three... extremes regia di Chan-wook Park, Takashi Miike, Fruit Chan Giappone, Corea del Sud, Hong Kong 2004
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three... extremes (2004)

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locandina del film THREE... EXTREMES

Titolo Originale: THREE... EXTREMES

RegiaChan-wook Park, Takashi Miike, Fruit Chan

InterpretiBai Ling, Kyoko Hasegawa, Tony Leung Ka Fai, Miriam Yeung Chin Wah

Durata: h 2.05
NazionalitàGiappone, Corea del Sud, Hong Kong 2004
Generehorror
Al cinema nel Luglio 2005

•  Altri film di Chan-wook Park
•  Altri film di Takashi Miike
•  Altri film di Fruit Chan

•  SPECIALE THREE... EXTREMES

Trama del film Three... extremes

Film in tre episodi. Taglio. Ryu Ji-Ho, regista di successo, rincasando trova uno sconosciuto, una comparsa che vuole distruggergli la vita. Con sé ha un bambino e la moglie pianista di Ryu. Due alternative: uccidere il piccolo o guardare mentre taglia le dita alla moglie. Scatola. Kyoko è una romanziera affermata, dalla vita solitaria. La blocca un trauma dell'infanzia, quando provocò un incidente in cui la gemella morì carbonizzata. Ravioli. Qing, ex divetta televisiva vuole ringiovanire. L'occasione gliela offre Mei e i suoi ravioli "magici" ripieni di feti umani tritati.

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Voti e commenti su Three... extremes, 36 opinioni inserite

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Filman  @  29/03/2022 10:16:57
   6½ / 10
Nonostante il nome, THREE... EXTREMES non è poi così estremo.
L'episodio di Fruit Chan, nonostante sia il migliore non riesce mai a destabilizzare sul serio lo spettatore impreparato, ma la sua follia trascina con interesse. L'episodio di Park Chan-Wook in confronto ai vari torture porn e film sugli psicopatici usciti in giro per il mondo in quegli anni è una barzelletta comica, tuttavia la sua impostazione teatrale coinvolge. L'episodio di Takashi Miike è quello con uno studio sul montaggio, sulle immagini e sui suoni maggiore (e di molto) ma forse per la durata contratta è difficile calarsi nel suo apparato disturbante, mancando tutto il resto del corpo, cioè quello che rende un thriller psicologico tale.
Dal nome del film ci si sarebbe potuti aspettare anche 3 episodi radicalmente diversi, ma in realtà, non spiccando nessuno dei 3, lo sbalzo tra un episodio e l'altro è molto fievole e di conseguenza poco stimolante e divertente.

Boromir  @  02/02/2022 00:27:41
   8 / 10
Three Extremes è un film collettivo composto da tre mediometraggi diretti dai più esportabili registi orientali contemporanei. Il genere di appartenenza è quello dell'horror, declinato nelle sue forme più raccapriccianti (come già fece Mario Bava mezzo secolo fa con uno dei suoi capolavori) per parlare del presente. L'unico fil rouge riscontrabile negli episodi è proprio quello dell'estetizzazione di incubi sociali che non valgono solo per gli abitanti di Hong Kong, del Giappone e della Corea, paesi d'origine dei filmmaker.

Dumplings (diretto da Fruit Chan): La signora Li è un'ex stella del cinema di Hong Kong che ha paura di invecchiare; il marito, un facoltoso uomo d'affari, ha perso interesse per lei e la tradisce con amanti più giovani. La donna è convinta di poter recuperare la bellezza sfiorita e riconquistare il consorte grazie a una dieta di ravioli speciali preparati da Zia Mei. Inutile dire che l'ingrediente segreto ha a che fare con il cannibalismo, ma non dirò di più per non rovinare il piacere della scoperta. Vi basti sapere che tra i tre mediometraggi è davvero quello più estremo nel senso più carnale del termine. Particolarmente caro agli spettatori veneziani per lavori come Public Toilet, Fruit Chan condensa in poco più di quaranta minuti una critica ai danni che l'ossessione per la bellezza provoca in noi disillusi e superficiali esseri umani del XXI secolo. Le mostruosità che siamo capaci di compiere in nome dell'apparenza, arrivando addirittura a sacrificare la nostra natura e la nostra morale, prendono vita con uno stile scabroso e insieme elegantissimo. Le luci opache, la freddezza degli interni, l'insistenza sui volti in primo piano, il disturbante impiego del sound design e la sobrietà dei dialoghi potenziano gli agghiaccianti risvolti della storia. Pochi semplici elementi usati con sapienza rendono inutile l'indugio sul raccapriccio grafico e comunicano tutto ciò che il regista voleva. Di Dumplings esiste pure una versione estesa da 90 minuti, indipendente dall'antologia.

Cut (diretto da Park Chan-wook): Diretto dal regista di Oldboy, la seconda pillola inizia sul set di un film horror. Ryu Ji-ho è un cineasta con una vita perfetta e una bellissima moglie pianista; entrambi vengono sequestrati da una sadica comparsa, che accusa Ryu di essere troppo buono in virtù delle proprie agiatezze. Il protagonista si vede dunque intrappolato tra le grinfie di un ricatto: se lui non uccide una bambina presente nella sua stanza-prigione, il torturatore gli farà a pezzi la moglie legata al pianoforte. Il finale è quel tipo di plot twist che Stephen King farebbe carte false per poterlo concepire. Il contributo registico di Chan-wook manipola il classico tema della vendetta e lo mette in scena in un vero e proprio set dentro il set. Ciò che abbiamo tra le mani è una sanguinolentissima favola nera sulla lotta di classe, in netto anticipo su Parasite e pieno di splendide suggestioni metacinematografiche (il titolo della storia, "Cut", si riferisce al termine usato per interrompere le riprese). Il ritmo è indiavolato, il coinvolgimento emotivo schizza alle stelle, la tensione è elettrizzante e palpabile, i movimenti di macchina talmente spericolati da lasciare di stucco. E poi c'è il gore, improvviso e bellissimo a vedersi, arte macabra scintillante come un opale… Ma il vero orrore è quello nascosto all'ombra del perverso divertimento, quando all'ultima dissolvenza in nero non si potrà che rabbrividire pensando alla ciclicità della barbarie.

Box (diretto da Takashi Miike): La giovane scrittrice Kyoko ha avuto un'infanzia infelice che si ripresenta puntualmente a turbarle il sonno. Kyoko aveva una gemella, Shoko, morta accidentalmente quando entrambe vivevano nel circo di Higata, proprietario della struttura e loro tutore. L'improvviso ritorno di Higata nella vita di Kyoko costringerà la protagonista a misurarsi una volta per tutte con lo spettro del senso di colpa. L'epilogo paleserà una volta di più che l'apparenza inganna. Per affrontare al meglio Box, dovete dimenticate il Takashi Miike di Ichi the Killer e Audition. Il regista giapponese abbandona lo stile truculento che lo contraddistingue e predilige una forma di horror più introspettivo, legato a una climax di tensione abilmente costruita sino all'inafferrabile finale. Lo schema narrativo di Box può ricordare vagamente una struttura da giallo, ma le composizioni teatrali, i lunghi silenzi e i chiaroscuri suggestivi fanno provare sensazioni da incubo a occhi aperti difficilmente eguagliate nell'horror contemporaneo. Con la perizia tecnica da Dio del cinema a cui ci ha abituati, Miike realizza a mani basse il mediometraggio più enigmatico del trio, e proprio per questo il meno fruibile da tutti.

Non so se Three Extremes è un capolavoro, eppure sono convinto che, tra tutti gli horror antologici visti nella mia vita cinefila, sia quello che più ha turbato il mio inconscio. Anche guardando ai curricula complessivi dei singoli registi, questa antologia non sfigura di fronte alle loro opere migliori, dotata com'è di un folle pedigree, arduo da digerire pure per gli estimatori di vecchia data del genere. Poi sarà vero che i discorsi politici alla base non sono particolarmente innovativi, ma Three Extremes rimane un eccezionale viaggio distorto nelle inquietudini moderne, sconsigliato ai deboli di cuore e alle menti chiuse che vedono nell'horror un semplice giretto a Disneyland.

Alpagueur  @  13/11/2020 22:11:09
   6 / 10
I film horror americani (eccetto rare eccezioni che si contano sulle dita di due mani) sono spazzatura assoluta, le stesse storie riciclate e il disperato bisogno di conformarsi a un mercato adolescenziale generalista, ma solo con la compiacenza di scosse a buon mercato piuttosto che provare a toccare qualcosa di estremo (poiché la soglia del valore dello shock è stata alzata). I registi horror asiatici, d'altra parte, sono diventati maestri del loro genere, cosa evidente dalla crescente schiera di blockbuster asiatici e horror indie che ha ammassato gli scaffali anche delle principali catene di video in America. Sono particolarmente abili a manipolare immagini inquietanti e suoni e composizioni persino più inquietanti. Anche se, sfortunatamente, anche questo prodotto sta iniziando a diventare standardizzato semplicemente a causa degli enormi volumi di questi tipi di film che sono stati prodotti negli ultimi 20 anni circa. "Three Extremes' è un intrattenimento fantastico, per lo più originale nella sua narrazione fiabesca, ma è garantito che ti farà schifo, ti stranierà o sicuramente ti farà impazzire al punto che la quantità di violenza e sangue dei film di Tarantino ti sembrerà niente a confronto. I tre episodi (cortometraggi) sono: "Dumplings" (Hong Kong) di Fruit Chan, "The Cut" (Corea) di Park Chan-wook, e "The Box" (Giappone) di Takashi Miike. Il primo era dolorosamente ovvio nella sua direzione, quindi quando le rivelazioni sono arrivate, non ero per niente scioccato o mi sentito in pericolo. Il secondo, buono, ha come protagonista una comparsa del cinema che prende in ostaggio un regista ricco, bello e famoso e poi lo punisce per essere un ragazzo troppo "bravo" e "perfettino"...ma il finale mi ha completamente deluso. Il terzo, credo il migliore, decisamente inquietante, parla di una giovane donna che sembra rivisitare il suo passato in cui ha ucciso sua sorella dietro le quinte di uno spettacolo circense...qui però il regista sembrava voler fare più un film d'autore che raccontare una storia della durata di 40 minuti circa, ma la fine lo riscatta. Gli ultimi due, stranamente, sembrano materiale che, se mandato in onda in America e pasticciato dai soliti, sarebbero potuti essere episodi della famosa serie televisiva "Tales from the Crypt" ("Racconti della cripta"). Tuttavia, sono buoni e "strani". L'altra mia critica a questo film è che tutti si muovono nei discorsi a un ritmo così faticosamente lento durante la maggior parte dei cortometraggi. Ciò è particolarmente vero in "Dumplings", dove il regista e lo sceneggiatore evidentemente hanno ritenuto assolutamente essenziale far sentire ogni goccia d'acqua che gocciola o gorgoglio della gola o qualsiasi altra sensibilità acuta ritenuta necessaria (per cosa, non so). Alla fine della visione resta un imbarazzo inquietante e un disperato bisogno di recuperare il senso di normalità non discutendo del film e in effetti, cercando di reprimere i ricordi, anche se solo leggermente, dirò, che almeno il gli ultimi due cortometraggi, "The Cut" e "The Box", sono piuttosto strani, ma probabilmente interessanti da provare emotivamente. Per i deboli di stomaco direi di saltare i ravioli, che sono più che altro una commedia nera...il tema è ultra misogino: le donne faranno di tutto per rimanere giovani (al regista maschio qualcuno avrebbe però potuto consigliare di guardarsi i passi che gli uomini intraprendono per mantenere la loro forma e prestanza fisica, ma l'odio per le donne vende meglio) e ciò che sta accadendo sarà ovvio, chiunque abbia un po' di materia grigia in testa lo capirà molto rapidamente. È però abbastanza ben fatto e fila via in modo abbastanza indolore. Per i fan dell'horror asiatico, non aspettatevi nulla di "estremo" o fuori dagli schemi (tipo "Ichi the killer" per intenderci). Considerazioni finali: ho sentito che questo film è stato piuttosto lungo, specialmente per tre soli segmenti e per niente coinvolgente, ma darò questa lode: nessuna storia è sembrata oltrepassare il limite (di durata). In sostanza un film estremamente disgustoso, strano, bizzarro.

horror83  @  21/07/2018 13:54:28
   6½ / 10
Di solito i film ad episodi non mi piacciono mentre quelli orientali invece mi piacciono abbastanza. Avevo visto Three e avevo trovato i tre episodi abbastanza carini, anche se il terzo era quello che mi era piaciuto di più. in questo Three extremes mi sono piaciuti il primo e il terzo mentre il secondo no!

Ravioli: voto 7. mi è piaciuto molto questo episodio cinese. Questa ex diva della tv vuole rimanere giovane e si mette in contatto con una donna che, tramite la sua cucina molto speciale, riesce a fare miracoli sul far ringiovanire le persone

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il finale è molto macabro

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Taglio: voto 4. questo episodio, della Corea del sud, non mi è proprio piaciuto, l'ho trovato anche noioso!!!

Scatola: voto 7,5. questo episodio è giapponese ed è quello che mi è piaciuto di più. La storia è molto carina, anche se una scena non mi è proprio piaciuta ma penso che questo regista la metta in quasi tutti i suoi film. Per il resto buono!

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Facendo una media mi viene più o meno 6, ma metto un mezzo voto in più perché il primo e il terzo episodio meritano una visione!

CyberWYX  @  23/08/2017 02:45:06
   7½ / 10
Un crescendo di emozioni macabre

steven23  @  30/05/2015 15:02:59
   6 / 10
Ecco, questa è la conferma che io e il cinema horror orientale non andiamo molto d'accordo. Fatico davvero a farmelo piacere (che poi, per carità, ci sono alcune eccezioni).
Questo "Three... Extremes" da una parte è perlomeno riuscito a non dispiacermi, ma dall'altra è stato incapace di appassionarmi; nessuno dei tre mediometraggi, salvo forse l'ultimo, è riuscito a piacermi davvero.

Nel primo ammetto che l'idea di partenza, per quanto malata fosse, non era affatto malvagia, anzi... il problema semmai sta in uno svolgimento tutto sommato scolastico e in troppi dilungamenti che, nell'economia finale, rendono l'insieme piuttosto pesante. E dire che la regia e la scelta del sonoro in certe scene non era affatto male.

Il secondo ha dalla sua un ritmo decisamente più sostenuto, anche grazie alla tipologia di vicenda raccontata. Purtroppo è proprio la vicenda, specialmente il motivo che porta la comparsa a sequestrare e torturare la coppia protagonista a non convincere affatto. Troppo futile! E il colpo di scena finale mi è parso confondere un po' troppo la storia invece che darle quella spinta in più. Anche qui, però, la regia è eccellente e a livello visivo il risultato è più che buono... risulta anche il mediometraggio con la maggior quantità di sangue.

Il terzo, come già anticipato, è l'unico che è davvero riuscito a piacermi e catturarmi. Una giovane scrittrice è tormentata da un qualcosa accadutole da bambina. La trama, per quanto semplice, funziona ed è aiutata da un'ottima regia. Si scava a fondo nella psiche della protagonista e certe scene sono veramente notevoli, inoltre è l'episodio dove sono riuscito a percepire la maggior dose di tensione.
Se con i primi due faticavo ad arrivare alla sufficienza qui non ho alcun problema a dare un 7.5...
... il risultato finale, comunque, è per forza di cose inferiore.

pinhead88  @  20/08/2013 13:47:05
   6½ / 10
Tra i tre episodi quello un minimo più decente è il secondo di Chan-Wook Park, molto grand-guignol.
Il primo anche non è male, ma alla fine si dilunga troppo in surrealismi vari divenendo criptico e indecifrabile.
Quello di Miike non mi è piaciuto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/07/2013 18:31:35
   7 / 10
Ho apprezzato di più questo Extremes in primo luogo per il discreto livello degli episodi, abbastanza riusciti nel complesso anche se non privi difetti.
Il primo è più virato sul sociale, fame di riconquistare il successo e aborto sono tematiche forti, soprattutto la seconda. Tuttavia viene più evidenziata la prima rispetto alla seconda, condendo il tutto, è proprio il caso di dire, con un umorismo macabro che lo rende piuttosto bizzarro nel complesso.
Il secondo episodio conferma la bravura di Park Chang wok nel condurre una storia non originalissima tra due protagonisti di un duello psicologico all'ultimo sangue, non privo di una certa ironia e capace di creare momenti di vera tensione, anche se va detto che il finale non mi ha convinto un granchè.
Particolare l'episodio di Miike, molto suggestivo nel mostrare un senso di colpa che si manifesta nei fantasmi di un passato drammatico e tragico. Molto bella la fotografia.

Senza dubbio un'antologia molto più equilibrata qualititativamente del precedente capitolo Three.

_Hollow_  @  04/03/2013 04:35:28
   8 / 10
Il voto è una media dei 3 ... condivido parecchio quanto scritto nel commento sotto.

A Box, di Miike, darei un 6 e 1/2 - 7
... non è male, ma sembra riuscire nell'impresa di perdersi nonostante la durata ...
Il tema è buono, abbastanza magico e onirico (ebbè), però la narrazione in abisso porta a qualcosa di troppo diverso rispetto all'inizio ... in ogni caso, carino.

A Dumplings, di Fruit Chan, idem.

Il fatto è che sarebbe pure meglio riuscito, se non fosse che la confusione rispetto alla trama sembra superflua e inutile (intendiamoci, si capisce tutto al volo, al contrario di Box, ma alcune scene potevano semplicemente non esistere).
Però il disgusto che provoca è non dico geniale, ma veramente notevole.

Cut, di Park Chan-Wook ... un quasi capolavoro. Diciamo un 9 e 1/2.

Registicamente, è assurdo. Inizia con una scena meravigliosa, che si scopre essere poi della metacinematografia. Segue un piano-sequenza memorabile. Le varie scene sono girate da Dio, con una fotografia e un montaggio divini.
La macchina chiusa nel garage, la moglie al piano ...
Storia non originalissima, ma ottimamente presentata. per di più non viene presa sul serio, prevale un'atmosfera surreale. Da Park Chan-Wook.
Gli avrei dato un 10 pieno se non fosse per il finale. M'ha deluso un po', in particolare gli ultimissimi secondi ... ma più di così non me la sento di criticare la regia di qualcuno che fino a quel momento s'è dimostrato un genio. Chi sono per farlo?

In sintesi, parlando dell'intero Three...Extremes, da vedere per due motivi: perché originale ed interessante a 360°, e per il solo "Cut".

(L'inizio di Cut poi m'ha fatto venir voglia di vedere Thirst, che ancora mi manca ...)

James_Ford89  @  03/03/2013 03:14:38
   7 / 10
Dumplings: 7
Cut: 8
Box: 6

Mi aspettavo da più da Miike, mentre Cut era da assolutamente da 10 fino agli ultimi 20 secondi, poi il disastro. Dumplings raccapricciante.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  20/12/2012 00:52:18
   6½ / 10
Deluso dal secondo episodio. Gli altri due promossi.

sossio92  @  31/08/2012 22:41:42
   8½ / 10
Three…extremes , un film di tre episodi , vere perle orientali che manifestano storie ai confini della realtà . I tre cortometraggi sono affidati a tre grandi registi dell'oriente : Fruit Chan , Park Chan-Wook e Takashi Miike.



Il primo episodio ''Dumplings'' è diretto da Fruit Chan , in questo cortometraggio si esalta il tema dell'eterna giovinezza e la ricerca assoluta della bellezza da parte della donna , una starlette si rivolge alla famosa Zia Mei (nota per i suoi metodi di rinvigorimento della pelle grazie a dei speciali ravioli) , all'inizio si avrà riluttanza verso questi metodi , ma se non si pensa al ripieno (feti umani) , i ravioli di Zia Mei faranno miracoli . Fruit Chan ha diretto anche un lungometraggio chiamato ugualmente Dumplings , stessi attori , stessa storia , ma con approfondimenti non accennati nel cortometraggio.



Il secondo episodio ''Cut'' è diretto da Park Chan-wook , famoso per i film ''Old Boy'' e ''Lady Vendetta'', narra le vicende di una comparsa cinematografica impazzita e delusa della vita che tortura psicologicamente e fisicamente un regista famoso rientrato a casa sua dopo aver finito delle riprese. Questi , rinchiuso con la moglie pianista e un bambino sconosciuto dovrà dimostrare di essere ''cattivo'' (prendendo delle decisioni drastiche) perché considerato troppo buono per la folle comparsa . Questo corto è il più sanguinolento dei tre e racchiude una sottile ironia che si manifesterà grazie ad una bella interpretazione della comparsa .



Il terzo e ultimo episodio ''Box'' , è affidato al grande regista Takashi Miike , ormai conosciuto in tutto in mondo per la sua ampissima filmografia e la sua bravura , qui mette in scena una vicenda più drammatica e poetica rispetto agli altri due episodi , il tutto si svolgerà attorno al dramma di una scrittrice di successo , Kyoko , che non riesce ad innamorarsi per via di alcuni sensi di colpa , si scoprirà che anni addietro ha provocato la morte della sua sorellina , riuscirà a espiare il suo peccato ? il finale colpirà profondamente lo spettatore.



Three … extremes è un film diverso dagli altri , scene assurde , cruente e anche splatter possono riuscir a disgustare lo spettatore ma allo stesso tempo si potrebbe percepire un messaggio , una morale racchiusa in ogni episodio di questo film … Cosa si è disposti a fare per arrivare all'eterna giovinezza e bellezza ? Il successo e i soldi portano davvero alla felicità ? Si riesce a convivere con i ''fantasmi'' e le azioni del passato ?



Ecco tutto questo è racchiuso in Three…extremes.

Gruppo COLLABORATORI ilSimo81  @  07/02/2012 21:02:02
   8 / 10
Tutti e tre gli episodi hanno il loro macabro fascino.
Storie "estremamente" diverse tra loro, che rendono piacevole e scorrevole la visione, senza per questo renderla superficiale.

Primo episodio: "Ravioli" (di Fruit Chan). Per la precisione, ravioli che contengono un ingrediente molto particolare, che conferisce all'alimento la capacità di preservare la bellezza giovanile di una donna. E' l'episodio più lineare come tema e come trama, ma anche il più disgustoso e disturbante. Intrigante l'idea ma un po' piatta la realizzazione.
Voto 7.

Secondo episodio: "Taglio" (di Park Chan-wook). Per la precisione, "taglio" in una doppia accezione: quella cinematografica (richiamata dai personaggi, un regista e l'attore che lo tortura per vendetta) e quella fisica (che si riscontra in chiave orrorifica). E' geniale, è coinvolgente, è drammatico e grottescamente ironico, ed è quello visivamente più ricco.
Voto: 8.

Terzo episodio: "Scatola" (di Takashi Miike). E' il più poetico, il più delicato, il più drammatico. E' anche il più complesso e profondo, e non potrebbe essere altrimenti, visto che si addentra un una psiche umana tormentata da ricordi e sensi di colpa. Visivamente splendido.
Voto: 9.

speXia  @  15/08/2011 23:31:57
   9 / 10
Allora,vediamo un po' che voto dare alle storie....

Dumplings:6
Posso sembrare un malato di mente ma per me l'idea dei feti nei ravioli è,per un film horror,GENIALE e veramente disturbante. Il messaggio dovrebbe essere che "la gente farebbe di tutto per essere bella" ma a me sembra di più qualcosa tipo "la gente brutta non viene accettata da nessuno quindi la gente cerca di essere bella a tutti i costi"!

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Però è stata una delusione,noioso e confuso...

Cut:9
Fantastico corto di un fantastico regista! Vendetta sadica di un pazzo sadico! Dialoghi meravigliosi,finale strepitoso,e a volte strappa qualche risata

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Box:9
Takashi Miike:ho detto tutto!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  30/07/2011 18:17:20
   7½ / 10
Tre buoni episodi horror direttamente dall'Asia Orientale! "Ravioli" del cinese Fruit Chan; "Taglio" del coreano Park Chan-Wook; "Scatola" del giapponese Takashi Miike.
Sono tutti e tre sulla stessa altezza: ben curati nel settore colonna sonora, fotografia bellissima e recitazione niente male. Le trame sanno un po' di già visto (la tizia che cucina carne umana… la storia di una vendetta abbastanza banale ma raccontata bene… la protagonista che nutre molti rimpianti per la sorella che ha ucciso…) ma per quanto riguarda il coinvolgimento è assicurato.
Possiamo anche dire che sono sopra la media dei normali corti horror; se vediamo alcuni episodi dei MOH o Creepshow 3 non ci sono paragoni…

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  24/02/2011 11:46:20
   6 / 10
Non posso nascondere una certa delusione. Eppure l'operazione era molto interessante, un trittico di film "de paura" firmato da 3 importantissimi registi orientali, l'immenso Park della trilogia della vendetta, il regista cult Takashi Miike (che a forza di 2,3 film all'anno ha comunque nel suo background più di qualche perla) e l' "a me sconosciuto" Fruit Chan.
Korea, Giappone e Cina insomma. Se non sbaglio solo Miike aveva già avuto esperienze di genere mentre per gli altri è una prima volta. Le mie impressioni:

RAVIOLI (di Fruit Chan) VOTO 5
L'idea di partenza per quanto aberrante era senz'altro ottima ed "estrema" come il titolo dell'operazione suggerisce. Il fatto è che ho trovato tutto molto confuso, appena abbozzato, scolastico. Il finale poi è davvero affrettato malgrado abbia una certa coesione col resto. Nota senz'altro più positiva è il disturbante uso del rumore della masticazione specie perchè il regista ci aveva già rivelato (particolare importantissimo) in cosa consisteva il cibo.

TAGLIO (di Park Chan Wook) VOTO 6,5
A livello visivo è un'autentica meraviglia. Park riprende il gusto un pò kitsch già visto in Lady Vendetta e tra inquadrature incredibili, virtuosismi di regia, pulizia di fotografia ed effetti visivi seminascosti ma notevoli, ci offre un mediometraggio che è un piacere per gli occhi.Il difetto più grande è la faciloneria con la quale sono descritte le psicologie dei personaggi e le motivazioni alle proprie azioni. Futilissimo il motivo della vendetta (sempre lei...) della comparsa, assurdo il perchè voglia sterminare la propria famiglia, quasi inconcepibile, gratuito, cinematografico il finale dello scambio di ruoli. Interessante il discorso metacinematografico e quello della distruzione in 10 minuti di una coppia apparentemente solida. Tanto sangue nel finale. Curioso come il cinema horror orientale non possa fare a meno di usare i bambini; anche in questi 3 piccoli film, da semplici feti ad adolescenti, sono assoluti protagonisti.

SCATOLA (di Takashi Miike) VOTO 7
E' senz'altro l'episodio migliore e quello che riesce a raggiungere maggior profondità. Del resto la materia trattata, cioè lo scavo nella propria psiche, nei propri ricordi, nel senso di colpa, non può che dare profondità. Episodio di grande classe ed eleganza, intelligente, quasi colto, anche se un pochino confuso. Notevoli le scene mostrate nel silenzio assoluto, nessun rumore di scena, nessuna musica. Non sono sicurissimo di averlo capito fino in fondo e forse questa molteplice possibilità di darne un senso se da un lato depone a favore, dall'altro potrebbe dimostrare una non definitiva compiutezza.

Insomma, se ci fosse stato un film con il coraggio e il potere disturbante di Ravioli, la bellezza visiva di Taglio e la profondità psicologica di Scatola avremmo avuto un capolavoro. Magari i 3 possono rincontrarsi e pensare a qualcosa del genere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  04/10/2010 17:00:50
   7½ / 10
Film a episodi in cui si possono trovare tutti i pregi e i difetti del cinema orientale,dal manierismo fine a sé stesso allo stilismo dell'esagerazione. Però i registi chiamati sono tra i più interessanti anche a livello mondiale,e se Park un pò delude c'è un Miike che regala un'altra cosa da ricordare. Visivamente tutti e 3 sono splendidi da vedere.


1-Ravioli: voto 7
La storia che ha suscitato più scalpore di tutte e che ha disgustato tantissime donne. Come trama,a parte il cattivissimo spunto iniziale,c'è ben poco ma sorprende la critica al successo per cui si sarebbe disposti a qualsiasi cosa. Finale insoddisfacente,però,e ci sono troppi momenti di noia alternati ad altri di puro disgusto,il che sinceramente non era difficile quando tratti l'aborto in tale maniera.

2-Taglio: voto 7,5
Sempre una vendetta,tema prediletto da Park. Questa volta però il suo modo di fare cinema a tratti si rivolge contro il suo stesso autore (esattamente come la trama dell'episodio),toccando punte di un manierismo eccessivo. Bello il messaggio metacinematografico che non rende il tutto banale,ma se visivamente è meraviglioso gli sviluppi che prende la storia sono abbastanza prevedibili e non soprendono.

3-Scatola: voto 8
Siamo di fronte al lavoro più lirico,profondo e complesso dei 3. Miike tocca argomenti a lui cari come l'inconoscibilità della realtà (e della verità) in un incubo continuo che alterna momenti riflessivi ad altri angoscianti. è uno spettacolo da vedere,il suo svolgimento è di certo quello più originale rispetto ai suoi due compagni. L'uso di silenzi e di suoni troncati,di immagini che si ripetono e di montaggi che si alternano senza linearità permette di vederlo dall'inizio alla fine col fiato sospeso in attesa di vedere cosa succederà. Vale lo stesso discorso di Imprint: una storia di dolore e di perversione,un incubo o tutti e due? Piccola perla.

ide84  @  15/12/2009 23:24:49
   6 / 10
Registicamente e visivamente godibili, noiosi e poveri nel contenuto..in tutti e tre gli episodi qualcosa sfugge..nel primo abbiamo una splendida signora che trova una "fontana dell'eterna giovinezza" in alcuni mistici ravioli. Se non fosse che la signora è una gran topa e non hanno mica pensato di rendere il ringiovanimento visibile allo spettatore..MAH. Nel secondo e nel terzo il finale mi ha messo voglia di spaccare il monitor. Anche se dopo il finale di Imprint non mi stupisco più di nulla, ma lameno quello era cattivo forte..
Un'operazione commerciale fine a se stessa, per rendere ancora più noti i 3 registi in europa credo, altrimenti non mi spiego il tasso di violenza cosi basso e la povertà delle idee..secondo me li hanno costretti o giù di li. Rimane comunque una BOX ben confezionata, piena di buoni Ravioli, ma al quale vien voglia di dar presto un Cut.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  18/05/2009 18:25:57
   6½ / 10
Tre mediometraggi in sostanza deludendi ma che presentano vari elementi di pregevole fattura, vediamo:

Primo episodio: Davvero disgustoso. Una trama del genere poteva però acquistare fascino se solo ci fosse stata più poesia e migliore interpretazione. Il risultato è noioso e rivoltante sicuramente il più brutto.

Secondo episodio: Il meglio riuscito. Il tema della vendetta caro al regista è sottolineato anche qui. Sostanzialmente non prende nemmeno questo essendo troppo spavaldo e con poca sostanza. C'è da dire però che ci sono scene davvero ben fatte piene di colori e fotografate alla grande.

Terzo episodio: Il più poetico di tutti, non per niente l'autore è Miike. Gli elementi che caratterizzano la personalità del regista ci sono tutti e le scene sono accompagnate da un colore bluastro che attira, ti colpisce rendendo più snello il corto. Purtroppo si perde un pò e barcolla timidamente fino ad arrivare ad uno strano finale con diverse chiavi di lettura.

VikCrow  @  04/03/2009 15:33:14
   9½ / 10
Eccezionali corti con un retrogusto horror non indifferente.

Ciaby  @  23/12/2008 17:39:33
   9½ / 10
tre bellissimi cortometraggi da tre massimi registi orientali creano una vera e propria perla dell'orrore, con picchi di originalità incredibili

Invia una mail all'autore del commento Gondrano  @  17/01/2008 10:05:41
   6½ / 10
Visti i nomi in ballo, mi aspettavo molto, ma molto di più.
Premesso che la regia è, come al solito con questi registi, ottima, e questi sono films visivamente splendidi, sono le storie che mi hanno deluso, poco originali e credibili.
Il primo episodio, di Chan, mi ha disturbato non poco, e non mi è sembrato affatto svolto con leggerezza, anzi l'apparente indifferenza con la quale i protagonisti si muovono nell'orrore è atroce, come il prevedibile finale.
Il secondo è quello che mi è dispiaciuto meno, sarà che adoro Chan-Wook, storia tesa, ma l'episodio sembra chiuso alla bell'e meglio, un finale veramente rabberciato.
Il terzo di Miike è forse l'episodio più bello, il più ermetico e poetico, anche se il finale può essere diversamente interpretato.
In sostanza: 5 e 1/2 alle storie, 7 e 1/2 alla loro realizzazione.

Invia una mail all'autore del commento malocchio  @  15/08/2007 15:30:56
   7½ / 10
ho trovato tutti e 3 gli episodi davvero intriganti,il primo di fruit chan è il più assurdo,indigesto particolarmente trash ed allo stesso tempo elegante come regia e a mio parere quello che lascia più il segno
il secondo di park è girato splendidamente ma a quel finale che sà di sconclusionato,peccato perchè mi aveva lasciato senza fiato.
il terzo visionario ma non abbastanza intrigante per essere all'altezza degli altri suoi lavori.cmq merita molto

Invia una mail all'autore del commento XanaX  @  16/07/2007 02:45:08
   8 / 10
Sconvolgente

Geniale

D'autore

Tom24  @  21/05/2007 15:36:06
   7½ / 10
La tecnica e le capacità dei registi si notano beve in tutti e 3 gli episodi, capolavori sotto il punto di vista estetico.
Fruit chan gira un ottimo lavoro, anche se la storia non ha tanta mordente.
"Cut" è a mio parere il migliore anche per coinvolgimento nella storia, interpretabile in vari modi.
Anche Miike fa un buon lavoro, confermandosi come regista di grande verstilità.

L'unico punto debole è la noia che a volte si fa sentire, forse anche perchè noi occidentali non siamo abituati a questa forma di cinema.
In complesso guardabile, un esercizio di stile.

Invia una mail all'autore del commento balzac20  @  31/10/2006 11:15:04
   7½ / 10
Ottimo film.
Il primo episodio è forte nella tematica e leggerissimo nell'esecuzione.
Pochi spunti visivi fanno indovinare a fatica l'orrido che si cela negli atti delle protagoniste.

Il secondo episodio è scenograficamente un film di Argento.
E' ben calibrato e leggermente lento.
L'idea di fondo è più che discreta.

Il terzo è il più elegante.
E certamente il più complesso.

___

Siamo a livelli notevoli ma comunque lontani dal nostro gusto.
La fotografia di tutti e tre gli episodi è ottima se non eccelsa.
(effettivamente il terzo merita una menzione particolare in questo)

Dialoghi, come da attendersi, scarni.

Spazio per ipotesi e riflessioni.

Restano fortissimamente film estremo-orientali.
Con tutti i pregi e i difetti possibili.
Guardatelo ma aspettatevi molto silenzio e poco terrore.



(appunto su takeshi mike: ha diretto recentemente il 13° episodio di Masters of Horror, episodio questo fatto quasi in onore del regista. Per tutti i fan del genere vanno viste queste 13 "short stories". Sono imperdibili gemme del genere.
Una di queste è diretta con mano (inusualmente) capace da un redivivo Dario Argento. )


Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  20/08/2006 14:55:59
   7 / 10
primo episodio:il meno riuscito è quello di fruit chan,una storia abbastanza "stomachevole" ma con poco mordente.voto 6 +.
secondo episodio:registicamente impeccabile quello di park chan-wook,capace di mantenere la tensione costante(la storia vi si prestava anche magnificamente,d'altra parte).voto 7 e mezzo
terzo episodio:quello di miike è senza dubbio il più valido e intrigante,con una splendida fotografia e immagini di grande effetto(le due ragazze unite nel balletto sul pavimento,in particolare).voto 8

il problema principale secondo me delle raccolte di horror orientali sta proprio nel diverso modo di approcciarsi al genere rispetto agli USA.perchè quelli del primo gruppo fanno un uso troppo smodato di simbolismi per catturare in così poco tempo lo spettatore e,altro problema,i tempi di "carburazione" delle scene ad effetto sono troppo differenti.lenti,quasi rituali,nei paesi del sol levante;quanto ritmati e densi di azione quelli americani.che secondo me si prestano con maggior facilità al genere 'horror a episodi'.
quindi,in conclusione,un buon prodotto.ma,per citarne un paio,secondo me creepshow e body bags sono di gran lunga superiori.

Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  03/10/2005 19:28:26
   6 / 10
seguito dello stupendo "trhee", stavolta il nuovo trio non convince troppo.
Mikke firma tutto sommato l'episodio più riuscito, anche se un po'di noia capeggia qua e là. park inizia alla grande e poi si perde. Strano, dato che il tema del suo corto ha come soggetto il suo piatto forte, ovvero al vendetta.
Chan invece dirige una storiella di cannibalismo invero abbastanza inutile.
Boh, dateci un'occhiata, soprattutto per l'episodio di miike.

2 risposte al commento
Ultima risposta 28/07/2007 12.40.17
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Nightcrawler  @  11/06/2005 14:01:53
   7 / 10
Fruit Chan, Chan Wook Park e Takashi Miike giocano a chi fa il cortometraggio più malato... Park e i suoi ravioli al feto stravincono. Sconsigliato ai deboli di stomaco.

2 risposte al commento
Ultima risposta 07/02/2006 13.03.41
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