to rome with love regia di Woody Allen Spagna, USA, Italia 2012
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to rome with love (2012)

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locandina del film TO ROME WITH LOVE

Titolo Originale: TO ROME WITH LOVE

RegiaWoody Allen

InterpretiWoody Allen, Jesse Eisenberg, Ellen Page, Alec Baldwin, Penélope Cruz, Judy Davis, Riccardo Scamarcio, Isabella Ferrari, Sergio Rubini, Alessandro Tiberi, Alessandra Mastronardi, Alison Pill, Flavio Parenti, Roberto Benigni, Greta Gerwig, Antonio Albanese, Ornella Muti

Durata: -
NazionalitàSpagna, USA, Italia 2012
Generecommedia
Al cinema nell'Aprile 2012

•  Altri film di Woody Allen

Trama del film To rome with love

Quattro episodi - molto liberamente ispirati alle novelle del Decamerone originale - che ripetono lo stesso canovaccio in cui un padre accompagna la figlia a Roma per conoscere la famiglia dell'uomo italiano che la ragazza ha intenzione di sposare.  

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Voto Visitatori:   4,86 / 10 (122 voti)4,86Grafico
Voto Recensore:   6,50 / 10  6,50
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Voti e commenti su To rome with love, 122 opinioni inserite

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pak7  @  01/10/2023 10:51:09
   6 / 10
Omaggio totale alla città di Roma. Allen ci porta in luoghi anche poco conosciuti e lo fa con storie diverse, alcune inverosimili. Il risultato è piacevole, ma non entusiasmante.
Mezzo punto in più per la comparsata di Della Casa, mio personale idolo ("io sono un dottore in legge") di quando ero piccolo.

Filman  @  20/06/2022 10:20:11
   7 / 10
TO ROME WITH LOVE non è il primo film cartolina di Woody Allen, che sembra essere tra l'altro il più distratto e approssimativo dei turisti nel modo in cui vede l'Europa e la descrive. Ma, soprattutto, se è vero che una delle storie è abbastanza idiota e l'altra è sostanzialmente una commedia degli equivoci all'italiana, ovvero la peggiore esistente, gli altri due sono piccoli lampi di surrealismo. Nel complesso, rispetto all'intera filmografia del regista, ci troviamo di fronte ad un film non meno leggero della media, fortunatamente meno noioso e monocorde, più diversificato, originale e che non ha paura di scendere nell'assurdo, cosa che accade sempre più di rado.

Wilding  @  28/03/2020 10:03:26
   7½ / 10
Altra commedia del grande Woody, dalla trama sconclusionata ma comunque piacevole, peraltro sorretta egregiamente da grandi interpreti e una eccellente fotografia della Città Eterna.

waysofmaybe  @  11/12/2019 21:04:19
   7 / 10
Secondo me Roma viene paragonata all'Amore.
Ma la Roma vista con gli occhi di un turista, e l'Amore quello dei vent'anni.
Perché?
Per il titolo (To Rome With Love - vi devo dì proprio tutto).
Ma anche per la sua genuinità e spontaneità, e per le cose che sono edulcorate nello spazio e nel tempo.
Le strade e le storie che si intrecciano, le vite viste da uno scorcio (una rotonda, un servizio televisivo, un dialogo, etc.) o immaginate dopo aver notato un particolare (una persona famosa per qualcosa che ha fatto, un luogo, etc.), il rapporto democratico tra ricchi e poveri (per un turista degli US&A almeno), per come ti porta su e forse all'improvviso ti precipita lo sguardo e non sai neanche perché o come sia successo.
Ma Roma per chi la abita non è così.
Il traffico, ad esempio, è la prima cosa che mi viene in mente: per un romano è l'inferno, per un turista finisce in secondo piano.
Questa cosa mi ha fatto pensare.
L'amore è un ammasso di eventi caotici, incomprensibili ed imprevedibili, non è qualcosa di chiaro: se non hai esperienza e sei un turista, la vedi più pittoresca di quel che è. Non sono tutte rose e fiori (e quando qualcosa è troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è).
C'entra davvero tutto questo col film?
Non lo so.
Non so quale sia il punto, o se non ce ne sia uno, o ce ne siano diversi di punti (nemmeno il mio post arriva ad un punto, lo so), però m'è piaciuto.
E gli attori tutti bravi.

TheSorrow  @  15/01/2019 13:44:10
   5½ / 10
E' un Allen poco ispirato quello che confeziona il proprio omaggio alla Città Eterna, probabilmente il meno incisivo di sempre. Quattro storie senza mordente e prevedibili, con le poche buone idee che rimangono arrotolate su se stesse.
Di positivo direi solo la leggerezza di scrittura, qualche scorcio romano e qualche (raro) scambio di battute. Se vogliamo la bellezza delle attrici femminili, poi poca roba davvero.

Terribilmente inutile l'episodio con Benigni, un reiterarsi della stessa situazione fino al banale finale.
L'episodio Tiberi/Mastronardi è ridicolo, anche qui pochissimo da dire, tutto già visto.
Quello con Woody avrebbe pure qualche potenzialità, ma è gonfio di cliché e non viene fatto nulla per farlo decollare.
Diciamo che Page/Eisenberg è il più alleniano degli episodi, non saprei dire se sia il più riuscito ma è probabilmente quello che emerge maggiormente. Il risultato tuttavia è comunque di una copia sbiadita di un qualcosa di già visto e rivisto nel cinema di Allen.

Peccato Woody, il tuo amore per l'Italia meritava espressione migliore.

VincVega  @  30/12/2018 10:34:12
   3½ / 10
Tra i peggiori film di un per nulla ispirato Woody Allen, che alterna banalità mostruose a momenti di noia assoluti. Qualche idea ci sarebbe anche (l'episodio con Benigni), ma anche quella è sviluppato malissimo.

stella.la  @  20/03/2016 22:31:10
   6 / 10
Dopo aver visto Midnight in Paris mi aspettavo di rivere la magia che avevo vissuto a Parigi anche a Roma.. invece tolte alcune splendide inquadrature della città eterna il film, per la maggior parte del tempo, mi ha annoiato.
Tante storie si sfiorano a Roma, ma tutte rivestite da una bella dose di banalità e cliché. E poi Benigni, che dovrebbe rappresentare il romano per eccellenza... che cos'ha di romano???
Mah, mi ha lasciato un po' perplessa.

Matteoxr6  @  09/12/2015 23:39:16
   3½ / 10
Woody, Woody, Woody, perché non ti sei fermato in tempo. Dov'è finita la "scattante" ironia? Questa ciofeca mi ha ricordato in parte la sceneggiatura di "Provaci ancora Sam" moltiplicata alla c***o e scopiazzata da un ragazzino di terza media rimandato a settembre due volte. Ho aspettato per un'ora e cinquanta che cominciasse il film, poi è finito.

freddy71  @  19/08/2015 12:29:36
   7 / 10
be ragazzi capisco che non è il miglior film del maestro forse un po' sconfusionato si fa fatica a seguirlo ma scusate cmq degli spunti di riflessione ci sono eccome....per esempio la storia riguardante benigni...oppure quella della Cruz ...per me non è tutto da buttare...anche la colonna sonora carina.

TheCineMaster  @  01/06/2015 17:55:06
   2½ / 10
Non ci sono parole per descrivere questo film. Senza dubbio il peggiore di Woody Allen e uno dei peggiori dell'anno 2012. Gag banali, ritmo blando, situazioni inconcludenti e una sequenza finale davvero orrenda. Ancora oggi probabilmente Roberto Benigni, Alec Baldwin, Ellen Page, Judy Davis e compagnia del cast (una delle pochissime note positive in questa porcheria, insieme a qualche sparuta scena) si staranno ancora chiedendo perché abbiano accettato di sprecare il loro talento recitativo in un simile contesto.

hghgg  @  27/11/2014 13:57:04
   4 / 10
Eh vabè credo che siamo tutti d'accordo sul fatto che questa ciofeca sia il punto più basso della carriera di Allen. Tra l'altro da romano e amante della mia città mi sono anche preso un tantino per il cùlo da Allen, che evidentemente di Roma non sa e non ha capito nulla o perlomeno dev'essere rimasto a qualche fotografia in cartolina di parecchi decenni fa (dimenticando comunque il volto della Roma di un Pasolini o quello, il più completo forse mai ritratto, di Fellini ne "La dolce vita"). Una Roma finta, assurda e stereotipata, accompagnata dalla peggior sceneggiatura e dalla peggior struttura narrativa mai viste in un suo film, con un umorismo di ispirazione nulla, momenti inutili e regia assolutamente mediocre, zero idee, zero voglia, un film indecente per un regista che ha saputo realizzare film del calibro di "Annie Hall" e "Manhattan" e perfino un omaggio bergmaniano riuscito e ispirato come quello in "Interiors". Attori allo sbando diretti senza criterio e in balia di dialoghi pessimi e una sceneggiatura banale, retorica e a volta insensata. Miscuglio senza un minimo di criterio tra attori internazionali (una Cruz inutilissima, un Baldwin pessimo, lo stesso irritante Allen, una Page che avrebbe meritato altri palcoscenici) e attori italiani (Rubini a parte, direi tra l'altro che si poteva pescare meglio, nessuno ha detto ad Allen che abbiamo anche attori bravi, in Italia ?). Benigni ormai irritante ben oltre il livello di massima sopportazione, una macchietta triste e inutile, forse il simbolo del crollo di Allen, almeno in questo film (e parliamo dell'ATTORE di "Daunbailò", comico malinconico, pungente, divertente, ma è roba di un passato sempre più lontano).

Film veramente, ma veramente brutto.

DarkRareMirko  @  26/11/2014 00:40:27
   4 / 10
Veramente il peggior Allen di sempre, con momenti imbarazzanti (l'episodio di Benigni è di un'ingenuità paurosa), regia piatta, ritmo blando, script ridicolo e tante banalità (dalla musica di apertura alla fine degli episodi).

Si salvano solo fotografia e la Page, brava, per il resto non riesco ancora a farmene una ragione: Woody non era mai caduto così in basso e certe parti del film sono davvero da principiante (inutili poi i camei di tanti attori italiani, alcuni anche tagliati).

Una brutta caduta riguardo una filmografia quasi impeccabile.

Midnight in Paris, dell'anno prima, in confronto a Quarto potere e tanti registi italiani bistrattati, in questo caso, avrebbero saputo fare di sicuro di meglio.

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/11/2014 00.41.07
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  10/05/2014 21:00:23
   6 / 10
Discreto film in cui Allen mette in scena una sua idea di Italia. Tra cantanti da doccia, media impazziti per la pseudo-star del momento e rapporti tradimenti nascosti di ambo i coniugi. il tutto con una Roma splendida a far da cornice.
Allen ha fatto decisamente di meglio, è comunque un prodotto abbastanza gradevole, che forse è stato maggiormente apprezzato all'estero che in Italia.

Ale-V-  @  09/05/2014 00:09:34
   2 / 10
Bel ritratto dell'italiano medio: pasta al sugo, ambizioni da grande fratello, p.uttaniere e fedifrago. Ci mancava solo pizza e mandolino ed eravamo a posto. Mi dispiace Woody ma non tutti gli italiani sono così.

gemellino86  @  07/05/2014 20:03:16
   5 / 10
Mi spiace per Allen che considero un buon regista ma questo film è proprio mediocre. Non basta qualche ideuzza (come il cantante sotto la doccia) a salvare il film. Poi è noioso e troppo sdolcinato. Tra gli attori mi è piaciuta la Page, male invece la Cruz. Comunque Allen si rifarà con "Blue Jasmine".

leonida94  @  30/03/2014 19:25:00
   4 / 10
Film banale, sicuramente non all'altezza del genio di Allen.
Manca quella brillantezza e lucidità registica che solitamente è presente nei suoi lavori. Pochi spunti e poche trovate divertenti, cade spesso nel banale e nello scontato.
Meno male che si è rifatto con il successivo Blue Jasmine !

Fabbro75  @  11/01/2014 10:02:53
   4 / 10
Me l'ero perso al cinema, finalmente l'ho visto. Francamente dai commenti mi aspettavo fosse ANCORA peggio, ciò non toglie che metta molta tristezza. Woody Allen meets i fratelli Vanzina, e oltretutto lo sguardo all'Italia da straniero lo fa cadere in una serie di squallidi luoghi comuni.
Il più brutto film di Woody certamente, almeno il titolo era meglio se lo cambiava, visto il risultato.

marcogiannelli  @  29/12/2013 18:19:33
   4½ / 10
Poche cose buone, come le interpretazioni di Allen e Benigni..storie stupide e senza filo logico....

steven23  @  08/11/2013 20:36:10
   4½ / 10
Sinceramente l'ho trovato un film difficile da inquadrare. Quattro episodi con Roma come filo conduttore principale. Il punto è che non mi sento di salvare nemmeno uno di questi episodi, li ho trovati deboli, vittima di troppi stereotipi e parecchio sfilacciati. Se Allen ha mostrato di saper sfruttare appieno il potenziale parigino in "Midnight in Paris" non si può proprio dire lo stesso della nostra capitale. E di certo non perchè abbia poco da offrire, le uniche cose veramente interessanti del film sono le riprese di alcuni suoi scorci. No, il problema risiede negli episodi in sé che, dopo un inizio non certo insufficiente, vanno via via perdendosi fino a risolversi in maniera alquanto discutibile o scontata. E anche il cast l'ho trovato incredibilmente sprecato, su tutti Eisenberg, la Page, Penelope Cruz e Alec Baldwin. Per quanto riguarda Benigni, qui irritante, (e il suo episodio è il peggiore) conferma di non essere chissà quale attore. Lontani i tempi in cui vinse l'Oscart per "La vita è bella"

Cardablasco  @  08/08/2013 13:22:05
   5½ / 10
Non ai livelli di un film di Woody Allen, non raggiunge la sufficenza

bm_91  @  05/08/2013 21:35:38
   4 / 10
Il fatto che di questo film non ricordo assolutamente nulla, anzi l'unico ricordo è legato ai commenti piuttosto disgustati all'uscita del cinema, dovrebbe portarmi a valutare questo prodotto con un 3....ma poi penso che il regista del film è un certo Woody Allen e mi vengono in mente Manhattan, Io e Annie, Provaci Ancora Sam, Midnight in Paris.....e il mio animo si impietosisce e regala un voto in più, con la consapevolezza che il caro Woody sa fare enormemente, maledettamente e fortunatamente di meglio.

MonkeyIsland  @  30/06/2013 23:43:21
   5 / 10
Il film più brutto Allen di sempre, non mi sento di dargli di meno per l'enorme stima che ho verso il regista.
Stereotipi dell'italia che anche 30 anni fa sarebbero stati esagerati, Benigni qui è irritante, la Cruz una macchietta, Baldwin non pervenuto si salva solo la Page.
Tra l'altro non decolla mai e manca il classico tocco di Allen a livello di script. (non c'è nemmeno una frase da ricordare).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  09/06/2013 15:54:32
   5 / 10
Incipit già "sbagliato": si parte con i titoli di testa e Volare di Modugno. Perfetto, abbiamo già capito che la visione che Allen ha dell'Italia è quella trita e ritrita del passato che forse non è mai esistito se non in cartolina, della musica di Modugno, italiani pizza spaghetti mandolino.
Diciamo che fortunatamente questo pericolo è in parte, ma solo in parte, evitato perché poi nel film c'è tutto un rimando o a Fellini (l'episodio della sposina è "Lo sceicco bianco") o al tipico cinema da camera alleniano fatto di verbosità e tradimenti cerebrali.
Però bisogna stendere un velo pietoso su "To rome with love" e non per il fatto che quando NOI guardiamo come gli altri ci vedono siamo suscettibili, semplicemente perché Woody Allen qui da prova di essersi leggermente rincòglionito (ma lo è da sempre secondo me) o almeno di averlo girato tanto per; in fondo il film è stato un successo ai botteghini esteri.
Con i rimandi felliniani espliciti nell'incipit e nel finale il buon vecchio Woody dimostra per l'ennesima volta di aver preso tutto da Bergman e poi Federico ma di essersi spesso limitato a non fare altro che imitarli e copiarli, più che ad inventare uno stile tutto suo.
Tralasciamo il fatto che ritenga Allen uno dei sopravvalutati per eccellenza nella storia del cinema, perché posso anche ammettere di stimarlo molto e di amare alcuni suoi film: Midnight in Paris era poi semplicemente delizioso e lucido. To Rome with love cos'è? Le donne son tutte zòccole, gli uomini cornuti e traditori, l'uomo qualunque vorrebbe il successo a tutti i costi, viva l'Italia!
Non fosse per la fotografia stupefacente e le riprese da cartolina di una Roma in perenne tramonto, pulita, dalle luci caldissime e confortanti, non fosse per qualche interpretazione gustosa (lo stesso Allen, la Mastronardi, Ellen Page che tanto si sa, le donne di Allen son tutte delle imitazioni più o meno inconsce di Diane Keaton in linea di massima) e qualche scenetta bene assestata non sembrerebbe nemmeno un film di Woody Allen ma di un pinco palla qualsiasi senza ambizione né nulla da dire.
Perché in fondo ritengo Allen un sopravvalutato ma ha sempre girato pellicole almeno godibili, qui spesso si abbiocca e si resta interdetti da tanta vacuità.
Allora, se Roma è bella comunque con l'occhio straniero preferisco l'ambizione e la Roma notturna di Sorrentino. Tra Roma e Roma, quella che non esiste e quella che purtroppo è sotto gli occhi di tutti, meglio la seconda.
Mediocre.

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Ultima risposta 12/08/2016 14.31.05
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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  25/05/2013 13:58:01
   4½ / 10
Non saprei davvero come esordire cotanta è la delusione dell'ultimo Allen. A posteriori mi sarei accontentato anche di un ennesimo canovaccio sentimentale che ci ha propinato all'inverosimile in questi anni, trasfertina a Roma 2-3 immagini da cartolina tanto per mantenerti in pari con le altre capitali europee e porti a casa la sufficienza, no! Allen probabilmente è uscito svigorito dall'esperienza parigina che a noi è toccata la copia sbiadita, lui che tanta stima ha riconosciuto al nostro cinema con le petulanti citazioni a 'Ladri di biciclette' e gli infiniti 'omaggi' se così possiam chiamarli di reinterpretare Fellini pare aver raccolto la scapestrata Italia anni '70 quella che permeata dagli anni di piombo si apprestava ad iniziare il poco dignitoso periodo delle commedie sexy, ma attenzione anche quelle bisogna saper girarle, non puoi neanche dire il peggior Allen è meglio del miglior Martino..lungi dall'essere campanilista, il popolo italiano ormai disilluso avrebbe anche soprasseduto ad una realtà da terzo mondo cinica sbattutaci in faccia con fare superbo (come se ci fosse bisogno di un regista d'oltreoceano ad evidenziarci la decadenza a cui stiamo andando incontro) boh eppure sfogliando 4 pagine della letteratura del XIX secolo si scorgono attestati di stima provenire da chiunque, Dickens che etichettava il viaggio in America come una cocente delusione, li additava venali e superbi e nell'Italietta risorgimentale restava ammaliato dalla vita pittoresca di strada, gli spettacoli teatrali, i monumenti, i costumi, idem per Gothe ancora prima a cavallo tra illuminismo e romanticismo respirò a Venezia sensualità spirituale e nel meridione sintesi di natura e arte, e persino Nietzsche che sputava fango pure sul proprio paese encomiò l'Italia post risorgimentale e anteponeva l'arte romana a quella greca, possibile che in 2 secoli sia cambiato tutto? Allen con fare aprioristico capovolge (e ce ne vuole di cattivo gusto) una serie di clichè e stereotipi del belpaese e l'oeverture di Modugno a posteriori appare tremendamente profetico.
Sul cast meglio sorvolare anche perchè i primi a toppare sono proprio gli attori importati.

Invia una mail all'autore del commento Constantine  @  18/04/2013 13:03:53
   4 / 10
Pellicola svogliata del maestro, priva del gusto tipico del cineasta e senza ritmo. Quello che era riuscito splendidamente in "Midnight in Paris" fallisce totalmente in quest'ultima fatica di Allen, che sembra girare a vuoto, sia come regia, ma soprattutto come sceneggiatura, in cerca dell'intuizione giusta che possa risollevare le sorti dell'opera ma che in definitiva non arriva mai. Cast altisonante che risente di una superficialità e di una leggerezza inattesi. Non c'è atmosfera, non c'è trasporto, non sò nemmeno se lo si possa annoverare tra le opere "minori" del regista. Deludente e trascurabile.

Attila 2  @  09/04/2013 11:26:45
   6½ / 10
Quyattro storie,quattro episodi,che pero',a differenza degli altri film a episodi,non ne inizia uno per finire e cominciare l'altro,ma si alternano all'interno del film.Quattro episodi per un film "leggero",a volte persino troppo,tanto che non sembra neanche un film di Woody Allen,che nelle sue commedie ha abituato a film piu' di "spessore".Comunque quello che ne viene fuori e' un fiolm che si lascia vedere.Fa sorridere e divertire a tratti e' addirittura grottesco.Quindi non lo boccio.Solo lepisodio di Benigni mi ha lasciato "perplesso" ma non per colpa sua ma perche' la "trama" e il "significato" del suo episodio sono davvero senza senso.Nel complesso un film vedibile,anche se non lascia il segno come altri di Allen.

tarax  @  07/04/2013 17:48:59
   5½ / 10
Partiamo dal fatto che sono un estimatore di allen e ho TUTTI i suoi film, vorrei esprimere il mio parere su quest'opera del regista newyorkese:
Il film è diviso in 4 mini storie che si evolvono di pari passo durante il film, quindi non abbiamo il classico film a episodi dove finisce uno e comincia l'altro e trovo che questa soluzione sia azzeccata, così se per esempio un episodio dei 4 non piace particolarmente non bisogna sorbirselo tutto prima di vedere l'altro, ma tempo 10 minuti e si va all'episodio successivo, per poi ritornare a quello precedente pochi minuti piu tardi.
Parto dalla storia più debole, quella di Benigni, tornato sugli schermi cinematografici dopo 7 anni dal suo film " La Tigre e la Neve", che interpreta un cittadino romano (non credibile visto il marcato accento toscano anche se ha tentato di nasconderlo) che da un giorno all'altro diventa famoso per NESSUNA ragione. L'uomo viene invitato dappertutto in tv, alle prime cinematografiche, seduce delle alttrici che perdono la testa per lui fino al deludente finale (non che l'inizio sia esaltante) che non dirò per non fare spoiler. Voto 4 e mezzo

Seconda storia, quella con Allen che torna anche lui a recitare (grazie a Dio aggiungerei) dopo una pausa di 7 anni dove recita nel film "Scoop". Il nostro Woody viene invitato con la moglie a Roma per conoscere il fidanzato della figlia (romano ovviamente) e i genitori di quest'ultimo che la ragazza ha incontrato nella città eterna durante un viaggio di piacere. Allen si accorge subito che il consuocero, che ha un 'attvità di onoranze funebri, ha una bellissima voce da tenore, ma questa esce fuori solamente sotto la doccia e cercherà di fare di tutto per sfruttare questo talento per portarlo al successo.
Devo dire che l'episodio non ha nulla di particolarmente brillante, ma sicuramente certe battute di Allen strappano un sorriso e solo lui porta la sufficienza a una storia che non convince del tutto anche se molto migliore della precedente.

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Da notare che questo è il primo film dove Allen non è piu doppiato da Oreste Lionello (rip) ma da Leo Gullotta, che non è Lionello per carità di Dio però ce la mette tutta e non mi sento di bocciarlo. Sentire allen doppiato da Lionello per quarant'anni ha lasciato un segno indelebile nelle nostre menti e cuori.
La terza storia, con Alec Baldwin (John), Ellen Page (Monica), Jesse Eisenberg (Jack), Greta Gerwig (Sally). John, un famoso architetto inglese che durante l'adolescenza ha vissuto a Roma per un anno incontra casualmente Jack durante una camminata in cerca del suo vecchio quartiere, i due fanno amicizia e prendono un caffè in casa di jack. Li verranno a sapere da Sally, la moglie di Jack, che la sua amica americana Monica,descritta come in gamba sexy ed interessante, si è lasciata col suo ragazzo e vive un periodo di crisi e per questo viene a Roma a trovarla, annunciando che starà li da loro. Dopo questa affermazione John è molto pessimista su come "andrà a finire" mentre Jack non ha nessun dubbio sulla sua fedeltà per Sally.
Questo episodio è a mio parere il migliore di tutti, è tipicamente alleniano perchè mette in gioco diversi elementi del cinema di Woody come la presenza fissa di un consigliere/grillo parlante, il triangolo amoroso, i dubbi esistenziali, insomma, tutti gli attori sono bravi e secondo il mio modestissimo parere, se tutto il film fosse stato incentrato su questa unica storia,beh, mi sa che avremmo visto un "Vicky cristina barcelona" all'amatriciana. Putroppo cosi non è stato ma un 6 e mezzo non lo toglie nessuno.
L'ultima storia è con molti attori italiani più o meno bravi, partiamo dai due protagonisti : Alessandro Tiberi (noto per aver interpretato Alessandro lo stagista schiavo nella serie tv Boris) interpreta Antonio, un timido ma ambizioso giovane di Pordenone con tanti sogni nel cassetto, comevivere in una bella casa, farsi una famiglia e avere dei figli con la bella Milly (Alessandra Matronardi / Cesaroni), insegnante di astronomia anche lei di Pordenone. A roma il buon Antonio deve incontrare i suoi parenti altolocati che gli permetteranno, assumendolo, di vivere a Roma e in futuro realizzare i sogni suoi e di Milly, basta fare una buona impressione agli uomini d'affari che gli verrano presentati in giornata. Milly decide di farsi bella dal parrucchiere e di tornare subito in albergo ma durante la sua uscita, si perde per roma e non fa in tempo a tornare in albergo. Antonio, per uno scherzo del destino viene sorpreso in camera dalla prostituta Anna (Penelope cruz), i due si trovano a letto nel momento in cui entrano in camera i parenti di Antonio che, per coprire le apparenze, fingerà che la sua vera moglie è proprio Anna, almeno fino all'appuntamento con gli uomini d'affari.
Questo episodio boccaccesco onestamente, sembra essere messo li perche il film è stato girato in italia e quindi urgeva sponsorizzare il nostro cinema con la comparsa di decine di attori italiani come Scamarcio, Albanese, la Muti, Tognazzi junior ecc, da allen ci aspettiamo molto di più che una storiella da commedia sexy anni 70 con la Fenech , Banfi e Vitali, che forse in questo film episodio avrebbero fatto molto meglio ( vedetevi "Cornetti alla crema" e mi direte). Voto 5 e mezzo.
Le conclusioni finali mi portano a fare una media matematica di 5,6 e credo proprio che sia il voto giusto. Un Allen in versione light, troppo light, eccessivamente light non ci permette di gustare appieno il vero sapore del suo cinema, ma ci propina qualcosa di falsato, un sapore che non è il suo, un pò come succede con la coca cola light o il caffè decaffeinato che non soddisfano mai appieno. Wody non ci rimepie di caffeina e di zucchero come era riuscito a fare deliziandoci nel suo splendido lavoro precedente "Midnight in Paris", sarà forse che Woody ha voluto tenerci a dieta? Mi dispiace Woody ma i tuoi film sono come il Natale, vengono una volta l'anno, la dieta si comincia sempre dopo le feste!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  04/04/2013 18:40:36
   4 / 10
Secondo il (un tempo) buon Woody noi romani siamo rimasti indietro di cinquant'anni.Molti degli elementi dell'Allen più recente vengono riproposti banalmente e stancamente anche in questo nuovo,pessimo prodotto!
Che dire! Clichè rispettati ancora una volta,grazie Woody!

Goldust  @  04/04/2013 18:24:03
   3½ / 10
Il ritorno di Allen attore, dopo un'assenza durata sei film, coincide con la pellicola più scadente della sua sconfinata filmografia. Difficile salvare qualcosa in questa orrenda commedia piena di clichè italioti, che sembra puntare il dito verso l'infedeltà coniugale. Il quadretto che ne esce è quantomai desolante, e tra bigottismo spicciolo, vestiario femminile ante-guerra e l'immancabile "Nel blu dipinto di blu" sui titoli di testa e di coda non ci facciamo proprio una bella figura.. E' un film ad episodi, che si rivelano essere bozzetti di varia umanità e di dubbio interesse; nello specifico, quello di Benigni è insulso se non incomprensibile, quello con Baldwin ripercorre situazioni straviste nella produzione del regista, mentre quello dello stesso Allen non sarebbe male, se solo l'idea di base ( un cantante lirico che canta divinamente solo in determinate situazioni ) non fosse clamorosamente copiata da un episodio dei Simpson, neanche tanto datato. Sebbene improbabile, alla fine il brano con più brio sembra essere quello che vede protagoniste la Cruz ed una brava Alessandra Mastronardi.

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Musiche irritanti, al pari della nevrotica Ellen Page, mentre le bellezze di Roma fanno sempre un certo effetto.

topsecret  @  03/04/2013 09:35:39
   5½ / 10
Confesso che non ho capito poi molto del perchè Allen abbia voluto imbastire una serie di storie ambientate nella città eterna, fine a se stesse e senza capo nè coda. La magia di Roma viene oscurata da situazioni che mostrano un caos narrativo che non appartiene al regista newyorkese, almeno non di solito.
Il cast è ricco di nomi famosi, alcuni molto apprezzati, ma quasi tutti finiscono con il risultare delle macchiette sciape e con poco carisma. Si salva invece la parte di Allen che riesce simpatico in alcune gag, anche se piuttosto prevedibili.
Non sono solito dare un voto insufficiente a Woody ma stavolta se lo merita.

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  28/03/2013 16:29:35
   3 / 10
Mai avrei pensato di dare un voto basso ad un film di Allen.
Ma questo è veramente penoso.
Woody che ti è successo?

fabri70  @  27/03/2013 18:51:21
   6 / 10
vale la pena vederlo giusto per l ambientazione romana e per le musiche..niente di piu

Invia una mail all'autore del commento Ely12  @  09/03/2013 22:54:48
   3 / 10
Trama quasi pessima anche se capisco un po' Allen
Non mi aspettavo questo!!
Costumi orrendi come se gli italiani fossero rimasti agli anni 70
Non volevo credere ai commenti ma adesso gli do ragione fa schifo

logicman  @  06/03/2013 14:38:33
   2 / 10
Woody Allen è tra i miei registi preferiti, ma non è lui che ha diretto la regia..
Impossibile!
Peggio del peggior cinepanettone vanziniano o parentiano.
Se è lui il regista, l'ha girato, ma non l'ha più rivisto.
Scandalosamente impresentabile.
Tutto, ma proprio tutto, da buttare.

Sbrillo  @  05/03/2013 14:12:09
   3 / 10
Ma che film s'???
ALLEN VERGOGNATI....

Beefheart  @  11/02/2013 18:16:32
   4 / 10
Deludentissimo. Niente di interessante nel soggetto, nella sceneggiatura, nella caratterizzazione dei personaggi e nell'interpretazione. Persino nei dialoghi, stranamente insignificanti e privi di battute realmente efficaci. Banale, molle, manierista e inutile. Pessimo.

kadhia  @  10/02/2013 20:46:13
   1 / 10
Il peggio film di Allen di tutti i tempi, mi rammarica che l'unica cosa che e' riuscito a vedere di Roma e dell'Italia siano questi stereotipi

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  25/01/2013 14:55:24
   5 / 10
Mi associo ai tanti ai quali il film non è piaciuto molto.Sprecato Benigni( molto spaesato anche se comico come sempre) bella Penelope Cruz ma inutile.Meglio stendere un velo pietoso sul resto del cast

danielplainview  @  22/01/2013 16:58:47
   1 / 10
Da un regista come Allen che ha omaggiato la bellezza di città europee come Londra, Parigi, Barcellona, sinceramente mi aspettavo che riservasse un trattamento migliore ad una delle città più belle del mondo: Roma.
Mi chiedo se la colpa sia nostra: un popolo visto come mangiatori di pizza e spaghetti, canterini sotto la doccia, mandrilli arrapati, tronisti ecc (l'Italia non è solo questa); o del regista che non ha voluto guardare oltre certi stereotipi, e, purtroppo, il rammarico è tanto, perché con una citta come Roma, si poteva, doveva, fare molto di più.
Propendo per la seconda opzione.

benzo24  @  07/01/2013 12:49:21
   7½ / 10
Omaggio di Allen alla commedia italiana e al suo declino, un omaggio sincero a Roma alla sua bellezza e alle sue rovine, che rimane lì potente ed eterna mentre la cultura occidentale inesorabilmente è in continua caduta libera.

gabri68  @  02/12/2012 18:34:09
   3 / 10
i-n-v-e-d-i-b-i-l-e!!
un film veramente brutto e questo mi spiace moltissimo perchè sono una grande fan di w.allen
sconclusionato, stucchevole, una trama che non esiste, personaggi assurdi....un cast internazionale e un regista di fama mondiale per un filmetto di serie C.
La fotografia devo dire è splendida, ecco, salvo solo quella...

p.s. bravissimo leo gullotta!!

calso  @  27/11/2012 12:29:36
   4½ / 10
Se non fosse di Allen prenderebbe dei sonori 5 questo film...ha un non so che di genialità, ma dopo lascia molto perplessi e sembra più confusionario che ben orchestrato...l'unica parte bella è quyella di benigni, le trovate son geniali ma troppo calcate...da evitare...

dagon  @  18/11/2012 23:55:54
   4 / 10
Che Woddy Allen non abbia ormai più nulla da dire è cosa ormai risaputa da un bel po'. Ogni anno sforna il suo compitino a cadenza regolare senza la benchè minima ispirazione. In questo caso credo abbia raggiunto uno dei low della parte low della sua carriera. Un film buttato lì, quasi a casaccio, con episodi insignificanti quando non perfino sciatti. L'episodio di Benigni è di una bruttezza sconcertante, recitato, peraltro da cani, dal toscanaccio, spacciato qui per romano (ah ah... magari in america se la bevono anche, ma a roma...) il resto galleggia in un anonimato loffio e grigio. Si salva qualche scorcio di Roma, immersa in una colonna sonora che, dominata dalle fisarmoniche e da Modugno, affonda impietosamente uno dei peggiori film di Allen in assoluto

vale1984  @  29/10/2012 14:02:57
   6 / 10
film carino ma molto sconclusionato e senza un vero filo conduttore...insomma gli eventi si susseguono e i personaggi talvolta si intrecciano ma a parte roma e l'amore hanno ben poco da confrontarsi...carino e leggero ma non come ci se lo aspetta.

BrundleFly  @  26/10/2012 19:53:47
   6 / 10
Boh sinceramente non capisco tutto questo accanimento verso il film. Sì certo di sicuro non è un Woody Allen in piena forma, ma in giro c'è sicuramente di peggio, manco si trattasse di "Natale in Bangladesh".
Per me, almeno la sufficienza se la merita.

Lastyco  @  22/10/2012 23:20:31
   4 / 10
Non sono un amante di woody allen e questo film certo non mi fa cambiare idea.
2012 e Roma dovrebbe vivere ancora negli anni 60?

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/10/2012 16:35:46
   4 / 10
Non sembra nemmeno un film di Allen, sciatto senza un minimo di brio immerso in una fotografia che va bene per le cartoline di souvenirs, con i soliti clichè sugli italiani e degli americani in Italia. Desolante è la coppietta di sposini di Pordenone vestiti come 50 anni fa, in una malriuscitissima citazione allo sceicco bianco felliniano dove ahimè si presta anche un attore bravo come Albanese. Le nevrosi di Eisenberg e la Paige con la compagnia del grillo parlante Baldwin è qualcosa di bollito e insopportabile. L'episodio di Benigni almeno aveva uno spunto buono, ma privo di quella brillantezza che anche un Allen con il pilota automatico sarebbe riuscito a fare. Ripeto, non sembra nemmeno un film di Allen.

sagara89  @  16/10/2012 23:13:38
   3½ / 10
avevo sentito dire che non era un buon film ma non ho voluto credere alla critica e l'ho guardato lo stesso con grande speranza..ma, purtroppo, mi ha profondamente deluso..un film orrendo..fatto solo per i soldi..privo di cuore..di originalità..di ironia..di intuito..non è nemmeno riuscito a celebrare Roma, una città che bella com'è non è così difficile..sorvolando sulla scelta degli attori che farebbero più figura se stessero zitti, Benigni che parla in romanesco non si può sentire..Brutto brutto brutto.

sandrone65  @  14/10/2012 19:19:31
   3 / 10
Film veramente brutto ed insulso. L'unico elemento veramente italiano, a parte qualche "cartolinata" di Roma oltretutto poco valorizzata, è l'architettura cinepanettonica del film, che non ha nulla da invidiare alle vanzinesche beceroproduzioni nostrane.. I diversi camei dei vari Albanese, Muti, Scamarcio sono qualcosa di stomachevole. L'episodio di Benigni è stupido e non significa niente, se non che è meglio essere ricchi e famosi che essere poveri e sconosciuti... ma Woody, ci stai per caso prendendo per i fondelli a noi poveri italiani che finanziamo fior di cineproduzioni escrementizie con i soldi delle tasse?
Il film è totalmente, incredibilmente scollato da qualsiasi autentica realtà italiana. L'unica cosa positiva di questo film è che non sono andato a vederlo al cinema con relativo esborso pecuniario. Fino a cinque minuti dal THE END pensavo di dare 4 a questo film. La scena finale del romanaccio affacciato a Piazza di Spagna mi ha letteralmente fatto cascare gli attributi sotto il divano. La fatica per cercarli e reincollarli al loro posto ha fatto sprofondare definitivamente il voto finale. Quando ci vuole ci vuole...

TimBart  @  13/09/2012 12:20:25
   4½ / 10
Sorvoliamo su Benigni che fa il romano. Sorvoliamo sulla pessima scelta degli attori italiani (forse il breve spezzone di Scamarcio è l'unica parte ben interpretata) che hanno contribuito al disastro. Un film a episodi che vuole ricordare la classica commedia all'Italiana fino a Verdone, ma che di divertente ha ben poco. Un ritratto romantico e idiota di un Italia che non esiste, di una dolce vita dove credono di vivere solo i ricchi che, forse, solo i politici in Italia frequentano e che si conclude nella tremenda scena finale del romanaccio in canotta che si inventa la leggenda sulle scale di Piazza di Spagna... (poi un romanaccio verace che abita a piazza di Spagna, dove un appartamento se non è del Vaticano costa l'ira di dio me lo devono spiegare). Si intuisce appena l'ironia di Woody Allen su un cinema italiano che non c'è più (forse sarebbe stato meglio per tutti ambientarlo negli anni '60 o in qualche altra epoca come fatto con il precedente lavoro) e sulla frivolezza di argomenti che nella realtà, è manifestata nella scarsezza degli attori, davvero da farci vergognare, forse imposti da Rai e varie mafie di settore che in Italia hanno distrutto il nostro cinema e la nostra leggenda. Imbarazzante. Mezzo voto in più ad Allen "alla carriera".

elnino  @  13/09/2012 10:07:52
   5½ / 10
Lento, lento, lento, lento, insomma per chi non lo avesse ancora capito è lento, non passa mai, ammoscia! Qualche attore decente, e lo scenario di ambientazione alzano il voto, ma il film in sè non è gran che. Evitabile.

marcodinamo  @  10/09/2012 16:59:34
   4 / 10
Il declino di un grande regista

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  08/08/2012 01:06:44
   2 / 10
Della serie: chi mi conosce lo sa. Sono un alleniano DOC. Ho interrotto il film dopo 25 minuti circa. Mai successo prima. Pellicola inutile. Inulsa. Banale. Finta. Soliti luoghi comuni geopolitici che già troppe volte perdonammo al maestro, qui sfiorano l'indecenza. Solite esagerazioni mimiche dei personaggi che già troppe volte perdonammo al maestro, qui sfiorano l'indecenza. Solite pubblicità occulte (Alitalia, Intimissimi, acque minerali varie..) che già troppe volte perdonammo al maestro, qui sfiorano l'indecenza. Sceneggiatura vanzinesca, malgrado non abbia completato la visione. Una Roma poi che non esiste da almeno 50 anni. Preferisco fermarmi qui nella visione se non altro per non distruggere definitivamente il mito non solo di Allen ma anche di Benigni col quale mi vanto (vantavo) di avere addirittura lavorato!

fril85  @  26/07/2012 10:29:22
   2½ / 10
Gli americani quando si faranno un giro in italia e scopriranno che non siamo più negli anni 60????? E Benigni nei panni di un romanaccio???? mah mah mah ...

Il poliziotto all'inizio non era neanche doppiato bene e, a parte questo, ma perché si atteggia da modello in passerella mentre dovrebbe dirigere il traffico????

QUESTO FILM FA SCHIFO!!! E' un insulto per gli italiani!!!

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Ultima risposta 13/12/2012 17.40.54
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  29/06/2012 13:39:34
   5 / 10
Dopo il bellissimo "Midnight in Paris" Allen ci propone un altro viaggio in una citta' Europea...Roma!
Ma se in quel caso Parigi faceva veramente parte della storia e della vita dei personaggi, qui Roma è quasi fuori contesto...qualche bella inquadratura e nulla piu'...insomma le quattro storie che ci propone il regista potevano essere girate in qualsiasi citta'.
Incredibile come il punto debole del film sia la sceneggiatura...cosa solitamente migliore in un film di Allen.
L'unico episodio guardabile è quello dove recita lo stesso Allen (appena si supera lo shock di non sentire piu' Oreste Lionello)...brio e comicita' non mancano!
Gli altri tre sono dimenticabili...delude perfino benigni in una delle sue peggiori performance...il suo episodio si chiude con la morale "Meglio ricchi che poveri"...complimenti,in periodo di crisi è proprio quello che abbiamo bisogno di sentirci dire...

dave90  @  10/06/2012 22:47:04
   4 / 10
Che brutto film.
Brutte le storie, le interpretazioni, le riprese e le scene. Veramente dispiaciuto, sono andato al cinema pieno di aspettative, voglioso di vedere Roma in tutto il suo splendore, così come Woody aveva fatto per Parigi in Midnight in Paris. PESSIMO, da cancellare dalla memoria.

stefy 86  @  04/06/2012 22:09:50
   6½ / 10
E sotto la cornice di roma,woody allen sforna questa commedia.
Carina,non il suo miglior film,che viene salvata dalla vivacita' del nostro benigni e dalla sensualita' della buona penelope cruz!

Invia una mail all'autore del commento Davide Barberis  @  27/05/2012 14:34:00
   7½ / 10
Ci si chiede come buona parte della critica italiana, probabilmente già entrata nelle sale con una visione pregiudicata, possa sostenere su più fronti che in To Rome with Love emerga un Woody Allen "sotto tono" o "poco ispirato" e criticare una pellicola, probabilmente non inarrivabile come gli ormai classici e non-paragonabili suoi apici, ma comunque così ben riuscita nel suo genere e, a ben vedere, a cui difficilmente si può chiedere di più.
Fosse stata fatta in Italia, una commedia di questo calibro e statura verrebbe osannata assieme al suo regista e assurta a esempio alto degli ultimi anni del genere.
Possiede tutti gli ingredienti che fanno di una commedia (genere vivisezionato in tutti i modi da Allen e nel quale si riconferma un maestro) un'opera ben riuscita ed apprezzabile da molteplici punti di vista e sotto svariati aspetti (carente forse solo di quel lirismo commovente accostato a risate liberatorie, proprio esclusivamente di quelle commedie eccellenti e difficilmente arrivabili come è stata, per citarne una in Italia, Amici miei e alle quali non è opportuno e congruo accostare quest'opera comunque eccellente se si considera soprattutto che non era palesemente intenzione di questo Allen più farsesco provare a emulare tale lirismo e oltretutto che giunge dopo appena un anno dall'altrettanto buono Midnight in Paris). Una commedia leggera ma non superficiale, coinvolgente e ben articolata e, soprattutto, genuinamente divertente; un insieme come, se ci si pensa, di rado ultimamente si può vedere nelle sale cinematografiche.
- Leggibile a più livelli, ricca di significati e interrogativi intriganti e spesso ironici, neanche troppo sottintesi. Su tutti un'indagine nelle maglie del successo, della salvezza della (o dalla?) notorietà, del divismo all'acqua di rose; all'acqua di rose e mondana come la Roma romantica e turistica vista, più che vissuta, dai personaggi (in cerca d'autore) nelle quattro storie raccontate e narrata da un Allen (nei panni di Boccaccio), in quest'occasione anch'esso nuovamente attore e regista turista, a suo agio nelle città d'arte e d'amore come quelle dei capitoli scorsi: a partire dalla fredda Londra di Match Point fino alla magica Parigi, passando soprattutto per il, per certi versi affine, caldo e passionale Vicky Cristina Barcelona. Una Roma volutamente dipinta, stereotipata con tutti gli innumerevoli cliché del caso (dall'italianissima Vespa posteggiata in bella vista, ai set sempre caratteristicamente turistici, ai paparazzi all'erta nelle piazza mondane); una visione non sterilmente idilliaca e da cartolina sdolcinata, ma uno sguardo intenzionalmente stereotipato (a differenza per esempio della maggior parte delle commedie e dei melò italiani, a mo' dei drammaticamente "seri" baci inseguiti sotto la pioggia alla Muccino, che Allen non fa ingenuamente accadere e su cui ironizza, addirittura ambientando tali scene sotto lo sguardo di un giudice esterno terzo incomodo). Una consapevole ottica che sottende una critica acuta e neanche troppo velata (e qui ci si chiede come i recensori la colgano e apprezzino così poco) a chi altrettanto "alla leggera" adotta una tale prospettiva, ai protagonisti che vivono e vedono (più che guardano) Roma così da "toccata e fuga", superficialmente; come superficiali, aberranti e fondati sull'apparenza sono i desideri e le pulsioni giovanili (già toccate in Vicky Cristina Barcelona e ricorrenti nella filmografia alleniana) dell'attraente e puerile attrice americana Monica, la sensuale Ellen Page di Juno, e del ragazzo dell'amica ingenuamente invaghito di lei (genialmente "consigliato" dal suo alter-ego senile, reale o immaginario che sia, magistralmente interpretato dallo sguardo da divo consumato di Alec Baldwin); o di superficie è l'effimero "successo per il successo" dell'ottimo e a suo agio (nella parte ma non nella finzione) Roberto Benigni.
- Dinamicamente coinvolgente e ben congegnata e gestita, con una trama intrigante (e di intrighi) e sensibilmente più articolata che nel precedente capitolo, tanto da ritornare a un ritmo serrato e a una lunghezza ad esso più consona. Un ritmo degno del secondo filone dei suoi film frenetici di matrice newyorkese dai cast numerosi (come coi 10 personaggi principali più altri 45 di Hannah e le sue sorelle) coi quali Allen si è sempre trovato a suo agio, e un minutaggio che si attesta sui 110 primi come da un po' non si vedeva nei lungometraggi alleniani, che si erano assestati sempre più su una lunghezza standard intorno ai 90 minuti, assieme ai soliti stilemi, oltre che narrativi anche formali, già consolidati, quali ad esempio le musiche e i titoli di testa in Windsor EF Elongated bianco su sfondo nero (font usato ricorsivamente fin da Io e Annie), durante i quali in tal caso viene omaggiata l'internazionale Nel blu dipinto di blu di Modugno (a differenza della presenza ricorrente e volutamente quasi farsesca di motivetti spensierati per mandolino, così distanti dall'usuale, amato e suonato, jazz dei salotti alleniani).
Che dire dei microfoni a vista che compaiono più volte allo sguardo anche dello spettatore meno attento: essendo difficile pensare a una svista in una produzione di così alto livello e in relazione alla cura maniacale di Allen, si può solo ipotizzare una scelta voluta ai fini di rimarcare ancora in un modo la natura di commedia, di finzione, della storia volutamente stigmatizzata portata sullo schermo, come in altri rari casi accade invece coi film eccessivamente violenti per richiamare la percezione dello spettatore.
- Ma sopra tutto, come detto, il film diverte e senza volgarità e nudità, come si addice alla commedia di buon gusto (all'italiana di un tempo, alla Monicelli e Fellini, ancor più che a quella alleniana maggiormente ironica e dissacrante); il tutto a dispetto dell'imprecazione iniziale del vigile urbano (divenuto ora realmente una star degli incroci romani) che ci catapulta subito in apertura nel traffico delle storie avventurose che si avvicendano nelle vie e nelle piazze romane.
- Certo la visione di Allen si conosce e la continuità della sua Opera, costantemente arricchita e perfezionata, è risaputa e anche in questo caso la ricorsività narrativa è ben visibile. Ma non condannabile. A meno di estremizzazioni, come nell'eccessivamente già visto e creativamente sterile Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni (e questo sapiente potpourri di intricate storie di "vacanze romane" con un'originale strizzata d'occhio alla commedia all'italiana non ne è il caso), anche i più ingiusti e accaniti detrattori della ricorsività artistica alleniana non possono più non riconoscere la portata e valenza artistica, anziché una carenza d'inventiva, del continuum della sua filmografia, che ne fa un'opera d'arte unica e in costante evoluzione progressiva e nobile affinamento di temi, indagine della vita e delle vie di salvezza terrena; qui a esser trattata e posta sotto esame (quasi consuetamente psicanalizzata) è la via del successo, l'abbandono ai desideri e ai sogni passionali, la ricerca di notorietà e benessere altolocato che possono (nel bene e nel male) distogliere dalla quotidianità. L'esito di tale percorso è abbozzato, ipotizzato nelle sue varie sfaccettature e lasciato in parte valutare allo spettatore in un ottimo finale che porta soddisfacentemente a compimento le differenti storie.
Questo viaggio nella Roma turistica dei giorni nostri (con le dovute proporzioni e cautele e con un'ovvia "leggerezza" in più) non così lontana, sebbene più luminosa e stigmatizzata, dalla città modaiola e scanzonata, dalla scandalistica dei paparazzi e dai lussi della dantesca Dolce Vita dipinta da Fellini, potrebbe essere posto come l'ultimo capitolo, fino ad ora (visto che dovrebbe essere in cantiere almeno un nuovo lavoro europeo che alcuni rumours vociferano in Danimarca), di un filone alleniano nelle capitali eterne d'Europa, dopo Londra, Barcellona e l'ultima Parigi senza tempo, vista anch'essa dagli occhi e dai pensieri di un passeggiatore occasionale. E se in Midnight In Paris la carrellata iniziale, a differenza delle panoramiche indimenticabili e anche in questo caso imparagonabili di Manhattan, era, in effetti, un po' eccessivamente espressionista (per quanto illuminante e perfettamente realizzata), in questa pellicola non ci si abbandona mai a sterili voli pindarici paesaggistici, se non ai fini visivamente strumentali della narrazione e dei viaggi della mente dei protagonisti. Un ennesimo capoverso in questa saga europea che, da un lato, rielabora alcune visioni precedentemente sviluppate (come l'indagine sulla passionalità già presente per ultima soprattutto in Vicky Cristina Barcelona) e, dall'altro, compie un nuovo e, checché se ne dica, nel suo genere ben riuscito omaggio alla Città Eterna e alla cultura del Bel Paese (quello dall'apparenza piacione, romantico e soleggiato visto dagli occhi di un americano o di un turista), a partire dalla musica lirica, l'unica ad offrire qualche break nel serrato avvicendarsi delle scene delle quattro novelle.
Una menzione, connessa all'Opera italiana, va riservata all'unico personaggio che riesce, se pur con un compromesso, a essere umilmente a suo agio davanti al pubblico: l'improvvisato lirico, il quale risulta in grado di esibirsi solo a patto paradossalmente di mantenere la propria intimità cantando le arie sotto la doccia come a casa propria, in un'orchestrazione geniale (altro che poco ispirata!) delle suddette scene.
- Il tutto, trascurando il mediocre doppiaggio, con una compagnia di attori veramente in stato di grazia (eccetto forse lo stesso "normale" Allen nei panni del suo solito, ma non per questo non esilarante, personaggio), a partire dai caratteri minori e dalle piccole parti recitate dai cammeo italiani.

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Ultima risposta 28/05/2012 14.45.46
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  27/05/2012 06:22:57
   4 / 10
Che brutta delusione l'ultimo film di Allen; regista che ho molto apprezzato precedentemente.
Una sceneggiatura sfilacciata in una Roma da cartolina che proprio non conquista lo spettatore; così come la carrellata di volti più o meno noti del mondo attoriale italiano.
L'episodio più riuscito è sicuramente quello di Benigni, mentre degli altri, "citazionismo" a parte, si salva ben poco.
Non mi è piaciuta nemmeno il personaggio di Baldwin.
Pessimo quello di Albanese.

donald51  @  19/05/2012 22:15:20
   9 / 10
Vidi Io e Annie nel 77, quando uscì. Per me fu una folgorazione, non avevo mai visto un film così. Da quel momento sono andato avanti con pane e Woody Allen. Ora dopo tanti anni mi parlano di questo nuovo film romano e ne dicono di tutti i colori. Ho sentito ingiustizie assolute che non si direbbero nemmeno per il peggior film di Alvaro Vitali. Eppure io questo film me lo sono goduto... perchè credo di averlo capito fino in fondo. Ho capito l'intento di Woody. Penso che chi l'a disprezzato è perché non ha capito che quel genio di regista ha fatto quattro film in uno, e ognuno di questi con uno stile diverso, con musiche, luci e costumi diversi. Solo un genio del cinema può avere una simile padronanza dei generi della commedia e dei registri. Però penso che le nuove generazioni è difficile che lo apprezzino... fissate come sono con il realismo a tutti i costi o con i film fracassoni. Questo è un film fatto di altri film, pieni di citazioni dei bei film italiani che vedevamo al cinema una volta, quando il cinema italiano era davvero grande. Chi non conosce quei film là e non li ama... beh... difficilmente apprezzerà questo. In compenso dopo averlo visto me ne sono andato a casa contento. Grazie Woody, ancora una volta.

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Ultima risposta 28/05/2012 11.25.00
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i_like_h3ll  @  19/05/2012 16:35:58
   1 / 10
uno squallore unico

TheLegend  @  18/05/2012 22:50:52
   2 / 10
Se già non mi era piaciuto "Midnight in Paris",con questo Woody Allen ha proprio toccato il fondo.
Un cinepanettone d'autore,banale e terribilmente noioso.

6 risposte al commento
Ultima risposta 25/05/2012 09.59.05
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  16/05/2012 21:30:02
   2½ / 10
Woody Allen è uno che riesce sempre a stupire. Stupisce che dopo 50 anni di onorata - e dobbiamo ammetterlo anche se non siamo suoi fan - carriera, il prode Woody riesca ancora a partorire film di cotanta pochezza e sciattezza, probabilmente il suo prodotto peggiore.
Si vede che durante le sue vacanzette europee abbia deciso di far tappa forzata in Italia, perchè, dopo aver passato in rassegna Inghilterra, Spagna e Francia, rimane dopotutto quella ridente penisola mediterranea che è definita il belpaese.
Un concept di base sembra proprio non esserci, a parte il banale filo conduttore che porta i protagonisti delle quattro storie a vivere un'esperienza fuori dal normale, a volte proprio surreale, per poi tornare all'adorata (?) routine.
E non concordo nemmeno con chi dice che è stato fatto il solito ritratto dell'Italia per stereotipi: l'Italia, e gli italiani, non vengono proprio ritratti.
Passano sullo sfondo, come turisti che, ammiccando alla telecamera, fanno le foto a una troupe che rimane cmq americana, ma spersonalizzata da qualsiasi caratterizzazione di tipo geografico o culturale. Roma è una cartolina sopra la quale girare, ma ci ha anche rotto tre quarti di pall.e il Colosseo, che insieme a Piazza Venezia e Piazza del Popolo sembra l'unica cosa degna di menzione in Italia.
Il film è brutto tutto, ma ricordo la prima mezz'ora come il top della follia: storie che si raccontano di fretta e furia sennò non ce la si fa col tempo, idiozie e discorsi buttati qua e là, messinscene degne di un cinepanettone (queste sì sono un omaggio a noi italiani) e Woody Allen che, nel parapiglia generale, cerca di ficcarci qualche battuta delle sue conservata in un vecchio cassetto, con ancora la puzza di naftalina.
Tragedia annunciata quella del doppiaggio di Woody: Leo Gullotta tenta disperatamente di imitare il suo vecchio amico del bagaglino Oreste Lionello, fallendo inevitabilmente. Attori e doppiatori dovrebbero reinterpretare, non interpretare i precedenti interpreti. E' facile a dirsi, lo so, e passi quindi la scusante che il pubblico italiano aveva imparato a conoscere Woody così, con quel fare farfugliante e insicuro; magari qualche spettatore disattento o qualcuno troppo giovane è cascato pure nell'inganno.
Nella devastazione totale diciamo che salvo, con sufficienza, due aspetti:
le sarcastiche osservazioni di Alec Baldwin - inizialmente il personaggio peggio presentato e più arrangiato - sul carattere di Monica; non che Ellen Page sia riuscita a creare un personaggio a tutto tondo, ma ciò che l'architetto dice di lei, quando sussurra i suoi ammonimenti al giovane allievo, rappresenta un succoso campione delle ragazze chic di oggi: le finto-acculturate tuttologhe che mettono bocca su ogni cosa, ma che di ciascuna di esse sanno solo una nozione, la più inflazionata;
Alessandra Mastronardi, di una bellezza semplice, che perlomeno non perde la testa davanti a una telecamera quando deve fare due cose assieme: muoversi e parlare.
Stilando un resoconto generale, possiamo dire, senza vittimismi, che questo ventunesimo secolo non è il periodo dell'Italia: non va bene niente; persino quando si tratta delle sue bellezze millenarie, esse non fanno altro che ispirare a un acclamato regista estero il suo peggior film.

5 risposte al commento
Ultima risposta 17/05/2012 00.57.18
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paride_86  @  16/05/2012 01:24:37
   5½ / 10
Il film peggiore di Woody Allen, almeno tra quelli che ho visto - e sono parecchi.
Non brilla né per soggetto, né per regia, né tantomeno come attore: ahimè, un flop totale.
Uno dei pochi film, inoltre, in cui Benigni non fa ridere.
L'unico personaggio degno di nota è quello di Penelope Cruz che, nonostante si sia doppiata da sola in italiano, fa un'ottima figura.

Lory_noir  @  13/05/2012 22:11:14
   7 / 10
Sicuramente uno dei meno brillanti di Woody Allen ma comunque godibile. In certi momenti si possono scorgere sprazzi di genialità.

Izivs  @  13/05/2012 15:05:22
   1 / 10
Allen è finito, alla soglia degli ottanta farebbe bene a dedicarsi al altro, come un tizzone arso ha dato tutto quello che poteva dare.....e ora si trascina stanco con queste commedie al limite del patetico.
Il film è un trionfo di banalità, luoghi comuni e sciatterie.
Le battute imbarazzanti che permeano la pellicola fanno rimpiangere i film di Franco e Ciccio, la fotografia (c'era Roma come protagonista!!!) è dilettantesca, la sceneggiatura orribile.
Sprecare Benigni in un ruolo tanto sciocco, poi, un delitto....provavo imbarazzo per lui vedendolo recitare in quel modo.
Che dire di più.....si dovrebbe essere più umili e capire quando è il momento di ritirarsi.

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Ultima risposta 18/05/2012 22.24.22
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR HollywoodUndead  @  12/05/2012 10:30:48
   6½ / 10
FABRIT  @  11/05/2012 17:17:43
   7 / 10
Per questa pellicola ho letto un sacco di critiche negative, ma a me questo film di Allen è piaciuto molto.
Non mi sono annoiato un secondo...bello.

gianni1969  @  09/05/2012 01:13:17
   3½ / 10
a me allen non piace piu' di tanto,mentre la mia ragazza lo adora,quindi ogni tanto mi tocca. mentre quello a parigi non mi era dispiaciuto,questo proprio non lo digerito,a tratti ho anche sonnecchiato. poi vedere recitare scamarcio,e come avere un gatto appeso ai maroni

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Ultima risposta 10/05/2012 02.44.09
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Walter75  @  08/05/2012 21:53:55
   8 / 10
Sono andato al cinema nonostante le critiche e mi è piaciuto. Questo film, divertente e persino geniale sotto molti aspetti, non può prendersi le colpe dei difetti dell'Italia. La colpa è nostra se appariamo così e non sarà certo un film a cambiare l'opinione che hanno all'estero di noi, anzi, la situazione culturale italiana attuale è molto peggiore di quanto appaia in quest'opera, che è leggera e mai offensiva. Dovremmo limitarci a gustarcela senza pensare se facciamo o no bella figura. Però dato che in questo caso si tratta di un non italiano che ci racconta (non "giudica", attenzione), allora la prendiamo sul personale. Diciamo pure che il parere dei "forestieri" non ci è tanto simpatico. Non siamo forse noi quelli che con il doppiaggio non vogliamo che si parli altra lingua se non la nostra, anche nei film stranieri?

cepere  @  08/05/2012 13:14:02
   3½ / 10
Vincerebbe a piene mani il festival della banalità.

C era bisogno di prendere tutti attori che sembrano imposti dall alto?
C era bisogno di ricorrere ai luoghi comuni dell italia degli anni 40?
C era bisogno di inquadrare ogni 2 minuti la marca di un prodotto per fare pubblicità?

e soprattutto: C era bisogno di fare un film anche se non si ha un idea decente ed una trovata originale?

Pessimo.

phoenix74  @  08/05/2012 12:20:29
   4 / 10
secondo me il piu' brutto film di Allen......e sono un suo ammiratore!!!

MarkTheHammer  @  07/05/2012 21:13:01
   5 / 10
Secondo me è il film peggiore di Woody Allen.
Una trama scialba e una recitazione di alcuni degli attori italiani penosa a dir poco.
La storia di Benigni è l'unica decente secondo me, sebbene sia piuttosto monotona dopo un po'; la vicenda "lirica" ha qualche trovata carina ma non mi ha entusiasmato più di molto; le altre vicende sentimentali sono imbarazzanti, specie per la recitazione.
Buona la fotografia; imbarazzantissimo vedere i microfoni spuntare in mezzo alla scena così frequentemente (fa ridere sentire che è colpa del "mascherino": se un microfono è in scena, è in scena.. oltretutto siamo in tanti ad averlo notato). In sostanza, si ride ogni tanto ma lascia pesantemente insoddisfatti.
Nonostante tutto, sono rimasto molto soddisfatto del doppiaggio di Woody: dopo la morte di Lionello ero terrorizzato all'idea di un'altra voce, ma devo dire che Leo Gullotta ha fatto un lavoro fantastico. Mi sono affezionato moltissimo nel corso degli anni a Lionello ma Gullotta è senza dubbio il sostituto migliore.

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Ultima risposta 08/05/2012 13.29.01
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step850  @  07/05/2012 01:31:55
   8½ / 10
Woody Allen è un genio e questo è un film geniale. Si tratta proprio di quei casi in cui la critica prende una svista e non si accorge di aver di fronte un grande film, grande proprio perché complesso da capire e che ha bisogno di almeno due o tre visioni per essere compreso del tutto. I rimandi sono infiniti, dalla malinconia di Melpomene riguardante la futilità dell'esistenza ai Pagliacci di Leoncavallo. L'esortazione "Ridi, pagliaccio", appunto, sembra rivolta ai personaggi del film, soprattutto Leopoldo/Benigni, come per ricordarci che non può esserci commedia senza tragedia, e questa brillante pellicola del regista newyorkese ha alla base le tragiche note dolenti della nostra società dell'apparire, in cui ognuno ha lo scopo di mettersi in mostra rispetto agli altri e accumulare potere. Molto superficiale l'atteggiamento dei critici a riguardo, e il loro modo di boicottarlo senza preoccuparsi neppure di procedere con un'analisi professionale del contenuto. Grave. Il brutto segno di una decadenza che ormai ha investito tutti i settori, e che ha fatto perdere quell'importante dote che si chiama (auto)ironia.

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Ultima risposta 23/05/2012 12.19.25
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Invia una mail all'autore del commento devilkiss73  @  06/05/2012 16:23:03
   3 / 10
E' un film? Che senso ha? tanti attori importanti in un film con una fotografia pessima, microfoni che si vedono nelle scene, trama imbarazzante e inutile...
Come si vede che la gente è sopraffatta dal lavaggio del cervello dei media e tutto quello che ci inculcano...

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Ultima risposta 07/05/2012 10.45.18
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jiko  @  06/05/2012 11:27:08
   6 / 10
Un Allen sottotono e fiacco, probabilmente un film all'anno è davvero troppo anche per lui. Tutti gli episodi sono deboli e poco ispirati, da un regista come lui mi aspetto sempre il massimo. Ogni tanto si sorride, qualche battuta sparsa qua e là, ma l'impressione generale è che Allen abbia una visione distorta e deformata del nostro Paese e il risultato finale del film ne risente. Film mediocre, da dimenticare in fretta.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  06/05/2012 10:56:27
   3 / 10
Penoso. In tutti i sensi.
Si riesce a salvare davvero poco di questa sciatta fiction ricca solo di cliché e banalità.
Si potrebbe salvare l'episodio con Eisenberg che arriva forse a una stentata sufficienza, ma tutti gli altri brillano solo per mediocrità e inutilità.
Il punto fondamentale è che tutti gli episodi hanno un buon incipit, un'idea carina alle spalle, ma che evidentemente è stata sviluppata (?) malissimo, forse per il poco tempo o la scarsa voglia.
Quello con Benigni è forse l'emblema del film. Tratta il tema della notorietà in modo superficiale e banale, senza neanche far ridere anche perché la trovata che può andar bene per una scena, viene ripetuta per tutto l'episodio. Dopo un po' la logica è chiara, eppure si insiste nel già visto.
L'episodio con Penelope Cruz inizia bene, sembra poter essere una divertente commedia degli equivoci, si perde immediatamente senza neanche strappare un sorriso nonostante gli sforzi di un Albanese mai così fuori parte.
Anche nell'episodio con Allen (ormai una barzelletta di se stesso) ci sono alcuni spunti interessanti, che si perdono inevitabilmente dopo pochissimo. Anche la brillantezza delle battute non è la solita, ma sembra qualcuno che copia il grande Allen degli anni d'oro.
Caliamo infine un velo pietoso sulla regia e su tutto il cast tecnico doppiaggio incluso. Una cosa da far accapponare la pelle
Alla fine resta una vanzinata, una fiction piatta che scimmiotta la peggior commedia all'italiana.
Se questa è la dichiarazione d'amore per Roma, vuol proprio dire che evidentemente all'estero pensano di noi come a dei babbei carini; una cosa del tipo "è italiano, ma gli voglio bene come se fosse normale".

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Ultima risposta 16/05/2012 21.36.39
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lucrezia1  @  05/05/2012 10:09:18
   6 / 10
Allen, attraverso questo film, ci mostra lo spaccato di una società ( Italiana e non) in decadenza: coppie di sposini e di fidanzati pronti a tradirsi alla prima occasione; media e pubblico interessati e impazziti per persone che non hanno qualità e capacità artitiche ( vedi episodio di Benigni) oppure che si bevono qulasiasi novità venga loro propinata ( vedi episodio del cantante lirico); attori famosi e società bene senza morale alcuna al di là dell'apparenza 8 vedi episodio di Albanese e di Penelope Cruz al rinfresco)...Tutto ciò accompagnato e in perfetta sintonia con le rovine della città eterna bellissima grazie ai fasti di un passato di splendore e potenza ma lontanissimo dai giorni nostri.
Se concettualmente,quindi, su questo film e su questa visione della realtà non si può che essere d'accordo, ciò non significa che dal punto di vista cinematografico sia un bel film all'altezza delle produzioni migliori di Allen.
Tranne qualche episodio ( a mio giudizio quello del cantante lirico, di Benigni e della Cruz), alcune battute e il significato sotteso alle storie raccontate, infatti, il film risulta alquanto insignificante.
Peccato perchè le idee c'erano ma poi si perdono in un susseguirsi di scene che non catturano lo spettatore e si sgretolano nei rispettivi e scontati finali.
Comunque sia è gradevole da vedere, strappa qualche risata e Woody Allen quando recita è sempre fortissimo. Lo consiglierei perciò solo a chi apprezza il regista e coglie la sua sottigliezza e originalità, anche se ben nascoste...

scantia  @  04/05/2012 13:51:32
   7 / 10
non riesco a maltrattare Woody e comunque questo film non merita le tante, troppe critiche che ha ricevuto.
Ingenuo pensare che un autore intelligente come Allen abbia semplicemente fornito uno spaccato macchiettistico della società italiana. Questo è un film sul cinema, sui personaggi del nostro cinema, sulla Roma del nostro cinema, sui luoghi comuni con cui gli autori italiani hanno farcito, per critica, per satira o per superficialità, sempre il nostro cinema. C'è Fellini, c'è Monicelli, ci sono le macchiette di Sordi e c'è la cinepresa neorealista che indaga nei vicoli e nelle case della gente comune, ma ovviamente tutto appare finto, ricostruito, anacronistico nell'abbigliamento e negli arredi, perchè...è cinema!
Woody conosce la differenza tra l'Italia cinematografica è quella reale, sa perfettamente che nessuno veste più con abitini anni 50 in cotone stampato da due lire, ci sono Dolce&Gabbana tra il pubblico del teatro (per ribadire ai meno attenti), ma l'intento è quello di mettere in scena un'idea di cinema che evidentemente ama e rispetta, tanto da accostarla ad una vaga rivisitazione del proprio passato (Baldwin-Bogart di Provaci ancora Sam).
Unica nota stonata il doppiaggio non sempre impeccabile, ma un grandissimo Leo Gullotta che non fa assolutamente rimpiangere la voce "originale" di Lionello.

andrea d  @  04/05/2012 05:17:58
   10 / 10
Dopo l'Inghilterra, la Spagna e la Francia, l'Italia è stato il paese che l'ha accolto peggio. Per un malcontento celato dal nostro orgoglio, dalla nostra convinzione di essere gli unici in grado di poter parlare di noi stessi. Se lo "straniero" arriva non può capirci, può solo descriverci come spaghetti e mandolino. Eppure, Allen nel film si sforza dalla prima all'ultima inquadratura di non girare niente di gratuito. Il bel Midnight in Paris di cartoline ne mostrava molte di più. Il personaggio di Alec Baldwin dice a tal proposito: "Non mi diverto a fare il turista, preferisco vagare tra i vicoletti" (ma i critici, troppo occupati a trovare i loghi dei product placement qua e là, non lo hanno sentito). E sono infatti i vicoli a predominare in To Rome with Love, e con loro il senso di caos e di smarrimento che la grande metropoli comporta. Tra i vicoli ci si perde e si fanno incontri casuali, possono nascere storie, e ogni storia non ha la pretesa di essere esemplare ma viaggia su un filo di leggerezza, dovuto alla consapevolezza che questi racconti sono solo quattro tra centinaia e centinaia che il vigile di Piazza Venezia, narratore del prologo, ci può enunciare. Sono la spensieratezza e la casualità le basi di un film che doveva chiamarsi The Bop Decameron, un insieme di racconti briosi, frizzanti, che però possono nel loro piccolo farci riflettere. Non a caso abbiamo un uomo comune e senza doti (Benigni) che diventa improvvisamente famoso senza merito, e dall'altra parte un tenore di grande talento (Armiliato, un'immensa voce) che non è conosciuto da nessuno e riesce a farsi sentire solo nel momento più intimo della giornata. Ma forse delle quattro la storia che ha smosso di più il subconscio degli italiani, per dirla insieme ad Allen-Freud, è quella dei due sposini che commettono "adulterio" (che ricorda Baciami Stupido di Wylder). Forse non vogliamo ammettere che una parte della nostra cultura, anche se nel 2012, veste ancora con abiti anni '50. Ma l'amore del titolo c'è, ed è in ogni inquadratura, in ogni canzone nostalgica (ma è stato deciso che le belle canzoni non possono essere più utilizzate), nel grande omaggio concesso alla nostra lirica e all'archietettura, antica e moderna (vedere la contrapposizione tra le rovine romane e l'auditorium di Renzo Piano). La Roma di Allen non è la vera Roma, ma è filtrata da un immaginario cinematografico, quello dei nostri grandi registi, amati profondamente dal cineasta newyorkese. Quella di Allen è una Roma sospesa nel tempo, nei suoi costumi, nei suoi luoghi e nelle sue luci, splendidamente realizzate dal Darius Khondji di Midnight in Paris, che mette a punto una fotografia di sapore "italiano" nel miglior senso del termine. Perché To Rome with Love è un film italiano, almeno per la sua metà: pensate, Woody è venuto da noi a girare un film parlato al cinquanta per cento con la nostra lingua. E pensate ancora, ha scelto di girare nella zona popolare e tutt'altro che turistica della Garbatella e nel rione Monti, e nelle semisconosciute Villa Gregoriana a Tivoli e Villa dei Quintili sull'Appia. Ce l'ha messa tutta per fotografare luoghi cinematograficamente quasi inesplorati, eppure il risultato è questo: "Tornatene a New York, noi non siamo più così come ci racconti". A questo punto si spera davvero che a New York ci torni, per il bene suo. Io, dal canto mio, gli dico solo: grazie. Perché, come recita la "stereotipata" canzone di Modugno, "Penso che un sogno così non ritorni mai più".

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