine dell'uomo nell'età senile (a parte il contesto storico, mi sembra spesso di rincontrare tutt'oggi in molti anziani il personaggio del film, stesse solutidini, stesse difficoltà).
L'incapacità dell'anziano di elemosinare ti stringe il cuore così come il rapporto con il suo cagnolino. Bravissimo De Sica nell'aver rappresentato concetti tanto complicati attraverso sequenze di una semplicità disarmante.
La produzione del primo De Sica è sicuramente di uno spessore unico, ineguagliato; la possibilità che ha avuto in questi film di esprimersi in maniera svincolata da esigenze o da compromessi di mercato ha esaltato la sua poetica in modo da plasmare questi film come vere e proprie poesie costituite da immagini.

franx  @  26/05/2006 10:45:14
   10 / 10
Questo film fece veramente imbufalire andreotti.
Disse qualcosa di simile a 'ci piace lavare i panni sporchi in pubblico'.
E' dura quando ti sbattono la vita in faccia (o sulla gobba?).

polbot  @  03/04/2006 11:02:38
   8 / 10
è difficile commentare questo film...un anti-film. Un film sui problemi di tutti i giorni della terza età nel primo dopoguerra? Una follia commercialmente parlando. De Sica centra l'obbiettivo. Lo definirei un film che disturba dentro... a volte fa male vedere e rendersi conto di certe miserie...nn si vorrebbero vedere...così come succede ai molti che girano intorno al povero protagonista caduto in disgrazia.Un film crudo, bello perchè mai strappalacrime......

chiara80  @  29/03/2006 16:26:30
   10 / 10
bello, tenero crudele. io proprio non ci resisto quando guardo questo film e poi che dignità quel vecchietto.bellissimo.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  27/03/2006 12:47:26
   9 / 10
Film crudo, asciutto... che riesce a non cadere in un facile pietismo... la coppia De Sica/Zavattini firma il loro capolavoro assieme a Ladri di Biciclette

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/02/2006 15:27:13
   10 / 10
Zavattini opposte al realismo greve e forse un po' fatalista del neorealismo una visione cruda, efferata della realtà sociale. L'indimenticabile personaggio di Battisti ha una dignità straordinaria, un'eccellente senso del proprio Io, anche quando, nel finale, scivola in un clichè sovietico, à la Cechov, non del tutto giustificabile.
La visione di un Dopoguerra di carenze economiche e diritti calpestati non è prevedibilmente incentrata sugli anziani, ma su una dimensione generale di privazione o sogni irrealizzati. Nondimeno, è un film che generazionalmente provoca ancora dolore, e fastidio, quando l'unica "amica" del vecchio (oltre alla presenza del cane, ricorso fantastico ma esemplificato ai fini nel recente cinema iraniano per es.) è una giovane ignara dell'identià del padre del figlio che attende... questa modernità per l'epoca audace rileva l'assoluta abilità con cui De Sica e Zavattini riescono a imprimere un modello "francese" pur parlando di esperienze nazionali...
E' anche questo il segreto del fascino del film, che resta un'inequivocabile capolavoro del cinema di ogni tempo. Da vedere insieme al suo alter-ego nordico, "il posto delle fragole" di Bergman, che al neorealismo non aderisce, semmai al compito filosofico e teologico della senescenza

Gruppo COLLABORATORI paul  @  10/01/2006 02:52:29
   10 / 10
Semplicemente tra i 10-15 film più belli di tutta la storia del cinema mondiale. Un'amarissima (e vera, purtroppo) riflessione sulla vecchiaia, la vita, la morte. Impossibile non commuoversi. Sotto certi aspetti potrebbe definirsi l'antitesi de "Il posto delle fragole", ma sotto altri (soprattutto il commventissimo finale)le due opere d'arte potrebbero definirsi uguali: nella speranza anche di fronte al nulla, la dignità e la voglia di vivere superiore alla solitudine. Anche un cane può far ritrovare sè stessi. Solo De Sica poteva firmare un'opera così grandiosa. Il settantenne Carlo Battisti che interpreta il protagonista Umberto Domenico Ferrari, non era attore bensì professore di glottologia all'Università di Firenze. Imperdibile per ogni cinefilo e cinofilo.

badovino  @  22/12/2005 19:25:00
   10 / 10
Opera importante e cruda del neorealismo italiano. Titolo fondamentale nella cinematografia mondiale. Umberto D è la storia straziante di un pensionato costretto a rabattarsi e a torturarsi l'anima per riuscire a sopravvivere in un mondo cinico e freddo...in un paese cinico e freddo come l'Italia.Vittorio De Sica da il senso del marciume che può venire a galla nella società tutta....da il senso dell'uomo.....il significato di essere uomo...il significato della dignità umana. Come non commuoversi dinanzi alle ultime scene quando l'anziano signore vuole suicidarsi assieme al suo amato cagnolino...e poi ci ripensa...ci ripensa grazie al cagnetto...non di certo grazie ad una persona umana. Una riflessione unica.......elevata......italiana. E solo un italiano poteva creare un'opera così grande.... in un periodo quale quello del 1952 in cui eravamo da poco usciti da eventi di guerra disastrosi. Ma è soprattutto una riflessione sulla vecchiaia....sul modo di vivere e vedere il mondo da parte degli anziani...una riflessione profondamente umana sulla condizione senile. Sebbene è un film datato anni 50...è sempre un piacere rivederlo....un dispiacere riscontrare che poi le cose oggi tanto cambiate non lo sono.
CAPOLAVORO

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  29/11/2005 19:27:28
   10 / 10
Secondo me il miglior film di De Sica e la punta più alta del neo realismo italiano.
La storia non cede ai facili sentimentalismi e resta cinico e spietato nella rappresentazione della solitudine.
Bellissimo. Imperdibile.

Cuba  @  26/07/2005 00:24:20
   10 / 10
Bello...un capolavoro neorealista. La triste storia di un anziano pensionato e dignitoso alle prese con la dura realtà della vita e della solitudine. Film molto amato dallo stesso regista...film voluto e cercato nonostante il produttore Rizzoli lo volesse boicottare a tutti i costi. Film che quando uscì fu una botta allo stomaco dei borghesi benpensanti...Il governo a nome di Andreotti provò a censurarlo...l'immagine che l'Italia all'estero dava non era quella che si voleva dare...ma purtroppo era l'immagine vera. Ci sarebbe tante cose da dire...vi consiglio assolutamente la visione...è un film che ha commosso fino alle lacrime il grande Chaplin.

CUBA

Invia una mail all'autore del commento lunapapa69  @  06/10/2004 11:40:24
   10 / 10
Straordinaria vicenda di un povero anziano costretto a vivere insieme al suo cane, unico compagno che gli offre vicinanza fisica ed emotiva, un'esistenza ai margini della società. Una società che esclude chi non riesce a tenere il suo passo, che ha come unico metro di giudizio dei rapporti umani il denaro. Davvero commovente la vicenda di Umberto D., un tempo impiegato al ministero del lavoro e ora incapace di fronteggiare le difficoltà economiche: la sua misera pensione non gli consente di vivere in maniera dignitosa. Sfrattato dalla padrona di casa, è solo; nessuno gli tende una mano. Medita il suicidio, recandosi con il suo cane presso un passaggio a livello: ma sarà il suo cagnolino che, divincolandosi dalle sue braccia, gli salverà la vita quasi a significare la volontà di non voler seguire il padrone in questo triste "viaggio" . Per chi ama il cinema dei veri sentimenti e delle sottili analisi psicologiche. Nico

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