the wrestler regia di Darren Aronofsky USA 2008
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the wrestler (2008)

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locandina del film THE WRESTLER

Titolo Originale: THE WRESTLER

RegiaDarren Aronofsky

InterpretiMickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Ajay Naidu, Judah Friedlander

Durata: h 1.45
NazionalitàUSA 2008
Genereazione
Al cinema nel Marzo 2009

•  Altri film di Darren Aronofsky

Trama del film The wrestler

Negli anni '80 Randy "The Ram" Robinson era un eroe del pro wrestling all'apice della carriera. L'incontro con il rivale Ayatollah, sconfitto il 6 aprile 1989, sarebbe rimasto per sempre nella storia dello spettacolare sport. Tuttavia, venti anni dopo "l'ariete" porta sul corpo i segni della lotta. Appesantito e decaduto, lavora part time in un grande magazzino e pratica il wrestling nelle palestre dei licei, ogni fine settimana, per la gioia dei (pochi) fan che gli sono rimasti.

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Voto Visitatori:   7,90 / 10 (426 voti)7,90Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Miglior attore in un film drammatico (Mickey Rourke)Miglior canzone originale (The wrestler - Bruce Springsteen)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior attore in un film drammatico (Mickey Rourke), Miglior canzone originale (The wrestler - Bruce Springsteen)
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Voti e commenti su The wrestler, 426 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

danyz74  @  18/09/2018 19:42:13
   10 / 10
Fermatemi,sto ancora applaudendo!! Rourke da oggi è il mio mito! Che film... Mi ha colpito dritto al cuore. La Tomei perfetta,e parliamo di una attrice che non ha mai rubato la scena ma che è superiore a molte delle sue colleghe. Metto voto massimo per invogliarlo a vedere,perchè è uno dei migliori film visto negli ultimi anni e per alzare la media! Chapeaux!!!

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Ultima risposta 06/10/2018 18.48.45
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david briar  @  03/01/2014 18:06:06
   9 / 10
Difficile scrivere un commento per un film del genere.Certo,i pregi sono parecchi e rintracciarli ed elencarli è semplice,ma la difficoltà non è in questo.E' un altro il problema,che proverò a descrivere in seguito.Veniamo ai pregi.

Aronofsky con un uso frequente della macchina a mano esamina il suo protagonista nei minimi dettagli,spesso si mette da parte ma ci regala anche momenti stupendi dal punto di vista visivo,come gli incontri e alcuni momenti con la figlia,costruiti con un montaggio sapiente ed efficace.E che dire delle scene nel night club,quelle a maggior rischio banalità che invece risultano sempre interessanti,dal modo in cui sono girate a quello che succede?Tutto frutto di un lavoro straordinario di un regista pieno di talento,che potrà darci molto in futuro.La sua versatilità è stupefacente,visto come mantiene un certo tocco nonostante inquadrature decisamente eccessive ne "Il cigno nero",dando vita ad un altro film imperdibile e stupefacente.

La sceneggiatura fa quello che deve fare,e pur non essendo un lavoro complesso propone esclusivamente ruoli e dialoghi che funzionano,senza cadute,e se vi sembrano cadute il finale da senso a tutto quello visto precedentemente,ci si accorge solo li quanto tutto l'insieme sia perfetto.

Ed ecco il problema nello scrivere il mio commento:Mickey Rourke.L'unica cosa che riesco a dire,piuttosto scontata e già detta da migliaia di persone prima di me,è che l'attore non da un'interpretazione di un personaggio,piuttosto è lui stesso il personaggio,in una delle performance più sincere che abbia mai visto,che verrà ricordata nella storia del cinema.E' qualcosa in più,non è un'interpretazione normale,rappresenta il film,in tutto e per tutto.
Ma ecco che quando si arriva ai titoli di coda,è impossibile descrivere a parole quello che si prova.Anzi,anche se trovassi le parole,l'impressione è che le parole non servano proprio a nulla.Bisogna vederlo e capirlo,è l'unico modo.

Un film che è un trionfo ma anche una sconfitta,la più grande delle sconfitte.
Ma fra sconfitte e trionfi di Randy "The Ram", Mickey Rourke, anche senza Oscar,trionfa su tutti,la sua performance è da storia.
Indimenticabile l'immagine finale prima dei titoli di testa:eccolo,il trionfo di Mickey Rourke,sulle commoventi note di Bruce Springsteen.

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Ultima risposta 03/01/2014 18.13.12
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  25/05/2013 23:31:35
   9 / 10
La folla grida:

RAM RAM RAM RAM RAM RAM RAM

Randy the Ram guarda per l'ultima volta là in fondo alla sala ma lei non c'è più. Gli occhi sono di Randy sono bagnati dal pianto della fatica, del dolore, della tristezza, della rassegnazione, della paura.
Quegli occhi hanno dentro tutte queste cose ma la gente non lo sa, la gente vede il loro idolo sopra le corde pronto per spiccare il volo e schienare l'avversario.
Una volta per tutte.
Perchè finiscono tutti così gli incontri di Randy, lui salta da là e schiena l'avversario.
E' sempre finita così,ci finirà anche adesso.
Ma forse stavolta c'è qualcosa in palio più importante di una vittoria di wrestling, concordata o no.

RAM RAM RAM RAM RAM RAM RAM

E Ram salta.

Chissà che gli starà passando per la testa in quei 2 secondi scarsi prima che il suo corpo martoriato, dopato, provato e devastato finisca sopra quello del suo avversario, l' Ayatollah ("Schienami" gli aveva detto poco prima vedendo Ram stare male in quel modo, "Schienami", una sola parola così dolce, così disperata, di un amico che ne vuole salvare un'altro).
Chissà che starà pensando Randy mentre vola giù.
Forse penserà alla sua vita da wrestler, un incontro dopo l'altro, la cresta dell'onda che sale e scende di continuo, dal milione e mezzo di spettatori al camerino dentro un asilo.
Penserà a quanto lo amano quei tifosi, quanto ancora lo amano, malgrado la vita inevitabilmente l'ha portato ad essere la caricatura di sè stesso, un corpo da 50enne che vuole volare come 20 anni prima.
Penserà che alla fine così doveva andare, la sua vita è stata il ring, lo può essere anche la fine.

Forse, ormai ad un secondo dall'impatto, penserà a lei che solo 10 minuti prima gli ha detto "io sono qui", penserà che s****, se me lo aveva detto ieri adesso magari stavamo bevendo una birra al bar e magari ci riscappava un altro bacio e magari stavolta ce lo davamo fino in fondo e magari, magari, chi lo sa, magari ricominciavo da capo con lei, magari, e invece ormai mi sono tuffato e sto volando e il cuore mi batte da morire, ho paura, se me lo diceva ieri adesso magari il cuore mi batteva per lei, non per lo sforzo e la paura di morire. Però chi lo sa, magari faccio 1 2 3, mi rialzo e lei è ancora lì.

Ayatollah è lì, a nemmeno un metro, la forza di gravità è così pesante, così verticale, gli sto andando addosso con tutti i miei 90 kg.
Ma come ho fatto a finire così?
Con una calzamaglia, le meches ai capelli, una vita senza alcun senso, un vuoto così grande attorno?
Io che avevo soldi, gioventù e migliaia di persone che mi adoravano?
Fallito, sono un fallito.
Con una calzamaglia addosso per giunta.

Ormai arrivato giù, a pochi centesimi di secondo dall'impatto, magari Ram penserà che la s**** non è solo s****, ci sono errori nella vita che con la s**** non c'entrano nulla.
E allora proprio alla fine ripenserà a sua figlia, quella figlia persa per anni e riconquistata quasi completamente in una sola ora, con quell'abbraccio così inaspettato, con quel ballo nella sala fatiscente.
Sono uno ******* penserà alla fine Randy, forse bastava che quel sabato mi ricordavo di andare da lei invece di ubriacarmi e sbattermi una *******lla qualsiasi.

Ma io sono Randy the Ram, un uomo che ha sbagliato quasi sempre tutto.
Ma qui in questo ring sono io la star, sono io quello che vince. Sempre. Anche sapendolo prima per giunta.

Ayatollah, arrivo.
Poi, se poi ci sarà, lo vedremo poi.

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Ultima risposta 25/05/2013 23.35.00
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Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  02/02/2012 17:18:29
   9 / 10
Nella vita bisogna lottare.
Quasi tutti lo fanno in senso metaforico, contro le avversità della vita, bisogna superare gli ostacoli che di volta in volta si presentano durante il cammino e siccome niente è facile è necessario superarli lottando. Randy Robinson fa il lottatore di professione, da vent'anni, è un'icona del wrestling. Essere idolatrati rappresenta per un atleta di professione il punto più alto della sua carriera, nessun guadagno può equipararsi alla fama mondiale, la gloria è linfa vitale. C'è un problema però, la fama non è eterna, dura fin quando si ha la forza e l'abilità di contrastare due fattori inevitabili: Gli anni che passano e il nuovo che avanza.
Questo film mi è piaciuto perché ha superato di gran lunga l'asticella delle aspettative, sarò prevenuto ma quando mi accingo a vedere le parabole della vita di quel campione o di quell'altro sono quasi sicuro di imbattermi in storie già viste mille volte piene di luoghi comuni stereotipate all'inverosimile, un copia e incolla da botteghino. Niente di tutto questo, "The Wrestler" è un respiro di aria nuova, una sferzata di potenza condita di malinconia, di energia implosa, o meglio, costretta ad implodere per problemi di cuore , anche i corpi più possenti cedono di fronte ad una venetta, piccola come un filo di paglia, che decide di non far più il proprio dovere.
Succede sempre così, la gloria esalta e contemporaneamente acceca, nella vita di Randy da vent'anni c'è sempre e soltanto un tappeto, quattro pali e qualche metro di corda, il suo universo è lì, su quel tappeto è un gigante, ma la grandezza non ha una misura assoluta, se una nave in un fiume appare enorme, in mezzo all'oceano è piccolissima, Randy sul ring è una nave, negli affetti familiari e nei rapporti sentimentali, una barchetta alla deriva.
Se commuove il tentativo di un padre di riprovare la gioia dell' abbraccio di una figlia dimenticata, è ancora più commovente il fallimento di questo tentativo, i piaceri della carne esaltati da sostanze che però offuscano il cervello fanno naufragare una riconciliazione in fase di completamento, è la chiave di volta dell'intera vicenda, la presa di coscienza, la rassegnata accettazione di non saper fare una cosa buona nella vita se non quei corpo a corpo spettacolari, finti, come artificiosa può esserlo a volte la condotta morale di un uomo.
Sull' interpretazione di Mickey Rourke se ne è parlato a sufficienza, non credo nessun altro attore avrebbe potuto fare meglio, l'impressione che si ha è quella che Rourke non stesse recitando una parte, Rourke E' Randy Robinson, totalmente immerso nel personaggio, esattamente come un documentario che racconta la storia di un grande campione. Questo la dice lunga.

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Ultima risposta 19/04/2012 21.46.45
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simo96  @  20/03/2011 22:33:10
   4 / 10
brutto...
visto al cinema e diverse scene davvero volgari,come quella del bagno con la ragazza...
il finale è prevedibile,mickey rourke non mi piace per niente(no in sin city è stato bravo...)
vedrò il cigno nero sperando che sia migliore per non bocciare definitivamente questo regista

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Ultima risposta 21/03/2011 15.01.12
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  05/11/2010 19:44:29
   9 / 10
Tu che stai guardando Filmscoop e ti soffermi su questo commento, ti prego leggilo perché sono sicuro che questa è la cosa più interessante che abbia mai scritto su questo sito e sicuramente ti farà un'idea della mia preparazione in campo letterario nonché musicale nonché cinematografico nonché di formula uno. Ci ho messo 3 serate per scriverlo. Come avrai notato questo è un commento alleniano perché io sto parlando con il mio pubblico quindi mi elevo a codesto arguto regista per dimostrarvi come tante lettere se messe nel giusto ordine possano farvi provare sensazioni che mai avete provato.

Ci sono molti film che si possono dire metacinematografici così io ho deciso che scriverò un commento metanalizzatore del film in questione. Per fare ciò sarò costretto a scrivere qualcosa di me: sono nella mia cameretta cupa mentre fuori piove e Bach da lassù ci osserva provando disprezzo per le arpe (ma non per gli Harpo) suonate dai cherubini.
La tristezza purtroppo è un sentimento che non si può programmare, può venirti in qualsiasi istante ascoltando musica lirica di periodo risorgimentale, guardando un gran premio registrato alla televisione dove Hakkinen piangeva dopo esser uscito da una curva, mentre tocchi la tua donna e scoprì che le è spuntato uno di quei nei pelosi proprio vicino alla vulva. Più o meno questa è la sensazione che un film di tale caratura metafilmica ti provoca.

Mickey Rourke, un attore che di venial virtù ha fatto la sua carriera piena di botte date ma soprattutto prese, deve almeno godere della considerazione internazionale che spesso non merita atarassie.
Mi ricordo un bellissimo episodio della mia infanzia: ero per le colline di Carpi insieme alla nonna quando vidi passare un vecchietto in bicicletta. La bicicletta era cigolante e nel vecchietto si notava lo sforzo nel muovere quel mezzo. Le sue tempie erano rigide e i suoi glutei legnosi, ma quel vecchietto continuava imperterrito nella sua corsa. Ora sapevo che c'era un albero di fichi proprio in quella campagna. Purtroppo era un albero di fichi privato ma so per certo che quel vecchietto era solito rubarli. Può lo sforzo senile in capo all'uomo giustificare un atto di siffatta disonestà sociale? E se il proprietario dell'albero di fichi, con quei fichi, ci avesse dovuto nutrire la sua famiglia? Che avrebbe pensato il nipote del proprietario dell'albero quando per cena invece dei fichi ci fossero state le nespole?
Mia nonna mi guardò fiera di me, lei sapeva che i miei pensieri erano pensieri adulti e giusti così mi alzò il visto con la sua mano rugosa e mi disse: "Caro figliolo, non ti preoccupare per il giudizio della gente, fai ciò che è giusto e pensa sempre a colui che attraversa la retta via della giustizia". Da quel giorno quelle parole sono entrate dentro di me e me le porto dietro sempre. "The wrestler" è un sunto di queste parole: la giustizia verso una figlia che disprezza un padre con i suoi capricci da donna viziata; il pubblico ideologicamente sinistroide che se ne strafotte degli uomini deboli ma preferisce sputargli addosso; la prostituta (una Marisa Tomei che NON mi eccita) che come tutte le donne non capiscono i sogni umanifici dei loro compagni. Darren Arnfrosky è bravissimo nel dirigere con spasmoniosa armonia balletti mortiferi sporchi di sangue granuloso. Arnfrosky ha preso con se la telecamera, ciò che registi come Hitchcock o Kubrick non hanno mai avuto il coraggio di fare, e ci ha regalato una confezione monumentale di un uomo in decadimento psicologico. Hitchcock e Kubrick infatti erano schiavi dei loro cameraman, mai si sono presi la briga di interferire nel lavoro dei loro ghost "writer".

Inutile dire che siffatto capolavoro sarà ricordato ai posteri per un'ingiustizia epocale: il mancato oscar a Rourke. Quell'anno infatti l'oscar lo vinse Sean Penn per un ruolo di un "uomo" omosessuale (avete capito bene, ho scritto proprio omosessuale) che giustamente venne ammazzato da un Uomo politico con le palle. La virilità in questi anni è spazzata via da questo senso generale di finocchiaggine assistita, e questo oscar ne è la dimostrazione. Poi per carità io contro gli omosessuali non ho nulla, ci mancherebbe, pagano le tasse come tutti.

Parlando invece sul fronte tecnico possiamo assurgere alla musicalità dell'opera come demiurgo di una vita fatta di cadute ma soprattutto di riprese. La telecamera che si muove a scatti durante l'infarto è qualcosa che mai era stato fatto prima, mentre la canzone finale dei Gun's Roses accompagna movimenti di macchina tipici del cinema anni '80.
La fotografia sembra un misto fra "Le regole della casa del Sidro" e "I ponti di Madison County", con però pennellate pollockiane di shininghiana memoria. La scenografia è nei sobborghi di una città spazzata via di quel fascino americano, forse la cosa più ardita del film. Dai ring piccoli e gommosi, ai bar fatiscenti, passando per la macelleria e per casolari abbandonati, mai si avrà la sensazione di essere lontani da casa.

L'asse portante del film rimane comunque il maschio Rourke, meritevole da solo del mio voto altissimo.

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Ultima risposta 11/02/2011 19.53.20
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Lucio$  @  16/08/2010 16:34:13
   8½ / 10
Meglio di Rocky con un Mickey Rourke da oscar.

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Ultima risposta 09/01/2011 12.10.11
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Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  06/06/2010 10:39:19
   9 / 10
Ci sono film che, a molti minuti (o ore) dalla fine, ti rimangono appiccicati addosso. Sulla pelle, sul cuore, sull'anima. Sono quei film che, quando ti svegli il giorno dopo averli visti, ti accorgi sono rimasti in testa, ed è quasi un tatuaggio. Certo, basterà un altro film a cacciar via il ricordo, la sensazione, il sentimento. Almeno fino alla prossima visione.

The Wrestler è uno di quei film. Non è un capolavoro, non è un concentrato di tecnica sopraffina, ne un gioiellino originale e inimitabile. Ma è un classico film di pancia, di quelli retti da un regista che per una volta abbandona virtuosismi e stupefacenti effetti (metaforicamente) speciali per abbandonarsi ad uno stile semplice, funzionale, quasi documentaristico, e di un attore che sembra voglia cantare il suo canto del cigno, che voglia dire, con voce bassa ma ferma: io ci sono ancora, sono qui e ho ancora qualcosa da dire, fosse anche l'ultima.

Randy (lui ci tiene ad essere chiamato così) è un fallito. Un perdente, uno *******, un inutile pezzo di carne maciullata. Ha abbandonato la figlia, si è allontanato dalla vita per infilarsi e rimanere in quel falso mondo d'orato del wrestilng. Un mondo di lustrini, trucchetti e sangue. La sua è una scelta di comodo: la vita è difficile, umiliante e molto più dolorosa di una spara graffette sulla schiena. Solo quando il suo corpo chiederà il time-out, solo allora The Ram (l'ariete... no, non Tomba, quello non c'entra niente) capirà che i tempi doro, quegli anni ottanta in cui lui si è ostinato a rimanere, agrappato con le unghie e con i denti, sono veramente finiti e che è arrivato il momento di tornare nel mondo reale. Mondo che Randy affronterà come sul ring, e sembra quasi che ci riesca a mettere le cose a posto. Troppo facile: ai primi cidimenti, alle prime difficoltà l'uomo non riesce a vincere la più dura delle sfide: si lascia andare, preferiesce tornare (e morire) in quel mondo fittizio dove tutti lo ammirano e tutti lo amano, perchè ormai è quello il suo mondo, è quella la sua vita e lui preferisce essere leone per un altro, ultimo giorno, che continuare a viverne altri cento da pecora (qual è nella vita reale).
Ma non ci sentiamo di condannarlo, il film ci porta ad una totale identificazione col personaggio, granzie anche a quella camera a spalla che inquadra il protagonista quasi sempre di spalle (tranne nell'ultima entrata in arena), come fossimo noi stessi a dover affrontare il ring.
Per il resto, il film non aggiunge nulla di nuovo, è classico (o banale) nello svolgimento e nell'epilogo. Ma non è questo: i grandi film sono quelli di cuore, e qui di cuore ce n'è tanto. Questo basta a farci innamorare di un'uomo e di una storia che non è tanto lontana dalla realtà della vita.

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Ultima risposta 07/06/2010 21.22.09
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JohnRambo  @  03/06/2010 14:53:25
   2 / 10
Inguardabile. Noioso, prolisso, lento.
Trama inesistente. Rourke più brutto che mai.

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Ultima risposta 14/09/2010 07.41.29
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uzzyubis  @  30/04/2010 12:34:03
   8½ / 10
Gran film interpretato da Rourke in modo spettacolare e girato da Aronofsky in maniera magistrale. Toccante e molto struggente. Bella anche la colonna sonara chiaramente e dovutamente anni 80, ma spicca a mio parere la musica che fa da sottofondo all'ultimo salto di Randy.
Un film assolutamente da vedere!
Per quanto riguarda il finale sono d'accordo con chi lo definisce perfetto proprio perchè aperto; è giusto cosi in una pellicola di questa intensità lasciare alla sensibilità di ogni spettatore la decifrazione della vita di Randy.

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Ultima risposta 02/05/2010 03.39.01
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mainoz  @  09/04/2010 12:10:01
   7 / 10
Film a tratti molto toccante e struggente, ottomo rourk. Peccato per il non finale

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Ultima risposta 02/05/2010 03.36.54
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WildHorse  @  30/03/2010 08:21:52
   10 / 10
E' una vergogna non aver premiato con l'oscar Mickey Rourke per l'ottima interpretazione. Ottime anche la regia e la colonna sonora. Sono troppo dispiaciuto e incatsato per Rourke, è un'ingiustizia. Non mi viene da dire nient'altro.
Ritengo che sia uno dei film più belli di tutti i tempi. Consigliato!

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Ultima risposta 02/05/2010 03.31.34
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Invia una mail all'autore del commento orsetto_bundi  @  17/02/2010 09:56:17
   9 / 10
Ne parlavo qualke giorno fa kon Irene, mentre eravamo seduti al bar della Feltrinelli: entrambi volevamo vederlo.....non so Irene (xkè non la vedo da allora), ma io ce l'ho fatta.......
ero un po' scettiko, nonostante il Leone d'Oro e i premi rakkonti il the world....kissà xkè....e invece signori.....mi sono trovato davanti un grandissimo film. kon una storia semplice ma super tokkante e un eccellente prova degli attori, il buon vekkio Mickey su tutti.....
kavolo....si diceva ke Mickey fosse un attore finito e invece......ultimamente sta fornendo ottime prove (vedisi anke SIN CITY).....e vabbè....
poi si parla anke di wrestling, ke a me diverte un kasino.....anke se vabbè....si sa ke è tutto finto e mi divertivo molto dippiù kon il wrestling WWF tra gli anni '80 e l'inizio degli anni '90.....Ultimate Warrior, la Legion of Doom, Macho Man, il primo Undertaker, Koko B. Ware, British Bulldog.....quelli sì ke erano eroi....eheheheheh......ho anke quasi tutti i pupazzielli della Hasbro.....marò....

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Ultima risposta 02/03/2010 10.27.48
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LoSpaccone  @  14/01/2010 18:09:26
   8 / 10
Difficile dire cosa sarebbe “The wrestler” senza Mickey Rourke. In più punti la vicenda umana del protagonista s’intreccia alla biografia dell’ex sex-symbol in maniera quasi osmotica; a volte viene il dubbio che più che ad un film si stia assistendo ad un documentario sulla vita privata dell’attore, un reality show in stile “The Osbournes” in cui però la finzione riesce ad essere davvero un modo onesto per filtrare la realtà. Un film genuino, bello proprio per la sua convenzionalità, che produce da una parte momenti di tenerezza da cinema neorealista, dall’altra slanci velatamente grotteschi, come la stupenda scena dell’entrata dietro il bancone da macelleria il primo giorno di lavoro o quella della sveltina in bagno, che per un attimo sembrano liberare dal sapore di luogo comune la frase “la vita è come un film”.

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Ultima risposta 14/01/2010 20.17.07
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  17/12/2009 20:21:45
   8 / 10
Il film racconta la caduta e l'orgoglio di un mito del wrestling, la struttura narrativa e il plot sono simili a tanti altri, cosa è che rende questo un film da non perdere?
Mickey Rourke nella sua più vera interpretazione, sicuramente meritevole di quel premio oscar che non gli è stato riconosciuto, ma che moralmente è suo.

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Ultima risposta 17/12/2009 20.50.12
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filipporich  @  22/11/2009 02:25:49
   5½ / 10
Film lento all'inverosimile e davvero poco coinvolgente... non mi ha convinto per niente... mi aspettavo molto di più.

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Ultima risposta 02/06/2010 00.04.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/10/2009 00:03:36
   8½ / 10
Con questo ho visto tutti i 4 film di Aronofsky. Che dire? Migliora sempre di più e secondo me questo è il regista più promettente di tutti e sarà capace di superare anche Nolan in quanto ha uno stile tutto suo e sa come usare la macchina da presa.
Passando al film:il leone d'oro e strameritato. La regia è ottima e senza troppi fronzoli ma a rendere The wrestler eccezionale è Mickey Rourke. Giustamente la sua performance (e in questo film ha ancora più senso chiamarla cosi) è tra le migliori non solo degli ultimi ani ma di sempre. C'è un dato importantissimo da non ignorare,ovvero Rourke non interpreta semplicemente Randy Robinson. Rourke è Randy Robinson. Il ruolo è su misura per lui ma questo non significa che deve essere stata una passeggiata interpretarlo.
Lo sguardo al mondo del wrestling è lucido e fa capire come funzioni questo sport di intrattenimento troppo spesso denigrato. è vero che il wrestling non è vero ma attenzione a pensare che sia del tutto finto.
Mentre Aronofsky ci fa seguire la triste e misera vita del protagonista seguendolo da dietro per quasi tutto il film,passo passo vediamo come la vita si sia arrabbiata con Randy,vediamo le sue ferite fisiche e morali,entrambe visibilissime. Non c'è tempo per falsa retorica in questo film e chi ha detto che The wrestler è un clone di Rocky bisognerebbe amputarsi lingua e mani per la *******ta che ha detto. Alla fine è l'urlo del pubbico che fa andare avanti Randy,quando pensa che tutti lo abbiano abbandonato perché come dice lui,il suo mondo è questo e non quello.
Lo sguardo sofferente e stanco di Rourke,il suo balzo finale e la chitarra di Sprengsteen. Tra i più bei film degli ultimi anni.

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Ultima risposta 14/10/2009 14.12.17
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topsecret  @  29/09/2009 17:16:35
   7½ / 10
Non so come sarebbe stato il Randy "The Ram" Robinson di Nicolas Cage (inizialmente si era pensato a lui), ma quello presentato da Mickey Rourke è decisamente sofferto, intenso e drammaticamente umano.
Un buon film che racconta la vita, i patimenti e la solitudine di un wrestler ben avviato sul viale del tramonto, "un vecchio pezzo di carne maciullata", un totale fallimento nella vita di tutti i giorni che solo sul ring riesce a sentirsi perfettamente uomo.
Ottimo il cast, due grandi protagonisti come Mickey Rourke e Marisa Tomei magistralmente calati nella parte. Buona regia e colonna sonora da urlo.
Una storia di emozioni e di rimpianti che merita tutto il successo che ha ricevuto.

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Ultima risposta 30/09/2009 10.15.53
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Nasoman  @  27/09/2009 22:41:40
   7½ / 10
sceneggiatura più che realistica e una bella prova per rourke

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Ultima risposta 01/10/2009 16.03.41
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the saint  @  22/09/2009 18:49:18
   3 / 10
bè che dire, il mio commento è paro paro quello che ha già fatto l'utente stratocaster, per questo lo ripropongo esattamente =. e che voleva anche l'oscar?? ma perpiacere!! più che trionfo, direi il TONFO di mikey rouke!

Ero profondamente incuriosito da questo film, dalle tante parole che si sono dette sopra così l'ho scaricato!


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Alla fine di questo discorso mi sono detto: Questo film è brutto.
E li finisce davvero.

13 risposte al commento
Ultima risposta 30/03/2010 23.15.59
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Tony yogurteria  @  28/08/2009 13:45:10
   6½ / 10
con tutto il rispetto a Mickey Rourke, un grandissimo, non ho trovato il film alla sua altezza...la trama è troppo scontata, visto l'inizio capivi già la fine...sono rimasto un po deluso..questo è il mio parere sicuramente non la penseranno tutti come me..

9 risposte al commento
Ultima risposta 28/08/2009 23.52.01
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Granf  @  03/07/2009 11:46:05
   8½ / 10
“L’unico posto in cui vengo ferito è fuori da qui,
al mondo non frega un ***** di me!”

Un film che annienta le barriere del corpo e del cuore, insinuandosi inesorabilmente nello spettatore che ha la fortuna di guardarlo e assaporarlo.

“Have you ever seen a one trick pony in the field so happy and free?”

Un protagonista egoista e ignorante, buono e testardo, felice del suo lavoro ma terribilmente triste nei rapporti personali. Un uomo solo circondato dalla gente, un personaggio impossibile da dimenticare che cerca di farsi accettare per quello che è nonostante i tanti difetti.

“Have you ever seen a one-legged dog making his way down the street?”

Uno sport che è puro spettacolo, duro, violento, finto, corrotto. Un gioco che trafigge all’esterno e all’interno, un business, un divertimento, un lavoro, una ragione di vita.

“Have you ever seen a scarecrow filled with nothing but dust and wheat?”

Un attore totalmente entrato nel personaggio, Mickey Rourke è Randy “The Ram”. I suoi occhi tristi e teneri colpiscono duro, le sue ferite sono le nostre ferite.
Io non ho visto Sean Penn ma Rourke era indubbiamente da premio Oscar.

“Have you ever seen a one-armed man punching at nothing but the breeze?”

Una regia solida ed efficace, che utilizza alla grande la musica e nonostante una storia abbastanza semplice, riesce a emozionare come pochi e ci regala tante sequenze memorabili: tutte le scene con Randy e la figlia (una grande Evan Rachel Wood) sono splendide, l’entrata nel supermercato identica a quella del combattimento con i relativi suoni e (direi) odori.

“Have you ever seen a one-legged man trying to dance his way free?”

Un film indimenticabile, un piccolo capolavoro da vedere e rivedere.

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Ultima risposta 25/08/2009 17.46.06
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  30/06/2009 15:30:16
   8 / 10
Per “un vecchio pezzo di carne maciullata” il viale del tramonto sembra inevitabile,Randy “The Ram” Robinson,ex stella del wrestling anni ’80, sbarca il lunario combattendo ancora nonostante l’età e gli acciacchi.La parola fine alla gloriosa cavalcata è però vicina,il corpo segnato dai mille incontri,imbottito dei più disparati medicinali comincia ad urlare la sua disapprovazione per il trattamento riservatogli.Non gli resta che provare a cambiare direzione ed entrare in un ordine di idee totalmente estraneo agli schemi a lui noti.The Ram fondamentalmente è un solitario,incapace di coltivare affetti al di fuori del mondo sportivo,in cui la solidarietà tra combattenti è un legame così radicato tanto da sopperire alla mancanza di un nucleo umano convenzionale.
Costretto ad abbandonare il suo confortevole nido capirà quanto gli è alieno quel mondo che sta al di fuori di palestre e palazzetti,di cui non si è mai più di tanto preoccupato.Ripartire da capo,recuperare il rapporto con una figlia inspiegabilmente abbandonata,darsi da fare con un impiego “normale” e magari trovare una persona da amare,da cui estrapolare il coraggio per vivere,sono gli obiettivi primari.Gli anni ’80 sono l’unico periodo che The Ram apprezza,anni d’oro che lo videro all’apice della carriera,di conseguenza indimenticabili.La sua ostinazione nel voler rimanere ancorato a quel periodo induce quasi tenerezza,il voler negare che le cose si siano evolute non per forza in maniera deprecabile,è sintomatico di quanto quello che lo attende fuori lo spaventi.
Corpulento guerriero dal cuore bambino,timoroso, forse perché convinto di essere inadatto,tenterà comunque di vincere il suo ultimo difficilissimo combattimento contro il più temibile degli avversari:la vita.
Aronofsky abbandona i consueti virtuosismi in sede di regia,segue spesso di spalle il suo protagonista come a mostrare una certa riverenza nei confronti di un uomo,una volta eroe mediatico,ora caricatura sfatta e decadente,delineando così un ritratto molto concreto e credibile.Trova in Rourke un protagonista eccezionale,capace di sorreggere con disperata malinconia la pellicola quasi in solitaria,memore del suo passato molto simile a quello di Randy.Da non dimenticare la figura di Patt/Cassidy,ballerina di lap dance,figura per nulla secondaria,con parecchie similutidini esistenziali all’ex wrestler.Marisa Tomei le dà il volto ed un conturbante corpo,mostrando ancora una volta qualità interpretative ben oltre la media.
Nessuna scorciatoia lacrimevole per il gran finale,il commiato attende l'antieroe,ma ciò non importa.Solo la folla,la sua gente,che lo acclama ed esalta è rilevante,lui non si sottrae al dovere,è ora di tornare a casa e ringraziare chi non lo ha mai abbandonato.

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Ultima risposta 30/06/2009 17.27.44
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lapensocosì  @  20/06/2009 11:45:44
   7½ / 10
Gran Bel Film!!
Pur non apprezzando Rourke devo dire che l'oscar gli è stato frodato alla grande...anche perchè aveva un ruolo che gli era cucito addosso...senza intenzione di aprire polemiche col mondo gay...Penn ottima interpretazione in Milk ma l'oscar l'ha vinto anche perchè oggi c'è una strana tendenza a ritenere i film sui gay alla stregua dei film sull'olocausto...vengono visti con un occhio e più di riguardo...e poi oggi essere gay fa tanto cool tanto fashion e perchè non seguire la moda?!

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Ultima risposta 04/07/2009 19.24.33
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  16/05/2009 10:29:44
   8½ / 10
"I Guns N' Roses erano i più forti..". Grandissima l' interpretazione di Mickey Rourke: un Signor, Vero, attore coi contro*****. Sorvolando sulla scelta della mdp a spalla che già funzionava solo con Pasolini, poi con il widescreen non è proprio la sua anche se è abbastanza funzionale al racconto; sorvoliamo su una forse personalissima e paranoica impressione sul Randy Cristologico ("*****, hai pure i suoi capelli") e tralasciando qualche affidamento agli stereotipi del melò moderno più spiccio, questo film è davvero emozionante di brutto. Seconda chance nella vita di un uomo che sa di essere un pezzo di *****, non lo nasconde nemmeno a sè stesso e vorrebbe essere accettato per quel che è, non riuscendo a cambiare. Quel che nasce nel rapporto con la figlia, con una dinamica un po' alla clichè appunto, è tra i più intensi di sempre, e solo grazie al contributo di Rourke. Un minuto di silenzio per Eddie Guerrero.

Gran film sulla boxe.

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Fred94  @  18/04/2009 13:32:24
   4 / 10
pessima trama, molto lento e malgrado quella sia sempre stata la sua voce nei doppiaggi, sembra la meno adatta per questo genere di film..quindi:
Pessima trama
Doppiaggio pessimo
Finale scontato
..naaa...assolutamente da non vedere.

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Ultima risposta 19/04/2009 13.55.54
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alesfaer  @  16/04/2009 15:09:37
   4 / 10
un film che ha riscosso consensi un po' ovunque. non da me però. il wrestling è altra cosa. e rourke è solo unpagliaccio, l'ha dimostrato a wrestlemania.

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Ultima risposta 11/01/2010 04.28.44
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Bathory  @  15/04/2009 23:43:02
   8½ / 10
Difficile dire di chi sia il merito della riuscita di questo film, se di Afonofsky o di Rourke..fatto sta che il film è di quelli che restano impressi a lungo, uno di quei film che a distanza di molti anni conserverà intatto il suo realismo, l'atmosfera quasi rarefatta che circonda Randy The Ram per tutta la durata del film, le grida e il sudore che vengono gettati addosso allo spettatore.

E' un film unico anche perchè un personaggio come The Ram, con tutte le sue debolezze interiori e fisiche, poteva essere interpretato solo e soltanto da Mickey Rourke, la cui vita, fatta di grandi successi e insuccessi, scandali e solitudine, somiglia in maniera clamorosa a quello del lottatore protagonista del film.

Afonofsky si limita a svolgere il compitino dietro la macchina da presa, seguendo in ogni istante Rourke, che è praticamente onnipresente per l'ora e mezza abbondante di film, abbandonando (almeno per il momento) le audaci e nevrotiche riprese à la Pi-Greco (che però non mi è piaciuto), e dando un taglio per alcuni versi quasi documentaristico, riprendendo il protagonista dalle spalle per lunghi tratti (echi Paranoid Parkiani).

Per questo The Wrestler verrà giustamente ricordato come il film di Rourke, non il film di Afonofsky.

Fiumi e fiumi di (ehm) inchiostro potrebbero essere scritti su Randy The Ram e la sua parabola discendente, da mostro sacro del Wrestling a triste commesso part-time in uno squallido supermercato, ma sono rimasto talmente abbagliato da Rourke che queste cose vengono quasi in secondo piano.
Come si fa a non commuoversi quando questo gigante muscoloso piange davanti alla figlia, o quando il piccolo vicino di casa parla di xbox 360 ed iper-effetti speciali mentre stanno rievocando, quanto mai anacronisticamente la sfida con Ayatollah nel vecchissimo ed obsoleto Nintendo?


concordo con the goat quando si parla di interpretazione leggendaria, ai livelli di De Niro in Toro Scatenato.....

Rourke mastodontico...altro che Sean Penn

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Ultima risposta 16/05/2009 15.20.24
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FurFante9  @  09/04/2009 09:22:13
   6½ / 10
La trama è piuttosto scontata e a tratti la pellicola risulta lenta, non condivido la "tistezza a tutti i costi"
Interpretazione sentita dei protagonisti.
Musiche azzeccate

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Ultima risposta 01/03/2011 16.28.36
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  31/03/2009 20:42:13
   7½ / 10
Altri prima di me (Lot, Kater...), nel commentare il film, hanno usato il termine "parabola" per definire il percorso esistenziale del wrestler Mickey Rourke "The Ram". In realtà, a mio avviso, pur rievocando un'intera vita di successi e fallimenti, il film di Aronofsky racconta solo un ultimo, definitivo capitolo di tale parabola. Il Randy The Ram che vediamo è quello invecchiato e patetico che non riesce a pagarsi l'affitto di una catapecchia, che frequenta la palestra e gli incontri di wrestling di gente ormai sfatta, malata, sfi.gata o non ancora famosa. Siamo in piena provincia, lontani dalle luci della ribalta della grande metropoli e del successo del Madison Square Garden (o qualcosa del genere). Tutto ciò appartiene a un passato (fastoso) relegato in fondo ai ricordi di articoli di giornali e riviste, di una radiocronaca gloriosa, di un poster, di un giocattolo e di un videogioco ormai trapassato.
Quello che Aronofsky ci mostra è un uomo finito, che vive solo dei ricordi e dell'ammirazione di fans del wrestling, ma che nella vita privata non ha più alcuna credibilità, nemmeno tra gli affetti più prossimi. Il mondo di Randy, fatto di precarietà (in questo senso il film rimanda in qualche modo, fosse anche per lo "stile", al cinema dei Dardenne), è popolato solo di reietti, come la ballerina hard che rappresenta per lui una sorta di flebile barlume di speranza di riscatto umano e affettivo. A Randy non resta che andare fino in fondo nella sua ormai consapevole autodistruzione.
Requiem for his dream.

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Ultima risposta 31/03/2009 20.44.57
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rob.k  @  27/03/2009 08:24:52
   5 / 10
All'inizio ero un po' titubante, visto il tema wrestling (che di per sè è una boiata pazzesca) pensavo che anche il film sarebbe stato analogo. Iniziando a vederlo mi stavo un po' ricredendo... Ma poi dopo aver visto la fine ha perso quei pochi punti che aveva guadagnato.

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Ultima risposta 11/01/2010 04.32.00
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JIGSAW  @  26/03/2009 23:00:14
   6½ / 10
Mezzo voto in piu' per la mitica "Balls to the Wall" degli Accept..he he!

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Ultima risposta 31/03/2009 18.06.58
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Federico  @  25/03/2009 18:11:55
   7½ / 10
mi sembra di vedere un film già visto..

però le ottime prove di una splendida marisa tomei e di un Mickey Rourke (quanto tempo è passato da quel 9 settimane e mezzo) in forma meritano di essere viste.

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Ultima risposta 14/04/2009 13.55.23
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641660  @  24/03/2009 17:52:04
   6 / 10
Io l'ho trovato scadente e Mickey con la pietà intrinseca che suscita non lo rende certamente gradevole. Sarà colpa del doppiaggio, ma sembra un documentario improvvisato sul Wrestling in stile Michael Moore alle prime armi. Tutto filmato con telecamera in spalla, un film low-cost con attori low-profile e risultato low-quality!
Quando un attore porta in scena le proprie disgrazie, non è più un attore, solo un patetico schifo! Mi sento solo di salvare la colonna sonora (mitico Boss), la scena finale e la splendida Marisa Tomei ormai ottimamente decandente pure lei! Nel film cade tutto a pezzi, così bene a pezzi che il mio voto mentre scrivo il commento da 4 passa a 6.

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Ultima risposta 16/05/2009 13.10.10
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divino  @  22/03/2009 18:02:40
   6 / 10
Non ho capito bene se mi è piaciuto davvero o no...cmq l'ho guardato tutto con piacere anche se in qualche momento ho dovuto tirare dei respironi per farmi forza e arrivare alla fine nonostante le parti noiose. Cmq davvero ottima interpretazione di Mickey Rourke con una faccia che sembra uscita da un incidente stradale...ma che cacchio ha fatto?
Una cosa che non capisco è perchè in America ci sia questo"mito" della spogliarellista come mamma coraggiosa che si sacrifica per il figlio...ma servono per forza 6-7 mila dollari al mese per crescere un bambino???altri lavori che non siano la zoccola non esistono?che tristezza -.-'

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Ultima risposta 22/03/2009 20.25.25
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Febrisio  @  22/03/2009 09:51:09
   9 / 10
Molto bello. Da attori molto nella parte ad un regista che riesce a emozionare muovendo bene tutte le sue carte a disposizione.

2 cose da aggiungere,
1:

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2:

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Ultima risposta 23/03/2009 19.07.03
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  19/03/2009 10:51:30
   8 / 10
Bello, molto molto molto bello.
La storia mi ha commossa veramente tanto, impossibile non provare un sentimento di tenerezza/pietà verso quell'uomo, anche quando


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

La parte centrale però mi è sembrata un po' arrufata, e tirata via velocemente, credo sarebbe stato opportuno un maggiore approfondimento specialmente del rapporto con la figlia.
Che dire del finale, fantastico, e la mia idea è che

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Superconsigliato.

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Ultima risposta 17/08/2010 17.39.23
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xanter  @  18/03/2009 14:44:10
   7 / 10
Buon film ma ben al di sotto delle mie aspettative, la storia del fallito di turno sa di già visto e Rourke conferma la sua incapacità di recitare, anche ora che non è più il bello e dannato di una volta.

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Ultima risposta 18/03/2009 15.08.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  17/03/2009 23:15:52
   9 / 10
Può la sconfitta essere al tempo stesso un trionfo?
E' questa la domanda che mi sono fatta guardando The wrestler.
Indiscutibilmente lui ha fallito, prima come padre e poi rinunciando ad essere un possibile compagno, ma negli ultimi emozionantissimi secondi di questo film non ho provato nessun senso di disfatta, anzi (inspiegabilmente?) m'è sembrato il compimento del suo vero trionfo.
"I quit" può significare non solo lasciare, ma anche saper accettare la sconfitta, sapersi abbandonare alla sconfitta.
"E lui sopportava, sopportava tutto" gli dice la sua (sua nonostante tutto) donna citando la Passione di Cristo: e cos'altro fa quella schiera di umanità ( e le ragazze del night club) mentre offre quel bene che è così tanto prezioso ad ognuno di noi, il proprio corpo, martoriato ed offeso, esposto per un divertimento altrui.
Un'offerta che assume qui un aspetto quasi mistico.

Quasi inutile aggiungere che la vera differenza di questo film la fa Mickey Rourke, che con una generosità totale ed assoluta offre al nostro sguardo tutta la sua fisicità e la sua stessa vita, in una prova d'attore che è una vera e propria catarsi.

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Ultima risposta 04/04/2009 14.41.13
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marco86  @  16/03/2009 17:01:01
   8 / 10
un gioiellino di film con un Mickey Rourke stratosferico.
il tema non è per nulla originale, ma il regista dal nome inscrivibile riesce cmq a renderlo interessante, con uno stile iperrealista e delle interpretazioni tutte al di sopra delle righe. perfettamente riuscita la caratterizzazione psicologica del personaggio principale.
la scena finale è come l'avrei fatta io. non posso dire qual'è sennò poi le vecchiette si incazzano per lo spoiler.

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Ultima risposta 28/03/2009 12.59.42
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Inchiostro  @  16/03/2009 15:51:43
   3 / 10
Trionfo di Rourke??? ma non fatemi ridere. La sua interpretazione in "The wrestler" è triste e costruita, poco rigogliosa e non vitale. Rourke non sa recitare. In regia grandi lacune tecniche e raccapricciante la scelta di lavorare con riprese prolungate per dare il senso del vissuto e di diretto. Trama già vista e rivista, solo che qui c'è di mezzo il Wrestling.

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Ultima risposta 19/03/2009 14.28.10
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jhonny912  @  15/03/2009 14:40:44
   5 / 10
Invogliato dalla trama e dai voti alti sono andato a vederlo, il film è noioso e piatto, molti lo hanno definito che rimarra negli annali del cinema?!?e perchè?ce ne sono una marea di film migliori di questo !poi tutti gli elogi a rourke non li capisco, non mi ha impressionato nei panni di un "wrestler", anzi...

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Ultima risposta 22/03/2009 00.40.27
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  14/03/2009 10:53:59
   9 / 10
Oggi faccio qualcosa che praticamente non faccio mai. Valuto il film da un'ottica diversa, usando il cuore e i sentimenti che questo film mi ha evocato. Tralascio per il momento la mia razionalità, l'oggettività con cui spesso mi approccio.
The Wrestler è un film magnifico. Non tanto per la storia che potrebbe sapere di già visto ma semplicemente per un'interpretazione di grande impatto.
Mickey Rourke sembra interpretare il suo declino, la sua lunga strada verso l'autodistruzione, i suoi rimorsi. Gli basta uno sguardo per raggelare, per convincerci che lui e Randy "The Ram" Robinson hanno molteplici punti di contatto. Un uomo distrutto, devastato da anni di lotta con se stesso e con gli altri sul ring (Mickey è un ex-pugile via che intraprese al fine di completare la sua autodistruzione). Non rimane nulla del bello e dannato di 9 settimane e ½, di quel Mickey Rourke che raggiunse le vette del successo alla fine degli anni 80. C'è solo un uomo che cerca con le sue grosse mani e i suoi muscoli di rialzarsi.
Un plauso per Darren Aronofsky che abbandona la regia videoclippettara di Requiem for a dream (comunque un ottimo film) e le stravaganze dell'Albero della vita per sviluppare una pellicola estremamente intima e sentita. Ottima regia che raccoglie qualsiasi espressione del tumefatto viso di Rourke e cala lo spettatore in un atmosfera calda, mai distaccata nonostante il cinismo nel raccontare il crollo umano del protagonista.
Una menzione per l'apparizione di molti wrestler ma in particolare del grande e unico Necro Butcher.
Un film magnifico peccato per il mancato oscar all'interpretazione di Rourke.

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Ultima risposta 08/04/2009 09.23.03
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xxxgabryxxx0840  @  13/03/2009 16:16:53
   6½ / 10
Aronofsky è uno dei registi attualmente più considerati, ma anche in questa opera (come anche in Requiem) dimostra di non essere granché. Lo salva e lo eleva un grande Mickey Rourke, wrestler che nella vita non è capace di ottenere i successi del ring. Discreto, ma è la conferma che il 90-95% dei film che escono negli ultimi anni sono da dimenticare....forse anche nella settima arte è già stato detto tutto o quasi....

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Ultima risposta 19/03/2009 21.59.10
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jack2057  @  13/03/2009 01:07:45
   7½ / 10
motlo bello

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Ultima risposta 13/03/2009 14.21.48
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pioss  @  12/03/2009 00:54:31
   6 / 10
Un'opera rigida e chiusa questa di Aronofsky. Un Rourke zoppicante di dolore, accecato di fallimenti, con un piede sul treno del trionfo ed uno sul binario della morte. Il film è una scatola chiusa pregna di contenuti soffocati. L'umanità di Ram è completamente sacrificata per il ring. Volevo entrare in quell'encefalo duro e contratto, scalfito dalle batoste della vita ma mai rassegnato, ma non sono andato oltre quell'arida chioma di un vecchio fallito dal sapore di Jack Daniel's invechiato sui tanti ring dei sogni. Una regia tutt'altro che candida, rivela attraverso asimmetrie di camera la forza dell'ariete in prima parte, per poi ricercare contenuti mancati in una seconda con l'introduzione di una figlia sottratta ad un dimenticatoio salutare nel quale si era rifugiata. Performance biografica quella di Mickey Rourke, tutt'altro che autentica, diretta con astuzia nel ricercare le cicatrici vere di un attore protagonista di molteplici sfortune. Ma se è vero che il destino dell'uomo si compie seguendo il disegno che lui stesso ha costruito nel suo tempo, a Rendy non è concesso alcun tipo di svolta, nessun grado di legame, nessun pentimento profondo al di la di quel poco rimorso accennato su di una malinconica panchina con il mare come sfondo. Le donne del film ne escono comunque vincenti, ed è cosa buona autentica. Sono più brave a riconoscere i connotati del dolore, ed a porre un range oltre il quale è bene vietarsi di uscire per non sprofondare in un pozzo senza fine. Dall'incontro con Randy provano compassione, delusione, amarezza, ed infine fuggono tagliando quel misericordioso cordone ombelicale con la consapevolezza di non potere nulla, di fronte a quella montagna di fallimenti callosi. Il film è lodevole di forte costruzione registica e buona interpretazione, ma manca di emozioni trasmesse. Si prova pena e per fortuna distacco da una persona lontana da noi, lontana da quello che vorremmo mai trovarci ad essere. Consentitemi la polemica, ma solo un depresso fallimentare cronico può permettersi di giudicare un capolavoro questo film, perchè per farlo dovrebbe trovarsi nella stessa condizione del protagonista. Il regista infatti chiude a chiave in uno scrigno i sentimenti del suo Ariete, dandoci in pasto frettolosi dichiarazioni di sensi di colpa, e buona dose di combattimento senza compromessi evidenti. Chiude il cerhio una colonna sonora di buon gusto, scritta bene come solo il Boss e pochi altri sanno fare.

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Ultima risposta 22/03/2009 16.01.08
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pier(pa)  @  11/03/2009 18:03:40
   7½ / 10
Buon film di Aronofsky. Di Mickey Rourke non ho mai visto niente, ma se questo dovrebbe essere "ciò che ne resta" allora devo affrettarmi a vedere i suoi primi film.

Ram è una vecchia gloria del wrestling...vecchia appunto.
Il personaggio di Rourke (a metà tra l'autobiografico e il "partecipato", ma che importa se in fondo la sua è una performance fantastica?) è costruito interamente sulla "fine" di uno sportivo inarrivabile un tempo, costretto ora a lavorare part-time come magazziniere.
Non possiamo non cogliere l'angoscia del moto inerziale che costringe Ram a continuare la sua vita da "vecchia gloria" in squallide palestre e mediocri incontri, sperando che, prima o poi, ci sia "la persona giusta" tra il pubblico. L'uomo è fallito, o meglio quell'uomo. Se l'è preso il tempo, sicuramente, e forse qualcos'altro.
Il personaggio di Rourke ci prova ad uscirne (il ritorno dalla figlia, il rapporto con la spogliaresta, il lavoro a tempo pieno), ma quello che gli resta in mano è poco più di una delusione, di un cambiamento impossibile, di una condanna a ciò che si è stati.

Credo che Aronofsky non vada fino in fondo a ciò che questo film poteva dire. Credo che Ram non sia felice di combattere un'ultima volta. Il regista non dà possibilità al suo personaggio di cambiare e, meglio ancora, non dà al contesto la capacità di provare ad accettare il suo cambiamento. Sicuramente questo è GIUSTO. Non si riesce a cogliere, tuttavia, il punto su cui questa pellicola poteva vincere.
Se, infatti, da una parte c'è la tragica missione di una "parte", di un ruolo che ci costruiamo e su cui viviamo, di un'idea su cui gli altri vivono di noi, dall'altra c'è il non esser mai definitivo del singolo, del soggetto, la possibilità di essere in talmente tanti modi (indefiniti) da non poter più essere in nessuno.

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Ultima risposta 26/04/2009 12.45.02
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  11/03/2009 01:58:02
   9 / 10
Che Aronofsky sia oramai fra i grandi nuovi cineasti americani lo sappiamo, qualche dubbio c'era venuto con "L'albero della vita" ma The Wrestler ci leva ogni sospetto di fuoco di paglia.

Aronofsky è un grande punto-

The Wrestler è una parabola amara e dolce sul fallimento, sui buoni sentimenti ma anche sulla incapacità di amare.
Il degrado umano portato in scena senza pietismi, eccessi o vojerismo di cattivo gusto.


Qui va detto che il merito di un grande regista è anche l'umiltà e Aronofsky ne ha da vendere, infatti riuscendo a dare questo ruolo all'unico che lo poteva fare Mickey Rourke e dandogli piena libertà.
Rourke è un grande attore e qui da la sua migliore interpretazione della carriera e pazienza se interpreta se stesso, perchè questo non toglie che Randi RObinson è li sullo schermo, che lotta, soffre e cerca di rialzarsi.

E' talmente tanto Rourke che offusca tutti e anche la regia di Aronfsky la cui trovata stilistica della telecamera a mano è ottima ma a tratti eccessiva.
GIrare interi film così è una scelta per me discutibile sebbene comprenda la volontà di dare un effetto realismo, diamico e catartico, resta sempre uno stile troppo invadente.
La Tomei invece è una vera e propria dea del grande schermo ma questo lo sapevamo già.

The Wrestler è il miglior film della stagione insieme a The Changeling, una storia di rara poesia, vera e sincera.

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Ultima risposta 11/03/2009 01.59.38
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Invia una mail all'autore del commento AxelFoley  @  11/03/2009 01:48:11
   6 / 10
Sufficienza meritata, ma nulla di più.
Buon film, abbastanza toccante e discretamente realistico, ma non ti affascina fino in fondo, è coinvolgente ma non appassionante. La trama è abbastanza è un pò troppo banalotta e non troppo scorrevole, ma nel complesso è passabile.
Bravo Mickey Rourke, sufficiente Marisa Tomei.

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Ultima risposta 19/03/2009 22.03.52
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Invia una mail all'autore del commento DonD  @  11/03/2009 01:25:03
   7½ / 10
Il film è molto bello e toccante, soprattutto la parte finale.

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Ultima risposta 12/03/2009 18.48.42
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Rand  @  10/03/2009 12:52:12
   9 / 10
Su-per-la-ti-vo: questo è cinema...Michey rourche si prende il film in spalla e lo porta fino ad un finale imprevedibile, che potrebbe sembrare scontato ma non lo è..vedi spoiler
Mi chiedo solo: morirà o no?:) vedi finale dello spoiler...

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giumig  @  10/03/2009 09:38:40
   8 / 10
bellissimo! Una delle prove attoriali piu belle degli ultimi 20 anni da parte di Mickey Rourke...e poi gli utlimi 20 minuti sono da brivido.

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Ultima risposta 12/03/2009 18.58.31
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  10/03/2009 09:07:06
   9 / 10
Staccare la fotografia di quello che sei stato, non c’è spina dorsale abbastanza per la retorica e i giochi di gambe, solo affetto e solo carne malandata e non è troppo tardi per ballare con la vita per ballare con le lacrime per ballare con un cappotto imbottito dai ricordi di un passato sbagliato e non servono le cicatrici non bastano i calci volanti non sono mai bastati come non bastano i - no - e i - non puoi - solenni e brucianti e sanguinanti dentro e sotto la pelle indurita dalle lacrime in ritardo, lanciarsi dalle corde, lanciarsi fra le gambe di un palo luccicante nella doppia vita di un nome inventato oppure di un - ci sono - l’identità non è un avanti il prossimo, non è un nome sbagliato, è solo one two three four… passione per la vita e per fallire e ancora fallire ed essere se stessi senza fasciature nell’appetito per la distruzione che senti in fondo, per sfondare il muro del suono, per accogliere quel che c’è solo quello che c’è e crederci con quella consapevolezza e con quella consapevolezza salire sul palco comunque a ballare fino alla fine, a celebrare l’affetto senza la proiezione di chi non si può essere - ora né mai. Il cinema di Aronofsky che si rialza è solo cuore senza bypass di semplificazione. Hey, non è ancora finita Mickey, noi siamo qui.

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Ultima risposta 15/03/2009 17.17.09
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sildino77  @  09/03/2009 16:39:42
   6½ / 10
Da vero patito di wrestling e amante degli strip club, dovrei dare un bel 8 pieno a questa pellicola: ma mi limito ad una piena sufficienza in quanto penso sia stato sopravvalutato. Storia già vista, cambia solo lo sport e se al posto di Rourke ci fosse stato un Van Damme il film non sarebbe neanche stato fatto girare nelle sale cinematografiche ma direttamente in video-noleggio. Grandi le scene degli incontri: solo x veri appassionati.

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Ultima risposta 09/03/2009 17.45.53
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Invia una mail all'autore del commento Stratocaster  @  09/03/2009 01:54:23
   3½ / 10
Ero profondamente incuriosito da questo film, dalle tante parole che si sono dette sopra così sono andato a vederlo.
Iniziamo con le riprese: 10 minuti buoni di utilizzo del sistema di ripresa "live" saltellanti oltretutto di spalle a mo di documentario, fanno abbastanza venire la nausea e lasciano il tempo che trovano.
Se voleva essere un film accusatorio sul pupazzesco mondo del wrestling non c' è affatto riuscito, se voleva essere un film su un ex campione in declino peggio ancora... Se voleva essere un film su come il successo ti rende schiavo.... ma per piacere, quale successo mi viene da dire?
La grandezza del personaggio quando era "all' apice della carriera" nemmeno si intuisce ed è assolutamente pretenzioso mettere due titoli di giornale su un armadietto nei titoli iniziali per far capire di che portata fosse il campione in causa.... che per altro viene subito dopo ilustrato come un poveraccio senza soldi che viaggia con uno sgangherato furgone non paga l' affitto e ha pure qualche pezzo di nastro adesivo sul giacchetto sbrindellato. Ciò non fa ne caldo ne freddo perchè non si sa che cavolo di vita avesse prima.
Compare una spogliarellista avanti con gli anni che gli fa il richiamo alla famiglia così il nostro campione si scopre un padre e così li arriva una figlia, buttata decisamente là e ricordano insieme i bei momenti?!?!?!?
Pietoso, ma il peggio deve arrivare infatti un pacchiano inutile e pietoso discorso finale sul ring, secondo il regista, serve per giustificare che sei schiavo del successo e del pubblico e quindi rischi la vita per questo. Per fortuna non ha tirato in ballo il solito "grande paese"...
Alla fine di questo discorso mi sono detto: Questo film è brutto.
E li finisce davvero.

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Ultima risposta 17/03/2009 22.13.20
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JOKER1926  @  09/03/2009 00:22:31
   7½ / 10
La storia di un Wrestler che ha personificato la gloria e dopo due decenni si ritrova nel vuoto di una vita (quella lontana dal ring) scialba di emozioni e di encomio; i rapporti sbrindellati con le donne (la figlia, la spogliarellista), i problemi (fisico "maciullato" e ormai appesantito), le maledette "sostanze", le birre…

"The Wrestler" di Darren Aronofsky è un viaggio nella testa di un uomo umanamente fallito, imbranato che da sempre è stato padrone dello spettacolo, del combattimento…
La rivalsa, il ritorno, il "mettersi in discussione" pulsa freneticamente nel corpo, nel sangue, nella mente di Randy, nessuno può fermare la sua matta, inarrestabile voglia di lotta, di forza, di gloria…
La massa lo acclama, il pubblico è stato sempre presente, attualmente vecchi e fedelissimi fans chiedono autografi e fotografie; Randy sa fare solo lotta (e lo dice anche al microfono nel finale), la passione è il Wrestling, il resto (la vita, la convivenza, la premura) sono elementi, concetti ignari…

Aronofsky riporta dunque nel suo prodotto una tremenda parabola discendente di un uomo che ha vissuto al massimo e che, dopo anni, risente le inevitabili e terribili conseguenze; Randy percorre a corrente alternata un tratto ruvido della sua vita, contrasti, mediocrità, incomprensioni, miseria economica accompagnano il lottatore nel vuoto totale, ma (purtroppo/menomale) c'è una strada "parallela" di pseudo salvezza materiale che cimenta Randy nella gloria, l'uomo sul ring è finalmente al centro dell'attenzione, lotta, maciulla se stesso… gode felice e beato…

"The Wrestler" è un film che nel bene o nel male farà parlare di sé, la pellicola è composta da una fotografia sporca, "buia" e inoltre le atmosfere, le ambientazioni "chiuse" deteriorano l'umore del pubblico.
Film ruvido, "macchinoso", aspro,pesante e cupo.
Nel film in questione la violenza, il sangue, la volgarità sono i pilastri del monumento concettuale del regista; inoltre troviamo un grande Mickey Rourke che praticamente incarna in modo impeccabile l'icona del lottatore: grezzo, impacciato…
Rourke è la metafora, attore grandissimo poi in declino (insomma in linea di massima come Randy)

Il film comunque nel complesso nasconde pecche ponderose, innanzitutto manca a Mio avviso quella grande, devastante, apocalittica colonna sonora e inoltre il ritmo della pellicola non è altissimo.
La pura emozione, la vera e marchiante drammaticità sono quasi sempre dei vivaci miraggi, anche lo stesso finale non entusiasma tantissimo.
Per alcuni momenti il film cade in uno stato di totale "apnea", non mancheranno scene balorde e volgari (come la scopata nel bagno) che raggiungono l'apice del Trash…

"The Wrestler" è una pellicola particolare, bisogna lodare il regista per diverse cose, innanzitutto per la tecnica (bellissime e significative le inquadrature "retro") e anche per la morale, ogni uomo nutre sentimenti, concezioni…
Randy ama lottare, la lotta, il Wrestling è tutto e precede addirittura la stessa vita e l'amore per una figlia…
La scena della macelleria, i sogni di gloria di un uomo schiacciato (ma allo stesso lodato) dal suo mestiere, dalla "sua" "folla" sono l'enfasi, essi rappresentano quel maledetto stralcio teoretico di ogni persona che cerca un senso nella vita…

Un cuore spappolato, la vecchiaia, le botti croniche non fermano ma paradossalmente spingono Randy nella pura, Sacrale gloria che fa rima con morte… Siamo al capolinea di una storia che trova gloria nel passato per esaltarsi nel presente e nel futuro, negli annali di uno sport che non muore mai magnificandosi in trionfi e plebisciti di celebrità remoti ma sempre vivissimi…

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Ultima risposta 18/03/2009 12.54.29
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  08/03/2009 20:43:19
   8 / 10
Ci si potrebbe dilungare in una analisi approfondita, scomodando tecnicismi wrestlingari e cinematografici, parlare di ingenuità di trama e di un doppiaggio da denuncia, di perdenti e degrado, di oscar mancati e ritorni alla vita.
Ma se il cinema è prima di tutto emozione e questa è semplicemente la parabola di un uomo, l'immagine di una lacrima che segue a fatica il suo percorso accidentato sul volto segnato dalla vita di Rourke è probabilmente il momento più alto della stagione.

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Ultima risposta 09/03/2009 13.27.34
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  08/03/2009 16:13:32
   9½ / 10
Eccezionale, uno dei migliori della stagione. Rourke e The Ram finiscono per fondersi l'un l'altro, in una storia di perdenti che rimangono tali, al punto di diventare una sola persona. La prova dell'attore (ma non da meno è una sempre splendida Marisa Tomei) è subliminale e nonostante l'altrettanto grande Sean Penn, avrebbe meritato l'oscar. Ci si emoziona e si versa anche qualche lacrimuccia.

Straordinarie colonna sonora, fotografia e montaggio. Assolutamente imperdibile.

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Ultima risposta 08/03/2009 17.46.08
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  08/03/2009 14:27:40
   8 / 10
Riuscire a trasformare un soggetto stantio in un'opera viva, tesa ed emozionante è sempre cosa miracolosa e lodevole. "The wrestler" è il concentrato di come andrebbe trattato un soggetto simile: grandissimi attori (su Rourke s'è già detto tutto, io vorrei invece menzionare la straordinaria Marisa Tomei e l'ottima Evan Rachel Wood) che portano sulle spalle tutta la sofferenza dei propri ruoli e grande ricerca dell'empatia col pubblico.
Appena uscito è già cult, ora, per sempre.

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Ultima risposta 08/03/2009 22.17.01
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  08/03/2009 13:24:02
   9 / 10
Come Travolta sarà per sempre Tony Manero e Brando Don Vito Corleone, nel mio immaginario, da adesso in poi, Rourke sarà per sempre Randy "The Ram" , con il suo volto sofferente e la sua vita regalata al Wrestling.
Emozionante e toccante parabola di un wrestler alla fine della sua carriera che si rende conto - ma forse l'ha sempre saputo - di non essere in grado di vivere lontano dal suo pubblico e da quel mondo, quello del Wrestling, al quale non regala solo la sua anima ma anche il suo corpo, facendosi martoriare ogni fine settimana mentre la gente lo incita e lo acclama. Mentre lo guardiamo muoversi nei parametri della "vita normale" capiamo (grazie ad uno strepitoso Rourke) che Randy non ha scelta e per quanto la strada che percorre possa apparire discutibile (e che anche lui, per qualche momento, trova forse discutibile) comprendiamo perfettamente che è la sua unica via e siamo con lui fino all'ultimo sacrificio.

Girato con uno stile "sporco" e quasi documentaristico , una scelta davvero azzeccata, il film non regala particolari virtuosismi e rimane completamente al servizio della storia narrata sottolineando la bravura di Rourke e rendendola più cruda e realistica. La camera lo segue divenendo a volte il suo stesso sguardo, uno sguardo che non manca di oggettività nell'osservare la realtà di quel piccolo mondo alla quale però non si sa, e non si può, rinunciare.
Nessuna mitizzazione, nessun eroismo, se non quello di un uomo che vive il suo destino fino in fondo.

Vedetevelo, ne vale la pena.

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Ultima risposta 09/03/2009 22.29.43
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Diego delgado  @  08/03/2009 12:15:33
   10 / 10
Questo film rientra nella top 10 di Cosimo... e questo e' tutto dire ... la scena piu' bella ed emozionante

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERche filmone
Grande Mickey rourke....D3EVO SALVARE BUBAAAAAAAAAA

FORZA COSIMO

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Ultima risposta 08/03/2009 12.43.00
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Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  08/03/2009 01:54:09
   8 / 10
Il film presenta una schema narrativo abbastanza lineare, ma l'interpretazione di Rourke è veramente sensazionale.
Ottima colonna sonora e sceneggiatura che, a tratti, è anche divertente.

L'epilogo è amaro, ma credo sia stato giusto così.

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Ultima risposta 09/03/2009 01.00.54
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inferiore  @  07/03/2009 18:54:06
   8 / 10
Gran bel film sul mondo del wrestiling e non solo.
Quasi un'autobiografia di Mickey Rourke, provare a tornare grande e lui ci è riuscito. Trovo ecisamente antipatica la versione dell'attore che se ne va in giro con il cagnolino sotto braccio e la camicietta ma questo Mickey dimostra di essere un grand interprete. L'oscar credo se lo sia comunque meritato Penn. Il suo personaggio è un ormai anziano e fisicamente acciaccato lottatore di wrestling che tenta di compiere un'ascesa personale nella carriera e negli affetti.
I primi venti minuti con riprese solamente di schiena e telecamera a spalla non è stata di mio gradimento come quasi tutta la prima parte che può risultare un po' lenta e statica ma di sicuro impatto sullo spettatore che sostanzialmente non si annoierà quasi nonostante l'eccessiva lentezza della prima ora. Alcune scene sono davvero favolose (vedi spoiler).
Marisa Tomei è stata molto brava nel ruolo della spogliarellista e credo che non ci sia bisogno di dire altro sul suo conto...
Dai, i 7 € e 90 del biglietto li è valsi, andate a vederlo perchè è un bel risultato.

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Ultima risposta 07/03/2009 20.30.56
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Kesson  @  05/03/2009 14:26:40
   9 / 10
Splendida pellicola che tratta di un argomento piuttosto particolare, ma che grazie anche a questa scelta assume un significato quasi universale sulla vita, fatta di successi e fallimenti, sconfintte e rivincite. Simbolicamente Darren Aronofsky sceglie un mondo, quello del wrestling, che ha visto il suo massimo splendore negli anni '80, e ricalca nella pellicola questo contrasto fra l'epoca attuale, dove a fatica riesce a sopravvivere uno strepitoso Micky Rourke nei panni di una vecchio wrestler dal passato glorioso e dal presente ammaccato e insignificante. Provato da una vita di fatiche ed eccessi il nostro eroe si trova a dover combattere con un mondo che non lo brama più, fatto di ricordi e dall'incessante voglia di calcare ancora le scene, per pochi dollari, ma soprattutto per gloria personale. Quando "The Ram" si vedrà tradito dal suo stesso corpo, troppo provato per resistere alle fatiche di un mondo che fortemente desidera, ma che allo stesso tempo può rivelarsi fatale, si sente definitivamente perduto. In questo stato di smarrimento, c'è una ricerca incessanete di quelle componenti, famiglia, amore, che il wrestler aveva tralasciato, quasi dimenticato, per la sua carriera e vengono alla luce tutte le difficoltà, di un uomo solo alla disperata ricerca di un senso per la sua vita.
Inseguire il proprio istinto, i propri sogni è il desiderio di "The Ram", sacrificando tutto il resto, per il suo fedele pubblico che ancora lo acclama e lo esalta.
Aronosfky sforna una regia scarna e lineare, abbandonando i virtuosismi dei suoi lavori predenti, ma compensa con la cura quasi maniacale dei dettagli che ricalcano una frattura generazionale di un uomo fuori dal suo tempo. Dialoghi meravigliosi ed intepreti perfetti, su tutti come detto un incredibile Mickey Rourke veramente meritorio del premio oscar come miglior attore, e della sempre brava e bella Marisa Tomei.
Un film meraviglioso, commovente ed indimenticabile, che si prende la briga di raccontare una storia universale sulla vita, non scadendo mai nel retorico e nello scontato.

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Ultima risposta 05/03/2009 14.50.42
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mister_snifff  @  16/02/2009 15:14:15
   9½ / 10
Il miglior film mai realizzato sul wrestling? boh non lo so... sicuramente, come scritto in prec. comm., The Wrestler e' prima di tutto un omaggio a coloro i quali son costretti a vivere una vita che non hanno scelto e a wrestlare(???) contro un destino poco magnanimo, e' un' onesta rappresentazione della vita di un atleta, una vecchia gloria che inizialmente col passare degli anni ha visto fuggire via la fama del tempo che fu e poi vede venir meno il motivo per cui ha vissuto, il lavoro che ha amato. Egli realizzerà che non potrà piu' essere un guerriero/eroe del ring, ascoltare le urla dei fans adoranti ma sarà un semplice uomo smarrito nella sua nuova vita ridipinta alla meno peggio ... e quindi chi e cosa amerà ora Randi “The Ram” Robinson? La figlia dimenticata nel glorioso passato o la non piu' giovane stripper con la quale condivide un presente non più radioso e l'inquietante visione di un futuro fatto di miseria e solitudine? D'ora in poi The Ram non dovrà piu' fare i conti l'assuefazione ai painkillers usati per reggere quei combattimenti estremi che han segnato il suo corpo ma quella relativa al dolore e alle sofferenze della vita quotidiana

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Ultima risposta 02/03/2009 16.49.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  12/01/2009 16:58:13
   9 / 10
ho perso il conto delle volte che me lo son rivisto, è splendido.
poi io sono un po' di parte, in quanto (orami ex) fan del wrestling duro e puro delle indies, quello che stronca a 25 anni le carriere e di cui porti i segni sul corpo e nell'anima per tutta la vita.
aronofsky mette in scena un'altra delle sue storie reali, impietose, su persone inadatte al mondo quotidiano, capaci di vivere solo in una realtà fittizia, una realtà che curi il loro ego e il loro mal di vivere. in requiem questo scorcio liberatorio era la droga, in the wrestler è il bisogno del calore umano, dell'apprezzamento continuo di qualcuno vicino a noi. un affeto che per randy the ram è introvabile nel mondo reale, in cui le persone sono troppo legate ai loro bisogni personali per poter condividere qualcosa con lui (il bisogno di un posto fisso di lavoro-motivo per cui non funziona fra lui e la tomei, il bisogno di odiare qualcuno per proteggersi-per il quale naufragherà il rapporto con la figlia, anche solo quello di giocare ad un nuovo videogame-per cui il bambino gli negherà una rivincità al nintendo)
miglior prova in carriera per rourke. dire da oscar è riduttivo, qui siamo nella leggenda, ai livelli di de niro in toro scatenato.
e nella conclusione, mentre il pubblico si sgolava con il CZWano "ho-ly shit! ho-ly shit!" e l'artista ormai avviato alla sua fine regalava l'ultima ram jam, una lacrima mi è scesa...

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Ultima risposta 22/01/2009 18.20.54
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  16/09/2008 11:35:26
   8½ / 10
Messi da parte i virtuosismi tipici del suo cinema (e i fischi ricevuti a Venezia per The Fountain) , il buon Aronofsky torna in pista con un film strardinario: la storia pur risultando priva di originalità è raccontata in maniera magistrale, con una sceneggiatura capace di bilanciare perfettamente ironia e dramma, attraverso momenti più descrittivi (vedi la prima parte sul mondo sotteraneo delle leghe inferiori del Wrestling) ad altri più intimi e commoventi dove la telecamera cattura ogni minima emozione senza mai crollare nella retorica o nella macchietta. Sicuramente è un prodotto privo di metafore e cose non dette, tutto è spiattellato in faccia allo spettatore, ma il ritratto che ne esce fuori è assolutamente devastante, con un Mikey Rourke in vero e propio stato di grazia; vincitore morale dell'ultima coppa volpi a Venezia, il vecchio Mikey è la vera anima dell'intera operazione, capace di rimanere in scena per il 99 per cento della pellicola senza mai sbagliare una virgola, grazie anche a un'isospettabile mimica facciale capace di conquistare l'intera platea in un nanosecondo...fantastiche poi le scene sul ring, dove l'attore dimostra di cavarsela egregiamente anche nei momenti più fisici. Nota di merito anche per la comprimaria Tomei (ancora in splendida forma dopo il buon lavoro svolto con Lumet) e tutto resto del cast dove nessuno sbaglia un colpo (dal padrone del supermarket a tutti i lottatori). Per ultimo un elogio particolare alla scena finale: inarrivabile.

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Ultima risposta 09/03/2009 23.30.17
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  10/09/2008 11:42:16
   8½ / 10
Personalmente trovo il mondo del Wrestling indipendente e dei circuiti minori più interessante e più "vero" (per quanto possa valere questo termine) del "pro wrestling". Atleti meno altisonanti ma incontri dove ci si fa decisamente più male. Ed è questo che il pubblico vuole vedere.

Oltre ai nuovi wrestlers emergenti e di minor caratura, può capitare di trovare qualcuno dei livelli più alti che "retrocede" nella fase discendente della carriera: uno di questi è Randy "The Ram".
E quale attore migliore di Mickey Rourke poteva rappresentarlo?
La storia di Randy si confonde spesso con quella dell'attore famoso per i suoi film alla fine degli anni '80 e dei primi '90 che solo recentemente è tornato alla ribalta dopo un periodo di eccessi e boxe.
Oggi i segni sul volto e sul corpo di Randy/Mickey continuamente rimandano al passato, cosi come (in maniera questa volta nostalgica) il micromondo creatosi intorno al wrestler che vive di ricordi.
Questo micromondo, il declino e la voglia di riemergere dell'uomo è splendidamente rappresentato da Darren Aronofsky, regista talentuoso e coraggioso nel tornare a Venezia dopo il complesso e forse troppo criticato "the fountain".

Aronofsky si dimostra un regista ormai maturo e consapevole delle proprie capacità. La voglia di dover colpire lo spettatore a tutti i costi con sequenze spesso forzate che sconfinavano nel regno dei videoclip sembra ormai distante anni luce, ma non per questo la regia del cineasta newyorkese è meno ricercata e curata (sempre supportata dalle bellissime musiche di Clint Mansell).

Oltre allo stupefacente Rourke, nel cast è presente l'alter ego femminile di Randy, Cassidy, una spogliarellista interpretata dalla bellissima Marisa Tomei, anche lei costretta a far fronte al passare del tempo e ad una vita reale al di fuori del night club.

The wrestler è sicuramente un film riuscito sotto tutti i punti di vista che potrà far parlare di se anche alla consegna degli Oscar, soprattutto per la prova di Randy "the Ram".






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Ultima risposta 08/03/2009 21.15.15
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  08/09/2008 19:21:42
   8 / 10
Un film che solo col tempo (e magari dopo una visione in più) mostrerà le sue risorse, come per es. l'illimitata capacità di Anorofsky di mettere in campo il suo talento visionario (dopo il pasticciato "The fountain") raccontando l'autodistruzione e l'annientamento come solo lui sa fare.
Quello che in un primo tempo può sembrare un gioco abilmente costruito sulle doti di Rourke e sulla sua vicenda autobiografica in realtà cela sfumature diverse: l'abilità di sovvertire i clichè (cfr. l'incontro con la figlia non si risolve nel modo che tutti prevedono) e quel miraggio di libertà che - attraverso la vita e la morte - fa di Ram un personaggio ora reale ora virtuale, ma soprattutto l'unico Eroe di un mondo che regge il fallimento come (disperato o fatale) trionfo.
Un Leone meritato? Chi se ne frega. Ma non va giudicato superficialmente, però

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Ultima risposta 06/03/2009 22.48.22
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