the sessions regia di Ben Lewin USA 2012
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the sessions (2012)

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locandina del film THE SESSIONS

Titolo Originale: THE SESSIONS

RegiaBen Lewin

InterpretiHelen Hunt, John Hawkes, William H. Macy, Moon Bloodgood, W. Earl Brown, Blake Lindsley, Adam Arkin, Ming Lo, Robin Weigert, Rusty Schwimmer, Jarrod Bailey

Durata: h 1.35
NazionalitàUSA 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2013

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Trama del film The sessions

Mark O'Brien ha trascorso parte della sua vita all'interno di un polmone d'acciaio a causa della poliomielite. Quando decide di esplorare la propria sessualità ingaggia un professionista del sesso che presto svilupperà con lui una relazione morbosa che cambierà il corso della vita di entrambi.

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Voto Visitatori:   7,33 / 10 (27 voti)7,33Grafico
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Voti e commenti su The sessions, 27 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Jumpy  @  23/11/2022 20:15:01
   7 / 10
Visto quasi per caso, l'impressione generale è di un tv-movie più che di film "da cinema", merita comunque per il fatto che tratta il problema dell disabilità sena girarci troppo intorno, in modo piuttosto diretto.
Senza cadere nello sdolcinato o nel banale o nel melodrammatico, ma anzi, nonostante la profondità e lo spessore dei temi trattati, riesce a tenere un tono leggero che lo fa seguire fino alla fine.
Unico neo, forse, la regia un po' "asettica" in certi passaggi.

topsecret  @  14/02/2016 23:05:34
   7½ / 10
THE SESSIONS ha la grande capacità di trattare argomenti seri e drammatici con una certa ironia accentuata che riesce a rendere gradevole e coinvolgente tutta la storia, presentando fatti e personaggi sotto una luce diversa da quella che si potrebbe pensare parlando di argomenti simili. Il merito di tutto ciò va suddiviso egualmente tra la regia di Lewin e le interpretazioni dei protagonisti principali: John Hawkes in primis, davvero abile e simpatico, Helen Hunt e William H.Macy che con la loro capacità attoriale assecondano un plot, basato su una storia vera, capace di essere riflessivo, ironico ed emozionante come pochi altri in giro sui grandi schermi.
Da vedere.

davmus  @  22/08/2015 10:39:51
   8 / 10
Ben fatto con tanta ironia che rende più leggera la visione

calso  @  06/01/2015 21:47:35
   7½ / 10
Storia tenera in cui un uomo con problemi fisici che chiede aiuto ad una donna per scoprire la propria sessualità....percorso descritto con tenerezza e tatto...bello e commovente

vale1984  @  28/07/2014 16:42:02
   7 / 10
una storia tenera che per la prima volta parla in modo reale del sesso per i portatori di handicap. Una storia attuale, vera, pulita e trattata in modo assolutamente corretto sotto tutti i punti di vista e che fa emergere quanto vengano lasciate sole le persone "diverse" e quqnto poco si tenga conto dei loro problemi di tutti i giorni.

Goldust  @  30/06/2014 12:36:13
   8½ / 10
Parlare di un argomento delicato come la poliomelite non è sicuramente semplice, figuriamoci girare un film in cui il protagonista principale è proprio un poliomelitico che vive in un polmone d'acciaio. Ebbene il bravo Ben Lewin spazza via tutti i dubbi ( almeno miei ) sull'argomento scrivendo e dirigendo un film garbato ma vibrante, in continuo, spettacoloso equilibrio tra commedia e dramma umano. Partendo da una cosa semplice - l'educazione sessuale - con cui tutti prima o poi dobbiamo fare i conti, passo dopo passo il nostro Mark raggiunge una nuova consapevolezza interiore, circondato ed aiutato da una manciata di personaggi di grande umanità. Tra questi, come non menzionare il parroco cattolico di William H. Macy, simbolo di tolleranza e curiosa complicità.
Con le 50 primavere alle porte Helen Hunt si spoglia con una disinvoltura impensabile, ed è come al solito bravissima.
Film di rara bellezza che mi ha emozionato molto: poteva sbragare nel finale ma si è invece rivelato molto misurato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/05/2014 23:28:34
   7 / 10
Solo in alcuni documentari di Herzog ho visto affrontare il tema della disabilita' in modo cosi convincente. E quelli erano documentari.
Cosa rara, invece, ecco un film "scomodo" che ci mette di fronte problemi che per noi "fortunati" non sussistono.
La storia vera di un poliomielitico che desidera perdere la verginita' tra dubbi di fede e timidezza.
L'aiuta una coraggiosa Helen Hunt che si guadagna, meritandola ampiamente, la sua ennesima candidatura agli oscar.
Dopo "Lo scafandro e la farfalla" il miglior film sul tema degli ultimi anni...

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  05/03/2014 20:53:38
   6½ / 10
Temo delicato e profondo quello trattato ma concordo con il fatto che ci sta tanta carne al fuoco (la passione, l'amore, i dubbi che nascono dal confronto religioso) ma forse ogni punto meritava un attimo di approfondimento in più. Il finale è davvero bello e commuovente. In ogni caso da vedere.

chem84  @  18/02/2014 19:08:36
   7½ / 10
Film che non si scorda facilmente.
Argomento delicato, risultato molto buono, grazie anche a prestazioni recitative convincenti.
Piacevole sorpresa.

werther  @  04/02/2014 23:55:30
   6 / 10
Sicuramente non è una tipologia di film che si vede spesso,sia per la tematica sia per la delicatezza e finezza con cui viene trattato l'argomento. In realtà non ho una critica specifica da fare, ma a film finito mi accorgo che seppure ci sia profondità,amore,passione,confronto religioso e quindi tanta carne al fuoco sul quale riflettere non mi ha emozionato per niente. Forse non è stato confezionato e infiorettato come tanti altri, il che dovrebbe essere un elemento distintivo,piuttosto che un limite. Ma forse è solo un problema mio. Comunque lo consiglio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  04/02/2014 12:43:35
   8 / 10
Poeta e giornalista Mark O'Brien è affetto da una grave forma di poliomielite che lo costringe a vivere all'interno di un polmone d'acciaio. Gli è concesso passare brevi periodi di tempo al di fuori di esso, momenti in cui l'uomo pur essendo incapace di muoversi tenta di assaporare le gioie della vita, in primis facendosi beffe della sua situazione sempre affrontata con grande ironia. Giunto alla soglia dei 40 anni ambisce ad un completamento del proprio percorso, il grande mistero del sesso e dell'amore assumono così forma troppo invitante per non essere esplorata.
Da qui la decisione di affidarsi a Cheryl, terapeuta sessuale dalla comprensiva dolcezza e il corpo ancora tonico di Helen Hunt, completamente a suo agio nelle scene in nude look.
In "The Sessions" l'autocommiserazione e la commozione forzata sono assenti, l'handicap e la difficoltà di relazionarsi vengono sviscerate con grande umanità e intelligenza, soprattutto grazie ad una vis comica alimentata dalla brillante mente di Mark. Un film costruito intorno ad una storia semplice ed impreziosito dalla bravura degli attori, sfavillanti persino nei ruoli marginali, con dialoghi irresistibili, soprattutto quando la profonda osservanza religiosa del protagonista si scontra con il suo desiderio di "fornicazione" extra-matrimoniale.
Il regista Ben Lewin, a sua volta colpito in modo lieve della malattia, racconta con tocco delicato senza esasperazioni drammatiche la battaglia di un uomo costretto in un oblio esistenziale a causa della sua fragilità fisica. L' emozione della "prima volta" ma anche la grande determinazione spiccano potenti, mentre impressiona la naturalezza con cui i fatti vengono esposti aggirando ogni imbarazzo che il tema poteva suscitare.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  30/01/2014 22:24:28
   7 / 10
Concordo con i giudizi precedenti. Il film è carino, divertente e affronta un tema inusuale e scabroso (il sesso presso i diversamente abili) in maniera sensibile e delicata, senza però nascondere l'imbarazzo e l'impaccio che un tale argomento e una tale esperienza provoca in cui la vuole provare, oppure insegnare.
Lo sguardo è divertito e ironico, il tono della visione e della narrazione è leggero, forse troppo, ed è questo l'unico difetto che mi viene da imputare a questo film. Certi personaggi e certi aspetti potevano essere approfonditi o sviluppati meglio. Il fatto è che in questo film si ambirebbe ad affrontare problemi e situazioni di una certa serietà, ma non si è voluto rinunciare fondamentalmente al tono da commedia facile e di evasione, in cui tutto alla fine "va come dovrebbe andare".
In ogni caso, al di là degli stereotipi formali del divertimento di massa, si riesce comunque a raccontare una bella storia umana, quella che vede coinvolti Mark e Sheril.
Mark è gravemente malato e legato per vivere ad un polmone di acciaio. Nonostante ciò vive la sua vita con molta leggerezza, allegria, umorismo e ironia (grazie anche probabilmente al fatto di non avere preoccupazioni finanziarie). La sua voce narrante commenta con brio e spirito la sua "prima volta" a quasi 40 anni. Deve vincere però le resistenze e i sensi di colpa che vengono da una rigida educazione cattolica. Questo conflitto molto interessante perde però vigore facendo entrare in scena un prete che è più che altro una macchietta, piuttosto che un vero sacerdote. Il personaggio sarà simpatico, caratteristico e ben recitato, nel contesto del film però squalifica la lotta interiore di Mark fra i suoi desideri e i suoi principi, troppo facilmente vinta dai primi.
Molto più interessante e riuscito è il personaggio di Sheril, la sessuopedista. Il suo è il classico conflitto interiore del medico che si sente coinvolto nei problemi del paziente. E' infatti molto difficile rimanere oggettivi e impassibili e allo stesso tempo sensibili, svolgendo un compito che coinvolge così profondamente l'animo di una persona (come appunto l'eros). Il suo è un conflitto molto sincero e combattuto, vissuto in maniera a volte drammatica e dilacerante. Sarebbe stato molto interessante sviluppare di più la figura del marito, il suo ruolo e il suo pensiero di fronte a una moglie che fa di mestiere il presta-amore nei confronti di altre persone. Anche per lui non è facile.
Comunque vada è un film che vale la visione.

horror83  @  29/11/2013 14:41:33
   8 / 10
Questo film affronta una tematica interessante, e che spero diventi la normalità in una società civile, e cioè la sessualità dei disabili. anche loro sono esseri umani con delle esigenze sessuali, quindi è giusto che anche loro vivano la loro sessualità e anche l'amore. L'argomento sesso è stato affrontato senza volgarità. Molto bello questo film, l'attore protagonista è stato molto bravo nell' interpretazione del disabile, e anche Helen Hunt. Simpatico il prete-confidente (ce ne fossero di più di preti così). Solo al pensiero che ci siano persone costrette a stare immobilizzate in un letto, o in un polmone d'acciaio, fa riflettere sui problemi che ci creiamo, sulle piccole cose, noi che siamo sani!


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sandrone65  @  27/10/2013 07:25:51
   8 / 10
Film delicato e crudo allo stesso tempo, con interpreti assolutamente all'altezza, che riesce a trattare senza veli e senza moralismi il tema della sessualità di un disabile, e lo fa in maniera soave, appoggiandosi all'intelligenza ed all'ironia del protagonista. L'idea della sessualità come irrinunciabile affermazione di sè, così legata all'evento della penetrazione, viene ridimensionata alle proporzioni che le competono: un uomo è un uomo, che sia vergine o non lo sia non fa differenza ai fini della sua identità, la differenza semmai la fa la necessità di rendersene conto. In questo senso questo film opera una potente e decisa demistificazione.
Eccellente Helen Hunt e grande, come sempre, William Macy nel ruolo del sacerdote-confessore.

floyd80  @  28/08/2013 18:59:02
   7 / 10
Una pellicola interessante e per niente superficiale come potrebbe sembrare soffermandosi solo al titolo.
Ottimi gli attori.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  26/07/2013 18:29:16
   8 / 10
Parafrasando le parole dello stesso Mark O' Brien, si potrebbe dire che "The sessions" è un "film d' amore per nessuno in particolare"; di grazia semplicità dolcezza incantevoli.
Se le nudità integrali di Helen Hunt negano ogni possibile malizia, quelle parziali di John Hawkes fuggono ogni possibile repulsione. Ben Lewin riesce in un compito difficile: fare in modo che un "peso morto", per usare una comune espressione di sbadato cinismo, risulti a suo modo assolutamente vivo. Doverosa nota di merito per W. H.Macy, che salta dentro e fuori i ruoli più disparati con una flessibilità straordinaria (quasi ci si dimentica di Frank Gallagher, e non era mica facile).

tarax  @  01/07/2013 20:24:09
   7½ / 10
Sono rimasto piacevolmente colpito da questo film, mi ha ricordato vagamente "Lo scafandro e la farfalla" anche se quest'ultimo lo ritengo migliore. Il film è fatto molto bene, delicato e dolce tratta una cosa cosi difficile con una spensieratezza e un'eleganza che non può che colpire lo spettatore in modo positivo. Helen Hunt l'ho trovata perfetta, adatta al ruolo e a suo agio, cosi come John Hawkes che entra perfeettamente nella parte e risulta simpatico perchè molto autoironico. In conclusione non posso che consigliare questo piccolo affresco moderno di umanità e dolcezzaa che (fortunatamente) non sfocia mai in qualcosa di troppo melenso.

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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  24/05/2013 00:54:33
   9 / 10
Quando un film è bello e sincero come questo, c'è poco da girarci intorno: The Sessions, basato sull'autentica vicenda privata che coinvolse il poeta e giornalista del "The Sun" Mark O'Brien nella primavera del 1990, è uno dei film più divertenti, teneri e commoventi dell'intera stagione cinematografica.
Scritto e diretto con assoluta delicatezza da Ben Lewin, a partire da un articolo che lo stesso O'Brien ricavò dalla sua esperienza "affettiva", il film porta in scena la sessualità di un paraplegico con una naturalezza e un ironia tali da scongiurare ogni parvenza di morbosità o ridicolo involontario.
Realistico e poetico, merito di dialoghi brillanti, di toni mai pedanti o retorici (nonostante il tema si prestasse facilmente a noiose prediche), assecondati dalle note pianistiche del nostro Marco Beltrami, e di tre interpreti a dir poco eccezionali: Hawkes è un piccolo capolavoro di charme che neppure l'handicap fisico riesce a trattenere, Macy è un formidabile parroco dal compromesso divino facile e Helen Hunt, candidata all'Oscar come miglior attrice non protagonista, si mostra nuda con una schiettezza e un maturo splendore da fuoriclasse.
Un film memorabile e assolutamente irresistibile, un inno all'amore spirituale e fisico, un concentrato di vitalità che azzera le differenze e aumenta la volontà nel non arrendersi mai.
Premio del pubblico al Sundance 2012, ha raccolto numerosi riconoscimenti in almeno un'altra dozzina di Festival internazionali.

Xavier666  @  28/04/2013 20:54:09
   7½ / 10
Film meraviglioso, il protagonista John Hawkes ed Helen Hunt perfetti. Il festival Sundance come sempre offre film davvero interessanti.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  21/03/2013 11:41:19
   6 / 10
The Sessions tratta il temadella sessualità dei disabili, argoemnto di per sè interessante. Peccato che un eccessivo buonismo e in alcuni punti un pò di superficialità non lo facciano apprezzare appieno. Sufficiente!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  08/03/2013 13:52:13
   7 / 10
The Sessions è un film che affronta la tematica della sessualità dei disabili, argomento non molto trattato nella cinematografia.
Il regista racconta la storia dello scrittore Mark O'Brien affetto da poliomielite e costretto a trascorrere la maggior parte delle proprie giornate all'interno di un polmone d'acciaio. La vita di Mark è una sfida quotidiana ma ciò non gli impedisce di pensare e sognare l'amore e i rapporti sessuali. A 38 anni decide di rivolgersi ad una terapista sessuale. I loro incontri sono descritti in maniera dettagliata, senza reticenze nè falsi pudori. Il film è efficace in quanto riesce a non scadere nel patetico e spesso utilizza l'ironia del protagonista per raccontare gli ostacoli maggiormente impedienti.
Ottima prova di John Hawkes e di William H. Macy nel ruolo del prete confessore e confidente.

TheLegend  @  04/03/2013 17:21:42
   7 / 10
Un pò di buonismo l'ho percepito sicuramente,così come ho sentito aleggiare un pizzico di superficialità a tratti.
Una storia piacevole da seguire,forse troppo in effetti,ma che lascerà la noia lontana e concederà qualche sorriso.

barone_rosso  @  03/03/2013 15:10:13
   6 / 10
Nulla di che purtroppo, tenta di imitare "Quasi amici" ma siamo lontani anni luce. L'argomento è interessante ma trattato con un po' troppa superficialità, la protagonista femminile non è affatto nella parte, e il finale è scontatissimo. Appena sufficiente.

Barteblyman  @  02/03/2013 15:58:18
   7 / 10
Roberto Nepoti su Repubblica scrive di "film buonista", il buonismo a scapito di una storia importante. Io credo di aver pensato di voler esser il nipote di Nepoti. Ma solo per passare il tempo a fare battute a proposito. Per sempre. "Ciao, sono il nipote di Nepoti", passare le mie giornate così. Presentandomi a parenti ed estranei. "Ciao, sono il nipote di Nepoti", magari farne anche delle accattivanti t-shirt. I'm nipot's Nepoti. Potrei vivere solo per questo ma invece non è andata così, non sono il nipote di Nepoti.

Cosa è il buonismo? Be', è un sostantivo, "nel linguaggio giornalistico, atteggiamento bonario e tollerante che ripudia i toni aspri dello scontro politico." (Zingarelli) Data cotale definizione io non me la sento di considerare The Sessions un film buonista. In fondo in questo film non si parla manco di politica.

Il film, una storia vera, parla invece di Mark O'Brien, poeta e giornalista ammalatosi in giovane età di poliomielite che vive immobilizzato dalla base del collo in giù. Deve stare in un polmone d'acciaio -il suo unico arredamento in casa- e si può spostare solo steso su una barella. Ma non per molto, dopo poche ore deve tornare nel suo polmone d'acciaio.

Mark nella sua abitazione vive con un gatto e la notte quando si addormenta e la mattina quando si sveglia il suo sguardo e il suo saluto sono indirizzati ad un quadro della ******* appeso alla parete. Mark O'Brien infatti è un credente e pensa che Dio abbia un curioso senso dell'umorismo.

Ad un certo punto Mark sente che gli manca qualcosa: il sesso. E per risolvere questa spinosa questione troverà una persona, che in gergo tecnico si chiama "surrogato sessuale", che lo inizierà con le sessions del titolo.

Pericolo politica quindi scongiurato. Il buonismo per ora non si vede. Il film è un piccolo film, non ha la pretesa di sollevare elevate ("sollevare elevate" ?) questioni esistenziali né punta alla lacrima. Questo grazie alla personalità di Mark O'Brien, simpatico, ironico e grande ammaliatore di donne. Lui le ama e loro -giustamente- se ne accorgono. Tolta quindi ogni pretesa alta il film semplicemente racconta un episodio nella vita di Mark O'Brien (da lui stesso narrato in un articolo, On Seeing a Sex Surrogate, pubblicato nel 1990 sul Sun) e lo fa con una naturale delicatezza. La medesima delicatezza della "terapia" sessuale alla quale il protagonista si sottopone.

Oltre ad una regia calibrata (Ben Lewin, il regista è stato anche lui colpito in passato dalla poliomielite) che piazza lì alcune belle soluzioni con l'inserimento di flashforward, la pellicola trova il suo maggior punto di forza nei tre protagonisti principali. John Hawkes, romantico, fragile. In antitesi ai suoi ruoli più recenti e bravissimo come sempre. William H. Macy, il prete confessore. Noi tutti, credo, amiamo William H. Macy (anche se io in questo film ho poco amato i suoi capelli). Se mettessimo dei bei baffi ed un paio di occhiali a William avremmo un perfetto Ned Flanders. E poi Helen Hunt. Una sorprendente Helen Hunt (sì, con Qualcosa è cambiato si era portata a casa un oscar ma io non ricordo molto di Helen Hunt e quindi per me è sorprendente a prescindere). Candidata agli oscar 2013 per questo ruolo, candidatura che secondo me si merita in pieno. Misurata ed intensa allo stesso tempo. Una Helen Hunt a nudo (nudi integrali di tutto rispetto).

Che dire? Un bel film, certamente. Non buonista, riporta semplicemente i fatti senza addolcire troppo, senza eccessi. E' una finestra o una attualizzazione per immagini e racconto di un'interdonazione. Di un fenomeno comune a noi esseri umani e non, l'affezione. Per prenderla proprio distante. Come direbbe Barthes, l'esperienza del disimparare. Disimparare dall'età adulta, dai manuali sul sesso per ripartire dal tatto come linguaggio primario. Imparare (nel caso di Mark O'Brien) a riconoscere un corpo che non si conosce. Imparare il suo corpo muto attraverso un altro corpo. Interdonazione, crollo di uno scambio come usufrutto -per dire- e svelamento di una dinamica di reciprocità profonda. La reciprocità qui a partire dalla fisicità, come accompagnamento verso l'altro concettuale.

Mmm, okay... Io... Io in tutto questo, tuttavia, un pochetto continuo a lamentare il fatto che non posso ancora dirmi nipote di Nepoti visto che non lo sono, mi par apodittico. Posso dirlo all'infinito però, magari alla fine il tutto si materializzerà... Ciao, sono il nipote di Nepoti.

Ciao, sono il nipote di Nepoti

Ciao, sono il nipote di Nepoti

Ciao, sono il nipote di Nepoti

Ciao, sono il nipote di Nepoti...

Crimson  @  25/02/2013 16:21:50
   7½ / 10
Mark conviveva con un polmone d'acciaio per necessità, ma in quel cilindro aveva trovato anche un drammatico rifugio e la consuetudine sfociava nell'identificare la propria immagine esattamente nel tabù che ne soggiogava la libertà. Piuttosto che le convenzioni sociali, era uno spirito religioso autoinflitto a mortificare il suo spirito. Aveva bisogno di trovare il coraggio e la fortuna di poter confidare in persone che l'ascoltassero.
Il film scrolla dignitosamente ed educatamente di dosso i vestiti degli interpreti (la sequenza in cui William H. Macy si presenta a casa del protagonista con le birre e la bandana è straordinaria), i loro ruoli sociali, mostrando le imperfezioni della cosiddetta normalità. Attraverso la scomparsa di un prete, di una simil-prostituta e di una serie di volontari, cosa sia la sessualità per i portatori di handicap fisico non ha risposta perchè scompare anche il soggetto del quesito. Una lieve drammaturgia, essenziale e poetica, si concentra sull'universo comune di imbarazzi delle persone che hanno la sfrontatezza di mostrarsi per ciò che realmente sono. John Hawkes conferma di essere uno degli attori più interessanti degli ultimi anni sia per la caratura che per l'ardore di saper scegliere sempre film di un certo tipo, da Sundance. Helen Hunt, eccellente, si mette letteralmente a nudo evidenziando più lifting che altro. William H. Macy è il solito grandioso caratterista e probabilmente ruba la scena a tutti con il personaggio più indovinato in una pellicola che sdrammatizza continuamente un tema convenzionalmente pesante e intrattabile.

kako  @  23/02/2013 14:12:38
   7 / 10
carino, dal trailer forse mi aspettavo qualcosina in più, ma mi è piaciuto. Una buona commedia, con risvolti seri, che ci mostra alcuni momenti che strappano una risata o fan sorridere e altri, sopratutto andando verso la parte finale, più toccanti. Non eccede in nessuno dei due aspetti, si dimostra equilibrato, ma gli manca quella marcia in più per coinvolgere totalmente lo spettatore dal punto di vista emotivo. In ogni caso una visione più che piacevole. Decisamente bravi i due protagonisti, in ruoli per niente facili. Un film che tratta del sesso senza essere volgare.

Lory_noir  @  11/02/2013 16:43:05
   8 / 10
L'ho trovato un film di raffinato, con un'ironia molto dolce e acuta, e bello sotto tutti i punti di vista. La tematica del sesso è trattata in modo molto delicato, anche grazie alla recitazione dei due grandi protagonisti, e non scade mai nel banale o nel volgare. La perfetta dimostrazione che un nudo può essere molto casto, e non nell'accezione bigotta del termine.

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