this must be the place regia di Paolo Sorrentino Italia, Francia, Irlanda 2011
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this must be the place (2011)

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locandina del film THIS MUST BE THE PLACE

Titolo Originale: THIS MUST BE THE PLACE

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiSean Penn, Frances McDormand, Tom Archdeacon, Shea Whigham, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten, Kerry Condon, Judd Hirsch, Seth Adkins, David Byrne, Eve Hewson, Simon Delaney, Gordon Michaels, Robert Herrick, Tamara Frapasella, Sarab Kamoo

Durata: h 1.58
NazionalitàItalia, Francia, Irlanda 2011
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2011

•  Altri film di Paolo Sorrentino

Trama del film This must be the place

Cheyenne, rock star ormai ritirato dalle scene, parte alla ricerca del persecutore di suo padre, un ex criminale nazista ora nascosto negli Stati Uniti. Nel cuore dell'America, inizia così il viaggio che cambierà la sua vita. Dovrà decidere se sta cercando redenzione o vendetta.

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Voto Visitatori:   6,78 / 10 (187 voti)6,78Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
Migliore sceneggiatura (Paolo Sorrentino, Umberto Contarello)Migliore fotografiaMiglior truccoMigliori acconciatureMiglior colonna sonoraMiglior canzone (If It Falls, It Falls)
VINCITORE DI 6 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore sceneggiatura (Paolo Sorrentino, Umberto Contarello), Migliore fotografia, Miglior trucco, Migliori acconciature, Miglior colonna sonora, Miglior canzone (If It Falls, It Falls)
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Voti e commenti su This must be the place, 187 opinioni inserite

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suboost  @  23/09/2021 01:33:31
   7½ / 10
ottimo sean penn, bella la fotografia, seconda parte piu godibile, merita la visione , ppeccato per il doppiaggio di sean penn un po troppo caricaturale, forse rende meglio in lingua originale

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  29/04/2020 08:03:27
   6 / 10
probabilmente il film più difficile e criptico di Sorrentino . Lento e tedioso per la prima ora cosI' com'e' svogliata e molle è la vita del protagonista ,pieno di situazioni paradossali al limite del grottesco la seconda parte con alcue ottime scene più da intuire che spiegate .
il film regge totalmente sulle spalle di un grandissimo Penn .ottime le musiche .
Non è che mi abbia fatto impazzire , forse per l'eccessiva lentezza e per la voce insopportabile di Cheyenne .

kafka62  @  06/04/2018 15:00:39
   7½ / 10
Sorrentino non è il primo dei registi italiani che ha trasferito la sua macchina da presa al di là dell'Atlantico. Penso, ad esempio, all'Antonioni di "Zabriskie Point" e – più recentemente e in chiave minore – al Muccino di "La ricerca della felicità" e di "Sette anime". C'è da dire subito che l'esito dell'esperimento è stato davvero notevole, dal momento che il regista napoletano ha affrontato uno dei generi classici del cinema americano, il road movie, con perizia e sensibilità, segno di una sorprendente assimilazione della cultura americana, senza per questo che venisse snaturata la propria poetica (cosa che era invece successo con Muccino, che si era mimetizzato come uno dei tanti registi hollywoodiani). Il suo gusto per i personaggi eccentrici lo si ritrova pari pari in Cheyenne, tanto che il Sean Penn dagli abiti dark, la capigliatura cespugliosa e il viso pesantemente truccato può ben essere considerato parente stretto del Toni Servillo de "Il Divo", "L'amico di famiglia" e "Le conseguenze dell'amore". E' un personaggio che si imprime indelebilmente nella memoria quello della vecchia rock star che si rifiuta di crescere, depressa, bizzosa, querula e piena di tic (quello per esempio di soffiarsi in continuazione il ciuffo che gli cade sugli occhi) e di manie (non può fare a meno di muoversi, quasi al rallentatore, con un carrello della spesa o con un trolley al seguito). A sconvolgere la sua immobilità, il suo vuoto esistenziale, sopraggiunge la morte del vecchio padre, con cui aveva troncato ogni rapporto da moltissimi anni. Se nel "cinema su strada" americano la storia è sempre un pretesto per una crescita, una trasformazione interiore, "This must be the place" non fa eccezione: attraversando luoghi iconici e pregni di significato (metropoli affollate all'inizio, e poi, in una progressiva rarefazione degli spazi, sordidi motel, solitarie stazioni di servizio, deserti a perdita d'occhio, nuvole bianchissime in cieli azzurrissimi e le immancabili routes che paiono non aver mai fine) e incontri bizzarri (un cacciatore di nazisti, un uomo coperto di tatuaggi, un indiano che senza dire una parola strappa un passaggio a Cheyenne e si fa lasciare in mezzo al nulla, un bambino obeso che duetta con lui cantando la canzone dei Talking Heads che dà il titolo al film, l'inventore stesso delle valigie con le ruote, e persino, in un breve cammeo, David Byrne), Cheyenne si mette, con la sua annoiata indolenza e la sua laconica e disillusa filosofia, alla ricerca dell'uomo che umiliò sessant'anni prima il genitore ad Auschwitz, uscendo dall'esperienza profondamente trasformato nell'animo (per la prima volta riesce ad amare e a capire il padre) e persino nel fisico (nell'ultima inquadratura lo vediamo addirittura vestito da persona comune). Sorrentino sfiora temi profondi e impegnativi (i legami di sangue, la vendetta, la ricerca di un senso da dare alla propria vita, la malinconia per il trascorrere inesorabile del tempo, i rimpianti per gli errori del passato) con la stranita curiosità con cui il suo protagonista osserva il mondo che lo circonda, vale a dire con apparente distacco, un pizzico di cinismo e senza alcuna sentenziosità (nonostante che alcune frasi pronunciate dalla voce off – ad esempio , "ci sono molti modi di morire, ma il peggiore è quello di rimanere in vita" – sono dei veri e propri aforismi), lasciando allo spettatore il non facile compito di riempire i vuoti e i non-detti, di tirare le somme e di ricavare e di ricavare un significato chiaro e univoco dalla parabola di Cheyenne. Quello che invece risalta senza ambiguità e con assoluto nitore è lo stile del regista: mai un'immagine banale, mai un'inquadratura messa lì per caso, ma uno stile elegante e raffinato, fatto di dolly sinuosi, di sequenze "a scoprire", di inquadrature che giocano sapientemente con cambi di messa a fuoco e di una stimolante alternanza tra il rigoroso iperrealismo ambientale (come è nei canoni del road movie) e la eccentrica stravaganza delle situazioni (il pistacchio più grande del mondo, un gruppo di turisti tedeschi nello Utah, il pick-up che prende fuoco senza apparente motivo). Con quest'opera disomogenea ma strabordante di motivi d'interesse, Sorrentino si conferma, grazie anche a una fotografia (di Luca Bigazzi) e a una colonna sonora perfette, uno dei migliori registi al mondo, e se Titta, Geremia e il "divo" Giulio erano già entrati a pieno diritto nella galleria dei personaggi memorabili della settima arte, anche questo goffo, indifeso e anacronistico personaggio che si trascina con estenuante lentezza per le strade d'America, con la sua risatina stridula e la sua voce in falsetto, non manca di lasciare la sua traccia nell'immaginario cinematografico.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  13/01/2018 14:21:24
   7½ / 10
Il solito Sorrentino, questa volta con un tocco americano. Sean Penn è bravissimo nei panni di un personaggio assurdo ma memorabile. Da un lato è uno dei tanti film on the road con il protagonista alla ricerca di se stesso, dall'altro non è uno dei soliti film on the road. Bello.

fabio57  @  16/02/2016 12:56:45
   9 / 10
Sorrentino si supera in questo straordinario film, dove un grandissimo Sean Penn ci regala una delle più convincenti interpretazioni della sua brillante carriera. Il tema trattato è la vendetta o la giustizia a seconda dei punti di vista. Ecco il regista per l'occasione, inventa un personaggio unico, una rock star di altri tempi depresso e dimenticato ,che non riesce a togliersi la grottesca maschera che ne fece un'icona musicale, anzi vi trova il suo rifugio emotivo. Sembra vinto e passivo, ma nell' inaspettata caccia all'uomo, gerarca nazista che umiliò il padre morente, ritrova il suo scopo esistenziale, la sua ragione di vita e riesce a ritornare nel mondo reale.
Molto bello

Kaneda95  @  18/01/2016 21:36:48
   8½ / 10
Film piacevole è ben realizzato, Sorrentino ha fatto ottimo lavoro, non sono d'accordo con chi dice che il film è noioso, diaciamo che ha un ritmo lento dove ha utilizzato le sue caratteristiche tecniche , ma la noia è un altra cosa ... lo consiglio veramente perchè c'è anche un fantastica colonna sonora e la performance di Sean Penn è impeccabile!

pak7  @  03/09/2015 12:27:01
   7 / 10
Discreto Sorrentino, pellicola a tratti divertente ma molto psicologica che si lascia seguire bene. Scorre via accompagnata da una colonna sonora adatta al contesto, buona l'introspezione del protagonista.

pernice89  @  22/06/2015 13:47:04
   7 / 10
Questo film ha il solo grosso difetto di essere un po' troppo lento e spesso noioso. Per il resto:
- ottimo Sean Penn, che ha interpretato un ruolo non semplice;
- trama abbastanza semplice ma interessante e molto psicologica, che scava a fondo nel personaggio principale;
- più che buona anche la colonna sonora.
Nel complesso quindi secondo me è da vedere almeno una volta. Data la sua lentezza, però, credo che una volta basti.

gemellino86  @  12/01/2015 17:12:24
   6½ / 10
Un film particolare che ha il grosso difetto di essere troppo lento e annoiare un po'. Bravissimo Sean Penn. Non riesco ad apprezzare tanto il cinema di Sorrentino. Comunque si tratta di una discreta operazione psicologica. 6 David di Donatello sono troppi.

the saint  @  12/01/2015 10:27:54
   6½ / 10
ottima sceneggiatura e qualche perla di saggezza sparata qua e là..

RDN92  @  22/03/2014 01:19:21
   7½ / 10
Immagino sia il film più debole nella filmografia del nostro connazionale Sorrentino, ma comunque ricco di spunti e di pregiata tecnica cinematografica. Quella non manca di certo al regista napoletano, capace di impressionare poeticamente in ogni suo movimento di macchina, senza lasciare nulla al caso (eppure molti sostengono l'esatto contrario). Concordo con chi vede in questa pellicola una specie di romanzo di formazione, attraverso il classico tema del viaggio on the road (a mio avviso, non abusato per ricreare le atmosfere di un tipico road movie all'americana). Come viene descritto all'interno del film, nella prima parte, Cheyenne è un bambino poco cresciuto che cerca una motivazione per diventare adulto, rompere con la sua noiosa vita da popstar (con tanto di look cucitogli ancora addosso, malgrado il ritiro dalle scene da un bel pò di anni) che vive di rendita, una rendita che proviene da quelle che lui stesso definisce canzoni commerciali, per depressi taglia vene, senza alcun significato preciso. Da questo punto di vista non può che nascere il rimpianto e il senso di colpa, in quanto proprio questo su "commercio" ha causato la morte di povere anime emotivamente fragili, oltre che l'invidia verso coloro che utilizzano la musica per scopi precisi, venendo giustamente definiti artisti. Penso che su questo punto Sorrentino anticipi di qualche anno quella critica all'arte che diventerà uno dei focus della sua ultima fatica, "La Grande Bellezza". Per quanto riguarda il nazismo e l'obiettivo della vendetta, penso che la tematica sia marginale, nessuno sfruttare la cosa per "rincorrere l'Oscar" come ho letto da altre parti (si sa che l'Olocausto è un tema sempre in voga ad Hollywood per spillare qualche premio). Ciò che conta è quello che Cheyenne acquisisce durante il viaggio, ovvero trovare se stesso, diventare finalmente adulto e togliersi la maschera da rockstar infantile, fumando la sua prima sigaretta, elemento che, come viene espresso nel film, non riguarda i bambini, i soli che non sentono il bisogno di fumare perché al di fuori da quell'ansia della vita adulta che il fumo può calmare. Ottima interpretazione da parte di Sean Penn, una garanzia quando si tratta di ruoli particolarmente complessi. Idem la McDormand, benché il regista gli riservi un ruolo secondario. In conclusione, un film che va sicuramente analizzato e apprezzato per quello che è, senza chiedersi se ci si aspettava più o meno da Sorrentino alla luce dei precedenti lavori.

marimito  @  02/02/2014 15:16:05
   6½ / 10
Ben diretto.. in pieno stile Sorrentino... anche se è capace di fare di meglio...cmq Sean Penn non dispiace.. la sceneggiatura sulle righe e mai prevedibile.. però io da lui mi aspetto sempre tanto.. e di più

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  16/01/2014 20:05:30
   7½ / 10
Benché manchi il consueto contesto italiano, il suo attore feticcio, i suoi personaggi deprecabili, è Sorrentino al 100%, il suo stile, il linguaggio forbito, illustratore di immagini visionarie, l'eterogenea colonna sonora che si fa trascinante, nessuna manomissione o adattamento per piacere all'estero, finalmente l'Italia ha modo di esportare un pezzo da 90 che possa nobilitare il suo cinema all'estero. Probabilmente un budget più limitato, com'era abituato, meno artificioso, lo scomodo paragone con 'Il Divo' che vuoi o non vuoi è automatico fare, non avrebbe accolto critiche così prevenute, andare oltre un doppiaggio penalizzante del protagonista, che ostacola tremendamente l'operazione intimista del regista, lo script ricorda il penultimo della Coppola ma ha il sapore di un clima coeniano non solo per la presenza della McDormand, ed è anche avvertibile quella surrealità e leggerezza di Wes Anderson, è un'opera di formazione con la differenza che al classico bambino c'è una rockstar cinquantenne che è rimasta infantile, il viaggio che poi è un pretesto è la meta per raggiungere la maturità, raffigurata simbolicamente con la prima sigaretta, poi c'è qualche dolly di troppo, c'è da metabolizzare un canovaccio un po diverso da come ci ha abituato, però Sorrentino è un autore ed è giusto che sulla falsariga del suo protagonista porti il suo talento a varcare i confini alla ricerca di una completezza autoriale/maturità artistica, non va imbrigliato o circoscritto attorno ai suoi topoi, molti temevano un americanizzazione del suo cinema, direi che quest'anno ha dimostrato che non è stato così.

krypton  @  29/10/2013 11:56:13
   9 / 10
"This must be the place" mi ha da subito ricordato un documentario che guardai tempo fa e che ripercorreva la vita di Ozzy Osbourne. Cosi come la celebre rockstar, Cheyenne ha le tipiche movenze ed espressioni delle persone che per anni ha abusato di droghe e alcool. Delle personalità quasi adolescienziali che rimangono intrappolate in un corpo d'adulto.

La rinascita è però possibile, il passaggio dall'infanzia all'età adulta, motivata dall'emergenza di un nuovo obiettivo da perseguire nella vita. Per Ozzy fu l'imparare a guidare, un sogno durato 40 anni, per Cheyenne è quello di ritrovare il criminale nazista che perseguitò e umiliò suo padre nel campo di concentramento di Auschwitz

Un ottimo film ricco di spunti interessanti, di situazioni tragi-comiche, di squarci fotografici su un mid-west americano intriso di tradizioni e di persone bizzarre. Da sottolineare l'ottima interpretazione di Sean Penn e l'eccellente colonna sonora. Sicuramente un film da vedere!

Lory_noir  @  19/09/2013 21:49:11
   6½ / 10
Notevole, magnetico e originale per certi aspetti. Per altri troppo inclassificabile.

Vlad Utosh  @  12/09/2013 14:08:51
   6½ / 10
Un film che ha alcuni notevoli pregi come la stupenda fotografia, l'interpretazione di Sean Penn-bravo come sempre- e alcune massime degne di nota

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Sull'altra faccia della medaglia troviamo però una trama molto debole e momenti in cui il film pare andare avanti per inerzia come il protagonista Cheyenne "versione 1".

Invia una mail all'autore del commento Project Pat  @  18/08/2013 21:37:05
   7 / 10
"This Must Be the Place" è un'opera che è stata forse concepita per essere tremila cose diverse tutte assieme ma che alla fine si rivela tranquilla, con pregi effettivi solo per quanto riguarda i dialoghi e il simbolismo dal momento che presa singolarmente, la sceneggiatura risulta essere abbastanza ridicola. A mio parere il momento più efficace è stato il finale, pienamente comprensibile nel suo messaggio ma bello anche solo a guardarlo nei suoi fotogrammi. Buona regia, il cui ritmo mi ha ricordato tra l'altro un po' quello di "Into the Wild" ma certamente non si grida al capolavoro.

Oskarsson88  @  12/08/2013 12:09:56
   7 / 10
Difficile dare un voto a questo film, il protagonista è a mio avviso come personaggio poco credibile e l'interpretazione di Sean Penn non mi ha esaltato, anche se d'altronde il protagonista, essendo apatico, non è che dovesse fare chissà quali versi. In ogni caso, anche la storia non è particolarmente credibile, e credo che questo possa e abbia irritato gli utenti detrattori del film. Di positivo c'è lo stile (che a Sorrentino piace tanto mostrare) e comunque una storia che va avanti e incuriosisce nel suo svolgimento, seppur alcuni (vari) punti rimarranno oscuri, vedi l'indiano, o il finale con la felicità della signora per il ritorno di Cheyenne. Difficile per l'appunto dare un voto, gli spunti positivi ci sono, così come alcune frasi. Può piacere o non piacere, io resto nel mezzo, l'intrattenimento c'è, però se uno ha tante aspettative può rimanere anche deluso...

Woodman  @  16/07/2013 18:11:54
   8½ / 10
Devo dire che anche io mi univo alla schiera di detrattori di Sorrentino, lo ritenevo un parruccone esaltato, presuntuoso, velleitario. Poi vidi "Le conseguenze dell'amore". Ascoltai quindi diverse sue interviste, lo sentii parlare. Ombroso, irresistibile. Parlare di amore e ossessione per il cinema, parlare di attori e provini, di stima nei confronti di Herzog, di scarsa considerazione per la cinefilia, di amore per la scrittura cinematografica, di amore per la letteratura. Sono davvero rimasto colpito da questo nuovo, piccolo, grande artista refrigerante e visionario, mi sono dovuto ricredere. Sorrentino è di fatto la nuova, vera speranza di rinascita per il Cinema italiano. Si sorvoli il primo film, quello che mi fece incazz.are, "L'uomo in più", e si passi quindi al memorabile "L'amico di famiglia", poi a "This must be the place". Questo suo esordio oltreoceano. Non concordo con chi lo definisce troppo americano o troppo italiano. E' un film dalla struttura narrativa lineare, semplice, con una scelta e un rigore stilistico davvero ammirevoli. Un gioiello. Il Cheyenne di Sean Penn (che conferma la sua duttilità e la sua grandezza) si pone come uno dei più magici personaggi del cinema degli ultimi 20 anni, ma in generale, credo che trovi spazio nell'immaginario collettivo ad uno sguardo globale su tutta la storia del Cinema, e non esagero.
Trovo che il reparto di contorno sia tutto splendidamente azzeccato, non solo fra le giovani promesse.
Menzione per la sempre grande Frances Mc Dormand, per il ritrovato Hirsch e per quel mostro sacro di Harry Dean Stanton (doppiato da Carlo Valli).
Grande colonna sonora, mitico Byrne.
Il compimento della sottile vendetta poco prima del finale è da brividi, nella sua semplice costruzione. L'ermetismo di fondo, necessario per ogni racconto psicologico che si rispetti e cerchi di salvarsi dalla superficialità, è accompagnato da una di quelle strane malinconie puramente cinematografiche, e secondo me basta tanto per farlo rientrare tra i classici.
Difficile parlare di questo film così apparentemente semplice.
E' la magia di Sorrentino, la sua simmetrica poetica, senza pretese o facilonerie, pulitissima e luminosa. E' il cinema ritrovato, letteralmente.
Applausi.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/07/2013 20.11.08
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leonida94  @  08/07/2013 18:16:40
   7½ / 10
Che cinema !
Sorrentino dirige un film talmente affascinante e ricco di sentimento che lo spettatore ne viene completamente travolto e attratto, senza vie di scampo.
L'originalità della storia, dei dialoghi e dei personaggi è formidabile e si sposa perfettamente con una sceneggiatura ben congeniata.
Sean Penn è credibile nella parte, riesce a sostenere il peso di un personaggio molto particolare, come in bilico tra l'introverso e l'estroverso.
Simpatici alcuni passaggi e significativi altri, per un film che è tutto da gustare.

cort  @  02/06/2013 22:41:41
   7½ / 10
parte molto bene e direi che i primi 40 min incentrati sul personaggio Cheyenne(sean penn) sono fantastici poi si perde in una trama confusa fatta di episodi un po forzati ma dai dialoghi interessanti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  01/06/2013 18:15:26
   8½ / 10
Riconciliazione con la famiglia, con se stessi, con la vita, e riconciliazione con il cinema.
"This must be the place" è voglia di mettersi in gioco, di sperimentare, di nascere due volte.

dkdk  @  22/05/2013 23:16:25
   8 / 10
Cosa dire di questo film , dopo averlo visto è facile cadere sul banale... dico solo gran film....

mauro84  @  08/05/2013 15:13:08
   7 / 10
questo è un dei film che mi son lasciato sfuggire 2 anni fà e ritrovarlo, guardarlo è stata un vera emozione, un dramma che si compone a poco a poco, ci son frasi, discorsi che fanno riflettere e che rispecchiano la spettacolarità del dramma narrato! . qualcosa di eccezzionale il tutto! ho amato molto le location molto suggestive.

stupefacente l'attore Sean Penn (sempre pronto al posto giusto al momento giusto!). il resto del cast è relativo e non al suo altezza fama.

complimenti al regista italiano che conferma quando di buono fà. complimenti per la pellicola!

complimenti poi per i 6 premi di david di donatello che confermano quanto sto film ha fatto bene ed è stato girato bene!

film da vedere!

Mark_01  @  07/04/2013 21:10:28
   9½ / 10
Sean Penn è stato brillante nei panni di Cheyenne: Un interpretazione del personaggio davvero autentica! Il non riuscire a lasciarsi alle spalle il passato è una componente comune,questo film da una speranza di risollevarsi.

Jolly Roger  @  22/02/2013 18:04:20
   9 / 10
Lo sai qual'è il vero problema? Che passiamo senza farci troppo caso dall' età in cui si dice "un giorno farò così", all'età in cui si dice "è andata così…"

Verità triste e bella insieme, la vita è un viaggio, come partire su un treno a caso da una grossa stazione ferroviaria senza sapere precisamente quale sarà la nostra destinazione. I binari alla partenza sono tanti, vanno in direzioni tutte diverse, a volte si accavallano nei pressi di uno scambio, corrono paralleli o curvano.
Ma più ci allontaniamo dalla stazione, più i binari si distanziano a seconda delle diverse mete.
Alla fine rimangono solo quelli del treno che abbiamo scelto.

Il protagonista, Cheyenne, affronta questo viaggio rifiutandosi di crescere, restando l'eterno ragazzo con conflitti irrisolti e che non parla al padre da vent'anni.
Ecco poi che un giorno, all'improvviso, Cheyenne decide di fare il primo passo. Inizialmente il riavvicinamento avviene in modo distante e freddo, ovvero attraverso la pianificazione della vendetta nei confronti di quello che era stato l'aguzzino del padre, per poi diventare un riavvicinamento sempre più emotivo e vssuto.
Grazie a questo riavvicinamento col padre, Cheyenne diventa un uomo, in grado di fare i conti con il proprio passato e di guardare al presente con serenità.

BlueBlaster  @  06/02/2013 02:01:08
   6 / 10
Il film è strano ma ad esempio la storia mi è piaciuta parecchio anche se mescola un sacco di cose che non centrano nulla tra loro e che per questo appare spesso confusa e sconclusionata....però alla fine è originale nel suo essere!
Sicuramente bravissimo Sean Penn mentre la regia di Paolo Sorrentino (di cui ho visto poco o niente) è raffinata ma troppo lenta e contemplativa per i miei gusti...all'inizio mi piacevano quei campi lunghi e quel ostentare in certi dettagli o momenti ma poi la visione si è fatta un pò pesante e proprio non ho capito perché lo abbia girato così..comunque una scelta stilistica che può piacere, sinceramente avrebbe potuto essere migliore ma non è male!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  11/01/2013 14:20:08
   7 / 10
In fin dei conti il film mi è piaciuto soprattutto per la straordinaria prova di Sean Penn che impersona questa rockstar impasticcata ma profonda, maldestra ma anche molto acuta. E' stato bravo Sorrentino a dipingere questo personaggio perfetto per l'attore però devo dire che ci sono svariati momenti morti e il ritmo cala notevolmente, senza contare che l'inserimento di certi temi forzati sono più una trovata commerciale che altro. 6 David forse sono troppi ( la fotografia poteva andare a ACAB - All Cops Are Bastards nominato per lo stesso anno ).

InvictuSteele  @  23/12/2012 21:42:44
   7½ / 10
Viaggio introspettivo di uno Sean Penn straordinario nei panni di una rockstar in declino e in cerca di redenzione, Sorrentino grazie alla sua eccellente tecnica filmica ne mette in risalto la sofferenza interiore. Ottimo sotto ogni punto di vista, peccato che il film lasci aperti alcuni interrogativi importanti che gli autori avrebbero dovuto chiudere in maniera esaustiva. Comunque bellissimo film da parte del miglior regista italiano del momento.

ps: avrei preferito si parlasse un pò più di musica dato il soggetto. Bellissima e storica la canzone che da il titolo al film "This must be the place" dei Talking Heads.

calso  @  27/11/2012 12:20:48
   7½ / 10
Un Sean Penn a grandi livelli, caratterizza il personaggio in modo strepitoso...leggermente lento, ma è proprio un aspetto che vuole trasmettere il regista relativamente alla condizione del protagonista...da vedere assolutamente

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  16/11/2012 23:24:37
   7 / 10
Questo film ha alcuni momenti molto belli, alcune panoramiche bellissime, una colonna sonora notevole e pure attori molto bravi. Purtroppo la storia non è un granché (come si fa a crescere? la caccia ai nazisti??) e quel poco che c'è è o già visto o parecchio confuso. Personaggi appaiono e scompaiono a volte senza ragione. Un sacco di metafore e il tentativo di mettere insieme molte idee con, appunto, un collante poco convincente. Penn è bravo: sembra un po'Robert Smith, un po'Alice Cooper, parla come Forrest Gump e si muove come Ozzy Osbourne. Giunti alla fine (non senza qualche momento di noia) ci si può accontentare di quel che Sorrentino vuole far finire bene.

topsecret  @  05/11/2012 09:42:40
   7 / 10
Un'idea interessante per una storia ben diretta e congeniata da Paolo Sorrentino che si avvale di un Sean Penn sopra le righe, autore di una performance apprezzabile.
Film che coinvolge in modo fluido e lineare , permettendo una visione senza distrazioni.

vale1984  @  10/10/2012 14:06:26
   8 / 10
un gran bel film con un'ottima sceneggiatura e un personaggio veramente poliedrico e magistrale. Sean Penn è meraviglioso, credibile e veramente bravo. Conduce e si muove con un'abilità fantastica e traina la storia attraverso vicende particolari e inquietanti.
Molto bello.

andrea1994  @  07/10/2012 12:57:34
   9 / 10
Un film straordinario che mostra il viaggio interiore di Cheyenne, un personaggio presentato in maniera sublime nelle sue tante ed insolite sfaccettature. Magistrale Sean Penn. Mi ha davvero coinvolto e mi stupisco nel vedere che alcuni lo hanno trovato noioso. Molto bella la colonna sonora. Una pellicola che fa onore al cinema italiano! Non perdetelo!!!

Reservor dog  @  19/09/2012 15:01:37
   6 / 10
Sono molteplici le riflessioni che questo film mi ha indotto; molteplici, e ancor più discordanti. Non è facile per un sorrentiniano come me ammettere che qualcosa in questo film non vada come mi aspettavo, ma è quel che è successo. All'impeccabile e consueta cifra stilistica manca infatti la sostanza dei precedenti film il cui posto si è tentato di colmare con alcuni espedienti mal riusciti. La caccia al criminale nazzista, l'incontro/sfogo con Byrne e più in generale un lirismo spesso inutile smascherano la poca originalità della vicenda e non resta che consolarsi con le belle prove di Penn e della immensa McDormand.

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elnino  @  18/09/2012 01:32:58
   6½ / 10
Tutto per Sean Penn questo voto, interpretazione eccellente. Il resto poca roba

maitton  @  03/09/2012 10:54:28
   7 / 10
bellissimo questo film di sorrentino.
un meraviglioso sean penn, che ho adorato per la sua credibilita'dalla prima all'ultima scena del film.
ho apprezzato molto anche il finale, pieno di speranza.
la soundtrack poi, e'la perfetta compagna di viaggio.

Attila 2  @  01/09/2012 13:21:44
   7½ / 10
Un film "delicato" che nella sua drammaticita' riesce anche ad avere spunti "comici".Un film "lento" come l'apatia del prtagonista,come il suo parlare strano,di uno a cui non frega niente delle cose ma,allo stesso tempo,sembra afflitto e triste.Un personaggio che ti prende per il suo modo contraddittorio di essere.Un film che tratta un argomento delicato come quello dell'Olocausto,e l'altrettanto delicato argomento di un rapporto padre-figlio,mai "sbocciato" e vissuto interamente da nessuno dei due.Cheyenne che non vede suo padre da anni,perche' pensa che non gli voglia bene,e nonostante che abbia una vita "normale" e anche "bella" con una moglie che lo ama,una casa e degli amici,anche un po' particolari,ma pur sempre amici,non riesce a godere appieno di questa sua vita ,continuando a vivere nel suo passato,tanto che e' sempre "truccato" come quando era una rock star,e nella sua "immaturita'" che si evince dalla sua domanda "ho avuto quasi tutti i vizi del mondo,ma non ho mai fumato,chissa' come mai?" "perche' solo gli adulti fumano,e tu sei rimasto un bambino".La prima parte presenta il personaggio di Sean Penn in maniera molto approfondita ,la seconda e' quella del viaggio e della riscoperta di se stesso.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER La consapevolezza che suo padre,gli voleva bene,fa si che Cheyenne,voglia in un certo modo,recuperare il rapporto con suo padre,anche se non c'e' piu',andando a cercare il Nazista che lo aveva perseguitato,nel campo di concentramento.Questo viaggio diventa la svolta della sua vita,i personaggi che incontra gli fanno capire che non tutto e' male e cattiveria,tanto che lui aiuta anche alcune persone che conosce durante il cammino.Questo gli apre gli occhi,lo avvicina a suo padre e lo fa crescere.Fino alla catarsi dell'incontro con l'ex ufficiale nazista.Bellissimo come risolve la questione con questo personaggio negativo,"spogliato" di tutta la sua cattiveria,dalla vecchiaia che arriva per tutti.Film di viaggi che fanno riscoprire se stessi,ai protagonisti della pellicola,ne ho visti molti.Ma questo e' uno dei piu' belloi.Un Sean Penn a dir poco straordinario,caratterizza il personaggio di Cheyenne in maniera perfetta,il film,che puo' sembrare lento,a me,come detto all'inizio sembra "delicato" che vada di pari passo con la vita di Cheyenne,apatico all'inizio,per andare in un crescendo che porta al meraviglioso finale,e dico meraviglioso perche' io l'avro' capito a modo mio,perche' negli altri commenti,non ho visto nessuno che la pensi com me,ma secondo me....

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Gran bella pellicola,un film che ha lasciato il segno.

Invia una mail all'autore del commento nightmare95  @  28/08/2012 00:52:29
   6½ / 10
Film drammatico/comico particolare, che mi è discretamente piaciuto.
All'inizio ero un po' titubante, ma nonostante tutto ero curioso di vedermelo. Soprattutto per via della presenza di Sean Penn che reputo un ottimo attore.
Stupendo il trucco, molto bella anche la colonna sonora che è stata giustamente premiata.
Non ci troviamo difronte ad un film memorabile, però è indubbiamente una buona pellicola che merita di essere vista.

THEANSWER  @  27/08/2012 22:05:37
   9 / 10
Drammatico ma non troppo, adirittura in certi momenti comico. I dialoghi anche se in alcuni momenti lenti mai noiosi e banali. L'ultima scena (quella della sigaretta) semplicemente geniale perchè racchiude l'intera trasformazione del personaggio. Ottimo. Consigliato. Peccato averlo perso al cinema.

Scuderia2  @  25/08/2012 10:44:13
   10 / 10
C'era una volta un cantante in letargo.
Viveva tranquillo a Dublino,nella sua grande e bella casa,in compagnia della moglie.
Si vestiva e si truccava come quando era famoso.Anzi,come quando cantava.Perché famoso lo era ancora,e la gente lo riconosceva.
L'eroina e l'alcool della gioventù l'avevano scarabocchiato.
La sciatica lo faceva camminare come uno con una ramazza nel sedere.
Ma era simpatico e saggio.
Una bibita gassata da bere rigorosamente con la cannuccia.
Un carello della spesa o un trolley da trascinare.
Le quotazioni di borsa da controllare.
La pelota basca rivisitata.
Qualche rimorso.
Questa era la sua vita.
Poi un giorno arrivarono brutte notizie dall'America e lui dovette partire.E scoprire.
Perché se sei ebreo,prima o poi, i conti con una certa terribile Storia li devi fare.
Cheyenne,questo era il nome del protagonista di questo racconto,inizió allora un viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti,deciso a portare a termine ció che il padre non era riuscito a completare
E per far questo,Cheyenne pensò che forse era il caso di comprare la pistola piú grande del mondo.
Cheyenne partí in nave e torno' in aereo.
Partí Cheyenne e torno' John Smith.
Partí bambino e torno' uomo.
Facile quasi come fumarsi una sigaretta.

Una favola favolosa.

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Ultima risposta 27/08/2012 22.01.43
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR alexava  @  05/08/2012 01:44:13
   6 / 10
Tanti ma veramente tanti, tantissimi pregi tecnici (una fotografia ottima, una regia eccellente, degna del miglior Sorrentino che fa un uso strepitoso del dolly che non abbandona mai il protagonista, se non per concederci una capatina ad un concerto dei talking heads) che non sono serviti da una trama particolarmente brillante.
Ho detto la stessa cose per quanto riguarda "Il discorso del Re", ma in quel caso, i pregi tecnici servivano dei personaggi affascinanti, coinvolgenti, ben scritti. Invece in Must be the place il personaggio principale è scritto benissimo, ma manca di mordente, di appeal. La sua apatia rende leggermente apatica anche la visione del film. Il tutto marcato da una lentezza veramente opprimente ma in linea con lo spirito del film.
Voglio dire che con questo film ti ci devi pigliare. Questo film è UN solo personaggio. Se non ti ci prendi, non ti prendi manco col film. E' successo a me.

andreapau  @  29/05/2012 13:40:47
   7½ / 10
Cheyenne è naif come nemmeno un bambino potrebbe essere.
Rockstar in baby-pensione, disoccupato di lusso, assoluta nullità artistica e umana, trascina stancamente il baraccone, imbellettato e cotonato.
Trucco e parrucco sono forma che si è fatta sostanza, seconda pelle che si è fatta scafandro protettivo senza il quale Cheyenne nemmeno esisterebbe.
Ma sotto la cenere una fiammella continua ad ardere, bisogna soltanto soffiarci sopra per ravvivare il fuoco, il guizzo selvaggio del rocker di pelle vestito.
Arriva il vento giusto, quello che permette a Cheyenne di mollare gli ormeggi e avventurarsi verso dove mai avrebbe immaginato.
E' un vento aspro quello della vendetta, ma che lo riporta a casa in una navigazione sicura e spedita, su una nave via via piu' leggera e priva di zavorra.
Sbarca un uomo che non è piu' Cheyenne, o forse è soltanto il vero Cheyenne...chi lo ama lo riconosce e risponde al suo sorriso.

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Ultima risposta 31/05/2012 11.20.43
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endriuu  @  22/05/2012 23:22:59
   6 / 10
la sufficienza è solo per le qualità tecniche di sorrentino. il resto è il vuoto.. ( sean pen a parte )

Fifì  @  22/05/2012 19:05:28
   8½ / 10
Devo dire che sono partito prevenuto verso questo film, dopo aver ascoltato diverse critiche negative di alcuni, in modo particolare quella del mio professore di cinema che lo ha definito banale e inconcludente, ma devo contraddire tutti quelli che hanno detto che il film è pessimo, personalmente l'ho trovato poetico e profondo, anche se un pò dispersivo sulla trama, ma è un film che mi ha addolcito e sensibilizzato, anche se non so nemmeno io bene il perchè. A mio parere è un film che non va guardato, quanto ascoltato, infatti non tutte le immagini mi sono piaciute ma ho trovato i dialoghi profondi e le musiche, anche se non sempre, stupende. Il personaggio di Sean Penn è apparentemente ingenuo, disinteressato e ambiguo, ma che sa sorprenderti ed essere un vero filosofo e poeta. Inoltre sono rimasto sorpreso dal fatto che il film mi ha dato l'impressione di essere lento e pesante ma solo alla fine mi sono accorto che è finito subito e mi è venuta voglia di riguardarlo.

floyd80  @  17/05/2012 18:44:57
   7 / 10
Tanto Wes Anderson con spruzzate alla Malick e purtroppo poco della poetica del nostro caro regista, questo è This must be the place un film che ci pone degli ottimi dialoghi, alcuni d'antologia, musiche da grande film e una regia sopraffina.
Purtroppo la mancata empatia con la pellicola e un doppiaggio a dir poco discutibile non fanno apprezzare il film in pieno.

deadkennedys  @  10/05/2012 22:57:05
   7 / 10
Momenti di ottimo cinema diluiti troppo e spesso con sequenze e personaggi secondari alcuni totalmente inutili (il proprietario del pick-up ad esempio, ma potrei citarne almeno 4 o 5).
Stupendi alcuni dialoghi, altrettanto la fotografia
Sorrentino tenta di ricamare qualcosa di sublime ma si perde nei dettagli.
Non me la sento di dare meno di 7. Ma neanche di più.
Grande Sean Penn ma alquanto irritante il suo doppiaggio.

guidox  @  01/05/2012 12:48:35
   8 / 10
se entri in empatia col personaggio di Cheyenne e ti lasci trasportare dalla regia di Sorrentino, puoi assistere ad un gran film veramente.
sempre ironico, divertente, a tratti volutamente ingenuo, poetico..."strano", di quella stranezza che appartiene solo ai Grandi.
Frances Mc Dormand meravigliosa al pari di Sean Penn, in un personaggio interpretato alla perfezione e che fa capire perchè se l'attrice non avesse accettato la parte, non ci sarebbe stato.
a me ha emozionato tantissimo, a differenza di altri non l'ho trovato neanche minimamente pesante.

viagem  @  18/04/2012 17:48:26
   6½ / 10
FIlm di difficile valutazione da parte mia: trama poco accennata e con l'inserimento del tema dell'olocausto che non si capisce cosa ci azzecchi; moooooolto lenta prima parte, si potrebbe tranquillamente accorciare di 20 minuti buoni. Ma poi non riesci a resistere a questo tenero personaggio inventato dalla coppia Sorrentino-Penn, ti lasci andare a ricordi del passato riascoltando David Byrne e ti sorprendi al finale bellissimo in mezzo alla neve da autentica legge del contrappasso.
Forse il peggior film di Sorrentino, si è un po' fatto prendere la mano e da una coppia regista-attore così è giusto pretendere di più. Però questi colpi di genio qua e là valgono comunque la pena!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  17/04/2012 10:53:09
   8 / 10
Lontano dalle scene Cheyenne continua a truccarsi come una rockstar che non ha più senso di esistere.Si gode i lauti guadagni della passata carriera nella sua bella dimora e passa le giornate in compagnia della dark amica Mary (Eve Hewson,figlia di Bono e volto molto interessante) e con la moglie,una sempre sfolgorante Frances McDormand con cui Sorrentino cala subito il carico pesante,andando a tracciare un rapporto che pur privo di smaccate effusioni giganteggia nitidamente in delicatezza e solidarietà coniugale,punteggiato da affettuose scaramucce e da una comprensione reciproca che è manifesto eloquente di quell'amore che per i più resta solo immaginario.
Un po' annoiato e forse anche "garbatamente" depresso Cheyenne parte per gli Stati Uniti a causa dell'improvvisa morte del padre.Venuto a sapere dell'ossessione del genitore,ai tempi di guerra deportato nei lager nazisti e da decenni sulle tracce del suo aguzzino, decide di soddisfare quel desiderio di vendetta ,in segno di inconsapevole rispetto verso quell'uomo che in realtà non ha mai davvero conosciuto.Sarà un modo per riscoprire le gioie della vita,in solitaria attraverso i grandi spazi americani questo clone a metà tra un Robert Smith caricaturale e un meno irruento Ozzy Osbourne,costruirà l'indagine sull'incontro e le relazione con il prossimo toccando luoghi e personaggi più o meno eccentrici che finiranno con il condurlo alla meta.
Di primo acchito potrebbe sembrare una soluzione straspremuta quella del viaggio on the road come mezzo di conoscenza e crescita intima,ed invece Sorrentino ammanta il tutto della sua sottile ironia applicata ad una prospettiva cinematografica fatta di idee spiazzanti e di contenuti intrinsecamente toccanti e scandita da una colonna sonora da urlo.Poi c'è l'umanità di personaggi sopra le righe eppure mirabilmente genuini.Sprizza delicatezza da ogni fotogramma l'incontro con la giovane cameriera e il suo figliolo dalle indiscutibili doti canterine,è tutto da godere il confronto col grande vecchio Harry Dean Stanton,ed il film scivola tra vari aneddoti con grazia senza mai svoltare nel ridicolo sebbene si debbano fare i conti con un protagonista quasi clownesco.
Sorrentino rende poetico ciò che in altre mani sarebbe stato probabilmente un memorabile scult ,tira fuori un lavoro magari discontinuo ma profondamente vivo.Ovviamente avvalendosi di un super Sean Penn,fantastico e per nulla imbarazzato nel trasformarsi con parrucca corvina e rossetto battonesco da eccentrico e malandato vip di provincia a uomo nuovo,finalmente pronto a voltar pagina.

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Ultima risposta 17/04/2012 13.00.50
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  15/04/2012 13:17:44
   8 / 10
"Questo deve essere il posto" avrà pensato Aloise Lange dopo aver scoperto chi era quella specie di relitto umano che gli si è presentato davanti. La neve del resto la vedevano anche loro dall'altra parte del filo spinato, la giovinezza e la spensieratezza, in quella neve, la persero tutti, buoni e cattivi. Non c'è posto migliore di questo, freddo, innevato, sperduto, fatale.

"Questa deve essere l'ora" avrà pensato Aloise Lange, perchè si può scappare un'intera vita da qualcosa o da qualcuno, anche da se stessi, e Aloise Lange questo lo sa, ma poi l'ora arriva e forse in questo caso meglio tardi che mai anche se Cheyenne pensa che tardi è sempre e semplicemente tardi. Questa è l'ora, inutile combattere, e se non è stato lui a trovarmi è giusto che l'abbia fatto Cheyenne.

"Questo deve essere il modo", ecco, questo Aloise Lange non l'ha pensato di certo, perchè in situazioni come queste più che pensare una certa cosa la si spera proprio, si spera che parta quel colpo di pistola a cancellare per sempre un'esistenza che, colpevole o no, ha un peso troppo grande su spalle troppo piccole, si spera che il cerchio si chiudi in maniera definitiva, che i pensieri fuggano per sempre. Lange apprezza l'inesorabile bellezza della vendetta, la perseveranza che porta alla sua grandezza. Ci sono però vendette più ironiche ma infinitamente più terribili, vendette che chiudono il cerchio in maniera ancora più perfetta, e il Giotto in questione è Cheyenne, che un colpo lo spara, da una macchina fotografica però, e poi manda quel corpo rinsecchito a camminare nel freddo contrappasso dei ricordi. A volte si può esser nudi per mettersi nei panni di qualcun altro.

"Questo deve essere il mio nuovo inizio" avrà pensato Cheyenne, che per 40 anni ha portato i propri 15 anni sotto chili di cerone e rossetti che reggono un giorno intero.
Perchè un conto è sentirsi bambini per sempre, un altro esserlo davvero.
Questo è il mio nuovo inizio, lo sa Cheyenne che fuma la sigaretta della maturità, che torna quel figlio che aveva dimenticato di essere, che quel cerone, barriera di una vita, ora può toglierselo di dosso.

E se Sorrentino in ogni inquadratura, in ogni movimento di macchina, in ogni musica rasenta così la perfezione da sembrar finto a me non frega nulla.
Se Messi fa per la 35° volta le sue serpentine io non dico "che palle", io godo.
E godo di Sorrentino anche se tante volte quelle serpentine, quegli uno due straordinari, quei cucchiai magnifici, non portano a nulla.
Come con la terribile scena di David Byrne, quasi una decina di minuti completamente fuori dal resto, una marchetta terribile.
O come quell'indiano che sale e scende dal pick up come Dìo solo lo sa.
O come quel meraviglioso ma quasi inconcepibile finale che in maniera troppo brusca e forse semplicistica ci regala un altro uomo cancellando in un amen decenni della propria vita. Ma il figlio mai stato figlio prima o poi doveva tornare, i cerchi, l'abbiamo detto, si chiudono sempre. Meglio tardi che mai, stavolta anche Cheyenne sarà d'accordo, perchè quel sorriso, alla fine, esce fuori anche a lui.
Cheyenne chiude tutti i cerchi, quelli che ha cominciato lui e quelli che ha dovuto solo finire.
Tutti piccoli cerchi di piccole storie perchè quello più grande, quello della Storia, non si chiuderà mai.
"Questo doveva essere il mio destino" avrà pensato probabilmente l'ex bambino che ha saputo suonare la chitarra.
Forse si può ancora recuperar tutto.
Una madre.
Una sorella.
Una moglie.
Sè stesso.
Meglio tardi che mai John Smith.
E lascia perdere quella specie di pelota spagnola.
Metti l'acqua in quella piscina e non aver paura di tuffartici dentro.

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Ultima risposta 31/05/2012 09.39.03
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despise  @  13/04/2012 12:13:43
   7 / 10
Sorrentino strizza l'occhio ai Coen ed al road-movie americano, con un risultato altelenante: film stilisticamente perfetto, fotografia e trovate visive davvero pregevoli, ed un Sean Penn davvero in palla... la trama è invece abbastanza confusa e non del tutto lineare, e mi aspettavo qualcosa di meno banale che non fosse il stra-abusato tema del viaggio = scoperta di se stessi = redenzione = cambiamento... ma in effetti è un film molto introspettivo (e quindi riservato a palati fini) ed al grande pubblico potrebbe risultare addirittura noioso o fastidioso... in definitiva per me promosso, anche se con qualche riserva!

The BluBus  @  30/03/2012 00:38:12
   8 / 10
Davvero ottimo, non capisco i numerosi voti bassi..
Dialoghi ottimi, Penn perfetto, e grande fotografia.

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Ultima risposta 07/05/2012 23.38.24
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Crazymo  @  13/03/2012 01:45:21
   6½ / 10
Il film visivamente è superbo, gli attori sono ottimi (Sean Penn un pò sprecato...) ma l'ho trovato eccessivamente confusionario e sbrigativo, anche se in queste scarse due ore ci son stati diversi punti morti. Quindi un esperimento riuscito; ottimo se siete appassionati.

charles  @  04/03/2012 12:02:20
   6½ / 10
Film con pregi e difetti, ricco di spunti o, più severamente, confuso. Spicca, come ci si poteva aspettare, la recitazione di Sean Penn, è perfettamente inutile e sprecata la McDormand, il personaggio principale è sicuramente accattivante e ben caratterizzato, ottimo il tema della redenzione, non si capisce cosa c'entrino i nazisti e la persecuzione degli ebrei con tutto questo nonché con i ricordi e miti del regista, dai quali il film è in parte tratto.
Insomma, un discreto casino. Ma non annoia.

folco44  @  27/02/2012 10:10:32
   9 / 10
Grande fotografia e musica, tanta poesia e voglia di metterti in gioco a qualunque età.
Sorrentino - Penn ottima accoppiata.
Devo ammettere che i commenti negativi mi hanno infastidito.

CavaliereOscuro  @  26/02/2012 00:44:15
   7 / 10
Film dai tratti artistici che si pone delle riflessioni sul senso della vita ed i suoi risvolti, legati alle strade che ognuno di noi decide di intraprendere. Profondo e poetico, diretto con grande maestria, Sean Penn eccezionale. Il suo personaggio è eccentrico e delizioso. Da vedere.

ValeGo  @  21/02/2012 10:49:33
   8 / 10
Bravo Sean Penn, bella colonna sonora, quando si ha voglia di cercare se stessi, di crescere, di dare una svolta alla propria vita, non è mai troppo tardi..non importa l'età che hai, non importa chi sei diventato, non importa dove vivi..lo devi solo sentire dentro..e quando lo senti sei pronto: qui e adesso. Bello.

RHCP  @  31/01/2012 10:04:35
   7½ / 10
Ho letto e sentito lamentele circa quest film: "la trama è inesistente", oppure "sta in piedi solo grazie a Sean Penn".
Beh...se non amate film introspettivi, nei quali la caratterizzazione dei personaggi prevale sulla trama, allora NON andate a vedere questo film!
La trama, in questo film, non è fondamentale. E' solo un pretesto per tante citazioni sulla vita, per tanta buona musica, per un'ottima fotografia e per una magistrale interpretazione di un formidabile attore.
La colonna sonora è davvero coinvolgente!

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Ultima risposta 15/02/2012 00.41.49
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  30/01/2012 18:25:05
   8 / 10
Il mio è un giudizio del tutto sentimentale: il binomio Sorrentino-Penn è fenomenale. Col suo sguardo al singolare, caratteristica peculiare del suo cinema e del suo modo di scrivere ("Hanno tutti ragione", il suo primo romanzo, ha tanti difetti ma non quello di mancare di empatia con il lettore), Sorrentino dipinge un personaggio a tutto tondo, che sfiora il grottesco ma che fa un'infinita tenerezza. Prigioniero di una maschera anni '80 che, con gli occhiali da lettura, lo fa sembrare più un'anziana zia di una rockstar in disarmo, Sean Penn attraversa una sceneggiatura scarnissima con una leggerezza che può appartenere solo a un attore di livello stellare.
Non riuscito come i suoi lavori precedenti, "This must be the place" ha comunque molti pregi, non ultimo quello di aver fatto maggiormente conoscere oltreoceano il lavoro di Sorrentino che, a differenza di altri registi "esportati" non tradisce il suo stile pur alle prese con un blockbuster.

E poi i Talking Heads sono grandissimi.

Silvinha  @  04/12/2011 16:53:51
   7 / 10
Bello, bello e ancora bello! Mi é piaciuto ma non lo consiglierei mai a chi non ama i film introspettivi e un pò lentucci. In effetti il film é lento ma secondo me ha una storia non scontata e interessante. Il personaggio di Cheyenne é studiato nei minimi diettagli. Il finale é magnifico. Mi piace anche perché la prima parte del film é ambientata in Irlanda :-)

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  26/11/2011 16:58:15
   6 / 10
Film con tante luci, ma purtroppo anche tante (troppe) ombre.
Mi dispiace dirlo, ma Sorrentino fa un mezzo passo falso.
Tecnicamente nulla da dire, ma è bello senz'anima.
La storia vaga in un roadmovie sgangherato, vecchio e senza nessuna nota stilistica che possa rimarcare la differenza tra questo e le centinaia di film tutti uguali che ruotano attorno a questo genere.
Bravo S.Penn, anche se troppo simile a Ozzy (nel fare inebetito) e Smith (nel look).
Inoltre conferma quanto dico da sempre di Sorrentino: è un grande regista, ma come sceneggiatore è appena mediocre.
E in questo film commette anche un errore giovanilistico, scambiando crescita con esperienza (la sigaretta, tanto per fare un esempio). Dice di essersi ispirato a "Una storia vera" di Lynch, ma penso che sia abbastanza intelligente da capire che ha seguito tutt'altra strada. Per non parlare dei momenti in cui imita
Ci sono anche tanti bellissimi spunti, uno su tutti il nazista ritrovato al polo nord, ma sono fiori nel deserto.
Peccato. Un'occasione sprecata.

PierLuca  @  24/11/2011 22:45:50
   7 / 10
Moooolto molto particolare, mi è piaciuto tantissimo, sopratutto Sean Penn, grandioso nell'interpretare l' "ozzy" della situazione. Consigliato, ma attenzione, può non piacere a tutti...

Azrharn  @  21/11/2011 09:39:39
   6½ / 10
Grande Sean Penn e regia virtuosa per un film interessante e particolare ma troppo lento specie nella prima parte.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  20/11/2011 20:02:10
   8½ / 10
Sorrentino é sempre stato un regisra che non mi é mai entrato nel cuore. I suoi film sono molto buoni a livello cinematografico e qui non ho niente da ridire: il talento ce l'ha. Ma le sue storie..non so come, ma mi son sempre risultate così distaccate dallo spettatore, con lui non sento quel feeling che di solito sento quando un film mi piace.
A parte questa "premessa" iniziale, devo dire invece, che questa volta Sorrentino é riuscito a darmi il feeling, sul serio!Non so se sia stata la grandissima interpretazione di Sean Penn (speriamo per la nomination) o la caratterizzazione psicologica da parte di Sorrentino.
Oltre all'ottima tecnica cinematografica e al suo stile indelebile, insieme ad una buona fotografia e ad una fantastica colonna sonora anni '80, il film on the road a tratti surrealisti viene enfatizzato da quello che é il personaggio di Cheyenne. Un uomo, almeno fisicamente, che nella vita é rimasto un bambino nell'anima. Non tanto nello spirito del sentirsi giovane, ma soprattutto per avere le paure di un bambino, nel provare determinati emozioni, sentimenti,..nell'affrontare problemi semplici, nell'esprire il proprio carattere togliendo ogni espressione decisa e matura ma mantenendo solo abbozzi estetici. Cheyenne partirà per un viaggio per vendicare suo padre, un padre che pensa di non aver mai amato veramente ma che in realtà era stato lui a scappare anni prima. Un viaggio alla scoperta di se stesso, per maturare solo alla fine.

PATRICK KENZIE  @  18/11/2011 18:33:24
   7½ / 10
Sorrentino come al solito! Come crea lui storie e personaggi al limite della follia c'è ne sono davvero pochi. Sean Penn straordinario e regia da grande visione... Un film molto affascinante...

wallace'89  @  11/11/2011 16:02:54
   7½ / 10
Io ho visto poco di Sorrentino per dare un giudizio filologico, certamente "il Divo" è un gran film, ma devo dire che anche questo non mi ha lasciato per nulla scontento, anzi...
This is must be the place è un film decisamente amabile con il suo protagonista al limite della caricatura, sopra le righe ma mai gratuito o fuori posto. La caratterizzazione è piuttosto azzeccata e Sean Penn fa un gran lavoro per darle vita. Poi tutti 'sti difetti visti....dipende dai punti di riferimento che si prendono.
Infatti la trasferta americana ha avuto certamente un effetto di "americanizzazione" sulla resa, ma non lo trovo affatto un difetto, il che lo rende un ottimo prodotto in linea con una certa tradizione di cinema indipendente americana. A parte la classica struttura-pretesto on the road legata alla riscoperta di sé e di un proprio percorso esistenziale, il film vince nella descrizione peculiare degli eventi, nel tono stralunato memore del cinema di Wes Anderson (in questo caso però ancora più liberatorio, quasi sfacciato e in molti momenti deliziosamente divertente), nel sorprendere con piccoli e significativi dettagli e accorgimenti (tipici di certa sensibilità indie) e nel coinvolgente pathos intimista.
Anche la leggerezza con cui è trattato l'evidente e scabrosa sottotraccia drammatica legata alla vendetta e redenzione ebrea sul nazismo, la trovo coerente e funzionale al tono del film, mai gridato (il film in questo senso non cerca neanche l'approccio più universale, presumibilmente da capolavoro, eppure sa bene e dove vuole arrivare) ma sospeso e lasciato al diverso grado di ricettività e interattività dello spettatore.
La sceneggiatura è misuratamente briosa e struggente allo stesso tempo (poi sono tante le battute e le linee di dialogo da ricordare) e sulla cifra stilistica del regista partenopeo credo ci sia poco da aggiungere che non sia evidente, anzi mi sorprendo di come in fondo gli si rimproverino le tante stupende carrellate o i piani sequenza quando tanta generosità è talmente tanto assente dal nostro cinema che mi sembra sia proprio il caso di "subire" e godere. Avercene.
Che ovviamente la soundtrack sarebbe stata bella e interessante era ovvio fin dal titolo (David Byrne regna!).

Rand  @  11/11/2011 15:33:39
   9 / 10
Sorrentino assieme a Garrone e Crialese e Salvatores è uno dei miei registi italiani contemporanei preferiti, anche se devo dire che su questa sua ultima opera nutrivo dei dubbi, e se è noioso? e se la storia fà ridere? Insomma avevo dei dubbi, invece................ RAGA! Cioè un film unico, ma che veramente non i aspetti! Paolo usa il suo marchio di fabbrica, mischiando dramma e ironia e fà faville! Accantonato per una volta il suo attore feticcio il super Toni Servillo passa il testimone ad uno sean Penn che merita almeno una nomination all'oscar. Praticamente sembra la controparte americana di Servillo! Non sto scherzando, certo Toni come rockstar non ci azzecca e infatti Paolo aveva pensato esclusivamente a lui come attore per il film, mai scelta è stata più azzeccata! Assieme ad una colonna sonora come al solito ineccepibile, attori tutti perfetti il film è senz'altro una di quelle opere perfette ma inclassificabili che a volte, dico A VOLTE capita di poter ammirare. La leggerezza che anima il film, assieme alla tragicommedia a cui Penn ci sottopone con Cheyenne è qualcosa di unico. Su tutto poi domina lo spazio, a cui Paolo dedica tantissima attenzione, facendone un attore egli stesso, che sia una casa a Dublino con piscina vuota o un ristorante giapponese a New York, una via di Dublino in centro(splendida città) o il deserto del New Messico.
Essere una ex rock star depressa ha i suoi vantaggi, ma portare la maschera che risale agli anni 70 è anche deleteria, così un eterno bambino con la morte del padre scopre di essere invecchiato e va alla ventura. Se il film è noioso il fatto è che gli spettatori sono abituati solo a commedie italiane cafonesche e fracassone, e non alla sottile indulgenza dell'ironia sottile e vellutata. I tempi dilatati, il cameo di david Byrne, che fà molto nostalgia, la partita di ping pong, insomma è tutto concretizzato in un film che rimane un opera outsider nel raccogliticcio panorama italiano.
" Veramente?"
Piccolo cameo di Harry Dean stenton per chi lo riconoscesse...
"non dire stupidaggini this must be the place non è una canzone degli Arcade five!"
"Che lavoro fai? Non lavoro, faccio l'artista. Davvero? Ho notato che ormai nessuno lavora, tutti sono artisti."

Lillipuzziana  @  09/11/2011 20:24:48
   7½ / 10
bello, forse un po'lento ma questa in realtà è prerogativa e anche necessità dello svolgimento del plot... Personaggi caratterizzati, belle inquadrature e splendidi dialoghi (anche se di tanto in tanto scivolano nell'aforismatico), buona fotografia, storia interessante. Scelte registiche meritevoli.
Sean Penn, inutile dirlo, si riconferma come uno dei migliori attori esistenti.
Ed il finale è davvero reso benissimo, uno dei migliori finali degli ultimi anni, a mio parere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Peter Lyman  @  09/11/2011 00:21:28
   10 / 10
Stupendo, senza ombra di dubbio. Un personaggio straordinario quello interpretato dal grande Sean Penn, visibilmente e palesemente rifatto alla carismatica figura di Robert Smith. Alcuni, ho letto, associano in modo negativo questa pellicola al film "Into the Wild", causa uno dei temi principali, ovvero il viaggio. In risposta a tali commenti dico che per me è un accostamento banale e privo di senso: quì non abbiamo un biondino figo che brucia i soldi, abbandona la famiglia e legge Thoreau davanti a un falò in mezzo alla natura (scusate ma provo una certa insofferenza per Alexander Supertramp, non so nemmeno io perchè), quì c'è un uomo, ormai vittima della vecchiaia imminente che inconsapevolmente riesce finalmente a trovare un rimedio alla sua grande tristezza. Questo rimedio è togliersi "la maschera". Guardare al di là di essa e non attraverso essa. Le immagini scorrono davanti ai nostri occhi e noi ci sentiamo sempre più partecipi e coinvolti in quella che è metaforicamente una delle più brutali e angoscianti condizioni dell'animo umano: essere tristi e non fare niente per cambiare tutto ciò.

Inutile dire gran colonna sonora..gran scenografia..gran dialoghi (grande tenera saggezza)..gran tutto.

2 risposte al commento
Ultima risposta 10/11/2011 19.39.31
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robibart64  @  09/11/2011 00:07:12
   8½ / 10
Vedo molti commenti che parlano di lento-soporifero-noioso, forse e’ una conseguenza della noia e depressione del protagonista che Sean Penn interpreta alla perfezione.
Film originale e interessante . Basta la colonna sonora per non annoiarsi!

Uninvited79  @  08/11/2011 23:27:38
   9 / 10
Strepitoso! Il rocker "depresso" è un personaggio che rimarrà nella memoria.
Forse sono poco integrate tra loro alcune storie ma nel complesso il film è sempre originale e mai noioso.

Marga80  @  08/11/2011 16:04:55
   6 / 10
Premetto subito che non ho mai visto, a parte questo, alcun film di Sorrentino così, contrariamente a chi ha commentato prima di me, limito il mio giudizio a quello che ho visto, senza operare confronti.
La prima parte è, più che soporifera, oserei scrivere, mortifera. quando il protagonista eufemisticamente "eccentrico" si mette in viaggio on the road le cose cambiano positivamente, anche se è palese che il regista ha tanto attinto a "Into the wild" diretto da Sean Penn. Ongi tanto si ride e ogni tanto qualche frase detta induce in riflessione.
Musicalmente è eccellente.
Il mio voto sarebbe stato superiore se mi fossi limitata a valutare la sola seconda parte.

Rockem  @  08/11/2011 12:49:56
   7 / 10
Non getto la croce addosso a quest'ultima, coraggiosa, produzione di Sorrentino, ma qualche critica la devo proprio fare. Si, perchè se sforni un'invitante storia on the road di una sconquassata e provocante ex-rockstar, creando un quantomai sublime parallelo tra la vita da pensionato in una misteriosa Irlanda e un repentino viaggio tra le polverose strade statunitensi, non puoi negare all'intera pellicola qualche sussulto ritmico, qualche sorpresa che sappia movimentare la trama - irrobustendola -, qualche traccia musicale un po' più accattivante, e soprattutto, un approfondimento più puntuale delle tematiche padre-figlio messe sul tavolo. Detto questo, però, il film vale, in ogni caso, la candela: l'interpretazione di Sean Penn è magistrale, la regia è attenta, la fotografia convince. Resta l'amarezza per una ricerca interiore e spirituale solo accennata, con le tappe del lungo viaggio in pick-up che spesso sono sembrate parentesi di quello che il regista voleva far esaltare in realtà: il carattere dolcemente irascibile, nervosamente nostalgico del protagonista. Da non perdere il finale.

Edredone  @  07/11/2011 09:47:12
   6 / 10
Lento,lento,lento.....una prova di abilità del regista...si salva solo per la prestazione di Penn sempre molto bravo...

Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  07/11/2011 01:17:46
   7½ / 10
Certo non il miglior Sorrentino ma c'è molta lirica nel trolley di Cheyenne, alla ricerca del suo posto nel mondo; solo dopo averlo trovato lascerà il suo bagaglio e la prigione dei suoi 20 anni.

Inutile parlare dei difetti, si sono già cimentati in questo molti di quelli che mi hanno preceduto, e sottolineo più volentieri il sottile senso di benessere che mi ha lasciato, il piacere lieve per qualche cosa che si è felicemente compiuto alla fine di un percorso che mi ha commosso e divertito.

Larry Filmaiolo  @  06/11/2011 17:03:16
   6 / 10
Va sottolineata la straordinaria bravura di Sean Penn e una colonna sonora tutto sommato carina. Per il resto pretenzioso e anche un po' insulso nel contenuto, tanto da apparire (anche per la presenza di certe scene) un Into the Wild dei poveri. Con Sean Penn davanti alla telecamera anzichè dietro.
Un film da 6 pieno, se non altro per la simpatia, ma niente di più.

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stefy 86  @  06/11/2011 16:53:31
   7½ / 10
Una bella sorpresa! un bel viaggio on the road attraverso l'america visto dal punto di vista di sean penn nel ruolo di questa simpatica rockstar che ce la ricorderemo per un bel pezzo! ottima la sua interpretazione , colonna sonora magnifica!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  05/11/2011 00:12:12
   7 / 10
Dovessi solo giudicarlo come film di Sorrentino, che stimo enormemente, dovrei dar riscontro dei difetti che già altri hanno rilevato, che so, l'eccessiva prolissità, per esempio, o qualche personaggio di troppo.
Però a me ha lasciato delle buone impressioni, sono uscita dal cinema di buonumore e mi son piaciute molto la fragilità così esposta e la scelta finale.
E poi in alcuni momenti mi ha anche fatto ridere

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Magica la scenografia del concerto!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  04/11/2011 20:27:54
   6½ / 10
Un voto di stima, perchè mi sono annoiato parecchio. Ma non si può negare che la regia non sia di qualità, e l'interpretazione di Penn buona, anche se meno eccellente del solito.
Mi è sembrato però un film poco sincero e con intenti poco chiari. Molte pellicole si basano sui temi "dare un senso alla propria vita ora vuota", "rimettersi in discussione e liberarsi da sensi di colpa del passato", ma credo che in questo caso sia stato fatto male (vedere "Il segreto nei loro occhi" per avere un risultato straordinario). Alcuni personaggi di contorno sono chiaramente inutili, e lo stesso Penn sembra annoiarsi nell'interpretare un ruolo non verosimile. Non bastano le improvvise panoramiche sui paesaggi americani per tenere alta la concentrazione dello spettatore sulla vicenda.
Io penso che Sorrentino sia caduto nella trappola dell'autore italiano di talento che prova ad acquisire fama internazionale con un cast d'eccellenza (avete presente la cucina internazionale di alcuni hotels, fatta apposta per accontentare tutti i palati ma che alla fine non accontenta nessuno perchè artefatta) ma che invece realizza un pastrocchio perdendo di vista l'autenticità dei suoi primi italianissimi film.

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