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Suggestivo mediometraggio di animazione che si ispira (finale a parte)all'omonima fiaba popolare tedesca(oggetto di trascrizione da parte dei fratelli Grimm)mescolando sfondi e figure di legno e animali imbalsamati animati a passo uno con sequenze ad acquerelli e brevi intermezzi reali.I rimandi vanno dall'espressionismo del muto("Il gabinetto del Dottor Caligari")ai toni grotteschi dei lavori di Svankmejer.L'atmosfera lugubre potrebbe aver ispirato sia Burton che Phil Tippett per "Mad God,e la visione del mondo che ne emerge è decadente e inumana:ricchi o poveri,gli abitanti del villaggio(i cui pochi dialoghi sono incomprensibili)sono tutti ugualmente rozzi e spregevoli,non dissimili dagli enormi ratti che li infestano,come dimostrerà la vendetta del pifferaio.Belle musiche di Michael Kocàb.Presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard.
Versione decisamente dark di tal Jirí Barta. Molto particolari le animazioni a basso budget, colonna sonora piuttosto inquietante, critica alla società consumistica, finale diverso ma riuscito e di grande impatto. Il tutto in 50 minuti di durata. Da riscoprire assolutamente.
Magnifica rivisitazione del Pifferaio di Hamelin da parte di Jiri Barta, a cui apporta delle varianti interessanti. Il Pifferaio è una figura più vicina ad un angelo vendicatore nei confronti di una società corrotta e decadente, in cui non c'è differenza tra gli uomini e i topi. Tutto è finalizzato al denaro e all'avidità. Tecnica di animazione particolare, molto legata al legno dove Barta ricostruisce una città dalle forme distorte ed oscure e imprime un carisma notevole soprattutto alla figura del Pifferaio. Ottima anche la colonna sonora, il cui uso riflette l'atmosfera sinistra e lo stato emotivo dei protagonisti, tanto da che i pochi dialoghi presenti, incomprensibili, se ne può fare a meno.